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<DIV style="FONT: 10pt arial">----- Original Message -----
<DIV style="BACKGROUND: #e4e4e4; font-color: black"><B>From:</B> <A
title=afuma@eco.unipv.it href="mailto:afuma@eco.unipv.it">afuma@eco.unipv.it</A>
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<DIV><B>To:</B> <A title=neurogreen@liste.comodino.org
href="mailto:neurogreen@liste.comodino.org">neurogreen@liste.comodino.org</A>
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<DIV><B>Sent:</B> Thursday, June 24, 2010 10:54 AM</DIV>
<DIV><B>Subject:</B> [neurogreen] </DIV></DIV>
<DIV><BR></DIV>"...Una montagna di cazzate sul capitalismo cognitivo e sul ruolo
del<BR>precariato e delle moltitudini sociali vengono spazzate via in un
colpo<BR>solo...."<BR><BR><BR>Ma! mi sa che siamo alla frutta. A me sembra che
Pomigliano dica tutto<BR>l'opposto.Ovvero che siamo tutti precari (anche gli
operai), che l'auto<BR>non è la produzione centrale dove si focalizza il
plus-valore<BR>capitalistico e che non c'è una nuova composizione politica del
lavoro (al<BR>limite se ne può intravvedere una "sociale"). Altro che classe
operaia!<BR><BR>******<BR><BR>La vicenda di Pomigliano d’Arco pone delle
questioni ineludibili per le<BR>forze di sinistra, sul piano sindacale come sul
piano politico.<BR><BR>1. In primo luogo, ci dice che la condizione di
precarietà è<BR>generalizzata; non riguarda solo chi è contrattualmente precario
con un<BR>rapporto di lavoro atipico: riguarda anche chi ha un contratto di
lavoro a<BR>tempo indeterminato. Perché chiunque sa che basta un niente,
una<BR>delocalizzazione, una ristrutturazione, una dichiarazione di stato
di<BR>crisi (più o meno presunto), perché da un giorno all’altro un
lavoro<BR>stabile si trasformi in lavoro precario. Al punto, che tutta la
forza<BR>lavoro si sente psicologicamente precaria e ricattabile e non c’è
Statuto<BR>dei lavoratori né disposizione di legge che possa porre un freno a
questa<BR>deriva. Pomigliano d’Arco ci dice che non ci sono garantiti e
non<BR>garantiti, insider e outsider. Il movimento della MayDay lo dice da
tempo.<BR>Parte del sindacato e della sinistra per troppo tempo lo ha negato o
ha<BR>fatto finta di non accorgersene.<BR><BR>2. In secondo luogo, il tragico
dilemma che ha costretto gli operai di<BR>Pomigliano a scegliere tra diritti e
lavoro evidenzia in modo netto come<BR>le strategie sindacali si siano infilate
in un buco nero. La riluttanza a<BR>sviluppare capacità vertenziale e
propositiva sul tema della riforma del<BR>welfare, finalizzata a garantire una
continuità di reddito incondizionato<BR>a prescindere dalla situazione
lavorativa e contrattuale, oggi diventa un<BR>drammatico boomerang e rivela
tutta la sua miopia. E’ possibile ed è<BR>necessario sottrarsi a questo
cul de sac. Non è difficile immaginare quale<BR>avrebbe potuto essere l’esito
del referendum del 22 giugno sull’ipotesi di<BR>nuovo contratto di lavoro a
Pomigliano, se i lavoratori non avessero<BR>puntato alla testa la pistola del
ricatto del reddito e del bisogno:<BR>soprattutto, considerando, che nonostante
tale ricatto, i voti<BR>esclusivamente operai contrari hanno superato la soglia
del 40%.<BR><BR>3. In terzo luogo, la vicenda di Pomigliano sancisce in modo
definitivo la<BR>frattura all’interno del sindacato confederale: da un lato,
Cisl e Uil<BR>oramai sono del tutto subalterni ad una logica concertativa del
tutto<BR>prona alle compatibilità aziendali, sino al punto di dichiarare che
il<BR>compito del sindacato e siglare accordi, indipendentemente dal
contenuto;<BR>dall’altro la Fiom si trova solitaria a tenere duro su
principi<BR>inalienabili di base, ma rischia di essere estromessa dal tavolo
delle<BR>relazioni sociali. Pomigliano ci dice che è necessario ripensare oggi
la<BR>forma sindacato e le modalità di rappresentanza del lavoro, in un
contesto<BR>di estrema frammentazione sociale, prima che vengano completamene
