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<P><EM>un articolo su carmilla di Manolo Morlacchi</EM></P>
<P><EM>La fuga in avanti</EM> è uscito nelle librerie da qualche settimana e ci
sono alcune osservazioni, provocazioni, domande, che appaiono in modo ricorrente
nelle presentazioni a cui partecipo e nelle recensioni che ho potuto sin qui
leggere, in particolare, la segnalazione di Wu Ming 1 su <A
href="http://www.wumingfoundation.com/italiano/Giap/nandropausa13.htm#14">Nandropausa</A>.
Quindi mi sono convinto della necessità di approfondire alcune questioni intorno
al mio libro.</P><A name=more></A>
<P>Lungo le pagine de <EM>La fuga in avanti</EM> descrivo a più riprese con
grande enfasi e nostalgia il clima in cui ho trascorso gli anni della mia
infanzia e adolescenza, suppergiù dal 1975 al 1985. Questa descrizione può
sollevare qualche fastidio o perplessità tra chi ha vissuto in prima fila quella
stagione politica e ne ha pagato duramente le conseguenze. Ma la mia lettura è
volutamente provocatoria. E’ il tentativo di porre in relazione tra loro i
profili umani e sociali di chi decise di andare allo scontro con lo Stato,
rispetto ai profili umani e sociali con cui siamo abituati a convivere oggi. E’
il tentativo di dimostrare come, in ultimo, quei nomi e cognomi siano gli stessi
di allora; che non si tratta di biografie personali, ma di vicende collettive,
di opportunità politiche e rivoluzionarie, di questioni molto materiali. E’ il
tentativo di intervenire sulla vulgata comune, secondo la quale gli anni ’70
sono stati un medioevo contemporaneo, plumbeo e segnato dall’ultraideologia.
</P>
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href="http://controappunto.splinder.com/">http://controappunto.splinder.com/</A></FONT></P>
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