<!DOCTYPE HTML PUBLIC "-//W3C//DTD HTML 4.0 Transitional//EN">
<HTML><HEAD><TITLE>Come promesso: resoconto da Pomigliano</TITLE>
<META content="text/html; charset=iso-8859-1" http-equiv=Content-Type>
<META name=GENERATOR content="MSHTML 8.00.6001.18928">
<STYLE></STYLE>
</HEAD>
<BODY bgColor=#ffffff>
<DIV>Credo che sia abbastanza difficile trovare articoli dettagliati come
questo. Al di là dell'ortografia!</DIV>
<DIV> </DIV>
<DIV>e</DIV>
<DIV> </DIV>
<DIV> </DIV>
<DIV> </DIV>
<DIV style="FONT: 10pt arial">----- Original Message -----
<DIV style="BACKGROUND: #e4e4e4; font-color: black"><B>From:</B> <A
title=morenopasquinelli@tiscali.it
href="mailto:morenopasquinelli@tiscali.it">MORENO</A> </DIV>
<DIV><FONT size=3 face="Times New Roman"></FONT> </DIV></DIV>
<DIV><BR></DIV><FONT face=Verdana>Come promesso all’incontro svoltosi ieri sera
a SPOLETO, INVIO UN SUCCINTO RESOCONTO DELL’ASSEMBLEA OPERAIA SVOLTASI
STAMATTINA A POMIGLIANO D’ARCO.<BR>CI SI VEDE DUNQUE MERCODI SERA OREE
20,30.<BR><BR>MORENO<BR><BR><BR><BR><BR>UNO NO AL DIKTAT DELLA FIAT: SENZA SE E
SENZA MA<BR><BR><BR>Cronaca di un'assemblea operaia<BR><BR><BR>Mentre scriviamo
si è appena conclusa la famigerata "fiaccolata" che a Pomigliano avrebbe dovuto
portare in piazza "il popolo del sì". Nonostante l'ingente dispiego di minacce e
mezzi da parte della corazzata pro-FIAT la "fiaccolata" è fallita. meno di mille
persone, e gli operai una infima minoranza.<BR><BR><BR>Siamo stati questa
mattina, invitati dai compagni della FIAT, all'assemblea pubblica convocata
dallo SLAI Cobas della FIAT di Pomiglino d'Arco. Una manifestazione per ribadire
il netto rifiuto del diktat di Marchionne, sottoscritto dai sindacati gialli e
questa volta respinto dalla FIOM.<BR><BR>Circa centocinquanta i presenti, in
gran parte operai operaie dello stablimento FIAT di Pomigliano e del "reparto
confino" di Nola, dove Marchionne, in stile Valletta , ha segregato centinaia di
lavoratori combattivi e sindacalizzati.<BR><BR> <BR><BR>Il Mattino di
Napoli presentava l'assemblea di questa mattina non solo come la risposta degli
"estremisti e dei fannulloni" a Marchionne (sostenuto come non mai da una
asfissiante campagna di stampa), ma come contraltar della fiaccolata che mentre
scriviamo si sta svolgendo propri a Pomigliano, la fiaccolata di chi dice sì al
ricatto FIAT.<BR><BR>L'introduzione all'assemblea è stata fatta dal leader
storico del Cobas di Pomigliano, dopo la lettura, emozionante, della lettera di
solidarietà degli operai FIAT polacchi dello stablimento dove attualmente si
produce la Panda. Vittorio Granillo. Un discorso a tutto campo, che è andato bel
al di la della spiegazione delle ragioni del no al decisivo quanto insidioso
referendum di martedì. Granillo ha denunciato quanto capillare sia
l'offensiva padronale per intimorire gli operai e obbligarli a votare sì, pena
essere gettati per strada. I capireparto sono giunti a telefonare e scrivere
lettere addirittura alle mogli degli operai, per non parlare dell'attivismo
forsennato di sindacalisti, amministratori, sbirri e preti. Granillo ha sferrato
un attacco senza mezzi termini alla cosiddetta sinistra che si è messa al
servizio dei padroni e dei sindacati confederali, FIOM compresa. Con l'accento
partenopeo e la verve che lo contraddistinguono ha denunciato la posizione
melliflua della FIOM che in verità, per non creare una frattura insanabile con
la CGIL, non ha nemmeno dato una inequivoca indicazione di voto per il No.
