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href="http://controappunto.splinder.com/post/22253358/Milano+come+Rosarno+e+come+le+">Milano
come Rosarno e come le banlieuese parigine? non proprio</A></H2>
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<DIV><STRONG>Mi riferisco agli scontri di Via Padova a Milano.<BR>Secondo me ci
sono delle differenze da non sottovalutare e non vorrei che si <BR>appiattisse
il tutto sull'entusiasmo della rivolta in sé, perché analizzare le differenze
non è secondario.<BR>Intanto dico che con Rosarno l'episodio di Via Padova non
ha nulla in comune.<BR>Quella di Rosarno era una lotta stanzialmente
bracciantile agraria, di un bracciantato sottoposto alla schiavitù totale e la
rivolta contro un abbrutimento di cui si aveva coscienza, contro i caporali
della ndrangheta tra l'altro: lì ci si rivoltava contro il salario da
fame, contro le tangenti sul salario, contro il degrado esistenziale,
contro lo sfruttamento, su questa rivolta sindacale di base si è innesto
qualcosa che <BR>a troppi non è piaciuta: una rivolta di neri contro i bianchi:
si può mettere in ombra quanto si vuole questo fatto, ma così è stato, del resto
le reazioni della "cittadinanza bianca" hanno recepito questo fatto e
hanno dato le risposte punitive insieme allo Statomafia.<BR>Si tratta di
Banlieuse di stile parigino? secondo me ci sono delle differenze anche in
questo caso. In effetti le bande di proletariato giovanile in Francia ed anche
in altre metropoli europee che hanno praticato e praticano azioni di
riot mostrano una differenza notevole con gli ultimi fatti
di Milano, dovute a diversi fattori: il primo,il più evidente, è che
si ha a <BR>che fare con una migrazione di più lunga durata: all'estero si sta
alla terza e addirittura alla quarta generazione, non ripeterò che in
Francia, in <BR>Germania, in Belgio i primi ad emigrare sono stati gli italiani,
cosa risaputa; il succedersi di diverse etnie ha portato, fuori d'Italia,
ad un rimescolamento: questi giovani si riuniscono per rendere palese la loro
<BR>rabbia contro i simboli del sistema capitale, indipendentemente dalle
etnie di appartenenza, in finale se le sono scordate anche loro, si
uniscono in <BR>bande multietniche che esprimono il disagio, la rabbia,
l'emarginazione di un proletariato giovanile che già si sente mondiale,
globale, e contro questo sistema globale vanno allo scontro. Questo è facilitato
anche dalla configurazione urbanistica delle metropoli europee che non
siano l'Italia: di base tutte le metropoli hanno i loro quartieri ghetti ,
metropoli <BR>capitaliste sono! C'è però una differenza culturale non da poco,
ossia lo scambio, il migrare continuo da quartiere a quartiere, cosa
che non c'è in <BR>Italia, voglio dire che anche un Italiano sta rinchiuso nel
suo quartiere per lo più ,conosce il solito percorso casa-lavoro-.lavoro-casa-
solito posto <BR>dove si va di sabato sera, quando si va! ora è vero che il
percorso casa-lavoro e ritorno è abbastanza accidentato di questi tempi, ma non
certo come nelle altre metropoli europee, diciamoci la verità per quanto si
faccia un gran parlare di Roma, Napoli, Milano, non sono delle metropoli
moderne, rispetto a quelle dei paesi europei: sono dei paesoni solo un po'
più <BR>incasinati logisticamente.<BR>A pensarci bene Napoli era più metropoli
sotto i Borboni che dopo l'avvento dei Piemontesi.<BR>I piemontesi hanno
portato questa mentalità ristretta da città preindustriale che poi è
diventata industriale, ma che di fondo aveva sempre una substrato agrario;
quando si pensa al Piemonte, ai piemontesi <BR>si pensa sempre alla Fiat, però
Cavour fu un grande riformatore agrario in senso modernista, ispirandosi
al modello Francese: in particolare Bordeaux, <BR>i cantoni
elvetici, a cominciare da quello di Ginevra; il ramo della famiglia
Agnelli che poi fondò la Fiat da proprietari terrieri discendeva:<BR>"Giuseppe
Francesco effettua operazioni immobiliari e fondiarie, dimostrando eccellenti
capacità di agricoltore e creando in vari campi posti di lavoro.
