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<BODY>
<DIV><FONT color=#ff0000><SPAN
style="FONT-SIZE: 24pt; FONT-WEIGHT: bold">Piaggio: operai in
sciopero</SPAN><BR></FONT>
<H1 class=titoloarticolo><FONT color=#ff0000>per Pomigliano d’Arco</FONT></H1>
<DIV class=titoloarticolo> </DIV>
<DIV class=titoloarticolo> </DIV>
<DIV class=titoloarticolo> </DIV>
<DIV style="FONT-WEIGHT: bold" id=abstract>
<P><SPAN style="FONT-SIZE: 14pt">In più di mille per il corteo e la
manifestazione davanti alla direzione dell’azienda delle due
ruote</SPAN></P></DIV>
<P>Pontedera (da: La Nazione), 22 giugno 2010 -</P>
<P><SPAN style="FONT-WEIGHT: bold">Oltre 1.000 operai della Piaggio, il 48%
secondo fonti 'ufficiali', </SPAN>hanno scioperato ieri per due ore in
solidarietà al fronte del no, sostenuto dalla Fiom, all’accordo di Pomigliano
d’Arco.</P>
<P> <SPAN style="FONT-WEIGHT: bold">Dove la Fiat chiede più lavoro</SPAN>,
dunque e meno assenze e più turni, come requisito essenziale, ha detto
l’amministratore delegato Marchionne, per portare in Campania la produzione
della Panda oggi effettuata in Polonia.</P>
<P> <SPAN style="FONT-WEIGHT: bold">Già era stata effettuata un’ora di
sciopero la settimana scorsa</SPAN>, ma questa manifestazione è stata più
partecipata e più visibile perché attuata con mini corteo, presidio e comizio
davanti la direzione, sul viale Piaggio. Non sono mancate critiche all’azienda
della Vespa.</P>
<P> <SPAN style="FONT-WEIGHT: bold">E visto il muro contro muro tra Fiom e
gli altri sindacati</SPAN> (ma con problemi anche all’interno della Cgil) nella
manifestazione di ieri non sono mancate critiche alla Uilm, che a Pomigliano è
il primo sindacato, e alle alle sigle.</P>
<P> </P>
<P><SPAN style="FONT-WEIGHT: bold">Ma la Uilm controbatte con una nota in cui
'invita' la Fiom </SPAN>"a fare più sindacato e meno politica" registrando
invece un atteggiamento che alla Uilm appare contrario. "Con la preoccupazione
che Fiom possa aiutare i padroni a rigurgiti di lotta contro il
proletariato".</P>
<P> </P>
<P> </P>
<P><FONT size=1>----Messaggio originale----<BR>Da: dino erba<BR>Data: 22/06/2010
11.30<BR>A: </FONT><A style="FONT-WEIGHT: bold" id=MetaNavMessageWrapper
class=metanav_user><SPAN id=MetaNavMessage class=f12
ashid="htMetaNavStatusMsg"><FONT
size=1>circ.pro.g.landonio@tiscali.it</FONT></SPAN></A><BR><FONT size=1>Ogg:
<SPAN style="FONT-WEIGHT: bold">POMIGLIANO : L’ ARROGANZA, L’ INFAMIA, LA
VERGOGNA!</SPAN><BR><BR></FONT><SPAN style="FONT-SIZE: 12pt"><FONT
size=1>l</FONT><SPAN style="FONT-WEIGHT: bold"><FONT size=1>un, 21 giu @ 22:59
OPERAIO CONTRO</FONT> </SPAN></SPAN></P>
<P><SPAN style="FONT-SIZE: 12pt"><SPAN style="FONT-WEIGHT: bold"><FONT
size=1></FONT><BR><BR><FONT size=4>SEI CONSIGLI PRATICI PER UNA GIORNATA CHE FA
STORIA</FONT></SPAN></SPAN><BR></P><PRE><SPAN style="FONT-SIZE: 12pt; FONT-WEIGHT: bold" class=content><FONT size=4 face="Times New Roman">PUBBLICHIAMO IL TESTO DEL VOLANTINO CHE SARA' DISTRIBUITO IL 22 GIUGNO<BR> ALLA FIAT DI POMIGLIANO</FONT></SPAN></PRE><PRE><SPAN style="FONT-SIZE: 12pt; FONT-WEIGHT: bold" class=content><FONT size=4 face="Times New Roman"></FONT></SPAN> </PRE><SPAN
