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<H1 class=titoloarticolo>Zingonia, si riaccende la guerra dell’acqua La protesta
dei residenti sbarca a Bergamo </H1>
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</DIV><SPAN class=img_left> </SPAN>2010-03-13 il giorno<BR>—ZINGONIA—<BR>IL
DEGRADO e l’incuria sono progrediti nel tempo, inesorabilmente e con l’avvento
dei grandi flussi migratori hanno creato, inevitabilmente, sacche di
emarginazine e di criminalità. Ed oggi Zingonia ( crocevia e frazione di cinque
Comuni: Verdellino, Verdello, Ciserano, Boltiere e Osio Sotto) è una vera e
propria “polveriera”, dove a regnare sovrani sono il diasgio e le tensioni
sociali. Simboli della Zingonia abbandonata a se stessa sono i condomìni Athena
e Anna dove a dicembre la Bas, l’ex municipalizzata che eroga il servizio
idrico, ha chiuso i rubinetti a causa di bollette non pagate per un importo
complessivo esorbitante: oltre 400 mila euro. E’ così iniziata la “guerra
dell’acqua”, che va avanti a singhiozzo ormai da tre mesi, con continue
sospensioni e riprese dell’erogazione nei diversi caseggiati, in base ai
pagamenti delle rate del debito, con intere famiglie che hanno i rubinetti
chiusi e che per lavarsi e per l’approvvigionamento idrico sono costrette a
scendere in strada e utilizzare la fontanella allestita dalla stessa
Bas.<BR><BR>QUESTA “GUERRA” è approdata ieri anche a Bergamo, di fronte alla
sede della società in via Suardi. Una trentina di residenti dei due palazzi, con
i rappresentanti dello Slai Cobas, ha dato vita ad un presidio di protesta per
contestare «le altissime rate mensili richieste dalla Bas, pari a quelle pagate
da una normale famiglia nel corso di un anno. Se anche solo un condomino non
versa la rata a fine mese, l’acqua viene staccata a tutto il palazzo,
costringendo chi vi abita ad approvvigionarsi tramite le fontanelle poste
all’esterno. Siamo qui – hanno spiegato i partecipanti alla manifestazione - per
richiedere un trattamento più umano e dignitoso». Con un esposto presentato
all’Asl, invece, i residenti hanno chiesto, oltre al «ripristino immediato
dell’acqua in tutti i condomini», l’intervento delle autorità sanitarie «per le
gravi condizioni igieniche in cui vivono decine di famiglie con bambini,
invalidi e anziani». <BR><BR>IL BRACCIO DI FERRO, cominciato il 3 dicembre
scorso, rischia di andare avanti ancora a lungo: «La situazione è in continua
evoluzione – spiega il sindaco di Ciserano, Enea Bagini - A dicembre, per
ottenere dalla Bas la ripresa del servizio, avevamo concordato un piano di
rateizzazione affinché, come avevamo spiegato agli inquilini, il debito potesse
venire pagato. Il risultato è che in tanti hanno preferito andarsene. Al
condominio Anna 1, per esempio, ci risultavano una quarantina di inquilini, più
una trentina di extracomunitari che andavano e venivano. Quando ci siamo recati
sul posto a febbraio ne abbiamo trovati solo una ventina. In pratica sono
spariti tutti, anche l’immigrato che era diventato una sorta di “capocasa” e
aveva il compito di raccogliere i soldi per pagare il debito: è partito per il
Senegal e non si è più visto». Intanto a gennaio il Comune ha cominciato a
mettere i sigilli agli appartamenti disabitati, mentre la Bas insiste per la
nomina di un amministratore: «Vogliamo – sostiene la società – un interlocutore
affidabile». Tale passaggio, come i responsabili di Bas hanno ribadito ieri ai
manifestanti, è indispensabile anche per procedere alle verifiche degli importi
delle bollette che, secondo i residenti, sono troppo alte: nei prossimi giorni i
tecnici verificheranno la presenza di eventuali perdite nelle tubature anche se,
qualora le rate non venissero regolarmente pagate, la società si è detta pronta
a nuove interruzioni del sociale. Alessandro Borelli.</FONT></DIV></BODY></HTML>