<!DOCTYPE HTML PUBLIC "-//W3C//DTD HTML 4.0 Transitional//EN">
<HTML><HEAD>
<META content="text/html; charset=windows-1252" http-equiv=Content-Type>
<META name=GENERATOR content="MSHTML 8.00.6001.18876">
<STYLE></STYLE>
</HEAD>
<BODY bgColor=#ffffff>
<DIV><FONT size=2 face=Arial>mi è piaciuta e l'ho messa sul blog!</FONT></DIV>
<BLOCKQUOTE
style="BORDER-LEFT: #000000 2px solid; PADDING-LEFT: 5px; PADDING-RIGHT: 0px; MARGIN-LEFT: 5px; MARGIN-RIGHT: 0px">
<DIV style="FONT: 10pt arial">----- Original Message ----- </DIV>
<DIV
style="FONT: 10pt arial; BACKGROUND: #e4e4e4; font-color: black"><B>From:</B>
<A title=slaicobascremona@gmail.com
href="mailto:slaicobascremona@gmail.com">SLAI Cobas Cremona</A> </DIV>
<DIV style="FONT: 10pt arial"><B>To:</B> <A title=redditolavoro@lists.ecn.org
href="mailto:redditolavoro@lists.ecn.org">redditolavoro@lists.ecn.org</A> ; <A
title=pane-rose@tiscali.it href="mailto:pane-rose@tiscali.it">il pane e le
rose</A> ; <A title=vivalabase@yahoogroups.com
href="mailto:vivalabase@yahoogroups.com">vivalabase</A> ; <A
title=infoslai@fastwebnet.it href="mailto:infoslai@fastwebnet.it">infoslai</A>
; <A title=ferrovierinlotta@yahoogroups.com
href="mailto:ferrovierinlotta@yahoogroups.com">ferrovierinlotta@yahoogroups.com</A>
; <A title=red_link@yahoogroups.com href="mailto:red_link@yahoogroups.com">red
link</A> </DIV>
<DIV style="FONT: 10pt arial"><B>Sent:</B> Saturday, March 13, 2010 1:06
PM</DIV>
<DIV style="FONT: 10pt arial"><B>Subject:</B> [Redditolavoro] Su la testa!
Scioperi e picchetti crescono nel farwest della logistica lombarda' uscito su
Senza Censura N.31 -marzo 2010</DIV>
<DIV><BR></DIV><B><FONT size=2 face=Verdana>SENZA CENSURA N. 31</FONT></B>
<DIV class=gmail_quote>
<P style="TEXT-ALIGN: justify; MARGIN-TOP: 0pt; MARGIN-BOTTOM: 0pt"
class=MsoNormal><SPAN style="TEXT-TRANSFORM: uppercase" lang=en-gb><B><FONT
size=2 face=Verdana>marzo</FONT></B></SPAN><B><FONT size=2 face=Verdana><SPAN
lang=EN-GB> 2010</SPAN></FONT></B></P>
<P style="TEXT-ALIGN: justify; MARGIN-TOP: 0pt; MARGIN-BOTTOM: 0pt"
class=MsoNormal> </P>
<P style="TEXT-ALIGN: justify; MARGIN-TOP: 0pt; MARGIN-BOTTOM: 0pt"
class=MsoNormal><FONT size=4><SPAN style="TEXT-TRANSFORM: uppercase"><B><FONT
face=Verdana>Su la testa!</FONT></B></SPAN></FONT></P>
<P
style="TEXT-ALIGN: justify; LINE-HEIGHT: 11pt; MARGIN-TOP: 0pt; MARGIN-BOTTOM: 0pt"
class=MsoNormal><FONT size=4><B><SPAN style="FONT-FAMILY: Verdana">Scioperi e
picchetti crescono nel far west della logistica lombarda</SPAN></B></FONT></P>
<P style="TEXT-ALIGN: justify; MARGIN-TOP: 0pt; MARGIN-BOTTOM: 0pt"
class=MsoNormal><SPAN style="FONT-FAMILY: Verdana"><FONT
size=2></FONT></SPAN> </P>
<P
style="TEXT-ALIGN: justify; LINE-HEIGHT: 11pt; MARGIN-TOP: 0pt; MARGIN-BOTTOM: 0pt"
class=MsoNormal><SPAN><I><SPAN style="FONT-FAMILY: Verdana"><FONT size=2>Dopo
la vittoria alla Fiege-Borruso di Brembio, un operaio che è qui presente mi ha
detto questa frase: “finalmente siamo riusciti ad alzare la testa”.
</FONT></SPAN></I></SPAN></P>
<P
style="TEXT-ALIGN: justify; LINE-HEIGHT: 11pt; MARGIN-TOP: 0pt; MARGIN-BOTTOM: 0pt"
class=MsoNormal><SPAN><I><SPAN style="FONT-FAMILY: Verdana"><FONT size=2>Io,
per parlare di Brembio, parlerò solo di questa frase, cercando di tirare i
punti essenziali e le cose importanti che credo dobbiamo ricordare per sempre.
</FONT></SPAN></I></SPAN></P>
<P
style="TEXT-ALIGN: justify; LINE-HEIGHT: 11pt; MARGIN-TOP: 0pt; MARGIN-BOTTOM: 0pt"
class=MsoNormal><SPAN><I><SPAN style="FONT-FAMILY: Verdana"><FONT
size=2>Finalmente siamo riusciti ad alzare la testa.
</FONT></SPAN></I></SPAN></P>
<P
style="TEXT-ALIGN: justify; LINE-HEIGHT: 11pt; MARGIN-TOP: 0pt; MARGIN-BOTTOM: 0pt"
class=MsoNormal><SPAN><I><SPAN style="FONT-FAMILY: Verdana"><FONT
size=2>“Finalmente”: finalmente si dice quando c’è una speranza, un sogno, lo
vuoi realizzare ma non riesci, ci provi ma non riesci mai.
