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<p class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt; text-align: justify; line-height: normal;"><i style=""><span style="font-size: 14pt; font-family: "Cambria","serif"; color: black;">Notiziario per il coordinamento dei
proletari e dei lavoratori comunisti</span></i></p>
<p class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt; text-align: justify; line-height: normal;"><span style="font-size: 38pt; font-family: "Cambria","serif"; color: rgb(204, 0, 0);">Work</span></p>
<p class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt; text-align: justify; line-height: normal;"><b><span style="font-size: 12pt; font-family: "Cambria","serif"; color: black;"> </span></b></p>
<p class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt; text-align: justify; line-height: normal;"><b><span style="font-size: 18pt; font-family: "Cambria","serif"; font-variant: small-caps; color: black;">L’unità e la solidarietà proletaria
piegano i padroni e la forza repressiva dello stato.</span></b></p>
<p class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt; text-align: justify; line-height: normal;"><b><span style="font-size: 18pt; font-family: "Cambria","serif"; font-variant: small-caps; color: black;"> </span></b></p>
<p class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt; text-align: justify; line-height: normal;"><span style="font-family: "Cambria","serif"; color: black;">La
lotta per la difesa del posto di lavoro e del salario degli operai della
cooperativa che lavorano alla FIEGE Borruso di Brembio (Lo) ha vinto dopo 4
giorni di blocco dei camion in entrata e in uscita.</span></p>
<p class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt; text-align: justify; line-height: normal;"><span style="font-family: "Cambria","serif"; color: black;">La
Cooperativa UCSA il 15 dicembre subentrando alla Cooperativa RSZ New Project
prospettava ai lavoratori un contratto multiservizi (pulizie) che prevedeva
salari ridotti, assunzioni nel sito di Brembio per 33 operai e lo spostamento
degli altri 35 a 50 Km dal sito. Il 15 dicembre alla notizia una buona parte di
lavoratori entrano in sciopero, picchettano l’azienda e così il giorno 16.</span></p>
<p class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt; text-align: justify; line-height: normal;"><span style="font-family: "Cambria","serif"; color: black;">Mercoledì
30 dicembre 2009 intorno alle 13 la direzione della FIEGE non si presentava
alla trattativa e 35 operai su 68 che non accettavano il cambio d’appalto si
rifiutano di firmare il peggioramento delle loro condizioni contrattuali,
salariali e normative che la nuova cooperativa voleva imporre. Vengono, così,
licenziati.</span></p>
<p class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt; text-align: justify; line-height: normal;"><span style="font-family: "Cambria","serif"; color: black;">Immediata
scatta la protesta. I lavoratori, tutti stranieri (rumeni, albanesi, arabi) e
tutti iscritti allo Slai Cobas, insieme al coordinatore dello Slai Cobas di
Cremona bloccano i camion in entrata e in uscita sul piazzale della logistica.
I dirigenti, dopo aver minacciato i lavoratori, chiamano le “forze dell’ordine”,
e decine di carabinieri, poliziotti e digos accorrono a tutelare gli interessi
dei padroni.</span></p>
<p class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt; text-align: justify; line-height: normal;"><span style="font-family: "Cambria","serif"; color: black;">Gli
sbirri prima cercano di intimorire i lavoratori presenti minacciando di
togliergli il permesso di soggiorno, poi li identificano tutti: i 35 lavoratori
migranti, il coordinatore sindacale dello Slai Cobas e una ex lavoratrice della
cooperativa ora disoccupata del “”Comitato per la Difesa della Salute nei Luoghi
di Lavoro e nel Territorio”, che era accorsa a dare solidarietà ai suoi ex
compagni di lavoro. Nonostante le intimidazioni e le minacce i lavoratori, per
nulla intimoriti, continuano la lotta rimanendo seduti davanti ai cancelli. La
protesta pacifica va avanti e questo scatena la violenza della polizia, digos e
carabinieri che con spinte, calci e manganelli cercano di trascinare via gli operai.
