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<DIV><FONT face=Arial></FONT> </DIV>
<DIV style="FONT: 10pt arial">
<DIV><B>Subject:</B> Fw: la nuova cgil-il sindacalismo di destra in
azione</DIV></DIV>
<DIV><BR></DIV>
<DIV><FONT face=Arial>lo slai cobas per il sindacato di classe coordinamento
nazionale promuove e aderisce dove è presente allo sciopero degli
scrutini</FONT></DIV>
<DIV><FONT face=Arial> sostiene i coordinamenti precari scuola che fanno lo
sciopero e condivide la risposta espressa dalla principale organizzazione di
base agente </FONT><FONT face=Arial>nel mondo della scuola, promotrice
anch'essa dello sciopero degli scrutini</FONT></DIV>
<DIV><FONT face=Arial>condanna e invita e isolare non solo i naturali sindacati
del governo cisl e uil ma i nuovi aggiunti la CGIL che con il suo congresso
transita dall'opposizione al governo, considera i gruppi politici che
appoggiano la cgil, nel campo dell'opportunismo e dell'opposizione al
sindacalismo di base e di classe</FONT></DIV>
<DIV><FONT face=Arial>10-5-2010</FONT></DIV>
<DIV><FONT face=Arial> </FONT></DIV>
<DIV><BR></DIV>
<DIV><FONT face=Arial></FONT><BR></DIV>
<DIV> </DIV>
<DIV style="FONT: 10pt arial">
<DIV><B>Subject:</B> [coordinamento3ottobre] Pantaleo ordina: no!</DIV></DIV>
<DIV><BR></DIV>
<P style="TEXT-ALIGN: justify; MARGIN: 0cm 0cm 0pt" class=MsoNormal><FONT size=3
face="Times New Roman">Leggete l'allegato.</FONT></P>
<P style="TEXT-ALIGN: justify; MARGIN: 0cm 0cm 0pt" class=MsoNormal><FONT size=3
face="Times New Roman"></FONT> </P>
<P style="TEXT-ALIGN: justify; MARGIN: 0cm 0cm 0pt" class=MsoNormal><FONT size=3
face="Times New Roman">LA RISPOSTA COBAS</FONT></P>
<P style="TEXT-ALIGN: justify; MARGIN: 0cm 0cm 0pt" class=MsoNormal><FONT
size=3><FONT face="Times New Roman"> <o:p></o:p></FONT></FONT></P>
<P style="TEXT-ALIGN: justify; MARGIN: 0cm 0cm 0pt" class=MsoNormal><FONT size=3
face="Times New Roman">Ci è pervenuta una lettera che il segretario nazionale
della FLC-Cgil Mimmo Pantaleo ha mandato <SPAN
style="mso-spacerun: yes"> </SPAN>alle sedi della sua organizzazione sullo
sciopero convocato dai Cobas durante gli scrutini di giugno,<SPAN
style="mso-spacerun: yes"> </SPAN>inviataci da qualcuno/a che si definisce
“militante Cgil”. In passato è accaduto che ricevessimo materiale della Cgil su
questioni interne: ed abbiamo sempre ritenuto scorretto, nonostante la “guerra”
che la Cgil ci fa da sempre e la sottrazione di diritti sindacali ai Cobas di
cui è tra i massimi responsabili, diffonderlo “urbi et orbi”. Stavolta però la
situazione è assai diversa, perché nella lettera si attacca frontalmente - quasi
un “inno al crumiraggio” - una forma di lotta che, con notevole impegno e
fatica, stiamo organizzando, in stretta collaborazione con il movimento dei
precari che quest’anno è stato l’avanguardia della lotta in difesa della scuola
pubblica: e lo si fa con argomenti che costituiscono un attacco non solo al
nostro ma <B style="mso-bidi-font-weight: normal"><I
style="mso-bidi-font-style: normal">a qualsiasi forma di sciopero</I></B>,
riecheggiando tesi <SPAN style="mso-spacerun: yes"> </SPAN>delle forze
conservatrici contro le lotte sociali.</FONT></P>
<P style="TEXT-ALIGN: justify; MARGIN: 0cm 0cm 0pt" class=MsoNormal><FONT size=3
face="Times New Roman">C’è un ulteriore motivo che ci spinge a diffondere la
lettera di Pantaleo e questa nostra risposta: la lettera appare l’estrema carta
