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<DIV><STRONG><FONT color=#ff0000 size=6>Marchionne anticipa il nuovo
corso</FONT></STRONG> <BR><B></B></DIV>
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<DIV><FONT size=1>----- Original Message ----- </FONT>
<DIV><FONT size=1 face="Times New Roman">From: "rossana" <</FONT><A
href="mailto:rossana@comodinoposta.org"><FONT size=1
face="Times New Roman">rossana@comodinoposta.org</FONT></A><FONT size=1
face="Times New Roman">></FONT></DIV>
<DIV><FONT size=1 face="Times New Roman">To: <</FONT><A
href="mailto:neurogreen@liste.comodino.org"><FONT size=1
face="Times New Roman">neurogreen@liste.comodino.org</FONT></A><FONT size=1
face="Times New Roman">></FONT></DIV>
<DIV><FONT size=1 face="Times New Roman">Sent: Saturday, June 26, 2010 8:23
PM</FONT></DIV>
<DIV><FONT size=1 face="Times New Roman">Subject: [neurogreen] Marchionne
anticipa il nuovo corso</FONT></DIV>
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<DIV><STRONG><FONT size=1></FONT></STRONG> </DIV></DIV>
<DIV><BR><STRONG>di Alberto Lucarelli e Ugo Mattei</STRONG> <BR>Ormai è tutto
chiaro: c'è una evidente relazione funzionale, causa-effetto, molto stretta, tra
il progetto di modifica dell'art. 41 della Costituzione e il surreale referendum
Marchionne che così reciterebbe: «Sei favorevole all'ipotesi dell'accordo del 15
giugno 2010 sul progetto Futura Panda a Pomigliano?» Come è noto, il progetto
Tremonti-Berlusconi è quello di aggredire e modificare l'art. 41 della Cost.,
inserendo un IV comma che consentirebbe all'attività di impresa di svolgere la
propria attività senza controlli, salvo un poco chiaro controllo ex post.
Occorre ricordare che l'art. 41 della Cost. non è un orpello, o una regola
qualsiasi, ma una norma-principio alla quale sono riconducibili i diritti
costituzionali dei lavoratori di cui agli artt. 35-40, nonché tutta la
disciplina ordinaria in materia di lavoro. In maniera assolutamente eccentrica,
ovvero inserendo un IV comma palesemente in contrasto con il II e il III, si
violentano i principi fondamentali (precedentemente si era parlato di modificare
l'art 1 Cost.), agendo all' interno del sistema, attraverso la sterilizzazione e
l'annientamento dei rapporti economico-costituzionali (artt. 35 ss. Cost.); quei
rapporti direttamente attuativi dell'art. 1 Cost. («La Repubblica fondata sul
lavoro»), dell'art. 2 relativamente al principio di solidarietà, dell'art. 3, II
comma, relativamente al principio di eguaglianza sostanziale.
<BR><BR>L'impressione, spostando i controlli ex post, è che si voglia dare carta
bianca alle strategie aziendali, anche quelle più aggressive e in contrasto con
i limiti posti al capitale dalla effettiva garanzia dei diritti dei lavoratori.
A serio rischio saranno il diritto all'equa retribuzione e a livelli di vita
liberi e dignitosi, l'organizzazione del lavoro, le funzioni sindacali, il
diritto di sciopero. Vi sarebbe inoltre il rischio concreto dell'introduzione,
da parte dell'impresa, di controlli, ispezioni e perché no veri e propri
tribunali speciali. Cosiddetti piani di ristrutturazione o conversione
aziendale, in presenza di controlli ex post, non dovranno più assicurare
modalità e condizioni di lavoro tali da garantire la sicurezza e la salute,
l'apprendimento e il benessere. In sostanza, attraverso l'intervento sull'art.
41 Cost. si intende raggiungere la sospensione della regolamentazione e del
controllo nel mercato del lavoro. Il lavoratore verrebbe collocato in un limbo,
indifeso nella sua già naturale debolezza, ancora più bisognoso di tutela in una
fase di acuta crisi economica. <BR><BR>Qual è allora il collegamento tra nuovo
art. 41 e il piano Marchionne? È chiaro: il piano Marchionne per Pomigliano
intende fare da apripista al nuovo modello di art. 41, ovvero alla
deregolamentazione del mercato del lavoro, condizionando il rientro dalla
Polonia della costruzione della nuova Panda a condizioni esasperate di lavoro (i
diciotto turni) e a deroghe al contratto collettivo che mettono a rischio la
libertà e dignità umana. Nello specifico il piano, supportato dal progetto di
modifica dell'art. 41 Cost., contiene una serie di punti inaccettabili dal punto
di vista della legittimità costituzionale, costituendo un vero e proprio vulnus
a quei diritti fondamentali summenzionati. Si fa in particolare riferimento a:
1) 18 turni settimanali: impianti di produzione per 24 ore al giorno e 6 giorni
alla settimana, compreso il sabato. Ricorso allo straordinario per 18esimo
turno, per un massimo di 15 volte l'anno. 2) Straordinario: 120 ore annue di
straordinario "comandate" (80 ore in più obbligatorie, dalle 40 attuali, che
arrivano quindi a 15 sabato); 3) Pause: ridotte a 30 minuti (dagli attuali 40) e
i 10 minuti in meno vengono monetizzati in 31 euro lordi al mese. Pausa mensa a
fine turno; 4) Assenteismo e malattia: per assenze per malattia collegate a
scioperi, manifestazioni esterne, "messa in libertà" o mancanza di fornitura,
l'azienda non retribuisce i primi tre giorni; 5) Sanzioni: Il mancato rispetto
degli impegni assunti nell'accordo aziendale, prevede sanzioni ai sindacati e ai
singoli lavoratori; 6) Sciopero: non è proclamabile nei casi in cui l'azienda ha
comandato lo straordinario per esigenze di avviamento, recuperi produttivi e
punte di mercato. <BR><BR>L'eutanasia dell' art. 41 Cost., la dolce morte in
prova, come vorrebbe il governo, non comporterebbe solo la cancellazione del
welfare e dei diritti fondamentali ad esso riconducibili, ma dello Stato
democratico tout court. Insomma, il referendum di Marchionne ha ad oggetto due
secoli di lotta, sudore, sangue. <BR></DIV>
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<DIV><A href="http://www.eddyburg.it/article/articleview/15340/0/283/"><FONT
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