style="FONT-SIZE: 12pt; FONT-WEIGHT: bold" class=content><PRE><BR><BR><FONT size=4 face="Times New Roman">1 Marchionne è isterico ed ha ragione di esserlo. La FIOM, il sindacato<BR> che organizza la maggioranza degli operai ha detto NO all’accordo. Qualunque sia il<BR> risultato del referendum gli operai iscritti alla FIOM e i loro sostenitori sono <BR>liberi di organizzare gli scioperi e le proteste necessarie per difendere i loro diritti </FONT></PRE><PRE><FONT size=4 face="Times New Roman">conquistati con più di cento anni di lotta. </FONT></PRE><PRE><BR><BR><FONT size=4 face="Times New Roman">2 La scelta più conseguente di fronte a questo referendum, che è <BR>una truffa, è quella di non andare a votare. Con meno della metà di votanti perde anche<BR> formalmente qualunque valore. La Fiat lo sa ed ha imposto a tutti la presenza.<BR> I tabulati dei voti andranno nelle mani della direzione e sarà facile individuare <BR>“i non interessati” che verranno condannati al licenziamento.<BR></FONT></PRE><PRE><FONT size=4 face="Times New Roman"></FONT> </PRE><PRE><BR><FONT size=4 face="Times New Roman">3 La presenza massiccia di tutti gli operai in fabbrica può diventare <BR>un’occasione buona per organizzare dall’interno il boicottaggio del voto. Uno sciopero </FONT></PRE><PRE><FONT size=4 face="Times New Roman">al momento di andare alle urne con un corteo che abbandona lo stabilimento diventa un </FONT></PRE><PRE><FONT size=4 face="Times New Roman">evidente rifiuto collettivo . Difficile da realizzare ma non impossibile.<BR></FONT></PRE><PRE><BR><FONT size=4 face="Times New Roman">4 Spinti a partecipare con la paura di rappresaglie, impossibilitati<BR> ad una protesta collettiva ci rimane una sola scelta: votare e votare NO. </FONT></PRE><PRE><FONT size=4 face="Times New Roman">Qui sta il <BR>punto, Marchionne vuole un SI unanime sul suo piano e se lo deve sognare.Se<BR> i NO assieme alle astensioni ed alle schede bianche e nulle superano il 50% il<BR> referendum è comunque fallito. Tutti dicono che vinceranno i SI ma il problema <BR>è con quali percentuali? Se i SI non raggiungeranno il 70% degli aventi diritto <BR>al voto la FIAT ha perso la partita del famoso coinvolgimento. </FONT></PRE><PRE><FONT size=4 face="Times New Roman">Un 30% degli operai <BR>che non ci stanno sarà un bel problema.<BR>Truccheranno le schede? Se i SI non saranno sufficienti è possibile,<BR> hanno in mano il controllo totale dei seggi. Ma devono stare attenti, </FONT></PRE><PRE><FONT size=4 face="Times New Roman">i conti li sappiamo fare anche noi.</FONT></PRE><PRE><FONT size=4 face="Times New Roman"></FONT> </PRE><PRE><BR><BR><FONT size=4 face="Times New Roman">5 Marchionne ha già fregato gli operai polacchi; gli ha imposto le<BR> sue condizioni<BR>capestro; quelli hanno accettato e oggi finiscono in mezzo ad una <BR>strada. Votando SI,<BR>se mai Pomigliano ripartirà<BR>sarà sempre in pericolo, basterà trovare da qualche parte operai <BR>disposti a scendere<BR>più in basso e la fine sarà segnata. Votare SI vuol dire esporre <BR>la fabbrica al<BR>pericolo di chiusura, chi potrà opporsi se i conti del mercato non<BR> tornano? Forse gli<BR>operai che si sono piegati senza resistere al ricatto del padrone?<BR> Forse i capi<BR>sempre pronti a capire le necessità della direzione? Forse i <BR>chiacchieroni politici<BR>che stanno facendo chiudere Termini Imerese nel più assoluto<BR> silenzio. </FONT></PRE><PRE><FONT size=4 face="Times New Roman"><BR><BR>6 Meno saranno i SI al piano Fiat, più saremo forti come operai,<BR> più la fabbrica sarà<BR>difesa. Se ci è permesso usare gli stessi sistemi della FIAT<BR> mettiamo Marchionne di<BR>fronte ad un legittimo ricatto o ci riporta al lavoro rispettando<BR> i nostri diritti e<BR>le leggi che li regolano oppure sarà il diretto responsabile <BR>delle tensioni sociali<BR>che il tentativo di chiudere Pomigliano scatenerà in tutta la regione. <BR><BR>Marchionne non ha rispetto per gli operai, tantomeno per la FIOM <BR>e nemmeno per i<BR>sindacalisti che gli hanno fatto da tappeto. A Pomigliano deve<BR>abbassare la cresta.