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<DIV align=center><FONT color=#ff0000 size=5><STRONG>COMUNICATO
STAMPA<BR>THYSSENKRUPP: “ PROVE TECNICHE DI RIDIMENSIONAMENTO”<BR>DO YOU
REMEMBER IL MAGNETICO?</STRONG></FONT></DIV>
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<DIV><FONT size=5><FONT size=3></FONT></FONT> </DIV>
<DIV><FONT size=5><FONT size=3></FONT> </DIV><FONT size=3></FONT>
<DIV align=left><BR></FONT>Il 5 luglio 2010 la Thyssenkrupp AST ha annunciato ai
sindacati concertativi la fermata degli impianti di produzione ternani per i
mesi di agosto e settembre 2010. La superfermata è stata resa nota subito dopo
che il board tedesco di ThyssenKrupp AG (la multinazionale che controlla TK-AST)
è ritornato in Germania dopo due giorni di visita in viale Brin. <BR>Lo stop di
produzione riguarderà i vari reparti:</DIV>
<DIV align=left><BR><STRONG>L’area a caldo</STRONG>: acciaieria e servizi
collegati (trasporti, laboratori,…) fermerà la produzione dalle ore 6 dell’8
agosto alle ore 6 del 4 settembre;</DIV>
<DIV align=left><STRONG>area a freddo</STRONG>: fino a metà settembre, le linee
rimarranno ferme per due settimane a turno (compresi servizi
collegati);<BR><STRONG>centro finitura</STRONG>: bloccato dal 14 al 16 agosto
ma, per tutto il mese di agosto, gli impianti lavoreranno al 50%.<BR>Solo il 21
maggio scorso l’A.D. Harald Espenhan dichiarava: “Dobbiamo a tutti i costi
recuperare 60 milioni di euro, per chiudere in pari l’anno economico: fino a
settembre 2010 dovremmo lavorare a testa bassa…”. Ne sarebbe derivato che il PIX
avrebbe dovuto essere in funzione anche a Ferragosto! E quelle 1.300.000
tonnellate di acciaio fuso all’anno (108.333 al mese, 3.207 al giorno, 133
all’ora,…) poste come obiettivo per far “quadrare” i loro conti, che fine
faranno?<BR><BR><BR>Sempre a maggio c’era stato un primo pessimo segnale, quando
la Thyssenkrupp si era rifiutata di rispettare i patti e non aveva pagato il
PPS, il premio di produttività trimestrale. Ora purtroppo pensiamo che lo
scenario che si sta disegnando sia a fosche tinte per la più importante e
storica fabbrica ternana, scenari che ricordano la sconfitta operaia della
chiusura del magnetico. Ma c’è di più: la Cassa Integrazione Guadagni Ordinaria
(spesso usata per far quadrare i bilanci delle aziende questi anni, anche prima
della crisi) a fine luglio scade; niente di più facile che venga allungata di un
altro mese. E si sa, guardando il panorama nazionale, che di CIG in CIG si va
verso le chiusure future.<BR>Ma i lavoratori si rendono conto di quel che
significa? Come possono convivere CIG e turnazioni attuali (e probabili future)
sempre più pesanti, non fosse altro perché fatte con minor numero di persone per
volta? E, collegata a tutto questo, la sicurezza sul posto di lavoro che
conseguenze ne ricava? A Terni ci sono state già due morti in sei mesi e
svariati infortuni, non bastano? E per i lavoratori
flessibili-precari-interinali-a tempo determinato,ecc…… “figli” della “legge
Biagi” e “nipoti”del “pacchetto Treu” che fine si sta preparando? <BR><BR><BR>La
confederazione Cobas ritiene che i lavoratori si debbono rendere conto di ciò
che sta accadendo non solo a Terni, non solo in AST, basta guardare verso
Pomigliano. A questo proposito ci sembra gravissimo l’attacco al diritto di
sciopero che la Thyssenkrupp sta attuando da mesi. Oltre all’attacco agli
scioperi Cobas, con minacce e tentativi di intimidazione di capiturno e della
direzione del personale, il 25 giugno durante uno sciopero nazionale, nel
reparto LAC (laminatoio a caldo) in carenza di personale è stata effettuata
ugualmente la produzione richiesta, alla faccia della sicurezza e del
crumiraggio. Alla ILSERV è stato proclamato dalle RSU uno sciopero di due ore a
fine turno contro il mancato rinnovo dei contratti a termine, la mancata
manutenzione dei carroponti e dei mezzi di trasporto e per la riorganizzazione
del lavoro nei reparti. Ci risulta che il capo del personale sig. Ferrucci
Arturo abbia chiamato i vertici dell’ILSERV dichiarando che i lavoratori non
potevano scioperare in quanto azienda di servizio. Forse il capo del personale
non sa che lo sciopero è un diritto del singolo lavoratore sancito dalla
Costituzione e non elargito dai padroni. Questi esempi spiegano ulteriormente la
gravità della situazione e l’attacco ai lavoratori, alla sicurezza ed ai loro
diritti, realizzato da quella azienda il cui AD è stato rinviato a giudizio a
Torino per omicidio volontario dopo la strage del 6 dicembre 2008. <BR>L’unica
risposta deve essere l’intensificazione delle lotta. Se all’orizzonte si
annuncia “grandine” - e non siamo noi a dirlo, lo esprimono chiaramente i
comportamenti ed il linguaggio dell’azienda- poi, non si cerchi riparo e scampo
presso qualcuno che non potrà offrirlo per la semplice ragione che la situazione
sarà irrecuperabile. <BR></DIV>
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<DIV align=center> </DIV>
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align=center> <STRONG> 12/07/’10 CONFEDERAZIONE
COBAS</STRONG></DIV></BODY></HTML>