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<BODY bgColor=#ffffff>
<DIV><FONT color=#000000><FONT size=4><B>Continueremo a sostenere e far
conoscere la lotta delle lavoratrici dell'Omsa.</B></FONT></FONT></DIV>
<DIV><FONT color=#000000><FONT size=4><B>Nessuna lotta deve rimanere isolata.
Uniamo tutte le lotte verso uno SCIOPERO DELLE DONNE.</B></FONT></FONT></DIV>
<DIV><FONT color=#000000><FONT size=4><B>Inviamo su questo il messaggio qui
sotto, e proponiamo alle lavoratrici dell'Omsa e a tutte le altre realtà in
lotta di coordinarci e realizzare un incontro a maggio.</B></FONT></FONT></DIV>
<DIV><STRONG><FONT size=4></FONT></STRONG> </DIV>
<DIV><STRONG><FONT size=4>MFPR </FONT></STRONG></DIV>
<DIV><FONT color=#000000><FONT size=4><B></B></FONT></FONT> </DIV>
<DIV><FONT color=#000000><FONT size=4><B> Alle lavoratrici, disoccupate,
precarie, lavoratrici immigrate in lotta</B></FONT></FONT></DIV>
<P style="MARGIN-BOTTOM: 0cm" lang=it-IT><FONT color=#000000><FONT
size=3>L'assemblea manda un forte saluto di sostegno a tutte le lotte in corso
in questi mesi. </FONT></FONT></P>
<P style="MARGIN-BOTTOM: 0cm" lang=it-IT><FONT color=#000000><FONT size=3>In
queste lotte le donne stanno esprimendo un grande coraggio e determinazione: non
accettiamo di essere licenziate, non accettiamo di non trovare lavoro, non
accettiamo che la precarietà ci stronchi vita; respingiamo gli attacchi al
salario che vogliono portare sempre più in basso aumentando la nostra
disuguaglianza salariale, gli attacchi ai nostri diritti (dalla maternità, alle
pensioni delle donne, ecc.), come il doppio attacco razzista alle lavoratrici
immigrate.</FONT></FONT></P>
<P style="MARGIN-BOTTOM: 0cm" lang=it-IT><FONT color=#000000><FONT size=3>In
alcune di queste lotte, soprattutto delle disoccupate invece che lavoro diritti
abbiamo cariche della polizia e repressione, ma stiamo dimostrando di non avere
paura e che la repressione aumenta la nostra ribellione.</FONT></FONT></P>
<P style="MARGIN-BOTTOM: 0cm" lang=it-IT><FONT color=#000000><FONT size=3>Per
noi donne l'attacco al lavoro, al salario si accompagna a forme pesanti di
discriminazione sessuale da parte di padroni e di leggi che ci vogliono
riportare indietro; Stato, governo, padroni stanno portando avanti un
peggioramento generale della nostra vita, scaricando su noi il taglio dei
servizi sociali, dalla scuola alla sanità, l'aumento del costo della vita,
ricacciandoci in casa, in un ruolo sempre più subordinato nella famiglia,
alimentando anche in questo modo un clima di oppressione, violenza sessuale,
vecchie e nuove concezioni maschiliste.</FONT></FONT></P>
<P style="MARGIN-BOTTOM: 0cm" lang=it-IT><FONT color=#000000><FONT size=3>A
tutto questo noi lavoratrici, disoccupate, precarie, immigrate dobbiamo
rispondere unendo le nostre lotte dal nord al sud, costruendo una rete tra le
donne in lotta, unendo e aumentando le nostre forze.</FONT></FONT></P>
<P style="MARGIN-BOTTOM: 0cm" lang=it-IT><FONT color=#000000><FONT
size=3>L'assemblea lancia un forte appello a tutte le realtà in lotta a
costruire insieme, con un rapporto diretto, dal basso, orizzontale uno SCIOPERO
DELLE DONNE, uno sciopero PER IL LAVORO, IL SALARIO E CONTRO LA DOPPIA
OPPRESSIONE.</FONT></FONT></P>
<P style="MARGIN-BOTTOM: 0cm" lang=it-IT><FONT size=3>Uno SCIOPERO DELLE DONNE è
una novità, una rottura inaspettata da parte di padroni, governo, e mondo
sindacale. </FONT></P>
<P style="MARGIN-BOTTOM: 0cm" lang=it-IT><FONT color=#000000><FONT size=3>Uno
SCIOPERO DELLE DONNE perchè l'attacco è insieme di classe e di genere e noi
abbiamo bisogno di fare una doppia lotta per rompere queste doppie catene.