</FONT></PRE><PRE><BR><FONT size=2 face="Times New Roman">(IN ALLEGATO IL VOLANTINO DA STAMPARE)</FONT></PRE><PRE><FONT size=2 face="Times New Roman"></FONT> </PRE><PRE><FONT size=2 face="Times New Roman"></FONT> </PRE><PRE><DIV class=Section1><P style="TEXT-ALIGN: center" class=MsoNormal align=center><SPAN style="FONT-FAMILY: 'Goudy Stout'; FONT-SIZE: 16pt; FONT-WEIGHT: bold"><FONT size=5><FONT color=#ff0000>POMIGLIANO : L’ ARROGANZA, L’ INFAMIA, LA VERGOGNA!</FONT></FONT></SPAN></P><P style="TEXT-ALIGN: center" class=MsoNormal align=center><SPAN style="FONT-FAMILY: 'Goudy Stout'; FONT-SIZE: 16pt; FONT-WEIGHT: bold"><FONT size=5><FONT color=#ff0000></FONT></FONT></SPAN> </P><P style="TEXT-ALIGN: center" class=MsoNormal align=center><SPAN style="FONT-FAMILY: 'Goudy Stout'; FONT-SIZE: 16pt; FONT-WEIGHT: bold"><FONT size=5><FONT color=#ff0000><?XML:NAMESPACE PREFIX = O /><O:P></O:P></FONT></FONT></SPAN> </P></DIV><!----><DIV><BLOCKQUOTE type="cite"><DIV style="WORD-WRAP: break-word"><DIV class=Section1><DIV style="TEXT-ALIGN: center"><BR class=webkit-block-placeholder></DIV><DIV class=MsoNormal><SPAN style="FONT-WEIGHT: bold"> <O:P></O:P></SPAN></DIV><P style="TEXT-ALIGN: justify; MARGIN-BOTTOM: 6pt" class=MsoNormal><SPAN style="FONT-SIZE: 11.5pt"><FONT size=3><FONT face="Times New Roman">Fiat di Pomigliano d’Arco (NA). Firmato l’accordo che segna lo spartiacque delle “nuove relazioni industriali”. D’ora in avanti ogni impresa potrà arrogarsi il diritto di ricattare i propri lavoratori (quelli rimasti): o accettate le mie piattaforme o chiudo.<O:P></O:P></FONT></FONT></SPAN></P><P style="TEXT-ALIGN: justify; MARGIN-BOTTOM: 6pt" class=MsoNormal><SPAN style="FONT-SIZE: 11.5pt"><FONT size=3><FONT face="Times New Roman">Dopo aver ricevuto, da governi di ogni colore, sovvenzioni pubbliche a iosa, appoggi politici di ogni tipo, incentivi, ruffianismi sindacali di ogni provenienza, la Fiat mette una pietra tombale ai Contratti Collettivi di Lavoro ed al diritto di sciopero.<O:P></O:P></FONT></FONT></SPAN></P><P style="TEXT-ALIGN: justify" class=MsoNormal><SPAN style="FONT-SIZE: 11.5pt"><FONT size=3><FONT face="Times New Roman">Più turni di lavoro, meno pause, più straordinari obbligatori, limitazione del diritto di sciopero e del pagamento della malattia. Un pacchetto da prendere tutto insieme o da lasciare. <O:P></O:P></FONT></FONT></SPAN></P><P style="TEXT-ALIGN: justify; MARGIN-BOTTOM: 6pt" class=MsoNormal><SPAN style="FONT-SIZE: 11.5pt"><FONT size=3><FONT face="Times New Roman">Operai coinvolti: 5200 come dipendenti diretti, 10.000 dell’indotto.<O:P></O:P></FONT></FONT></SPAN></P><P style="TEXT-ALIGN: justify" class=MsoNormal><SPAN style="FONT-SIZE: 11.5pt"><FONT size=3><FONT face="Times New Roman">Il tutto in nome della “competitività”, facendo arrivare dalla Polonia la Nuova Panda (250.000 auto annue da produrre, contro le attuali 45.000 di altre gamme).<O:P></O:P></FONT></FONT></SPAN></P><P style="TEXT-ALIGN: justify; MARGIN-BOTTOM: 6pt" class=MsoNormal><SPAN style="FONT-SIZE: 11.5pt"><FONT size=3><FONT face="Times New Roman">Se vuoi lavorare devi essere un robot<SPAN> </SPAN>(vedi WCM, o “Nuova Metrica del lavoro”) e<SPAN> </SPAN>devi produrre “come un orologio svizzero”, secondo Sergio Marchionne, AD Fiat.