<BR>Lucrosissima, in particolare, risulta la compravendita della tenuta
Parpaglia (una vasta cascina di quasi seicento giornate piemontesi che si
estendeva sui territori di Candiolo e Vinovo) acquistata nel 1840 da Teresa
Audifredi. Parpaglia faceva parte anticamente del patrimonio dell'Ordine
Mauriziano. Il banchiere Adriano Audifredi l'aveva comperata nel quadro
<BR>delle alienazioni forzate decise in epoca napoleonica, nel quadro della
politica di spoliazione sistematica degli Ordini religiosi e cavallereschi
praticata dagli invasori".<BR>Che voglio dire? che si sono fuse coll'unità di
Italia due mentalità agrarie, di cui poi la soggetta, quella meridionale, fu
destinata allo sviluppo dell'industria settentrionale, sempre con la migrazione
forzata, <BR>autoctona, allora: comunque questo ha portato l'Italia al paese del
"campanile" della mentalità ristretta, antimetropoli per eccellenza, a questi
campanili strapaesani, aggiungete i campanili della chiesa del suo <BR>partito
storico: la Dc e del partito altrettanto storico il PCI è avete la
risposta politica perché le metropoli in Italia non sono metropoli a livello
europeo.<BR>Sostanzialmente la nostra è una metropoli chiusa nel suo
particolare, nel suo campanile, nel suo quartiere.<BR>Questo porta i migranti di
diverse etnie che arrivano nel nostro paese, a confronto di una mentalità
ristretta di suo, ad arroccarsi in identità autoctone ancor di più,
escluso casi particolari, più avanzati, come la lotta <BR>nelle cooperative di
Brembo e dintorni, e non a caso quelle sono lotte avanzate perché sono lotte
operaie che vanno nella tendenza in cui dovrebbero andare le lotte operaie anche
dei lavoratori autoctoni.<BR>La ristrettezza del paese dove arrivano porta
i migranti ad arroccarsi per l'auto difesa nelle etnie di appartenenza, in
più provvedono, ulteriormente. a questo arroccamento tutte le legislazioni
speciali in merito alla migrazione.<BR>Paradossalmente la situazione in Italia è
più simile a quella Americana che a quelle Europea, infatti anche negli
USA vediamo le etnie distinte, rivendicate, con tanto di rappresentanza non solo
sindacale ma anche <BR>politica. Questo dovrebbe far riflettere, non tanto tutti
i fautori della integrazione, quelli lasciamoli stare, che qui si tratta di
disintegrare non di integrare, di disintegrare per andare verso il diverso,
l'altro; dovrebbe far riflettere i rivoluzionari, invece.<BR>I quali dovrebbero
prendere atto delle stratificazioni e delle differenze che ci sono fra i
migranti.<BR>Cosa è successo a Milano a via Padova per me?<BR>che gli africani,
i neri, si sono rivoltati prima contro i ladinos, per un morto, e poi contro
tutti: perché loro sono i sottoproletari di questa stratificazione.<BR>Chi sono
questi sudamericani? sono quelli che hanno un negozio, i bottegai, per prima
cosa, quelli...integrati, che fanno dentro questi negozi? smerciano
merce, anche traffico di droga, scontato; i negri, i magrebini
saranno la manovalanza anche di questo traffico come di altri traffici,
l'unico fattore in comune è il bracciantato, submetropolitano in questo caso. e
<BR>logicamente la presenza delle mafie.<BR> Voglio dire che bisogna ,per
chi si dice antirazzista, fare anche queste distinzioni, per prevedere futuri
sviluppi.<BR>Del resto la questione mi pare chiara anche da questo sciopero del
primo marzo che è stato indetto da chi è integrato e richiede una maggiore
integrazione statuale, mentre c'è chi sta totalmente FUORI e non ha alcuna
<BR>rivendicazione da fare se non esprimere la sua rabbia e la sua
diversità, ora questo è il punto il punto di forza ,il fulcro, non per
l'integrazione, cosa non solo non auspicabile per la messa in moto di un
<BR>processo rivoluzionario ma al contrario deleterio per tal fine: del resto
quale integrazione se più sempre disintegrati di fatto? insomma il
sistema capitale si regge su una emarginazione di fatto, di diverso grado:
di ruoli, di funzioni, di status, di mano d'opera precaria...che danno
l'illusione apparente di essere integrati a chi va meglio! quando la sostanza è:
FINCHÉ MI SERVE LA TUA VITA TI CONCEDO QUALCHE BRICIOLA DI DIRITTO COME MI FA
COMODO; POI BUTTO NELLA DISCARICA TE E PURE I DIRITTI PROVVISORI CHE TI HO
CONCESSO A MIO COMODO.<BR>La sostanza per tutti immigrati e no quella è
finché perdura il sistema capitale.<BR>E' questo il punto nodale su cui si
possono riannodare le diverse esperienze perché sia superata l'infelicità
umana della privazione della vita a cui tutti per ora in diverso grado e con
diverse modalità
siamo sottoposti.</STRONG><BR>vittoria<BR> L'avamposto degli
incompatibili</DIV>
<DIV>riferimenti<BR><BR><A
href="http://controappunto.splinder.com/post/22241934/l'uomo,+infatti,+non+sta+mai+f">http://controappunto.splinder.com/post/22241934/l%27uomo%2C+infatti%2C+non+sta+mai+f</A><BR><BR><A
href="http://controappunto.splinder.com/post/22082593/AGLI+ERRANTI">http://controappunto.splinder.com/post/22082593/AGLI+ERRANTI</A><BR><BR><A
href="http://controappunto.splinder.com/post/22106151/il+ritorno+degli+erranti+di+Ro">http://controappunto.splinder.com/post/22106151/il+ritorno+degli+erranti+di+Ro</A><BR><BR><A
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