</FONT></FONT></P>
<P style="MARGIN-BOTTOM: 0cm" lang=it-IT><FONT color=#000000><FONT
size=3>L'assemblea delle donne, disoccupate, lavoratrici, precarie
</FONT></FONT><FONT color=#000000><FONT size=3>del 13/14 marzo a Taranto:
</FONT></FONT>“<FONT size=3>Bagagli per un viaggio delle donne in
lotta”</FONT></P>
<P style="MARGIN-BOTTOM: 0cm" lang=it-IT><FONT color=#000000><FONT size=3>info:
Movimento Femminista Proletario Rivoluzionario</FONT></FONT></P>
<P style="MARGIN-BOTTOM: 0cm" lang=it-IT><FONT color=#000080><U><A
href="mailto:mfpr@fastwebnet.it"><FONT size=3><SPAN
lang=it-IT>mfpr@fastwebnet.it</SPAN></FONT></A></U></FONT><FONT
color=#000080><U></U></FONT></P>
<P style="MARGIN-BOTTOM: 0cm" lang=it-IT><FONT color=#000080><U><A
href="mailto:fastwebnet.itmfprpa@libero.it"><FONT size=3><SPAN
lang=it-IT>mfprpa@libero.it</SPAN></FONT></A></U></FONT></P>
<P style="MARGIN-BOTTOM: 0cm" lang=it-IT><FONT color=#000000><FONT size=3>blog:
http.//femminismorivoluzionario.blogspot.com/</FONT></FONT></P>
<BLOCKQUOTE
style="BORDER-LEFT: #000000 2px solid; PADDING-LEFT: 5px; PADDING-RIGHT: 0px; MARGIN-LEFT: 5px; MARGIN-RIGHT: 0px">
<DIV style="FONT: 10pt arial">----- Original Message ----- </DIV>
<DIV
style="FONT: 10pt arial; BACKGROUND: #e4e4e4; font-color: black"><B>From:</B>
<A title=chiara_cer@yahoo.com href="mailto:chiara_cer@yahoo.com">chiara
cerruti</A> </DIV>
<DIV style="FONT: 10pt arial"><B>To:</B> <A title=sommosse@inventati.org
href="mailto:sommosse@inventati.org">Rete nazionale femminista</A> </DIV>
<DIV style="FONT: 10pt arial"><B>Sent:</B> Thursday, April 08, 2010 4:23
PM</DIV>
<DIV style="FONT: 10pt arial"><B>Subject:</B> [Sommosse] Omsa: un accordo che
vale un pacco... di calze!</DIV>
<DIV><BR></DIV>
<TABLE border=0 cellSpacing=0 cellPadding=0>
<TBODY>
<TR>
<TD vAlign=top>
<H1><FONT size=2><A
href="http://www.infoaut.org">www.infoaut.org</A></FONT></H1>
<H1><FONT size=2>Omsa: un accordo che vale un pacco... di
calze!</FONT></H1><STRONG>Aggiornamento sulla situazione della Omsa di
Faenza</STRONG><STRONG><SPAN class=titolo_rosso><BR>a cura delle
compagne del Centro Sociale Askatasuna e del collettivo femminista
Rossefuoco</SPAN></STRONG><BR>
<DIV id=text>
<DIV align=justify><BR>Dal piazzale dell'Omsa a Faenza, in via Pana,
sono passati tutti, prima e dopo le elezioni, politici e televisioni,
sindacalisti e parlamentari, Pd, PdL, Santoro, Di Pietro, La7 e
Ballarò... ma la Omsa chiude. <BR><BR>Mesi di mobilitazioni, le operaie
a presidiare i cancelli dello stabilimento giorno e notte per impedire
che i macchinari venissero smontati e portati in Serbia, cortei e
persino concerti, una campagna di boicottaggio ripresa anche dai social
network più popolari avevano per lo meno costretto la proprietà a
incontrare, in ultima istanza a Roma al Ministero per lo Sviluppo
Economico, i rappresentanti dei lavoratori e lavoratrici Omsa, 320 donne
di età media intorno ai 40 anni su un totale di 350 dipendenti, e a
siglare, in seguito a tre riunioni nel giro di un mese e mezzo e dopo
settimane di silenzio arrogante, un accordo che prevedeva, tra i vari
punti, la ripresa delle attività fino a giugno e la riconversione dello
stabilimento per altra produzione.<BR><BR>Un accordo firmato dal 70% dei
e delle dipendenti, un accordo che vale un pacco di calze: si
chiude. Cassa integrazione per due anni e gli impianti smontati e
portati in Serbia, probabilmente tra maggio e giugno, stando ad alcune
affermazioni sfuggite a un sindacalista durante la visita pre-
elettorale di Antonio di Pietro.<BR><BR>Avevano visto giusto le
cinquanta operaie del calzificio faentino, le cinquanta "estremiste" che
si erano rifiutate di votare l'accordo, definendolo senza mezzi termini
una resa agli interessi dell'impresa. <BR><BR>Si sono presentate lo
scorso 25 marzo nello studio di Annozero in camice da lavoro verde e
fascia nera al braccio in segno di lutto e hanno raccontato la loro
storia: dai quaranta giorni di presidio, alla chiusura dello
stabilimento usando come alibi la crisi, al tanto discusso accordo.