</FONT></FONT></SPAN></P><P style="TEXT-ALIGN: justify; MARGIN-BOTTOM: 6pt" class=MsoNormal><SPAN style="FONT-SIZE: 11.5pt"></SPAN><SPAN style="FONT-SIZE: 11.5pt"><FONT size=3><FONT face="Times New Roman">Per Governo ed Industriali, parola di Tremonti, “è finito il conflitto tra capitale e lavoro “.<O:P></O:P></FONT></FONT></SPAN></P><P style="TEXT-ALIGN: justify; MARGIN-BOTTOM: 6pt" class=MsoNormal><SPAN style="FONT-SIZE: 11.5pt"><FONT size=3><FONT face="Times New Roman">Sarebbe invece il caso di dire che il capitale schiaccia sempre di più il lavoro; ma non pretendiamo che parlino tanto chiaro da<SPAN> </SPAN>Associazioni<SPAN> </SPAN>di Sfruttatori<SPAN> </SPAN>e da politici che sono da sempre sul loro libro paga. <O:P></O:P></FONT></FONT></SPAN></P><P style="TEXT-ALIGN: justify; MARGIN-BOTTOM: 6pt" class=MsoNormal><SPAN style="FONT-SIZE: 11.5pt"><FONT size=3><FONT face="Times New Roman">Per i sindacati firmatari dell’ennesimo accordo infame ai danni dei lavoratori che dicono di rappresentare (CISL, UIL, UGL, FISMIC), si tratta di “un accordo sensato ed innovativo”. Parola di Raffaele Bonanni, segretario nazionale CISL. Ormai sono decenni che queste sigle sono le capofila della svendita premeditata di tutte le conquiste operaie di fine anni ’60-inizio anni ’70. Fosse dipeso da loro, e dagli accordi che ci hanno fatto ingoiare, l’ Italia non dovrebbe avere praticamente disoccupazione. Sono stati regalati infatti ai padroni salari, licenziamenti, straordinari, flessibilità selvaggia del lavoro, produttività…e chi più ne ha ne metta…In cambio di cosa? Di una massa crescente di disoccupati e precari, in ogni settore.<O:P></O:P></FONT></FONT></SPAN></P><P style="TEXT-ALIGN: justify; MARGIN-BOTTOM: 6pt" class=MsoNormal><SPAN style="FONT-SIZE: 11.5pt"><FONT size=3><FONT face="Times New Roman">Ma anche i “sinistri” devono essere totalmente chiamati a rispondere del loro collaborazionismo. Altro che CGIL “sindacato d’opposizione” ! Opposizione a cosa? Epifani, dall’inizio di questa vicenda, ha detto chiaramente che prima di tutto vengono gli investimenti… mettendo così nei guai la FIOM, la quale, pur disposta ad ingoiare la cosiddetta “riorganizzazione del lavoro” (= + sfruttamento), dovrà ora prendere atto dell’esito scontato del referendum tra i lavoratori ricattati, e limitarsi a salvarsi l’anima con la mancata apposizione della<SPAN> </SPAN>firma all’accordo. La CGIL è ormai anch’essa un carrozzone parlamentare che non può difendere in nulla i lavoratori dal forsennato attacco padronale nella crisi.<O:P></O:P></FONT></FONT></SPAN></P><P style="TEXT-ALIGN: justify; MARGIN-BOTTOM: 6pt" class=MsoNormal><FONT size=3><FONT face="Times New Roman"><SPAN style="FONT-SIZE: 11.5pt">I lavoratori possono risalire la china contando solo sulle proprie forze; collegandosi tra realtà di lotta, formando comitati di sciopero nelle aziende, coordinando iniziative comuni coi loro compagni di classe e d’impresa, in Europa e nel mondo. Nel caso della Fiat, <SPAN style="FONT-WEIGHT: bold">coi lavoratori polacchi</SPAN></SPAN><SPAN style="FONT-SIZE: 11.5pt">, innanzitutto. Nella lettera che riportiamo nel retro un gruppo di lavoratori della FIAT di Tichy denuncia l’opera di divisione e ricatto della FIAT sui lavoratori polacchi e italiani. E concludono:<O:P></O:P></SPAN></FONT></FONT></P><P style="TEXT-ALIGN: justify; MARGIN-BOTTOM: 6pt" class=MsoNormal><SPAN style="FONT-STYLE: italic; FONT-SIZE: 13pt; FONT-WEIGHT: bold"><FONT size=3><FONT face="Times New Roman">“E’ chiaro però che tutto questo non può durare a lungo. Non possiamo continuare a contenderci tra di noi i posti di lavoro. Dobbiamo unirci e lottare per i nostri interessi internazionalmente. Per noi non c’è altro da fare a Tychy che smettere di inginocchiarci e iniziare a combattere.”