</FONT></SPAN></I></SPAN></P>
<P
style="TEXT-ALIGN: justify; LINE-HEIGHT: 11pt; MARGIN-TOP: 0pt; MARGIN-BOTTOM: 0pt"
class=MsoNormal><SPAN><I><SPAN style="FONT-FAMILY: Verdana"><FONT size=2>Però
quando ci riesci dici: “finalmente”! “Siamo”: non ha detto “sono riuscito”, ha
detto “siamo riusciti”. Siamo vuol dire noi, vuol dire unità, vuol dire che
quel sogno non era solo suo ma anche di altri, e anche di tutti noi.
</FONT></SPAN></I></SPAN></P>
<P
style="TEXT-ALIGN: justify; LINE-HEIGHT: 11pt; MARGIN-TOP: 0pt; MARGIN-BOTTOM: 0pt"
class=MsoNormal><SPAN><I><SPAN style="FONT-FAMILY: Verdana"><FONT
size=2>“Riusciti”: vuol dire che puoi anche perdere, hai perso tante volte,
però questa volta sei riuscito. Quando “si riesce”, si cercano i motivi del
perché “sono riuscito”. Sono riusciti perché si sono ribellati, hanno voluto
cambiare le loro condizioni di vita, non hanno accettato lo sfruttamento.
</FONT></SPAN></I></SPAN></P>
<P
style="TEXT-ALIGN: justify; LINE-HEIGHT: 11pt; MARGIN-TOP: 0pt; MARGIN-BOTTOM: 0pt"
class=MsoNormal><SPAN><I><SPAN style="FONT-FAMILY: Verdana"><FONT
size=2>“Alzare” è un movimento: da una situazione giù, siamo saliti sopra
facendo la lotta tutti insieme. Quando si fa la lotta si sale di livello. Di
questo salire di livello ha bisogno tutta la classe operaia. Bisogna salire di
livello così puoi riuscire. Se tu stai lì non riuscirai mai; se sei solo, non
riuscirai mai, se siamo divisi rimaniamo sempre giù. Quando siamo uniti
saliamo un po’ sopra e per questo quando per esempio vai a fare una trattativa
riesci a dire ad un padrone che ha i miliardi: questo che fai per me fa
schifo, lo dobbiamo cambiare, non accetto queste condizioni. Vuol dire che sei
salito di livello. </FONT></SPAN></I></SPAN></P>
<P
style="TEXT-ALIGN: justify; LINE-HEIGHT: 11pt; MARGIN-TOP: 0pt; MARGIN-BOTTOM: 0pt"
class=MsoNormal><SPAN><I><SPAN style="FONT-FAMILY: Verdana"><FONT size=2>“La
testa”: vuol dire intelligenza, vuol dire pensare per esempio. Dice (credo)
Descartes: “io penso quindi sono”; quindi facendo la lotta ed essendo riuscito
prima ero nullo, non ero nessuno, adesso sono, sono qualcuno, sono in una
classe che ha alzato la testa, che ha ottenuto il rispetto. Siamo riusciti
tutti ad alzare la testa, facciamo in modo di non abbassarla
mai».</FONT></SPAN></I></SPAN></P>
<P style="LINE-HEIGHT: 11pt; MARGIN-TOP: 0pt; MARGIN-BOTTOM: 0pt"
class=MsoNormal align=justify><SPAN><I><SPAN
style="FONT-FAMILY: Verdana"><FONT size=2>(Da un intervento in assemblea di un
operaio di una cooperativa in appalto presso un deposito logistico di
Turate)</FONT></SPAN></I></SPAN></P>
<P
style="TEXT-ALIGN: justify; LINE-HEIGHT: 11pt; MARGIN-TOP: 0pt; MARGIN-BOTTOM: 0pt"
class=MsoNormal><SPAN><SPAN style="FONT-FAMILY: Verdana"><FONT
size=2></FONT></SPAN></SPAN> </P>
<DIV>
<TABLE cellSpacing=0 cellPadding=0 align=left vspace="0" hspace="0">
<TBODY>
<TR>
<TD
style="PADDING-BOTTOM: 0cm; PADDING-LEFT: 0cm; PADDING-RIGHT: 0cm; PADDING-TOP: 0cm"
vAlign=top align=left>
<P
style="TEXT-ALIGN: justify; LINE-HEIGHT: 11pt; MARGIN-TOP: 0pt; MARGIN-BOTTOM: 0pt"
class=MsoNormal><SPAN><SPAN style="FONT-FAMILY: Verdana"><FONT
size=2>N</FONT></SPAN></SPAN></P></TD></TR></TBODY></TABLE></DIV>
<P
style="TEXT-ALIGN: justify; LINE-HEIGHT: 11pt; MARGIN-TOP: 0pt; MARGIN-BOTTOM: 0pt"
class=MsoNormal><SPAN><SPAN style="FONT-FAMILY: Verdana"><FONT size=2>el
numero 28 di SC abbiamo cercato di fornire un quadro delle lotte che stanno
interessando il settore della logistica lombarda, attraverso l’esperienza
vincente degli operai della Bennet di Origgio. </FONT></SPAN></SPAN></P>
<P
style="TEXT-ALIGN: justify; LINE-HEIGHT: 11pt; MARGIN-TOP: 0pt; MARGIN-BOTTOM: 0pt"
class=MsoNormal><SPAN><SPAN style="FONT-FAMILY: Verdana"><FONT size=2>Torniamo
sull’argomento perché come concludevamo in quell’articolo, la parola d’ordine
“fare come a Origgio” si è concretizzata in una serie di scioperi, picchetti,
vertenze che hanno interessato altre cooperative in appalto presso importanti
magazzini logistici della cintura milanese. Attraverso una breve cronistoria
degli episodi più salienti (1)<B>,</B> vogliamo ripercorrere questo ciclo di
lotte sforzandoci di evidenziarne alcuni nodi essenziali che possono fornire
elementi di dibattito intorno alla capacità di diffusione, alle modalità e
alla composizione di classe che ne è protagonista (2).