"Qualcuno ci ha venduto e ci ha messo su una strada con le nostre
famiglie e i nostri figli", hanno detto davanti alle telecamere,
raccontando di pressioni fortissime esercitate dalla proprietà e dalla
maggioranza delle organizzazioni sindacali affinché accettassero
l'accordo. <BR><BR>E mentre loro, tra piazze, tamburi, striscioni,
fischietti, presidi, e studi televisivi continuavano, e continuano, la
loro lotta, il patron del gruppo Golden Lady, Nerino Grassi, andava a
Faenza con il suo consulente aziendale, William Storchi, a fare
l'inventario e a raccontare, incredibilmente, la bufala di un'azienda in
crisi perché la lycra, il materiale con cui le calze vengono realizzate,
è troppo resistente e quindi le calze durano di più e le donne, di
conseguenza, ne comprano meno.<BR><BR>Donne che non smagliano abbastanza
collant sarebbero le responsabili del licenziamento di altre donne...
verrebbe da chiedersi dove il signor Grassi, e soprattutto i suoi
consulenti, abbiano ricavato una tale teoria economica, forse dagli
stessi esperti che hanno consigliato ad Alessandra Servidori, PdL e oggi
Consigliera Nazionale di Parità, sostenitrice dell'innalzamento dell'età
pensionabile per le donne a 67 anni, la brillante soluzione di
reimpiegare le operaie Omsa come baby- sitter o badanti. Davvero non ci
sono commenti.<BR><BR>Lasciamo allora la parola alle estremiste della
Omsa, che ci chiedono di continuare a sostenere e appoggiare tutte le
lotte che metteranno in campo nelle prossime settimane e nei prossimi
mesi, per evitare che, come temono, la loro vicenda venga cancellata una
volta siglato un accordo penalizzante e totalmente sbilanciato, nella
sostanza, sull'impresa.<BR><BR>L'invito è a boicottare la Omsa, a non
comprare più i marchi del gruppo, vale a dire Golden Lady, Sisi,
Philippe Matignon, Saltallegro, non solo collant, ma anche abbigliamento
sportivo, per il mare e l'intimo: nei centri commerciali, nelle città
grandi e piccole esistono negozi "goldenpoint", secondo il sito
ufficiale vi potremo entrare e divertirci a creare il nostro stile con
tutti i prodotti dell'azienda, sperimentando mille combinazioni e
soluzioni...e sia!<BR><BR>La prima soluzione che ci viene in mente è,
molto semplicemente, non entrare. Si può partire da questo per
esprimere, con un atto chiaro, concreto e netto la propria solidarietà a
tutte e tutti i dipendenti della Omsa, e, allo stesso tempo, tutta
l'indignazione sia per chi capisce solo il linguaggio del profitto sia
per chi tratta le donne, lavoratrici e no, alla stregua di pezzi di
ricambio: operaie, baby- sitter, badanti non importa, tutte uguali,
tutte ugualmente sostituibili.<BR><BR><SPAN
class=sotto_titolo_rosso><SPAN style="FONT-WEIGHT: bold">Per concludere,
da </SPAN><A style="FONT-WEIGHT: bold" href="http://www.goldenlady.com"
target=_blank>www.goldenlady.com</A><SPAN style="FONT-WEIGHT: bold">, il
profilo di un'azienda in crisi perché non smagliamo abbastanza
calze:</SPAN><BR></SPAN><BR>Nata a Castiglione delle Stiviere in
provincia di Mantova nel 1967, Golden Lady è oggi azienda leader nel
mercato della calzetteria femminile italiana ed
internazionale.<BR><BR>Lo sviluppo esponenziale dell'azienda nell'arco
di pochi anni ha confermato la grande capacità aziendale nell'intuire le
enormi potenzialità di crescita del settore della calzetteria femminile
nel mercato nazionale ed internazionale.<BR><BR>Golden Lady è oggi il
nome che identifica l'intero gruppo Golden Lady Company, realtà
aziendale in continua espansione che raggruppa i principali marchi del
mondo della calzetteria.<BR><BR>Il successo dell'azienda Golden Lady
risiede nella qualità dei prodotti, da sempre concetto indiscusso che
guida l'intera produzione aziendale e che si accomuna alla necessità di
soddisfare i bisogni e i gusti di una clientela sempre più esigente e
attenta.<BR><BR>Unitamente al must della qualità gli altri fattori che
hanno contribuito al successo dell'azienda sono stati una veloce
automazione, una netta superiorità tecnologica nei confronti di
calzifici concorrenti, importanti investimenti pubblicitari e di
marketing, una gestione efficace dei rapporti con il mercato
distributivo ed una capacità di adattamento ai cambiamenti del mercato
veloce e funzionale alle richieste.<BR><BR>La coerenza con gli obiettivi
originari e sempre attuali, l'investimento continuo in ricerca e
sviluppo, la volontà di offrire al mercato calze sempre originali e
fashion fanno di Golden Lady il referente principale nel mondo della
calzetteria femminile.<BR><BR>Golden Lady Company SpA<BR>Sede: Via
Giacomo Leopardi 3/5 - 46043 Castiglione delle Stiviere (MN) Italy
</DIV></DIV></TD></TR></TBODY></TABLE><BR>
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