Questi appena spostati ritornano a bloccare il passaggio.</span></p>
<p class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt; text-align: justify; line-height: normal;"><span style="font-family: "Cambria","serif"; color: black;">Intorno
alle 18.00, i poliziotti in assetto di guerra partono con una nuova e più
violenta carica nel tentativo di disperdere i lavoratori. Due operaie vengono
ammanettate ai cancelli ed il coordinatore dello Slai Cobas Fulvio Di Giorgio e
un operaio albanese Ermir Gremi (intervenuto per fare scudo con il suo corpo
alla sorella) vengono caricati a forza sulle macchine della polizia, arrestati
e portati via. La violenza poliziesca provoca 7 feriti fra i lavoratori (5
uomini e due donne), e per 4 lavoratori (3 uomini e una donna) rimasti a terra
sotto i colpi degli sbirri sono necessarie le ambulanze che li portano al
pronto soccorso.</span></p>
<p class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt; text-align: justify; line-height: normal;"><span style="font-family: "Cambria","serif"; color: black;">Poco
prima della violenta carica finale la polizia si accorge che la compagna
italiana aveva ripreso tutto e cerca di fermarla. Questa, vedendo che la stanno
puntando fugge, e dopo aver messo in salvo i filmati, ritorna per continuare la
lotta insieme ai suoi compagni e compagne. </span></p>
<p class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt; text-align: justify; line-height: normal;"><span style="font-family: "Cambria","serif"; color: black;"> </span></p>
<p class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt; text-align: justify; line-height: normal;"><span style="font-family: "Cambria","serif"; color: black;">Le
violenze e gli arresti, pur creando smarrimento fra i lavoratori, non li
disperdono. </span></p>
<p class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt; text-align: justify; line-height: normal;"><span style="font-family: "Cambria","serif"; color: black;">La
compagna italiana rimasta con loro prima chiama i lavoratori del Comitato per
la Difesa Salute nei Luoghi di Lavoro e nel Territorio di Sesto San Giovanni e
quelli dello Slai Cobas (che insieme a Work e al comitato antirazzista di
Milano saranno i primi ad arrivare a Brembio verso le 19,00) e avvisa la stampa
e le televisioni dell’accaduto mettendo a disposizione le prove filmate delle violenze
poliziesche, che la Rai ha trasmesso in tutti i telegiornali.</span></p>
<p class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt; text-align: justify; line-height: normal;"><span style="font-family: "Cambria","serif"; color: black;">L’arrivo
in poco tempo di decine di lavoratori e compagni (fra cui lo Spazio Popolare la
Forgia di Crema) ha rafforzato il picchetto e il morale di tutti. </span></p>
<p class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt; text-align: justify; line-height: normal;"><span style="font-family: "Cambria","serif"; color: black;">Intorno
alle 21.00 una cinquantina di compagni, lasciato il presidio, si è recato sotto
la questura a Lodi lanciando slogan sulla liberazione dei due arrestati e
chiedendo il rilascio dei compagni arrestati. Alla notizia che i due compagni
sarebbero stati processati per direttissima l’indomani, ci si da appuntamento
per il mattino successivo.</span></p>
<p class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt; text-align: justify; line-height: normal;"><span style="font-family: "Cambria","serif"; color: black;">Il
31 dicembre alle ore 6,00 di nuovo picchetto alla Fiege di Brembio e alle 10.30
una quarantina di persone (fra cui i compagni del C.S Vittoria di Milano
accorsi in mattinata) si reca al tribunale di Lodi per portare solidarietà agli
arrestati che vengono scarcerati (fra slogan e momenti di gioia): il processo
riprenderà il 23 gennaio 2010. Un corteo spontaneo partito dal tribunale, dopo
aver percorso il centro cittadino, si reca sotto la prefettura dove era in
corso la trattativa sindacale, con la presenza anche della delegazione dello
Slai cobas dei lavoratori della cooperativa, rimanendo fino alla fine.</span></p>
<p class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt; text-align: justify; line-height: normal;"><span style="font-family: "Cambria","serif"; color: black;">La
trattativa si concludeva con un accordo fra CGIL-CISL ed i padroni della
cooperativa alla presenza del prefetto ed il sindaco di Brembio, non
sottoscritto dallo Slai Cobas, perché non garantiva il posto di lavoro e il
salario alle precedenti condizioni.</span></p>
<p class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt; text-align: justify; line-height: normal;"><span style="font-family: "Cambria","serif"; color: black;">A
questo punto la lotta non è più solo sindacale. Per reggere meglio lo scontro
viene costituito il </span><b><span style="font-family: "Cambria","serif"; color: black;">Comitato di Lotta </span></b><span style="font-family: "Cambria","serif"; color: black;">per gestire le varie necessità che lo
scontro richiedeva. Il 4 gennaio il blocco è totale a sostenere la lotta
partecipano lavoratori delle cooperative di Turate, di Origgio, di Milano,
Torino, Parma, Brescia, Cremona…Carabinieri, polizia e Digos non si vedono. L’azienda
fa la serrata.</span></p>
<p class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt; text-align: justify; line-height: normal;"><span style="font-family: "Cambria","serif"; color: black;">Per
4 giorni la lotta prosegue con il blocco dei camion dalle 5,30 del mattino a
notte fonda.</span></p>
<p class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt; text-align: justify; line-height: normal;"><span style="font-family: "Cambria","serif"; color: black;">Padroni,
sindacati e istituzioni alla fine hanno ceduto.</span></p>
<p class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt; text-align: justify; line-height: normal;"><span style="font-family: "Cambria","serif"; color: black;">Il 3
gennaio sera l’avvocato delegato della DHL a mantenere il rapporto con le
cooperative da Roma si mette in contatto telefonico con un coordinatore dello
Slai Cobas e chiede se vi sono le condizioni per aprire di nuovo la trattativa.
