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<DIV><FONT size=2 face=Arial>messo pure questo e video sul perchè sta
situazione mi interessa tanto</FONT></DIV>
<DIV><FONT size=2 face=Arial>vottora</FONT></DIV>
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style="BORDER-LEFT: #000000 2px solid; PADDING-LEFT: 5px; PADDING-RIGHT: 0px; MARGIN-LEFT: 5px; MARGIN-RIGHT: 0px">
<DIV style="FONT: 10pt arial">----- Original Message ----- </DIV>
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style="FONT: 10pt arial; BACKGROUND: #e4e4e4; font-color: black"><B>From:</B>
<A title=cobasdalmine@infinito.it href="mailto:cobasdalmine@infinito.it">cobas
dalmine</A> </DIV>
<DIV style="FONT: 10pt arial"><B>To:</B> <A title=redditolavoro@lists.ecn.org
href="mailto:redditolavoro@lists.ecn.org">redditolavoro@lists.ecn.org</A>
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<DIV style="FONT: 10pt arial"><B>Sent:</B> Monday, March 15, 2010 12:48
AM</DIV>
<DIV style="FONT: 10pt arial"><B>Subject:</B> [Redditolavoro] Una Rosarno in
provincia di Bergamo</DIV>
<DIV><BR></DIV>
<DIV><FONT size=2 face=Arial>
<P><STRONG>Vivere, resistere, sopravvivere e talvolta morire nell'area ghetto
di Zingonia </STRONG></P>
<H1 class=in_movimento>Una Rosarno in provincia di Bergamo</H1>
<H2>di Francesca Delcarro *</H2>
<DIV class=date>13 / 1 / 2010</DIV>
<DIV class=cover>
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<DIV class="imageSingle large"><A class=nyroModal
title="Zingonia (BG) - Migranti in lotta "
href="http://www.globalproject.info/public/resources/images/max/zing02_medium.jpg"
jQuery1268610344418="16"><IMG alt="Zingonia (BG) - Migranti in lotta "
src="http://www.globalproject.info/public/resources/images/large/zing02_medium.jpg"></A>
</DIV></DIV></DIV>
<DIV class=text>
<P>
<P>C’era una volta Renzo Zingone, noto ed influente banchiere romano che un
bel giorno, cavalcando un sogno di evidente megalomania, decise di costruire
una città che portasse il suo nome: Zingonia.</P>
<P>Zingonia nacque proprio così, nel 1964, come progetto di pianificazione
urbanistica privata e ridente archetipo di “città moderna”: sorta nello
strategico crocevia logistico tra Bergamo-Milano-Brescia, sarebbe dovuta
diventare un efficiente connubio tra “produzione, residenza e
socialità”, con nuove strutture residenziali edificate ad hoc, unità
produttive nell’estremo sud dell’area ed infrastrutture per lo sport ed il
tempo libero collocate come cuscinetto tra le prime due; un enorme complesso,
insomma, destinato ad accogliere 50.000 abitanti e circa 1.000 unità
produttive.</P>
<P>I notevoli capitali necessari per la costruzione della sopracitata città
modello derivavano tutti dalle molteplici attività economiche del suo
fondatore: in quanto presidente del Gruppo Zeta, poteva infatti disporre
liberamente dei quattrini derivanti dalla Zingone Strutture (ZS), Zingone
Iniziative Fondiarie (ZIF) e dalla Banca Generale di Credito, nate e cresciute
durante gli anni ’50 e ’60.</P>
<P>Il sogno di una città autonoma e razionale, tuttavia, morì nella metà degli
anni Settanta, quando il signor Zingone si tolse improvvisamente di scena per
continuare le sue attività imprenditoriali in Costa Rica e Guatemala,
investendo i massicci capitali del Gruppo Zeta nell’ agribusinnes e
nell’allevamento, accaparrandosi successivamente il monopolio del riso
in Costa Rica e Nicaragua (dove ne acquisì l’impresa demaniale) e creando la
Corporaciòn Megasuper, seconda catena di supermercati in Costa Rica. (Una
piccola nota di colore: la signora Donatella Pasquali Zingone, vedova di
Zingone, moglie in seconde nozze del senatore Lamberto Dini e presidentessa
del Gruppo Zeta dal 1981, nel 2007 è stata condannata a Roma a due anni e
quattro mesi di reclusione per bancarotta fraudolenta mediante falso in
bilancio a conclusione del processo sulla vicenda del Gruppo Zeta).</P>
<P>Zingonia è stata lasciata da sola, quindi e nella più completa schizofrenia
amministrativa, dal momento che, in assenza di un governo unitario, si è
ritrovata ad essere frazione di cinque comuni diversi (Boltiere, Ciserano,
Osio Sotto, Verdello e Verdellino), impegnati nel disinteresse più totale
piuttosto che nell’assunzione delle responsabilità verso questa zona
abbandonata a se stessa.</P>
<P>Attualmente, la popolazione totale dell'area di Zingonia è di circa 1778
abitanti, di cui 1328 (il 74,7%) migranti e sono rimasti soltanto la cadente
fontana con l’obelisco spaziale ed il fatiscente Grand Hotel a testimonianza
di fasti mai realizzati né vissuti. Zingonia non è un paese e nemmeno una
città: è semplicemente “un’area”, nemmeno segnata sulle cartine
stradali. Ci sono i tre enormi complessi condominiali “Athena”, gialli e
cadenti, che dal momento della loro costruzione non hanno MAI subito un
intervento di manutenzione: l’intonaco va sbriciolandosi in strada, cadono le