Peggio ancora. La FIOM poteva appellarsi ad almeno due motivi per impugnare il
referendum truffa a farlo saltare. L'articolo 15. comma 2 del regolamento
afferma che debbano intercorrere almeno 15 giorni tra l'indizione di un
referendum e il suo svolgimento. Ebbene, il referendum che si svolgerà il 22
giugno non rispetta questo criterio, e la FIOM si è rifiutata di impugnare la
questione. In secondo luogo il regolamento RSU-RLS, Art. 6, comma 1 dice che
solo delle RSU in carica hanno la facoltà di indire un referendum, mentre la RSU
di Pomigliano è decaduta da almeno un anno. Anche in questo caso la FIOM non ha
impugnato questa irregolarità grave, anche perché, ha detto Granillo, la FIOM
con gli altri sindacati non ha voluto che la RSU fosse rieletta.<BR><BR>Granillo
ha quindi detteo che lo SLAI non solo voterà NO ma entrerà nelle commissioni
elettorali per vigilare contro i brogli. Perché la FIOM non è voluta entrare a
far parte delle commissioni elettorali? Si è chiesto Granillo.<BR><BR>Egli ha
poi concluso sostenendo due concetti. Il primo è che Marchionne non deve
illudersi: spera in un plebiscito ma forse non lo avrà, data che in cuor loro
tanti sono gli operai schifati dal suo ricatto ignobile. Il secondo è che la
questione non finisce col referendum, che la Resistena continuerà. Per questo si
è augurato non tanto di vincere il referendum, data la potenza del ricatto,
quanto di "cadere in piedi".<BR><BR><BR>Il dibattito successivo ha teso a
sottolineare la straordinaria importanza della vertenza in corso a Pomigliano.
la FIAT vuole ridisegnare i rapporti di classe in questo paese, spezzare
definitivamente ciò che resta della resistenza operaia. Se marchionne passa a
Pomigliano, sfruttamento e repressione attendono i lavoratori
tutti.<BR><BR><BR>E' in questo contesto che un acceso ma sincero dissidio è
sorto sulla questione dei rapporti con la FIOM. Alla posizione dura di Granillo,
altri, tra cui Marco Ferrando del PCL, hanno risposto che se la burocrazia FIOM
oggi dice no all'accordo è evidentemente perché la sua base l'ha obbligata a
farlo. Non dovremmo dunque avere una posizione sterilmente settaria.
L'intransigenza sui principi deve sposarsi con la massima disponbilità
alll'unità con chiunque voglia resistere all'offensiva padronale, che colpisce
tutti gli operai, anche quelli che voteranno sì. E' sintomatico che gli
interventi di questo tenore abbiano riscosso tanti
applausi.<BR><BR> <BR><BR>Ha infine chiuso l'assemblea Corrado Delle Donne,
leader storico delle lotte alla ex Alfa di Arese. Cercando di trovare un filo
unificante Corrado ha insistito che la vicenda Pomigliano va ben al di la di una
mera questione sindacale. Tra gli applausi ha così chiuso il suo intervento:
"Siamo dentro una crisi sistemica che prima o poi chiederà ai lavoratori di
scegliere se morire crepati di capitalismo selvaggio o se tentare di fuoriuscire
dal capitalismo. In questa prospettiva ci serve non solo un vero sindacato di
classe, ma un vero partito di sinistra, un partito
rivoluzionario".<BR><BR> <BR><BR> <BR></FONT></BODY></HTML>