<O:P></O:P></FONT></FONT></SPAN></P><H1 style="TEXT-ALIGN: justify"><SPAN style="FONT-SIZE: 16pt"><FONT size=3><FONT face="Times New Roman">L’unione e la lotta internazionale dei lavoratori è l’unica soluzione <O:P></O:P></FONT></FONT></SPAN></H1><DIV style="TEXT-ALIGN: justify; MARGIN: 0cm 0cm 0pt"><FONT face="Times New Roman">per non farsi schiacciare dai padroni, dai politicanti borghesi di ogni colore, dai burocrati dei sindacati collaborazionisti e statali, per preparare il futuro della nostra classe.</FONT></DIV><DIV style="TEXT-ALIGN: justify; MARGIN: 0cm 0cm 0pt"><FONT face="Times New Roman"></FONT> </DIV><DIV style="TEXT-ALIGN: justify; MARGIN: 0cm 0cm 0pt"><FONT face="Times New Roman"></FONT> </DIV><H2 style="TEXT-ALIGN: right" align=right><FONT size=2><SPAN style="FONT-FAMILY: 'Arial Black'; FONT-WEIGHT: normal">Combat </SPAN><SPAN style="FONT-FAMILY: Arial; FONT-WEIGHT: normal">– Commissione Lavoro</SPAN></FONT></H2><H2 style="TEXT-ALIGN: right" align=right><FONT size=2><SPAN style="FONT-FAMILY: Arial; FONT-WEIGHT: normal"></SPAN></FONT> </H2><H2 style="TEXT-ALIGN: right" align=right><FONT size=2><SPAN style="FONT-FAMILY: Arial; FONT-WEIGHT: normal"></SPAN></FONT> </H2><H2 style="TEXT-ALIGN: right" align=right><FONT size=2><SPAN style="FONT-FAMILY: Arial; FONT-WEIGHT: normal"><B><FONT size=4 face=TimesNewRomanPS-BoldMT><FONT size=4 face=TimesNewRomanPS-BoldMT><P align=left><FONT size=3 face="Times New Roman"></FONT> </P><P align=left><FONT size=3 face="Times New Roman">“ Un episodio di meravigliosa sussidiarietà “ (M. Sacconi</FONT></B></FONT></FONT><FONT size=3 face="Times New Roman">)</FONT></P><P align=left><FONT size=3 face="Times New Roman"></FONT> </P><P align=left><FONT size=3 face="Times New Roman"></FONT> </P><P align=left><FONT size=3 face="Times New Roman"></FONT> </P><P align=left><FONT size=3 face="Times New Roman">Il ministro Sacconi, inebriato dal sole di Santa Margherita Ligure e non sopportando</FONT></P><P align=left><FONT size=3 face="Times New Roman">più di tanto il vino frizzante, ha parlato in relazione alla proposta Fiat di Pomigliano</FONT></P><P align=left><FONT size=3 face="Times New Roman">di “meravigliosa sussidiarietà”, ignorando che il termine, in senso etimologico,</FONT></P><P align=left><FONT size=3 face="Times New Roman">significa “portare aiuto” (sussidium afferre) e che la sussidiarietà può essere</FONT></P><P align=left><FONT size=3 face="Times New Roman">“verticale” (il rapporto Stato Regione Provincia Comune) oppure “orizzontale”</FONT></P><P align=left><FONT size=3 face="Times New Roman">(riguardante il rapporto pubblico privato nei servizi) ma che non c’entra un cazzo </FONT></P><P align=left><FONT size=3 face="Times New Roman">nelle relazioni industriali. In ogni caso c’entri o meno la sussidiarietà e il vinello</FONT></P><P align=left><FONT size=3 face="Times New Roman">frizzante confindustriale, il caso Pomigliano va inquadrato in quella che ormai si</FONT></P><P align=left><FONT size=3 face="Times New Roman">palesa come una mondializzazione senza veli e senza copertura ideologica: cessione</FONT></P><P align=left><FONT size=3 face="Times New Roman">di diritti in cambio di lavoro, di questo si tratta e poiché in cambio di quello si cedono</FONT></P><P