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<DIV>Rosa GALLI PELLEGRINI</DIV>
<DIV><BR>Conoscete il romanzo beur?</DIV>
<DIV><BR>Il panorama del romanzo francese dell’ultimo ventennio del XX secolo (a
partire dalle ultime avanguardie che furono il Nouveau roman e l’azione di "Tel
Quel"), si presenta abbastanza complesso e confuso se si pensa ai processi di
"decostruzione" ai quali è andato incontro (fra cui, l’éclatement del
personaggio, del narratore, della cronologia), alla "deriva dei generi" (varietà
delle scritture che oscillano fra l’autobiografico, il poetico, il descrittivo e
il narrativo, il tutto contemporaneamente), infine e specialmente, all’assenza
di un modello di riferimento. A questo stato di confusione strutturale e
tematico fa da contrappunto un fenomeno che spicca nel romanzo contemporaneo
francese, a partire dagli anni 1980, circa. Si tratta del cosiddetto "roman
beur" o "littérature beure", cioè i romanzi scritti dai figli di emigrati, in
gran parte algerini, ma anche marocchini, nati in Francia da genitori arabi. Si
tratta di autori che appartengono alla seconda generazione di emigrati, i cui
padri sono giunti in Francia alla ricerca di lavoro, e i cui figli, nati in
Francia, hanno studiato nelle scuole francesi. </DIV>
<DIV><FONT size=2 face=Arial></FONT> </DIV>
<DIV><FONT size=2 face=Arial>.......</FONT></DIV>
<DIV><FONT size=2 face=Arial></FONT> </DIV>
<DIV><FONT color=#003399 size=2 face=Arial>Bisogna capire che tanti altri paesi
europei hanno da anni una letteratura di immigrazione come la Francia e
l'Inghilterra, ma sono paesi che hanno avuto una grande storia coloniale. In
tanti paesi del terzo mondo, si continua ad usare il francese e l'inglese come
lingua d'élite, mentre con la lingua italiana questo non succede. <BR>Questi
scrittori al contrario di quelli delle ex-colonie inglesi o francesi, non sono
venuti in Italia per realizzare una sorta di sogno di una élite coloniale.
Questi scrittori sono venuti perché hanno scelto l'Italia, è una scelta molto
libera. <BR>Io ho scelto di venire in Italia perché avevo conosciuto una donna
italiana che mi piaceva e l'ho seguita, è stata una scelta del cuore. Tutti
questi scrittori che vengono dal Sudamerica, dall'Africa, dal Medioriente,
dall'Asia, dall'Europa dell'Est, hanno fatto una scelta del cuore per l'Italia e
per la lingua italiana.<BR>Il fenomeno della migrazione letteraria e artistica
attira una grande attenzione perché è il più importante effetto collaterale
della globalizzazione economica. Una volta che il mondo si è globalizzato anche
gli uomini hanno acquisito le informazioni e le libertà necessarie, il desiderio
e la capacità di muoversi, cosa che in passato era diversa. Un fenomeno quando è
mondiale risveglia un grande interesse, però credo personalmente che risvegli un
grande interesse come metafora, come il titolo di un libro di Susan Sontag
L'Aids come metafora, ovvero oltre ad essere una malattia, l'Aids è anche una
metafora. Il migrante, lo straniero, lo spaesato è un fenomeno sociologico,
demografico, ma anche una metafora di tutti noi, anche di tutti quelli che non
sono mai usciti dal loro paese d'origine. Perché in un senso o nell'altro siamo
tutti migranti, migranti dentro la vita, nel tempo, anche l'infanzia è un
paese</FONT></DIV>
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<DIV><FONT color=#003399 size=2 face=Arial>il resto su</FONT></DIV>
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