tegole dai tetti e nessuno se ne cura. Gli abitanti di Zingonia vivono in un
duplice ghetto: quello dei comuni limitrofi, che vedono quest’”area” come un
cancro, pericoloso ed indesiderabile e quello della malavita organizzata la
quale, approfittando della generale indifferenza, opera indisturbata
nell’ormai solido racket di spaccio e prostituzione. La polizia staziona
tronfia e inutile davanti alla fontana: poco più in là, nella “Piazza Affari”,
dimorano pusher e magnaccia ma lì spesso e volentieri le questioni si
risolvono a pistolettate nelle gambe ed ecco il motivo per cui i nostri tutori
dell’ordine se ne tengono ben lontani.</P>
<P>Intorno ai condomini Athena, si sollevano al cielo decine di capannoni e
non è un segreto per nessuno: lì dentro c’è lavoro per tutti, in nero
ovviamente, perché tanto si sa, con il nuovo DdL Sicurezza che sancisce la
clandestinità come “reato grave”, il non avere permesso di soggiorno rende
automaticamente “invisibili” e perciò i padroni possono permettersi di
speculare a cuor contento sopra le schiene dei migranti. Un pezzo di pane
guadagnato senza diritti: ecco cosa rende gli appartamenti Athena così
appetibili. Le agenzie immobiliari, gli amministratori ed i padroncini che, di
regola, dovrebbero regolare gli affitti, sanno rendersi opportunamente
invisibili: le strutture non ricevono manutenzione da anni, sono
clamorosamente fatiscenti, eppure gli affitti sono salatissimi e nessuno fa
domande né si preoccupa se, nella stessa stanza, dimorano più di dieci
persone.</P>
<P>Zingonia, nel 2008, è stata anche appannaggio della campagna elettorale
leghista: uno sfortunato corteo verde, nato “per ripulire Zingonia prima che
infetti i paesi vicini” è stato pacificamente bloccato dagli stessi migranti,
irritati, probabilmente, dallo sconcertante utilizzo del loro disagio
nell’ottica di un’insensata speculazione politica. Questo fatto, tuttavia,
ebbe notevoli ripercussioni mediatiche: su Zingonia si espressero addirittura
da Montecitorio e tutto ciò che ottenne questa “indignazione d’alto bordo”
furono una serie di tremende retate nei comprensori (più di cento i
carabinieri impegnati volta per volta, provenienti dai comandi di Bergamo,
Zogno, Treviglio e Milano) che null’altro conclusero se non la reclusione di
qualche irregolare (ricordiamoci la Bossi-Fini…) nei Centri di Permanenza
Temporanea di Milano e Gorizia. Gli spacciatori e i malavitosi, lo dicono gli
stessi abitanti, non sono così sprovveduti da abitare in quei palazzi, così
fatiscenti e ciclicamente nell’occhio del ciclone mediatico: se ne tengono ben
lontani, dribblando opportunamente le periodiche retate.</P>
<P>Si era parlato, sapete, dopo tutto questo assurdo clamore, della
possibilità, per Zingonia, di entrare in un “Contratto di Quartiere”,
stipulato tra la Regione Lombardia, gli assessorati dei comuni limitrofi e
fortemente caldeggiato dall’ultraleghista presidente della Provincia
bergamasca, Pietro Pirovano. Si parlava di “fondi trovati tra le pieghe del
bilancio”, di “necessaria riqualificazione” e “nuove strutture”. Peccato però
che il progetto sia stato giudicato in sintesi “troppo complesso”: forse
perché, oltre alla demolizione di immobili, prevedeva anche la costruzione di
centri d’integrazione, di strutture popolari con affitti calmierati e di
accompagnamento all’affitto per quegli inquilini rimasti senza casa in seguito
alle riqualificazioni. Per salvare faccia ed apparenza, quindi, la Regione
Lombardia ha ben pensato di inserire Zingonia nei progetti FAS (Fondo Aree
Sottosviluppate), snellendo gli obiettivi: i comprensori Athena saranno rasi
al suolo, verranno ampliate le aree commerciali e nessun accenno a futuri
propositi di edilizia popolare: gli alloggi ad affitto calmierato non saranno
edificabili “poiché si assisterebbe ad una perpetuazione del problema”. Ma la
vera perpetuazione del problema è un’altra, ben nascosta sotto l’ennesima
facciata dei buoni propositi: LA SPECULAZIONE. Vi dice nulla il nome di
Grossi, braccio della Compagnia delle Opere nonché costola economica di
Comunione e Liberazione? Ecco, parte del futuro cemento che annegherà
quest’”area”, arriverà proprio dalle sue betoniere. </P>
<P>Che strano.Nessun accenno, ovviamente, agli abitanti, racchiusi senza
distinzione sotto lo stemma di “problema” e alla meglio ritenuti come branco
indifferenziato di spacciatori e criminali. Nessuno si è scandalizzato,
infatti, dopo aver letto sui giornali che il giorno 3 dicembre 2009 è stato
effettuato il taglio dell’acqua per morosità ai complessi Athena 2 e 3 (l’1 si
è salvato grazie ad una fortuita colletta tra i condomini), dove tra l’altro
si vive senza riscaldamento da anni. Nessuno si è preoccupato del fatto che,
in realtà, molti condomini fossero effettivamente in regola con i pagamenti ed
i debiti derivassero dalle morosità pregresse degli inquilini precedenti.
