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<h2><a
href="http://www.senzasoste.it/lavoro-capitale/lettera-dei-lavoratori-fiat-di-tychy-a-quelli-di-pomigliano">Lettera
dei
lavoratori Fiat di Tychy a quelli di Pomigliano </a>
</h2>
<p style="margin-bottom: 0cm;">Mercoledì 16 Giugno 2010 18:18 </p>
<p style="margin-bottom: 0cm;" align="JUSTIFY"><strong>La lettera di un
gruppo di lavoratori della fabbrica di Tychy, in Polonia, ai colleghi
di Pomigliano d'Arco che stanno per votare (il 22 giugno) se
accettare o meno le condizioni della Fiat per riportare la produzione
della Panda in Italia.</strong><br>
<br>
<em>(Questa lettera è stata
scritta il 13 giugno, alla vigilia del referendum a Pomigliano d'Arco
in cui i lavoratori sono chiamati a esprimersi sulle loro condizioni
di lavoro. La Fiat ha accettato di investire su questa fabbrica per
la produzione della Panda che al momento viene prodotta a Tychy in
Polonia. I padroni chiedono ai lavoratori di lavorare di sabato, di
fare tre turni al giorno invece di due e di tagliare le ferie. Tre
sindacati su quattro hanno accettato queste condizioni, la Fiom
resiste)</em><br>
<br>
La Fiat gioca molto sporco coi lavoratori.
Quando trasferirono la produzione qui in Polonia ci dissero che se
avessimo lavorato durissimo e superato tutti i limiti di produzione
avremmo mantenuto il nostro posto di lavoro e ne avrebbero creati
degli alti. E a Tychy lo abbiamo fatto. La fabbrica oggi è la più
grande e produttiva d'Europa e non sono ammesse rimostranze
all'amministrazione (fatta eccezione per quando i sindacati chiedono
qualche bonus per i lavoratori più produttivi, o contrattano i turni
del weekend)<br>
<br>
A un certo punto verso la fine dell'anno scorso è
iniziata a girare la voce che la Fiat aveva intenzione di spostare la
produzione di nuovo in Italia. Da quel momento su Tychy è calato il
terrore. Fiat Polonia pensa di poter fare di noi quello che vuole.
L'anno scorso per esempio ha pagato solo il 40% dei bonus, benché
noi avessimo superato ogni record di produzione.<br>
<br>
Loro pensano
che la gente non lotterà per la paura di perdere il lavoro. Ma noi
siamo davvero arrabbiati. Il terzo "Giorno di Protesta" dei
lavoratori di Tychy in programma per il 17 giugno non sarà educato
come l'anno scorso. Che cosa abbiamo ormai da perdere?<br>
<br>
Adesso
stanno chiedendo ai lavoratori italiani di accettare condizioni
peggiori, come fanno ogni volta. A chi lavora per loro fanno capire
che se non accettano di lavorare come schiavi qualcun altro è
disposto a farlo al posto loro. Danno per scontate le schiene
spezzate dei nostri colleghi italiani, proprio come facevano con le
nostre.<br>
<br>
In qusesti giorni noi abbiamo sperato che i sindacati
in Italia lottassero. Non per mantenere noi il nostro lavoro a Tychy,
ma per mostrare alla Fiat che ci sono lavoratori disposti a resistere
alle loro condizioni. I nostri sindacati, i nostri lavoratori, sono
stati deboli. Avevamo la sensazione di non essere in condizione di
lottare, di essere troppo poveri. Abbiamo implorato per ogni posto di
lavoro. Abbiamo lasciato soli i lavoratori italiani prendendoci i
loro posti di lavoro, e adesso ci troviamo nella loro stessa
situazione.<br>
<br>
E' chiaro però che tutto questo non può durare a
lungo. Non possiamo continuare a contenderci tra di noi i posti di
lavoro. Dobbiamo unirci e lottare per i nostri interessi
internazionalmente.<br>
<br>
Per noi non c'è altro da fare a Tychy che
smettere di inginocchiarci e iniziare a combattere. Noi chiediamo ai
nostri colleghi di resistere e sabotare l'azienda che ci ha
dissanguati per anni e ora ci sputa addosso.<br>
<br>
Lavoratori, è
ora di cambiare.</p>
<p style="margin-bottom: 0cm;"><br>
<strong>Originale tratta da
<a href="http://libcom.org/news/letter-fiat-14062010" target="_blank">libcom.org/news/letter-fiat-14062010</a></strong></p>
<p style="margin-bottom: 0cm;"><br>
</p>
<pre class="moz-signature" cols="72">--
-(Rapt)-
<a class="moz-txt-link-abbreviated" href="http://www.inventati.org/rapt">www.inventati.org/rapt</a>
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