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<P style="MARGIN-BOTTOM: 0cm" align=justify>1 marzo 2009</P>
<P style="MARGIN-BOTTOM: 0cm" align=justify>Comunicato RETE NAZIONALE PER LA
SICUREZZA SUI POSTI DI LAVORO (Nodo di Torino)</P>
<P style="MARGIN-BOTTOM: 0cm" align=justify><BR></P>
<P style="MARGIN-BOTTOM: 0cm" align=justify><BR></P>
<P style="MARGIN-BOTTOM: 0cm" align=justify>La Rete Nazionale per la Sicurezza
sui Posti di Lavoro era presente con il suo striscione al corteo dei lavoratori
immigrati che si è svolto a Torino in occasione dello sciopero nazionale. Un
corteo al quale hanno partecipato migliaia di lavoratori immigrati e che si è
snodato lungo le vie del quartiere di San Salvario dove vive e lavora una grande
percentuale di immigrati arabi, sudamericani, cinesi e africani. Alla partenza
la notizia del fermo di un immigrato senegalese che stava per raggiungere il
corteo alimenta le vibrate proteste di tutta la piazza che si ferma e blocca la
circolazione di corso Vittorio pretendendo la sua immediata liberazione al grido
di “Basta razzismo!”, “No alle leggi razziste!”, “Polizia fascista!”. Ricevuta
comunicazione, da parte dell’avvocato, che l’immigrato senegalese, sarebbe stato
liberato, il corteo prosegue sino a passare sotto la casa del compagno
antirazzista Marco sottoposto agli arresti domiciliari in seguito al
“rastrellamento” contro gli antirazzisti ordinato dal PM Padalino che ha tratto
in arresto sei persone di cui tre in carcere (ancora in isolamento dal 23
febbraio) e tre ai domiciliari. Dal suo balcone pendeva lo striscione giallo
contro i CIE. Il corteo è passato sotto casa sua lanciando slogan per la sua
liberazione e per la liberazione degli altri compagni. </P>
<P style="MARGIN-BOTTOM: 0cm" align=justify>La manifestazione di oggi, che ha
visto la partecipazione di migliaia di lavoratori e lavoratrici immigrati, è una
prima risposta di massa alle politiche di lacrime e sangue del governo della
banda di mafiosi, razzisti e fascisti capeggiata da Berlusconi. Un governo che
permette lo sfruttamento dei lavoratori immigrati e che crea, con le leggi sulle
espulsioni dei così detti irregolari, le condizioni per cui essi non possano
nemmeno denunciare i propri sfruttatori, pena l’internamento in un CIE, veri e
propri lager, e la conseguente espulsione. LA RETE NAZIONALE PER LA SICUREZZA
SUI POSTI DI LAVORO è a fianco di tutti i lavoratori immigrati e solidale con
gli antirazzisti che, ogni giorno, si impegnano nel contrastare le persecuzioni
alle quali gli immigrati poveri vengono sottoposti!</P>
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