del gruppo dirigente FLC per impedire che tra gli iscritti/e Cgil si diffonda il
sostegno allo sciopero. Frasi come: “<B style="mso-bidi-font-weight: normal"><I
style="mso-bidi-font-style: normal">in queste ore si sta alimentando la
discussione sullo sciopero durante gli scrutini</I></B>”..”<B
style="mso-bidi-font-weight: normal"><I
style="mso-bidi-font-style: normal">comprendo le difficoltà del momento, ma solo
se abbiamo chiaro e condividiamo obiettivo e strategia, potremo
sperare...</I></B>” dimostrano (del resto tale dissenso era già emerso durante
il congresso FLC) quanto è diffusa la voglia di fare qualcosa di incisivo per
bloccare l’ultimo sanguinoso assalto alla scuola, i 41 mila tagli di posti di
lavoro che massacrano l’istruzione e i precari; e quanto poco “obiettivi e
strategia” della FLC siano “chiari e condivisi”.</FONT></P>
<P style="TEXT-ALIGN: justify; MARGIN: 0cm 0cm 0pt" class=MsoNormal><FONT size=3
face="Times New Roman">Lo sconcerto nelle fila Cgil è comprensibile. Nonostante
la ben nota “fedeltà” alla casa-madre – che sovente appare una specie di<SPAN
style="mso-spacerun: yes"> </SPAN>lascito inossidabile della Cgil di Di
Vittorio e del PCI di Togliatti – anche il più incallito fan del gruppo
dirigente FLC vede la stridente contraddizione tra le roboanti dichiarazioni e
l’assoluta inesistenza di forme di lotta adeguate. Circa un mese fa, un
documento FLC invitava alla mobilitazione con questi termini: “<B
style="mso-bidi-font-weight: normal"><I style="mso-bidi-font-style: normal">La
scuola italiana sta vivendo il periodo più buio che si ricordi</I></B> con
conseguenze pesanti non solo sul personale ma anche sulla qualità del nostro
sistema formativo <B style="mso-bidi-font-weight: normal"><I
style="mso-bidi-font-style: normal">fino a mettere in seria discussione lo
stesso diritto all’istruzione</I></B>”. Però, a tali drammatiche ma pertinenti
constatazioni non è seguita alcuna iniziativa di lotta. E durante il congresso
nazionale FLC, malgrado molti delegati invocassero la partecipazione allo
sciopero degli scrutini, la montagna ha partorito il “topolino” degli “Stati
generali della scuola” per il prossimo autunno che, oltre a non poter essere
spacciati per una seria forma di lotta, giungerebbero “a babbo morto”, dopo la
cancellazione di altri 41 mila posti di lavoro e l’espulsione dei
precari.</FONT></P>
<P style="TEXT-ALIGN: justify; MARGIN: 0cm 0cm 0pt" class=MsoNormal><FONT size=3
face="Times New Roman">Alla luce di questa sconcertante contraddizione, un
militante Cgil potrebbe legittimamente sospettare che tutte le iniziative prese
dalla FLC dall’autunno 2008 ad oggi siano state svolte “obtorto collo” per il
timore di essere sopravanzati dai Cobas (vero e proprio “tarlo” della Cgil
scuola a partire dal 1987) e in generale dal movimento della scuola pubblica: e
che alla fin fine il gruppo dirigente FLC non ritenga poi la politica di
Gelmini-Tremonti molto diversa da quella di Fioroni-Padoa Schioppa o di
Berlinguer (in effetti non lo è: e i Cobas si batterono anche contro quelle),
con le quali a suo tempo la Cgil – all’opposto di noi - aveva abbondantemente
colluso.</FONT></P>
<P style="TEXT-ALIGN: justify; MARGIN: 0cm 0cm 0pt" class=MsoNormal><FONT size=3
face="Times New Roman">Veniamo dunque al merito della lettera di Pantaleo, con
una prima osservazione che è anche una risposta a quegli iscritti Cgil che ci
rimproverano “durezza” nei confronti della loro organizzazione. In tutta la