chiusi<BR>gli spazi di democrazia sindacale.<BR><BR>4. La vicenda di Pomigliano
modifica strutturalmente il sistema delle<BR>relazioni industriali, già
sottoposto a profonda revisione negli ultimi<BR>anni, sancendo di fatto che gli
accordi sindacali non sono più l’esito di<BR>una mediazione tra gli interessi
delle parti, ma derivano dall’imposizione<BR>di una sola delle due parti. E’
infatti improprio parlare di accordo,<BR>perché a Pomigliano non c’è stata
trattativa ma un diktat del tipo<BR>prendere o lasciare. E’ il preludio di un
nuovo modello di governance<BR>delle relazioni industriali che riprende e
allarga ciò che già avviene a<BR>livello istituzionale, dove il ruolo della
politica non è più mediare tra<BR>interessi diversi ma è l’attuazione (con ogni
mezzo necessario: dal<BR>cambiamento della legge elettorale, all’utilizzo della
corruzione sino al<BR>ricorso a forme di controllo del territorio di natura
criminale) della<BR>volontà dei poteri forti. Milano e la Lombardia, se
guardiamo all’Expo,<BR>alla sanità, al welfare di sussidiarietà, sono un ottimo
esempio al<BR>riguardo<BR><BR>5. Infine, la vicenda di Pomigliano conferma la
totale subalternità e<BR>servilismo della stampa italiana ai potentati
economici, con pochissime<BR>eccezioni. Quegli stessi giornalisti che si
indignano (giustamente) per la<BR>legge sulle intercettazioni in nome della
libertà di stampa e di<BR>inchiesta, sono poi gli stessi che tacciono e si vanno
imbavagliare quando<BR>hanno che fare con le gerarchie economiche e sociali.
Niente di nuovo<BR>sotto il sole, si dirà, ma che almeno se ne prenda atto e si
strappi quel<BR>velo di ipocrisia che costantemente aleggia sul ruolo della
stampa e dei<BR>media in questo paese.<BR><BR><BR><BR><BR>---------- Messaggio
inoltrato ----------<BR>Da: ob <obzudi@yahoo.ca><BR>Date: 22 giugno 2010
18.20<BR>Oggetto: [neurogreen] La lezione più importante di Pomigliano<BR>A:
neurogreen@liste.comodino.org<BR><BR><BR><BR><BR>Scritto da un delegato Cgil di
Perugia<BR><BR>LLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLL<BR>Riflessioni di un delegato
Cgil<BR>JJJJJJJJJJJJJJJJJJJJJJJJJJJJJJJJJJ<BR><BR>L'attacco portato dai vertici
Fiat in sinergia con Governo, Confindustria,<BR>Sindacati Confederali e
informazione di regime, contro gli operai di<BR>Pomigliano D'Arco, pone alcuni
quesiti e sollecita alcune riflessioni.<BR><BR>Perchè proprio Pomigliano? Perchè
la comunità di lavoratori di questa grande<BR>fabbrica, non si è mai piegata al
comando capitalista, con forme di<BR>resistenza attive e passive, fra le quali
esperienze di organizzazione<BR>sindacale fra le più avanzate e combattive che
rappresentano un esempio per<BR>tutti i lavoratori italiani.<BR>Perchè proprio
ora questo attacco micidiale? Perchè è parte di un piano più<BR>generale di
abbattimento dello standard dei diritti e della forza<BR>contrattuale e dei
salari della classe operaia. Statuto dei Lavoratori,<BR>Norme Costituzionali,
Contratti Collettivi di Lavoro, diritti umani<BR>altrimenti inesigibili verranno
derubricati o spazzati via.<BR>Perchè proprio in questo modo? Perchè il "colpo
di maglio" dovrebbe<BR>annichilire la classe operaia. Colpirne uno per educarne
cento, l'essenza<BR>del terrore di classe. Il comando, il ricatto e il terrore
capitalista<BR>potrebbero così dilagare quasi istantaneamente in tutto il
tessuto<BR>produttivo, favoriti dal collaborazionismo sindacale e da quello
politico<BR>della "sinistra" piddina.<BR><BR>La prima riflessione è
semplicissima: la classe operaia esiste, come classe<BR>e non come semplice ente
sociologico. Montagne di carta e di libri scritti<BR>dai pennivendoli del
capitale per dimostrare che il conflitto di classe era<BR>morto e sepolto, vanno
bruciati insieme agli autori. Sotto questa luce la<BR>stessa finanziaria
(pur "necessaria") appare come un gigantesco diversivo<BR>per mascherare
l'obbiettivo vero della borghesia, colpire subito al cuore la<BR>classe operaia.