</FONT></SPAN></SPAN></P>
<P
style="TEXT-ALIGN: justify; LINE-HEIGHT: 11pt; MARGIN-TOP: 0pt; MARGIN-BOTTOM: 0pt"
class=MsoNormal><SPAN><SPAN style="FONT-FAMILY: Verdana"><FONT size=2>In
quest’ottica conviene fare qualche passo indietro, più precisamente al 2005,
quando cominciò ad emergere all’ortomercato di Milano la situazione drammatica
dei lavoratori; una realtà caratterizzata dal ricorso massiccio al lavoro
nero, e dall’utilizzo sempre più intenso di imprese e cooperative spuntate
come funghi specializzate nella fornitura di manodopera, per lo più immigrata,
a costi bassissimi. </FONT></SPAN></SPAN></P>
<P
style="TEXT-ALIGN: justify; LINE-HEIGHT: 11pt; MARGIN-TOP: 0pt; MARGIN-BOTTOM: 0pt"
class=MsoNormal><SPAN><SPAN style="FONT-FAMILY: Verdana"><FONT size=2>La
SO.GE.MI, società che gestisce il mercato ortofrutticolo per conto del comune
di Milano, per bieco interesse tollera una situazione completamente senza
regole dove sono all’ordine del giorno caporalato, licenziamenti arbitrari,
ritmi e carichi insostenibili, continue intimidazioni. Situazione in cui è
avvenuto anche un attentato contro un delegato alla sicurezza. Stanchi di
subire questo inferno (3)<B>,</B> un gruppo di lavoratori (Movimento Autonomo
Lavoratori Ortomercato) muove i primi passi attraverso volantini di denuncia,
raccolta di firme, scioperi, attorno ai quali comincia a consolidarsi un
tessuto sociale formato principalmente da altri lavoratori, studenti, compagni
del movimento, sindacati di base (su tutti lo SLAI COBAS).
</FONT></SPAN></SPAN></P>
<P
style="TEXT-ALIGN: justify; LINE-HEIGHT: 11pt; MARGIN-TOP: 0pt; MARGIN-BOTTOM: 0pt"
class=MsoNormal><SPAN><SPAN style="FONT-FAMILY: Verdana"><FONT size=2>Questo
connubio di esperienze, sommato alla determinazione dei lavoratori,
contribuisce a tenere alta l’attenzione sull’ortomercato con una serie di
mobilitazioni che si susseguiranno fino all’estate 2008 (4).
</FONT></SPAN></SPAN></P>
<P
style="TEXT-ALIGN: justify; LINE-HEIGHT: 11pt; MARGIN-TOP: 0pt; MARGIN-BOTTOM: 0pt"
class=MsoNormal><SPAN><SPAN style="FONT-FAMILY: Verdana"><FONT size=2>Aldilà
dei risultati conseguiti (la situazione all’ortomercato è ancora gravissima)
qualcosa comincia a muoversi. Va pian piano delineandosi la componente
avversaria: un intreccio di multinazionali, cooperative fantasma,
organizzazioni mafiose coperte dalle istituzioni a vari livelli.
Parallelamente inizia a svilupparsi un embrione di movimento che coglie
l’importanza della posta in gioco e la necessità di supportare nella pratica,
e non di sostituire, proletari immigrati che di fronte al nulla da perdere
optano decisamente verso la lotta. </FONT></SPAN></SPAN></P>
<P
style="TEXT-ALIGN: justify; LINE-HEIGHT: 11pt; MARGIN-TOP: 0pt; MARGIN-BOTTOM: 0pt"
class=MsoNormal><SPAN><SPAN style="FONT-FAMILY: Verdana"><FONT size=2>Anche
perché altre situazioni simili stanno esplodendo: è il caso della DHL a
Corteolona, una big della logistica internazionale che deve gli altissimi
fatturati, alla faccia della crisi, all’utilizzo, tramite le solite
cooperative, di manodopera sottopagata, vessata, ricattata, in questo caso con
l’evidente complicità della CISL. Due scioperi con relativo blocco delle
merci, hanno provocato la reazione di capetti, ruffiani, e sgherri del genere
che con violenze e minacce tentano inutilmente di interrompere il picchetto.
</FONT></SPAN></SPAN></P>
<P
style="TEXT-ALIGN: justify; LINE-HEIGHT: 11pt; MARGIN-TOP: 0pt; MARGIN-BOTTOM: 0pt"
class=MsoNormal><SPAN><SPAN style="FONT-FAMILY: Verdana"><FONT size=2>Anche
alla DHL la partita è ancora aperta, ma la battaglia di Corteolona ha lanciato
un sasso che verrà raccolto dagli operai della Bennet di Origgio. Come abbiamo
detto, lì sappiamo com’è andata; ci interessa piuttosto fare alcune
considerazioni. Quella che è scesa in campo è fondamentalmente una componente
immigrata, un mosaico di culture, storie ed esperienze assai diverse:
nordafricani, pakistani, srilankesi, rumeni, eritrei, sudamericani, ecc., di
prima come di terza generazione, segnati da un’esistenza continuamente in
bilico tra una pseudo-integrazione e la minaccia di espulsione, passando per
l’internamento nei CIE. Molti di loro, fuori dalle dinamiche di partito o
sindacato confederale, anzi constatatane la completa inutilità, hanno affidato
le loro speranze alla lotta cercando e trovando una sponda sindacale e di
movimento determinanti per la tenuta e la continuità di un cammino aspro, ma
alla fine (l’unico) vincente. Inoltre, quello che va sedimentandosi è un
movimento che tende ad allargarsi e a rafforzarsi ad ogni picchetto: una sorta
di passaparola sotterraneo si alimenta da deposito a deposito, circola per le
strade o sul web, man mano che le azioni di lotta costringono i padroni a