Nessuno ha fatto caso alle svariate famiglie appena arrivate, disorientate e
confuse e senza acqua nel rubinetto. Nessuno si è interessato ai destini dei
bambini residenti, senza acqua calda: due tubi, posizionati all’esterno del
complesso in pieno inverno e la tranquillità del dovere compiuto (“non avevano
pagato le bollette”), hanno tranquillizzato numerose, troppe coscienze.</P>
<P>La reazione degli abitanti, comunque, non si è fatta attendere: un folto
gruppo di persone ha occupato la strada statale Francesca, al grido di “Acqua
e diritti per tutti!”, bloccando il traffico nell’ora di punta ed obbligando
il sindaco del Comune di Ciserano a programmare un incontro tra i
rappresentanti dei condomini senz’acqua ed i portavoce della BAS, società che
fornisce l’acqua, facente parte del gruppo A2A. Il rimborso complessivo
richiesto dalla società è altissimo ed ammonta a 400.000 euro. Dopo giorni di
estenuanti trattative, si è giunti ad un accordo: ciascun comprensorio dovrà
versare subito una quota parte di 2.500 euro e poi ciascun condomino si vedrà
arrivare a casa, oltre alla bolletta consueta, un bollettino per il versamento
della rata per il rientro del debito (circa 125 euro al mese in più per
appartamento oltre al normale pagamento per il consumo dell’acqua). Tutta
questa trafila, tremendamente burocratica, è comunque ancora dagli esiti
incerti: se gli inquilini prossimamente non rispetteranno il “Piano di
Rientro”, resteranno un’altra volta all’asciutto, l’attenzione è al massimo
livello.</P>
<P>C’era una volta Linda Davis, ventitré anni. “C’era una volta”, perché
adesso non c’è più: è morta il 22 dicembre 2009 in uno degli sbriciolati
appartamenti del complesso Athena, intossicata dal monossido di carbonio
prodotto dal braciere che utilizzava per scaldarsi in quelle stanze gelate,
senza riscaldamento per i debiti accumulati negli anni.</P>
<P>A2A, come un macigno durante una frana, è inesorabilmente passata sopra a
tutto: a Linda, alle difficili condizioni economiche delle famiglie di
Zingonia, alla problematica situazione dell’area stessa, a coloro che, al
grido di “ACQUA! ACQUA!”, invocavano i propri diritti seduti in mezzo ad una
strada. Ed eccola qui, la vera faccia della privatizzazione dell’acqua, il
vero disastroso marciume malamente nascosto dietro l’Articolo 15 del Decreto
Ronchi: l’esclusione sociale. Verranno infatti attaccati gli ultimi, i più
deboli, i più fragili, coloro che non potranno permetterselo, coloro che
verranno addirittura colpevolizzati poiché poveri.</P>
<P>C’era una volta Renzo Zingone , c’era una volta Linda Davis e c’è, ancora,
Zingonia, solcata da tutte quelle caratteristiche cicatrici che ricordano,
irrimediabilmente spesso, ciò che di peggio caratteristico c’è in Italia:
speculazione, assenza d’integrazione, mancanza di pianificazione, sviluppo
industriale incontrollato. Sopra tutto ciò, come una soffocante coltre di
nebbia, ecco a voi l’Indifferenza a far da padrona: il sentimento odioso del
Cittadino Bene che non sa vedere oltre una bolletta non pagata.<SPAN
class=global_userLink></SPAN></P>
<P><BR><SPAN class=global_userLink></SPAN></P>
<P><SPAN class=global_userLink>* <EM>pubblicato da Sottotraccia, rivista
universitaria della Statale di Milano</EM> </SPAN><A
href="http://sottotraccia.tk/"><STRONG><FONT
color=#000000>sottotraccia.tk</FONT></STRONG></A>;
sotto-traccia@inventati.org</P>
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<P></P>_______________________________________________<BR>Redditolavoro
mailing
list<BR>Redditolavoro@lists.ecn.org<BR>http://lists.ecn.org/mailman/listinfo/redditolavoro<BR></BLOCKQUOTE></BODY></HTML>