align=left><FONT face="Times New Roman"><FONT size=3>diritti acquisiti con fatica in passato quel lavoro (</FONT><I><FONT size=3>salariato</FONT></I><FONT size=3>) assume di fatto </FONT></FONT><I><FONT size=3 face="Times New Roman">vestigia</FONT></P><P align=left><FONT size=3 face="Times New Roman">servili</FONT></I><FONT size=3 face="Times New Roman">. Del resto politici, analisti, industriali e giornalisti compiacenti non hanno</FONT></P><P align=left><FONT size=3 face="Times New Roman">ormai più remore nel dire apertamente che il problema non è quello (non lo è mai</FONT></P><P align=left><FONT size=3 face="Times New Roman">stato) di far crescere i salari e le condizioni di lavoro nei paesi “emergenti”, ma</FONT></P><P align=left><FONT size=3 face="Times New Roman">quello di far scendere i nostri al loro livello. L’obiettivo dichiarato è dunque allineare</FONT></P><P align=left><FONT size=3 face="Times New Roman">progressivamente salari e condizione di lavoro nei paesi europei a quelli. E’ qui</FONT></P><P align=left><FONT size=3 face="Times New Roman">quindi, in questo snodo di storia contemporanea, che la vertenza di Pomigliano</FONT></P><P align=left><FONT size=3 face="Times New Roman">assume un valore simbolico e non solo di svolta: o si accettano le condizioni imposte</FONT></P><P align=left><FONT size=3 face="Times New Roman">da Fiat - che va ricordato è indisponibile a qualsiasi forma di trattativa - erodendo</FONT></P><P align=left><FONT size=3 face="Times New Roman">finanche il margine “riformistico” posto dalla Fiom e dunque si ridisegnano i</FONT></P><P align=left><FONT size=3 face="Times New Roman">rapporti di forza a vantaggio del padronato, più di quanto non lo siano già oggi,</FONT></P><P align=left><FONT size=3 face="Times New Roman">oppure si scende in lotta e ci si ribella aprendo una strada che nessuno può sapere</FONT></P><P align=left><FONT size=3 face="Times New Roman">dove potrebbe portare. Va ammesso che davanti alla prospettiva di restare senza</FONT></P><P align=left><FONT size=3 face="Times New Roman">lavoro in una città e in una regione in cui la disoccupazione, soprattutto quella</FONT></P><P align=left><FONT size=3 face="Times New Roman">giovanile, è molto alta, la maggioranza dei lavoratori di Pomigliano sarà</FONT></P><P align=left><FONT size=3 face="Times New Roman">probabilmente orientata ad accettare le condizione imposte da Fiat, condizioni che</FONT></P><P align=left><FONT size=3 face="Times New Roman">vorremmo ricordare sono durissime e in deroga al contratto nazionale. Tra le altre,</FONT></P><P align=left><FONT size=3 face="Times New Roman">allo scopo di utilizzare gli impianti 24 ore su 24 e 6 giorni alla settimana, sabato</FONT></P><P align=left><FONT size=3 face="Times New Roman">compreso, i lavoratori dovranno lavorare su tre turni giornalieri di otto ore. L’ultima</FONT></P><P align=left><FONT size=3 face="Times New Roman">mezz’ora sarà dedicata alla refezione (il che significa non toccare cibo per almeno</FONT></P><P align=left><FONT size=3 face="Times New Roman">otto ore) l’azienda potrà richiedere 80 ore di straordinario a testa (due settimane in</FONT></P><P align=left><FONT size=3 face="Times New Roman">più di lavoro l’anno) senza accordo sindacale. Le pause saranno ridotte da 40 a 30</FONT></P><P align=left><FONT size=3 face="Times New Roman">minuti, ma soprattutto, è questo uno degli aspetti più odiosi richiesti da Fiat, le</FONT></P><P align=left><FONT size=3 face="Times New Roman">eventuali