trattare, o a fare concessioni. </FONT></SPAN></SPAN></P>
<P
style="TEXT-ALIGN: justify; LINE-HEIGHT: 11pt; MARGIN-TOP: 0pt; MARGIN-BOTTOM: 0pt"
class=MsoNormal><SPAN><SPAN style="FONT-FAMILY: Verdana"><FONT size=2>Così, se
ad Origgio sono serviti 7 picchetti per conseguire risultati notevoli, viste
le condizioni precedenti, agli operai della Fiege-Borruso di Brembio ne è
bastato uno (si è concluso con una carica della celere con l’arresto di un
sindacalista dello SLAI e di un operaio, subito rilasciati dopo un presidio di
protesta), mentre alla Bennet di Turate è stata sufficiente la minaccia dello
sciopero. </FONT></SPAN></SPAN></P>
<P
style="TEXT-ALIGN: justify; LINE-HEIGHT: 11pt; MARGIN-TOP: 0pt; MARGIN-BOTTOM: 0pt"
class=MsoNormal><SPAN><SPAN style="FONT-FAMILY: Verdana"><FONT size=2>E’ un
dato di fatto che anche in altre cooperative della logistica cresce il numero
di quelli che vogliono organizzarsi per difendere la propria dignità e i
propri diritti, ma quello che più conta, è che tra mille difficoltà scelgono
di farlo fuori da iniziative simboliche o di facciata, fuori da logiche
caritatevoli o di rassegnazione. </FONT></SPAN></SPAN></P>
<P
style="TEXT-ALIGN: justify; LINE-HEIGHT: 11pt; MARGIN-TOP: 0pt; MARGIN-BOTTOM: 0pt"
class=MsoNormal><SPAN><SPAN style="FONT-FAMILY: Verdana"><FONT size=2>Hanno
capito che per ottenere qualcosa bisogna far male ai padroni e stanno
mirabilmente sperimentando come far male, tanto che i padroni se ne sono
accorti e all’ultimo presidio: il 12 febbraio ci sono voluti un centinaio di
sbirri per far passare i camion a scaricare le merci alla GLS di Cerro Lambro,
poliziotti e carabinieri in tenuta anti-sommossa che non hanno esitato a
caricare più volte gli operai per liberare il cancello dal blocco. Un
innalzamento repressivo che seppure scontato, anche per le dimensioni della
GLS, rappresenta un chiaro segnale per le mobilitazioni future (5). In questo
contesto, dalle giornate di lotta a Brembio, c’è una decisa tendenza a
strutturarsi in modo più stabile e permanente come comitato d’appoggio alle
lotte nella logistica. </FONT></SPAN></SPAN></P>
<P
style="TEXT-ALIGN: justify; LINE-HEIGHT: 11pt; MARGIN-TOP: 0pt; MARGIN-BOTTOM: 0pt"
class=MsoNormal><SPAN><SPAN style="FONT-FAMILY: Verdana"><FONT size=2>Quella
che segue è l’intervista ad un lavoratore di una cooperativa in appalto a un
deposito di Turate.</FONT></SPAN></SPAN></P>
<P
style="TEXT-ALIGN: justify; LINE-HEIGHT: 11pt; MARGIN-TOP: 0pt; MARGIN-BOTTOM: 0pt"
class=MsoNormal><SPAN><SPAN style="FONT-FAMILY: Verdana"><FONT
size=2></FONT></SPAN></SPAN> </P>
<P
style="TEXT-ALIGN: justify; LINE-HEIGHT: 11pt; MARGIN-TOP: 0pt; MARGIN-BOTTOM: 0pt"
class=MsoNormal><SPAN><I><SPAN style="FONT-FAMILY: Verdana"><FONT size=2>Quali
sono stati i passaggi decisivi della vostra lotta a Turate? Quali risultati
avete ottenuto in concreto?</FONT></SPAN></I></SPAN></P>
<P
style="TEXT-ALIGN: justify; LINE-HEIGHT: 11pt; MARGIN-TOP: 0pt; MARGIN-BOTTOM: 0pt"
class=MsoNormal><SPAN><SPAN style="FONT-FAMILY: Verdana"><FONT size=2>Dopo il
licenziamento di un operaio per motivi futili, dal momento che c’erano già
stati licenziamenti facili e tutti noi avevamo sfiducia nei sindacati
confederali, questo ragazzo si è rivolto allo SLAI-COBAS. Avevamo saputo
dell’esperienza di Origgio, un’esperienza vincente, quindi abbiamo continuato
la solidarietà, iscrivendoci allo SLAI COBAS e con lo scopo di far rientrare
il nostro compagno al lavoro. </FONT></SPAN></SPAN></P>
<P
style="TEXT-ALIGN: justify; LINE-HEIGHT: 11pt; MARGIN-TOP: 0pt; MARGIN-BOTTOM: 0pt"
class=MsoNormal><SPAN><SPAN style="FONT-FAMILY: Verdana"><FONT size=2>Eravamo
stanchi di assistere al licenziamento di tanti nostri compagni senza poter
fare niente, per i soliti motivi, ad esempio per aver tardato o prolungato la
pausa di qualche minuto. Così abbiamo deciso di fermare questi licenziamenti
facili e abbiamo iniziato le trattative; siamo entrati in stato di agitazione,
ma ancor prima di fare lo sciopero l’azienda ha preferito trattare e abbiamo
ottenuto il rientro di questo operaio. </FONT></SPAN></SPAN></P>
<P
style="TEXT-ALIGN: justify; LINE-HEIGHT: 11pt; MARGIN-TOP: 0pt; MARGIN-BOTTOM: 0pt"
class=MsoNormal><SPAN><SPAN style="FONT-FAMILY: Verdana"><FONT size=2>Altri
tre operai licenziati ingiustamente si sono rivolti a noi e siamo riusciti a
fare rientrare anche loro. Poi abbiamo deciso che non si poteva stare zitti
sugli altri problemi che riguardavano la cooperativa: abbiamo cercato di
ottenere più tutela economica, sulla sicurezza, sulla salute. Tra le altre
cose, abbiamo mandato via un capetto che trattava le persone con linguaggio
offensivo e maleducato, una volta ci siamo fermati tutti costringendo la
cooperativa ad allontanarlo altrove, visto che maltrattava gli operai.