La partita vera si gioca a Pomigliano non con lo<BR>sciopericchio generale del
25 giugno, che occorre comunque fare e<BR>radicalizzare.<BR><BR>La seconda
riflessione è che la crisi strutturale, epocale, del
capitalismo<BR>finanziarizzato dell'occidente sta riportando ai fondamentali
l'economia. Il<BR>profitto non scaturisce più dalle plusvalenze finanziarie e
speculative, ma<BR>potrà essere, se sarà, solo plusvalore estratto dal lavoro
vivo<BR>dell'operaio! Una montagna di cazzate sul capitalismo cognitivo e sul
ruolo<BR>del precariato e delle moltitudini sociali vengono spazzate via in un
colpo<BR>solo. La classe operaia è di nuovo al centro della storia! La prima
linea è<BR>qui, ora, nel cuore dell'occidente. Le grandi lotte della classe
operaia<BR>cinese di questi giorni stanno spazzando via ogni illusione di
ripresa e<BR>"stabilità". La farfalla che batte le ali a migliaia di kilometri
di<BR>distanza sta perturbando irrimediabilmente tutto il sistema!<BR><BR>La
terza riflessione è decisiva. Non c'è più spazio per il compromesso<BR>sociale.
I margini del welfare già oggi sono ridottissimi. Ogni lotta<BR>sociale e di
fabbrica porrà il problema di chi comanda nel paese. Il<BR>sindacalismo sociale
non darà più risposte. Risposte politiche che solo un<BR>partito operaio può e
potrà dare alle battaglie che inevitabilmente ci<BR>aspettano e che avranno un
carattere sempre più politicizzato.<BR><BR>La lezione più importante che
scaturisce dalla vertenza di Pomigliano è<BR>proprio questa. La battaglia ci
sarà, anzi è già cominciata, suscitata<BR>artificialmente dai padroni che
vogliono approfittare della debolezza, della<BR>divisione e dell'impreparazione
attuale dei lavoratori. Non sarà<BR>indifferente a tutto ciò il risultato del
referendum-ricatto del 22 giugno.<BR>Più saranno i NO, più dura sarà per la
Fiat.<BR><BR>Uno solo è lo strumento con cui si può sperare di vincere, un
partito<BR>operaio all'altezza dei suoi compiti politici, che , mi sembra, sia
tutto da<BR>costruire. Diamoci tutti da fare, il tempo non è molto!<BR><BR>Un
delegato Cgil di
Perugia<BR><BR><BR><BR>http://obzudi.splinder.com/<BR><BR>[][][][]][<BR>NEUROGREEN
- neurogreen@liste.comodino.org<BR>ecologie sociali, strategie radicali negli
anni zerozero della
catastrofe<BR>http://liste.comodino.org/wws/subrequest/neurogreen<BR>_______________________________________________<BR>Ip-list
mailing
list<BR>Ip-list@inventati.org<BR>https://www.autistici.org/mailman/listinfo/ip-list<BR>[][][][]][<BR>NEUROGREEN
- neurogreen@liste.comodino.org<BR>ecologie sociali, strategie radicali negli
anni zerozero della
catastrofe<BR>http://liste.comodino.org/wws/subrequest/neurogreen<BR><BR></BODY></HTML>