perdite di produzione a causa di interruzione delle forniture (caso</FONT></P><P align=left><FONT size=3 face="Times New Roman">abbastanza frequente quando la componentistica proviene da tutt’altre aziende a</FONT></P><P align=left><FONT size=3 face="Times New Roman">chilometri di distanza) dovranno essere recuperate o nella mezz’ora di fine turno</FONT></P><P align=left><FONT size=3 face="Times New Roman">(giusto quello della refezione) o nei giorni di riposo individuale, in deroga al</FONT></P><P align=left><FONT size=3 face="Times New Roman">contratto nazionale. Una parte poi del documento Fiat è dedicata alla cosiddetta</FONT></P><P align=left><FONT size=3 face="Times New Roman">“metrica lavorativa”, ovvero al metodo di determinare i movimenti che un operaio</FONT></P><P align=left><FONT size=3 face="Times New Roman">deve compiere per effettuare una certa operazione e i tempi in cui la deve fare,</FONT></P><P align=left><FONT size=3 face="Times New Roman">insomma un sistema computerizzato e meccanizzato atto a spremere fino all’ultima</FONT></P><P align=left><FONT size=3 face="Times New Roman">goccia il lavoro vivo perché nulla di ciò che produce valore vada sprecato. Inoltre, nel</FONT></P><P align=left><FONT size=3 face="Times New Roman">documento, con un atto gravissimo di arroganza, si chiede alla componente sindacale</FONT></P><P align=left><FONT size=3 face="Times New Roman">che non ha ancora accettato la proposta di accordo di istruire i lavoratori nella</FONT></P><P align=left><FONT size=3 face="Times New Roman">rinuncia allo sciopero, togliendogli così di fatto l’unica modalità di resistenza e</FONT></P><P align=left><FONT size=3 face="Times New Roman">negando sul piano formale un diritto costituzionale. Siamo dunque, come si diceva,</FONT></P><P align=left><FONT size=3 face="Times New Roman">ad una svolta: se in Polonia o in qualunque altro luogo un operaio lavora accettando</FONT></P><P align=left><FONT size=3 face="Times New Roman">condizioni di sfruttamento durissime, non si capisce perché le case automobilistiche</FONT></P><P align=left><FONT size=3 face="Times New Roman">in concorrenza fra loro debbano rinunciare ad imporre queste condizioni. Le stesse</FONT></P><P align=left><FONT size=3 face="Times New Roman">modalità sono portate avanti dalla Volkswagen, dalla Toyota o dalla General Motors.</FONT></P><P align=left><FONT size=3 face="Times New Roman">Ne più né meno.</FONT></P><P align=left><FONT size=3 face="Times New Roman">Che fare ? Effettivamente sembra non ci siano alternative.</FONT></P><P align=left><FONT size=3 face="Times New Roman">Per ora le notizie che ci giungono dicono di una resistenza della Fiom , ma isolata</FONT></P><P align=left><FONT size=3 face="Times New Roman">politicamente e dalla stessa C.G.I.L . Per quanto e come potranno resistere?</FONT></P><P align=left><FONT size=3 face="Times New Roman">Autorevoli commentatori in nome della “responsabilità” dicono che “realisticamente”</FONT></P><P align=left><FONT size=3 face="Times New Roman">non ci sono alternative, che l’accordo deve essere accettato, pena la responsabilità</FONT></P><P align=left><FONT size=3 face="Times New Roman">che non ci siano gli investimenti da parte di Fiat. I lavoratori incalzati da una</FONT></P><P align=left><FONT size=3 face="Times New Roman">giornalista sul che cosa faranno nel caso in cui la Fiat dovesse rimanere in Polonia a</FONT></P><P align=left><FONT size=3 face="Times New Roman">produrre, hanno, del tutto comprensibilmente, “balbettato”. A