lettera, come sempre nelle dichiarazioni o documenti della Cgil scuola, non
compare mai la parola Cobas. Lo sciopero durante gli scrutini è stato convocato
dai Cobas, e ciò è ben noto a Pantaleo: ma nella lettera diveniamo “alcune
associazioni sindacali”. In questi anni la Cgil scuola ha usato mille eufemismi
per non far comparire mai la temuta parolina Cobas, sprofondando spesso nel
ridicolo. Mentre la parola Cobas veniva usata quasi quotidianamente nei
massmedia italiani, circolava negli appuntamenti di rilievo del movimento
mondiale anti-liberista, veniva studiata in saggi e tesi di laurea come unica
esperienza di sindacato fatto da “volontari” che restano sul posto di lavoro
senza distacchi, e non da professionisti della contrattazione, la FLC-Cgil
scuola si convinceva che bastasse non formulare la parolina e i Cobas sarebbero
prima o poi spariti. Il che corrisponde al fatto sostanziale che la Cgil si è
battuta in questi anni per togliere i diritti sindacali (di assemblea in primis,
che è il diritto di ogni lavoratore/trice di fare assemblee con chi vuole) ai
Cobas: dal chè l’impossibilità di avere con tale organizzazione rapporti
sereni.</FONT></P>
<P style="TEXT-ALIGN: justify; MARGIN: 0cm 0cm 0pt" class=MsoNormal><FONT size=3
face="Times New Roman">Ed eccoci al contenuto centrale della lettera. Pantaleo
spiega all’organizzazione perché non va fatto lo sciopero durante gli scrutini.
Il primo argomento usato è davvero grave. Scrive Pantaleo: “Abbiamo la necessità
in questa fase di costruire alleanze con tutti i soggetti che si oppongono al
progetto di questo governo contro la scuola pubblica…e<B
style="mso-bidi-font-weight: normal"><I style="mso-bidi-font-style: normal"> una
forma di protesta che danneggerebbe in primo luogo gli studenti e le
famiglie</I></B> non ci pare congruente con tale obiettivo”. Ora, a parte che è
uno sciopero in difesa della scuola pubblica e non su temi corporativi, Pantaleo
non può non sapere dove porta una simile affermazione, perché è l’argomento con
il quale sono stati attaccati <B style="mso-bidi-font-weight: normal"><I
style="mso-bidi-font-style: normal">tutti gli scioperi</I></B> nell’ultimo
ventennio: e cioè che essi “danneggiano” i cittadini. Certo, questo pensiero è
congruo con l’accettazione (anzi, con la formulazione, visto che tale legge
venne partorita da giuristi di area Cgil, Cisl e centrosinistra) della legge 146
“anti-Cobas” del 1990 che, dopo decenni in cui i sindacati avevano tuonato
contro ogni limitazione del diritto di sciopero, lo ridusse drasticamente, dopo
la comparsa dei Cobas e del sindacalismo alternativo che mettevano in
discussione il monopolio “divino” di Cgil-Cisl-Uil.</FONT></P>
<P style="TEXT-ALIGN: justify; MARGIN: 0cm 0cm 0pt" class=MsoNormal><FONT size=3
face="Times New Roman">Ma, applicato alla lettera, tale principio avrebbe dovuto
portare la FLC a <B style="mso-bidi-font-weight: normal"><I
style="mso-bidi-font-style: normal">non convocare alcuno sciopero</I></B> negli
ultimi anni. Perché anche lo sciopero di una giornata “danneggia” gli studenti
che devono rinunciare all’istruzione o i genitori con “il tempo pieno” che non
sanno dove sistemare il bimbo/a: anzi, il “danno” appare ben maggiore che il
ritardo di uno scrutinio, che non sottrae istruzione. D’altra parte, che senso
avrebbe uno sciopero che non incide per nulla sulle attività della scuola? Se
niente si modifica nella vita della scuola, perché farlo? Masochismo?