</FONT></SPAN></SPAN></P>
<P
style="TEXT-ALIGN: justify; LINE-HEIGHT: 11pt; MARGIN-TOP: 0pt; MARGIN-BOTTOM: 0pt"
class=MsoNormal><SPAN><SPAN style="FONT-FAMILY: Verdana"><FONT size=2>Sono
piccole vittorie che ci hanno spinto ad andare avanti per cercare di tutelarci
anche su altre cose, come fare chiarezza sulla busta paga: tra operai si è
visto che non pagavano tutte le ore, o le malattie, quindi anche su questo ci
siamo mossi per fare qualcosa, per mettere a posto le cose come dovevano
essere, abbiamo deciso di affrontarle tutti uniti.</FONT></SPAN></SPAN></P>
<P
style="TEXT-ALIGN: justify; LINE-HEIGHT: 11pt; MARGIN-TOP: 0pt; MARGIN-BOTTOM: 0pt"
class=MsoNormal><SPAN><SPAN style="FONT-FAMILY: Verdana"><FONT
size=2></FONT></SPAN></SPAN> </P>
<P
style="TEXT-ALIGN: justify; LINE-HEIGHT: 11pt; MARGIN-TOP: 0pt; MARGIN-BOTTOM: 0pt"
class=MsoNormal><SPAN><I><SPAN style="FONT-FAMILY: Verdana"><FONT size=2>Come
hai sottolineato prima, gli scioperi e i picchetti alla Bennet di Origgio si
sono dimostrati un’arma vincente. Credi che abbiano influito sulle lotte che
sono seguite a Turate, a Brembio, a Cerro Lambro,
ecc?</FONT></SPAN></I></SPAN></P>
<P
style="TEXT-ALIGN: justify; LINE-HEIGHT: 11pt; MARGIN-TOP: 0pt; MARGIN-BOTTOM: 0pt"
class=MsoNormal><SPAN><SPAN style="FONT-FAMILY: Verdana"><FONT size=2>Noi
siamo venuti a sapere di Origgio innanzitutto perché geograficamente è vicino
a Turate, circa 5 km, poi anche perché trovandosi tra amici si parla, ci si
racconta come vanno le cose; quando da noi ci sono stati dei problemi abbiamo
cercato di capire quale fosse il sindacato giusto. Abbiamo guardato anche su
internet e c’era l’esperienza di Origgio, così abbiamo contattato quei ragazzi
che ci hanno spiegato quante cose erano cambiate da loro.
</FONT></SPAN></SPAN></P>
<P
style="TEXT-ALIGN: justify; LINE-HEIGHT: 11pt; MARGIN-TOP: 0pt; MARGIN-BOTTOM: 0pt"
class=MsoNormal><SPAN><SPAN style="FONT-FAMILY: Verdana"><FONT size=2>Quando
gli abbiamo raccontato la nostra situazione, ci hanno detto che anche da loro
era così, ma che sono riusciti a cambiarla: questo è stato importante per
farci capire che eravamo sulla strada giusta. </FONT></SPAN></SPAN></P>
<P
style="TEXT-ALIGN: justify; LINE-HEIGHT: 11pt; MARGIN-TOP: 0pt; MARGIN-BOTTOM: 0pt"
class=MsoNormal><SPAN><SPAN style="FONT-FAMILY: Verdana"><FONT size=2>Quegli
scioperi sono serviti, eccome. Sono serviti per svelare lo sfruttamento che
c’è nelle cooperative (molti dicono: “io non sapevo che lì succedessero queste
cose, pensavo che andasse tutto bene...”). </FONT></SPAN></SPAN></P>
<P
style="TEXT-ALIGN: justify; LINE-HEIGHT: 11pt; MARGIN-TOP: 0pt; MARGIN-BOTTOM: 0pt"
class=MsoNormal><SPAN><SPAN style="FONT-FAMILY: Verdana"><FONT size=2>Questi
scioperi sono un’opportunità per gli operai a dire le cose come stanno
realmente, a denunciare le irregolarità, le illegalità, lo sfruttamento, e
soprattutto a creare solidarietà da parte di altri
lavoratori.</FONT></SPAN></SPAN></P>
<P
style="TEXT-ALIGN: justify; LINE-HEIGHT: 11pt; MARGIN-TOP: 0pt; MARGIN-BOTTOM: 0pt"
class=MsoNormal><SPAN><SPAN style="FONT-FAMILY: Verdana"><FONT
size=2></FONT></SPAN></SPAN> </P>
<P
style="TEXT-ALIGN: justify; LINE-HEIGHT: 11pt; MARGIN-TOP: 0pt; MARGIN-BOTTOM: 0pt"
class=MsoNormal><SPAN><I><SPAN style="FONT-FAMILY: Verdana"><FONT size=2>Che
idea ti sei fatto della CGIL, visto il suo doppio ruolo: formalmente a difesa
dei lavoratori, in realtà in diversi casi a capo delle cooperative dove si
lavorava a condizioni disumane? E sull’attività sindacale in
genere?</FONT></SPAN></I></SPAN></P>
<P
style="TEXT-ALIGN: justify; LINE-HEIGHT: 11pt; MARGIN-TOP: 0pt; MARGIN-BOTTOM: 0pt"
class=MsoNormal><SPAN><SPAN style="FONT-FAMILY: Verdana"><FONT size=2>Basti
pensare che il presidente della nostra cooperativa è un’ex sindacalista della
CGIL: come si fa ad andare a chiedere alla CGIL di far rispettare i nostri
diritti quando chi li calpesta è uno di loro? Io lavoro lì da quasi tre anni;
lavoratori che ci sono da più anni di me mi hanno raccontato che quando si
sono rivolti alla CGIL (o a CISL e UIL) per le trattative, si creava subito
amicizia tra loro e i dirigenti. Il presidente, i capi, e all’interno non
cambiava mai niente; quindi hanno perso fiducia in questo sindacato, lo
considerano la mano destra del padrone. Per questo per molto tempo siamo stati
lontani da CGIL, CISL e UIL, perché sappiamo che anche se vengono non cambiano
niente. </FONT></SPAN></SPAN></P>
<P
style="TEXT-ALIGN: justify; LINE-HEIGHT: 11pt; MARGIN-TOP: 0pt; MARGIN-BOTTOM: 0pt"
class=MsoNormal><SPAN><SPAN style="FONT-FAMILY: Verdana"><FONT size=2>Invece,
dopo aver visto l’esperienza vincente di Origgio ci siamo detti: forse c’è un
altro tipo di sindacato in Italia che può aiutarci ad uscire dai nostri
problemi. Da allora posso dire che fare attività sindacale aiuta moltissimo, a
cominciare dalla giusta retribuzione, perché sei di fronte ad una paga misera
rispetto al costo reale della vita. </FONT></SPAN></SPAN></P>
<P
style="TEXT-ALIGN: justify; LINE-HEIGHT: 11pt; MARGIN-TOP: 0pt; MARGIN-BOTTOM: 0pt"
class=MsoNormal><SPAN><SPAN style="FONT-FAMILY: Verdana"><FONT size=2>Ma non è
solo un problema economico, è anche un problema di dignità della vita: come
operaio vali un po’ di più, non vieni maltrattato come prima. Anche sul piano
della salute non permettiamo più che si facciano turni insostenibili o lavori
molto pesanti o ad una certa velocità. L’attività sindacale aiuta anche come
informazione perché tanti lavoratori non conoscono i propri diritti.