L’intransigenza dei lavoratori fa si che il responsabile UCSA sia costretto a
venire presso la Fiege a trattare con la delegazione dello Slai Cobas: un’ora dopo
la delegazione Slai usciva dall’azienda con una dichiarazione in cui si
sosteneva che non ci sarebbe stato l’allontanamento dei 68 e la promessa di
firmare l’accordo all’indomani.</span></p>
<p class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt; text-align: justify; line-height: normal;"><span style="font-family: "Cambria","serif"; color: black;">Il 4
gennaio, telefonicamente il rappresentante UCSA, avvisava lo Slai Cobas tramite
Aldo Milani, che loro avrebbero mantenuto i 68 nel sito, ma con il contratto
dei multiservizi che prevede una riduzione di circa 200 euro sulla base delle
40 ore settimanali. La decisione sindacale a quel punto non poteva che essere
quella di indurire la lotta. Alle 11 il direttore della Fiege telefonava annunciando
che avrebbero accettato tutto.</span></p>
<p class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt; text-align: justify; line-height: normal;"><b><span style="font-family: "Cambria","serif"; color: black;">Alle
16,30 del 4 gennaio 2010 </span></b><span style="font-family: "Cambria","serif"; color: black;">viene convocata direttamente nella Logistica una nuova
trattativa fra la proprietà, lo Slai Cobas rappresentante dei 35 lavoratori
licenziati, CGIL-CISL e il sindaco di Brembio.</span></p>
<p class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt; text-align: justify; line-height: normal;"><span style="font-family: "Cambria","serif"; color: black;">A
questo punto i confederali sono costretti ad accodarsi alle richieste degli
operai licenziati e nella trattativa viene sottoscritto il seguente accordo: </span><b><span style="font-family: "Cambria","serif"; color: black;">annullamento
dei 35 licenziamenti, riassunzione di tutti i 68 lavoratori alle condizioni
precedenti</span></b><span style="font-family: "Cambria","serif"; color: black;">.</span></p>
<p class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt; text-align: justify; line-height: normal;"><span style="font-family: "Cambria","serif"; color: black;"> </span></p>
<p class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt; text-align: justify; line-height: normal;"><span style="font-family: "Cambria","serif"; color: black;">L’unità
e la solidarietà proletaria crescente intorno a questa lotta ha costretto i
padroni della cooperativa e della FIEGE Borruso e i sindacati confederali a
fare marcia indietro.</span></p>
<p class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt; text-align: justify; line-height: normal;"><b><span style="font-family: "Cambria","serif"; color: black;">I
padroni hanno dovuto accettare la riassunzione alle precedenti condizioni
contrattuali, normative e salariali, non solo per i 35 licenziati ma di tutti,
nonostante CGIL- CISL</span></b></p>
<p class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt; text-align: justify; line-height: normal;"><b><span style="font-family: "Cambria","serif"; color: black;">avessero
sottoscritto condizioni peggiorative.</span></b></p>
<p class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt; text-align: justify; line-height: normal;"><span style="font-family: "Cambria","serif"; color: black;">La
dignità, l’unità e la solidarietà che si è manifestata in questa lotta ha
permesso la vittoria, dimostrando che gli operai di tutti i paesi o nazionalità
sono un’unica classe con gli stessi interessi,</span></p>
<p class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt; text-align: justify; line-height: normal;"><span style="font-family: "Cambria","serif"; color: black;">rendendo
più attuale che mai la parola d’ordine </span></p>
<p class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt; text-align: justify; line-height: normal;"><b><span style="font-family: "Cambria","serif"; color: black;">Proletari
di tutti i paesi uniamoci.</span></b></p>
<p class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt; text-align: center; line-height: normal;" align="center"><b style=""><span style="font-size: 16pt; font-family: "Cambria","serif"; color: black;">coordinamento dei
proletari e dei lavoratori comunisti</span></b></p>
<p class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt; text-align: justify; line-height: normal;"><b><span style="font-size: 9pt; font-family: "Cambria","serif"; color: black;"> </span></b></p>
<p class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt; text-align: justify; line-height: normal;"><b><span style="font-size: 9pt; font-family: "Cambria","serif"; color: black;">Per contatti:</span></b><span style="font-family: "Cambria","serif"; color: black;">Tel.: 335-7850799 Oppure 338-1168898 </span><b><span style="font-family: "Cambria","serif"; color: black;">E-mail </span></b><b><u><span style="font-family: "Cambria","serif"; color: blue;">autorganiz<a href="mailto:zati.milano@gmail.com">zati.milano@gmail.com</a></span></u></b><b><span style="font-family: "Cambria","serif"; color: blue;"></span></b></p>
<p class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt; text-align: justify; line-height: normal;"><b><span style="font-family: "Cambria","serif"; color: blue;"> </span></b></p>
<p class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt; text-align: justify; line-height: normal;"><i style=""><span style="font-family: "Cambria","serif"; color: black;">Milano 06-01-2010</span></i><i style=""><span style="font-family: "Cambria","serif"; color: blue;"></span></i></p>
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