domanda rispondevano</FONT></P><P align=left><FONT size=3 face="Times New Roman">con domanda, elusivi, chiedevano senso di responsabilità all’azienda, si appellavano</FONT></P><P align=left><FONT size=3 face="Times New Roman">all’etica, facevano “tenerezza”, una scena straziante, però del tutto comprensibile per</FONT></P><P align=left><FONT face="Times New Roman"><FONT size=3>chi sa bene che il lavoro (</FONT><I><FONT size=3>salariato</FONT></I><FONT size=3>) è maledizione ma anche fonte di sopravvivenza,</FONT></FONT></P><P align=left><FONT size=3 face="Times New Roman">(“pochi maledetti e subito”), e comprensibile a chi arriva da quel mondo, un mondo</FONT></P><P align=left><FONT size=3 face="Times New Roman">fatto di gente che spesso non ha coscienza della propria forza, del fatto che il</FONT></P><P align=left><FONT size=3 face="Times New Roman">capitalismo potrebbe scomparire dall’oggi al domani se solo i lavoratori, tutti i</FONT></P><P align=left><FONT size=3 face="Times New Roman">lavoratori lo volessero e visto quello che il capitalismo, da decenni, ha ormai da</FONT></P><P align=left><FONT size=3 face="Times New Roman">offrire a tutte le latitudini: </FONT><I><FONT size=3 face="Times New Roman">briciole di lavoro salariato da accettare a qualunque</FONT></P><P align=left><FONT size=3 face="Times New Roman">condizione.</FONT></P></I><FONT size=4 face=TimesNewRomanPSMT><FONT size=4 face=TimesNewRomanPSMT><P align=left><FONT size=3 face="Times New Roman">Forse però è giunto il momento di dire a quei lavoratori, con tutto il rispetto da parte</FONT></P><P align=left><FONT size=3 face="Times New Roman">di chi un lavoro ce l’ha, che non rimane loro che lottare, con le modalità e le forme</FONT></P><P align=left><FONT size=3 face="Times New Roman">che loro e solo loro riterranno più opportune, senza chiedere niente a nessuno e</FONT></P><P align=left><FONT size=3 face="Times New Roman">rivolgendosi solo a chi si trova nelle loro stesse condizioni (i loro compagni polacchi</FONT></P><P align=left><FONT size=3 face="Times New Roman">nella fattispecie).</FONT></P><P align=left><FONT size=3 face="Times New Roman">Si tratta di uno scontro più avanzato rispetto al caso della Inse a Milano e più</FONT></P><P align=left><FONT size=3 face="Times New Roman">drammatico: lì hanno trovato un padrone interessato a rilevare l’azienda. A</FONT></P><P align=left><FONT size=3 face="Times New Roman">Pomigliano nessuno farà l’investimento se non la Fiat a quelle condizioni.</FONT></P><P align=left><FONT size=3 face="Times New Roman">Prendere o lasciare. In questo caso i lavoratori non hanno che da perdere le loro</FONT></P><P align=left><FONT size=3 face="Times New Roman">catene. E allora diciamo con rispetto a quei lavoratori “prendetevela la fabbrica,</FONT></P><P align=left><FONT size=3 face="Times New Roman">occupatela” altro che il campo da calcio che il dott. Marchionne ci vorrebbe</FONT></P><P align=left><FONT size=3 face="Times New Roman">costruire!</FONT></P><P align=left><FONT size=3 face="Times New Roman"></FONT> </P><P align=left><FONT size=3 face="Times New Roman">Alfio Colombo</FONT></P><P><FONT size=3 face="Times New Roman"></FONT> </P></FONT></FONT></SPAN></FONT></H2><H2 style="TEXT-ALIGN: right" align=right><FONT size=2><SPAN style="FONT-FAMILY: Arial; FONT-WEIGHT: normal"></SPAN></FONT><SPAN style="FONT-FAMILY: 'Arial Black'; FONT-WEIGHT: normal"><O:P></O:P></SPAN> </H2></DIV></DIV></BLOCKQUOTE></DIV></SPAN></PRE></DIV></BODY></HTML>