</FONT></P>
<P style="TEXT-ALIGN: justify; MARGIN: 0cm 0cm 0pt" class=MsoNormal><FONT size=3
face="Times New Roman">Che la tesi sia insostenibile e del tutto strumentale lo
dimostra poi la terza delle motivazioni addotte da Pantaleo contro lo sciopero
durante gli scrutini: “<B style="mso-bidi-font-weight: normal"><I
style="mso-bidi-font-style: normal">L’efficacia dello sciopero degli scrutini è
marginale</I></B>: in caso di sciopero il dirigente scolastico è tenuto a
riconvocare gli scrutini entro cinque giorni, quindi la protesta si tradurrebbe
in un mero spostamento di date”. Cioè: dopo aver scritto che lo sciopero
“danneggia” studenti e genitori, si sostiene il contrario, che lo sciopero è
inutile perché si traduce in un “mero spostamento di date”. Pantaleo finge di
ignorare che cinque giorni di spostamento creano un ingorgo burocratico non da
poco, visto che, se <SPAN style="mso-spacerun: yes"> </SPAN>impediremo ai
capi di istituto di convocare scrutini illegali prima della fine delle lezioni,
ad esempio il tempo a disposizione nelle superiori prima degli esami di maturità
sarà ben ristretto, dando allo sciopero ancora maggiore visibilità. Certo, se la
Cgil non avesse sottoscritto, pur di stoppare i Cobas, la legge 146, che
impedisce di scioperare per più di due giorni, l’effetto sarebbe assai maggiore;
ma la sfida è anche questa: recuperare forme di lotta davvero incisive e
paganti.</FONT></P>
<P style="TEXT-ALIGN: justify; MARGIN: 0cm 0cm 0pt" class=MsoNormal><FONT size=3
face="Times New Roman">E all’uopo la memoria non può soccorrere Pantaleo che si
occupa di scuola da pochissimo, visto che a lui è accaduto quello che capita a
tanti sindacalisti di mestiere che vengono spostati da un giorno all’altro in
settori di cui non sanno nulla o quasi. E’ un falso clamoroso che “<B
style="mso-bidi-font-weight: normal"><I style="mso-bidi-font-style: normal">la
storia di questa forma di lotta sta a dimostrare che anche nei suoi momenti più
alti alla fine tutto è rapidamente rientrato</I></B>”. Lo sciopero degli
scrutini che segnò l’esplosione (biennio 1987-88) dei Cobas durò da
gennaio-febbraio (scrutini intermedi) fino a giugno, dette estrema visibilità e
forza alla lotta, la diffuse in migliaia di scuola, mobilitando decine di
migliaia di docenti grazie alla facilità della sua esecuzione, al costo <SPAN
style="mso-spacerun: yes"> </SPAN>limitato (trattenuta oraria) e al fatto
che non toccava il diritto all’istruzione: e il contratto che si ottenne alla
fine, anche se allora criticato da noi, resta economicamente il più avanzato del
dopoguerra, mentre tale lotta bloccò la privatizzazione, la mercificazione e
l’impoverimento della scuola pubblica fino all’arrivo di Attila
Berlinguer.</FONT></P>
<P style="TEXT-ALIGN: justify; MARGIN: 0cm 0cm 0pt" class=MsoNormal><FONT size=3
face="Times New Roman">C’è un ultimo argomento impiegato da Pantaleo contro lo
sciopero ed ha la stessa pretestuosità dei precedenti: il fatto che lo sciopero
“<B style="mso-bidi-font-weight: normal"><I
style="mso-bidi-font-style: normal">coinvolge solo il personale docente e solo