</FONT></SPAN></SPAN></P>
<P
style="TEXT-ALIGN: justify; LINE-HEIGHT: 11pt; MARGIN-TOP: 0pt; MARGIN-BOTTOM: 0pt"
class=MsoNormal><SPAN><SPAN style="FONT-FAMILY: Verdana"><FONT size=2>Quando
tu non sai i tuoi diritti, non li chiedi. Incontrandoti con altre realtà in
lotta, altri operai che fanno già questa attività sindacale, conosci i tuoi
diritti e li puoi rivendicare.</FONT></SPAN></SPAN></P>
<P
style="TEXT-ALIGN: justify; LINE-HEIGHT: 11pt; MARGIN-TOP: 0pt; MARGIN-BOTTOM: 0pt"
class=MsoNormal><SPAN><SPAN style="FONT-FAMILY: Verdana"><FONT
size=2></FONT></SPAN></SPAN> </P>
<P
style="TEXT-ALIGN: justify; LINE-HEIGHT: 11pt; MARGIN-TOP: 0pt; MARGIN-BOTTOM: 0pt"
class=MsoNormal><SPAN><I><SPAN style="FONT-FAMILY: Verdana"><FONT
size=2>Personalmente abbiamo partecipato ad alcuni dei recenti scioperi e
abbiamo constatato l‘efficacia dei picchetti per raggiungere gli obbiettivi
della lotta. Ci puoi parlare dei momenti di lotta che non vediamo, quelli che
avvengono all’interno del posto di lavoro?</FONT></SPAN></I></SPAN></P>
<P
style="TEXT-ALIGN: justify; LINE-HEIGHT: 11pt; MARGIN-TOP: 0pt; MARGIN-BOTTOM: 0pt"
class=MsoNormal><SPAN><SPAN style="FONT-FAMILY: Verdana"><FONT size=2>Oltre
alle lotte all’esterno, c’è innanzitutto una lotta che ogni lavoratore anche
individualmente deve fare all’interno: deve rifiutare di essere maltrattato,
di vendere la propria salute e la propria dignità. Ci sono lavoratori che sono
ricattati e purtroppo sono costretti a vendere la propria salute e dignità.
Abbiamo cercato di far capire che dignità e salute non sono in vendita. Questo
lo facciamo ogni giorno all’interno del posto di lavoro perché alcuni
lavoratori hanno paura, hanno bisogno di fiducia. </FONT></SPAN></SPAN></P>
<P
style="TEXT-ALIGN: justify; LINE-HEIGHT: 11pt; MARGIN-TOP: 0pt; MARGIN-BOTTOM: 0pt"
class=MsoNormal><SPAN><SPAN style="FONT-FAMILY: Verdana"><FONT size=2>Ad
esempio, per fare fronte ai lavori e ai turni insostenibili abbiamo creato una
commissione formata da un lavoratore per ogni reparto in cui si parla di che
cosa si può fare per evitare di rovinare la salute con un dato tipo di lavoro:
sappiamo che se è fatto in un certo modo non danneggia la salute. Nella
commissione gli operai danno un’opinione su come va svolto il lavoro:
rotazioni per certe attività e disponibilità di lavoratori a sostituirne altri
per non fare troppi straordinari che sono massacranti.
</FONT></SPAN></SPAN></P>
<P
style="TEXT-ALIGN: justify; LINE-HEIGHT: 11pt; MARGIN-TOP: 0pt; MARGIN-BOTTOM: 0pt"
class=MsoNormal><SPAN><SPAN style="FONT-FAMILY: Verdana"><FONT size=2>Rispetto
al rapporto con i cosiddetti responsabili (capetti) abbiamo ribadito la nostra
ferma opinione: non si grida più perché non siamo degli animali. Se ci sono
dei problemi se ne discute, si parla. Se un responsabile grida o usa un
linguaggio offensivo, viene subito fermato fino al punto di organizzare uno
sciopero. Anche se per adesso non è stato necessario perché i responsabili
hanno abbassato la cresta.</FONT></SPAN></SPAN></P>
<P
style="TEXT-ALIGN: justify; LINE-HEIGHT: 11pt; MARGIN-TOP: 0pt; MARGIN-BOTTOM: 0pt"
class=MsoNormal><SPAN><SPAN style="FONT-FAMILY: Verdana"><FONT
size=2></FONT></SPAN></SPAN> </P>
<P
style="TEXT-ALIGN: justify; LINE-HEIGHT: 11pt; MARGIN-TOP: 0pt; MARGIN-BOTTOM: 0pt"
class=MsoNormal><SPAN><I><SPAN style="FONT-FAMILY: Verdana"><FONT
size=2>Sempre ai picchetti, non è passato inosservato il fatto che la
stragrande maggioranza dei lavoratori coinvolti è immigrata. Credi che le
modalità e gli obbiettivi delle lotte in corso nella logistica abbiano unito i
lavoratori o prevale comunque la comunità di
appartenenza?</FONT></SPAN></I></SPAN></P>
<P
style="TEXT-ALIGN: justify; LINE-HEIGHT: 11pt; MARGIN-TOP: 0pt; MARGIN-BOTTOM: 0pt"
class=MsoNormal><SPAN><SPAN style="FONT-FAMILY: Verdana"><FONT size=2>I nostri
obbiettivi cerchiamo di raggiungerli tutti insieme, a prescindere dalla razza