quello delle classi non terminali</I></B>…con seri dubbi sul reale
coinvolgimento dei docenti della scuola primaria”. Innanzitutto, lo sciopero
riguarda tutte le attività scolastiche: dunque coinvolge anche gli Ata. E non
solo “senza bidelli non si aprono i cancelli”; ma il blocco del lavoro Ata
interrompe anche le attività burocratiche preparatorie e successive allo
scrutinio vero e proprio. Poi, lo sciopero coinvolge anche i docenti delle
classi terminali, visto che il numero di essi che hanno solo tali classi è
minimo. E’ vero che la scuola primaria non ha un ruolo centrale in questo
sciopero: ma questo è successo, al contrario, anche durante le lotte in difesa
del Tempo pieno o contro la “maestra unica”, temi che toccavano solo la scuola
primaria e che, ciò malgrado, hanno portato agli scioperi, Cobas ma anche <SPAN
style="mso-spacerun: yes"> </SPAN>FLC, tutti gli ordini di scuola. D’altra
parte, il colpo più grosso questo anno non lo hanno ricevuto le scuole superiori
con la “riforma Gelmini”?</FONT></P>
<P style="TEXT-ALIGN: justify; MARGIN: 0cm 0cm 0pt" class=MsoNormal><FONT
size=3><FONT face="Times New Roman">Due note finali sulla lettera: noi non
consideriamo questo sciopero “<B style="mso-bidi-font-weight: normal"><I
style="mso-bidi-font-style: normal">il non plus ultra delle forme di
lotta</I></B>” (lo potrebbe essere, casomai, se non ci fossero limiti al diritto
di sciopero) e non ci è mai passato per la testa di “<B
style="mso-bidi-font-weight: normal"><I
style="mso-bidi-font-style: normal">agitarlo strumentalmente contro la
Cgil</I></B>” (esempio di megalomania da “grande-Cgil”). Semplicemente, risulta,
qui ed ora, <B style="mso-bidi-font-weight: normal"><I
style="mso-bidi-font-style: normal">l’unica forma visibile a fine anno e quella
fortemente richiesta dal movimento dei precari</I></B> - che ha smosso fin da
questa estate la “morta gora” del conflitto, con iniziative originali<B
style="mso-bidi-font-weight: normal"><I style="mso-bidi-font-style: normal">
</I></B>(l’invasione dei tetti, l’occupazione degli USP, i picchetti precari
ecc..) che abbiamo contribuito ad organizzare -<B
style="mso-bidi-font-weight: normal"><I style="mso-bidi-font-style: normal"> per
recuperare forme di lotta incisive, scippateci in barba alla
Costituzione</I></B>. Ci auguriamo dunque che, malgrado l’anatema di Pantaleo,
<B style="mso-bidi-font-weight: normal"><I
style="mso-bidi-font-style: normal">tanti iscritti/e Cgil non aspettino i mitici
Stati Generali d’autunno e collaborino al successo di uno sciopero per evitare
il massacro della scuola pubblica e l’espulsione spietata di decine di migliaia
di docenti ed Ata.<o:p></o:p></I></B></FONT></FONT></P>
<P style="TEXT-ALIGN: justify; MARGIN: 0cm 0cm 0pt" class=MsoNormal><FONT
size=3><FONT face="Times New Roman"> <o:p></o:p></FONT></FONT></P>
<P style="TEXT-ALIGN: justify; MARGIN: 0cm 0cm 0pt" class=MsoNormal><FONT
size=3><FONT face="Times New Roman">Piero Bernocchi<SPAN
style="mso-spacerun: yes"> </SPAN>portavoce nazionale COBAS
<SPAN style="mso-spacerun: yes"> </SPAN></FONT></FONT></P><BR>
<HR>
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