o dalla religione. I padroni, i capi, cercano di dividere i lavoratori perché
hanno paura dell’unità tra gli operai. La conflittualità tra di noi crea
debolezza, si crea la cosiddetta guerra tra poveri: facciamo la guerra tra di
noi e loro ci sfruttano come vogliono. </FONT></SPAN></SPAN></P>
<P
style="TEXT-ALIGN: justify; LINE-HEIGHT: 11pt; MARGIN-TOP: 0pt; MARGIN-BOTTOM: 0pt"
class=MsoNormal><SPAN><SPAN style="FONT-FAMILY: Verdana"><FONT size=2>Grazie a
queste lotte abbiamo capito che la divisione non fa altro che indebolirci, ci
fa fare passi indietro, peggiora ulteriormente le nostre
condizioni.</FONT></SPAN></SPAN></P>
<P
style="TEXT-ALIGN: justify; LINE-HEIGHT: 11pt; MARGIN-TOP: 0pt; MARGIN-BOTTOM: 0pt"
class=MsoNormal><SPAN><SPAN style="FONT-FAMILY: Verdana"><FONT
size=2></FONT></SPAN></SPAN> </P>
<P
style="TEXT-ALIGN: justify; LINE-HEIGHT: 11pt; MARGIN-TOP: 0pt; MARGIN-BOTTOM: 0pt"
class=MsoNormal><SPAN><I><SPAN style="FONT-FAMILY: Verdana"><FONT size=2>Per
molti immigrati la questione del lavoro è strettamente legata al permesso di
soggiorno: questa realtà fa affiorare situazioni limite, come la rivolta dei
braccianti di Rosarno, o le centinaia di immigrati non in regola rinchiusi nei
lager conosciuti come CIE. Quali sono le vostre riflessioni in
proposito?</FONT></SPAN></I></SPAN></P>
<P
style="TEXT-ALIGN: justify; LINE-HEIGHT: 11pt; MARGIN-TOP: 0pt; MARGIN-BOTTOM: 0pt"
class=MsoNormal><SPAN><SPAN style="FONT-FAMILY: Verdana"><FONT size=2>Di
questo livello parliamo poco, è un problema politico più che sindacale. Queste
cose, se da una parte ci rendono tristi, dall’altra ci danno anche coraggio.
Vedere la situazione di operai come a Rosarno, situazione dove ci sono solo
doveri e non diritti ci rende coraggiosi; vuol dire che dobbiamo lottare,
pretendere il rispetto dei nostri diritti, informarci ancora di più per non
trovarci anche noi a quei livelli. </FONT></SPAN></SPAN></P>
<P
style="TEXT-ALIGN: justify; LINE-HEIGHT: 11pt; MARGIN-TOP: 0pt; MARGIN-BOTTOM: 0pt"
class=MsoNormal><SPAN><SPAN style="FONT-FAMILY: Verdana"><FONT size=2>Le cose
che facciamo qui le facciamo anche per la società in generale, non si devono
verificare un giorno situazioni del genere anche in Lombardia solo perché
siamo stati zitti. </FONT></SPAN></SPAN></P>
<P
style="TEXT-ALIGN: justify; LINE-HEIGHT: 11pt; MARGIN-TOP: 0pt; MARGIN-BOTTOM: 0pt"
class=MsoNormal><SPAN><SPAN style="FONT-FAMILY: Verdana"><FONT
size=2></FONT></SPAN></SPAN> </P>
<P
style="TEXT-ALIGN: justify; LINE-HEIGHT: 11pt; MARGIN-TOP: 0pt; MARGIN-BOTTOM: 0pt"
class=MsoNormal><SPAN><I><SPAN style="FONT-FAMILY: Verdana"><FONT
size=2>Vorrei concludere con una domanda un po’ personale. Tu sei in Italia
ormai da diversi anni, ma ti chiedo se ti ricordi qualche esperienza di lotta
vissuta direttamente o indirettamente nel tuo paese di origine, il Marocco, e
le differenze che hai riscontrato rispetto
all’Italia…</FONT></SPAN></I></SPAN></P>
<P
style="TEXT-ALIGN: justify; LINE-HEIGHT: 11pt; MARGIN-TOP: 0pt; MARGIN-BOTTOM: 0pt"
class=MsoNormal><SPAN><SPAN style="FONT-FAMILY: Verdana"><FONT size=2>Mi
ricordo, per esempio, di quando ero all’università: gli studenti si riunivano,
cercavano di organizzare delle lotte. Lì ho cominciato a capire che l’essere
umano deve avere degli obbiettivi, dei valori per cui vale la pena vivere, per
cui vale la pena combattere e alzare la voce. Non solo nella singola realtà,
ma anche a livello nazionale ed internazionale. </FONT></SPAN></SPAN></P>
<P
style="TEXT-ALIGN: justify; LINE-HEIGHT: 11pt; MARGIN-TOP: 0pt; MARGIN-BOTTOM: 0pt"
class=MsoNormal><SPAN><SPAN style="FONT-FAMILY: Verdana"><FONT size=2>Ho visto
ad esempio le manifestazioni che ci sono state dopo l’invasione del Kosovo, o
le manifestazioni che ci sono state durante le guerre in Palestina o in Iraq e
questo ti rimane dentro: che ne vale la pena denunciare queste realtà.
</FONT></SPAN></SPAN></P>
<P
style="TEXT-ALIGN: justify; LINE-HEIGHT: 11pt; MARGIN-TOP: 0pt; MARGIN-BOTTOM: 0pt"
class=MsoNormal><SPAN><SPAN style="FONT-FAMILY: Verdana"><FONT size=2>A
differenza che qui in Italia, però ho anche visto che da noi le lotte vengono
represse molto duramente. Nelle manifestazioni sparano i proiettili di gomma e
anche dopo che sono finite, compiono arresti casa per casa alla ricerca dei
più attivi, anche se non hanno partecipato a quelle manifestazioni. Ad ogni
modo le lotte ci sono anche lì e fanno quel che possono per cambiare lo stato
di cose. </FONT></SPAN></SPAN></P>
<P
style="TEXT-ALIGN: justify; LINE-HEIGHT: 11pt; MARGIN-TOP: 0pt; MARGIN-BOTTOM: 0pt"
class=MsoNormal><SPAN><SPAN style="FONT-FAMILY: Verdana"><FONT
size=2>Ultimamente ho sentito dire che c’è più democrazia anche in quei paesi,
io lo spero. Ogni cittadino deve avere il diritto di esprimere la sua
opinione. Se tutti noi abbiamo sempre la stessa opinione la vita è
brutta…</FONT></SPAN></SPAN></P>
<P
style="TEXT-ALIGN: justify; LINE-HEIGHT: 11pt; MARGIN-TOP: 0pt; MARGIN-BOTTOM: 0pt"
class=MsoNormal><SPAN><SPAN style="FONT-FAMILY: Verdana"><FONT
size=2></FONT></SPAN></SPAN> </P>
<P
style="TEXT-ALIGN: justify; LINE-HEIGHT: 11pt; MARGIN-TOP: 0pt; MARGIN-BOTTOM: 0pt"
class=MsoNormal><SPAN><SPAN style="FONT-FAMILY: Verdana"><FONT
size=2>Note:</FONT></SPAN></SPAN></P>
<P style="MARGIN-TOP: 0pt; MARGIN-BOTTOM: 0pt" align=justify><FONT size=1
face=Verdana>(1) Senza contare i micro-episodi per cui molti lavoratori
si sono rivolti ai sindacati confederali, senza ottenere alcun risultato
rispetto a rivendicazioni anche minime.</FONT></P>
<P style="MARGIN-TOP: 0pt; MARGIN-BOTTOM: 0pt" align=justify><FONT size=1
face=Verdana>(2) Rimandiamo al numero successivo un’analisi più dettagliata
sulle cooperative della logistica lombarda, i loro rapporti con le grandi
aziende multinazionali del settore, gli intrecci con le organizzazioni mafiose
che controllano il territorio.</FONT></P>
<P style="MARGIN-TOP: 0pt; MARGIN-BOTTOM: 0pt" align=justify><FONT size=1
face=Verdana>(3) I lavoratori dell’ortomercato da tempo denunciavano i gravi
problemi legati alla sicurezza, culminati nella morte di un operatore
tranciato da un camion il 15 luglio 2005.</FONT></P>
<P style="MARGIN-TOP: 0pt; MARGIN-BOTTOM: 0pt" align=justify><FONT size=1
face=Verdana>(4) Da segnalare la produzione di un video autoprodotto, dal
titolo “Società alla frutta”, che ripercorre lo sciopero dei lavoratori
dell‘ortomercato del 7 ottobre 2007. Sulla vicenda dell’ortomercato sono
seguite nel 2008 due interrogazioni parlamentari, un’interpellanza in
consiglio regionale, una in consiglio comunale, ma come era prevedibile non è
cambiato nulla.</FONT></P>
<P style="MARGIN-TOP: 0pt; MARGIN-BOTTOM: 0pt" align=justify><FONT size=1
face=Verdana>(5) Per i dettagli sulle agitazioni a Turate, Brembio, Cerro
Lambro si può consultare il sito dello SLAI COBAS MILANO,
all’indirizzo.</FONT></P><BR><BR><A href="http://www.senzacensura.org/"
target=_blank>http://www.senzacensura.org/</A><BR><BR>
<DIV class=gmail_quote>---------- Messaggio inoltrato ----------<BR>Da: <B
class=gmail_sendername></B><SPAN dir=ltr><<A
href="mailto:info@senzacensura.org"
target=_blank>info@senzacensura.org</A>></SPAN><BR>Date: 13 marzo 2010
09.34<BR>Oggetto: E' uscito Senza Censura N.31 - marzo 2010<BR>A: <A
href="mailto:info@senzacensura.org"
target=_blank>info@senzacensura.org</A><BR><BR></DIV>--
<BR>-------------------------------------------------------------------<BR>Questa
mail ti arriva perchè ti sei iscritto oppure hai avuto una corrispondenza
personale e/o attraverso altri con i gestore della mail. I tuoi dati non
saranno in alcun modo resi pubblici o ceduti a terze persone. Serviranno solo
ed esclusivamente per l'invio di NewsLetter e/o comunicati di interesse
politico e/o sindacale nel pieno rispetto delle vigenti leggi sul diritto alla
privacy. Se non sei più interessato a ricevere mail da questo indirizzo, o in
realtà non lo sei mai stato - anche se ciò è sintomo di arida non curanza - ti
preghiamo di risponderci con una mail di insulti. Sempre meglio l'odio che
l'indifferenza. Oppure puoi farlo direttamente rispondendo a questa mail con
la parola CANCELLAMI. ;-)<BR></DIV><BR><BR clear=all><BR>-- <BR>SLAI
Cobas <BR>Coordinamento Provinciale di Cremona<BR><BR>Via Mazzini, 24 – 26010
Bagnolo Cremasco (CR) - presso lo Spazio Popolare La Forgia<BR><BR>Apertura
sede sindacale martedì e giovedì dalle ore 17.00 alle 19.00<BR>Per
appuntamenti tel.3335986270 - 0373473214 - <A
href="mailto:slaicobascremona@gmail.com">slaicobascremona@gmail.com</A><BR><BR><A
href="http://www.youtube.com/user/slaicobascremona">http://www.youtube.com/user/slaicobascremona</A><BR><BR><A
href="http://www.slaicobas.it">www.slaicobas.it</A><BR>________________________________<BR>Questa
mail ti arriva perchè ti sei iscritto oppure hai avuto una corrispondenza
personale e/o attraverso altri con i gestore della mail. I tuoi dati non
saranno in alcun modo resi pubblici o ceduti a terze persone. Serviranno solo
ed esclusivamente per l'invio di NewsLetter e/o comunicati di interesse
politico e/o sindacale nel pieno rispetto delle vigenti leggi sul diritto alla
privacy. Se non sei più interessato a ricevere mail da questo indirizzo, puoi
farlo direttamente rispondendo a questa mail con la parola CANCELLAMI.
;-)<BR>
<P>
<HR>
<P></P>_______________________________________________<BR>Redditolavoro
mailing
list<BR>Redditolavoro@lists.ecn.org<BR>http://lists.ecn.org/mailman/listinfo/redditolavoro<BR></BLOCKQUOTE></BODY></HTML>