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<DIV><FONT size=2 face=Arial></FONT> </DIV>
<DIV><BR></DIV>
<DIV style="TEXT-ALIGN: center">LE STRADE DI ATENE TORNANO A
BRUCIARE...<BR>ALEXIS E' VIVO, I MORTI SIETE VOI!<BR></DIV><BR>A partire dal
dicembre dello scorso anno, Atene e molte altre città della Grecia sono state
teatro di una forte mobilitazione di varie fette della popolazione tra cui
lavoratori, immigrati e studenti anche giovanissimi. È proprio uno di questi, il
quindicenne <STRONG>Alexis Grigoropoulos</STRONG>, a morire sparato da un
poliziotto durante la feroce repressione delle lotte di quei giorni. <BR>
<DIV align=justify> </DIV>
<DIV align=justify>Invece di arrestare la protesta, l’attacco repressivo ha
ottenuto l’effetto contrario: ne ha aumentato i numeri e la radicalità. Le
manifestazioni di piazza si sono moltiplicate e moltissime persone, che fino ad
allora non avevano preso parte alla protesta, non sono potute restare a guardare
e sono scese per le strade.<BR></DIV>
<P align=justify>Ad un anno di distanza dall’assassinio di Alexis tutto questo
non accenna a fermarsi. Ad un anno di distanza, <STRONG>il 6 dicembre 2009 e nei
giorni precedenti migliaia di persone sono scese in piazza</STRONG> a
manifestare la propria rabbia e a ricordare il giovane Alexis Grigoropoulos.
</P>
<DIV align=justify>L’attuale governo greco, al di là dei proclami di “cambio” di
rotta a cui si è visto costretto di fronte alla fortissima mobilitazione, ha
continuato a rispondere con la repressione.<BR></DIV>
<DIV align=justify>Dai primissimi giorni di dicembre migliaia di persone hanno
dato vita a presidi, commemorazioni sul luogo dell’assassinio, cortei,
occupazioni di tutte le scuole e le università, aggiuntesi agli spazi
precedentemente occupati. La conseguente repressione ha prodotto in questi
giorni già centinaia di fermi, decine di arresti, processi-farsa (volti a
dissuadere dal partecipare alle manifestazioni), feriti, rastrellamenti, posti
di blocco ad ogni angolo della città, <STRONG>militarizzazione </STRONG>dei
quartieri.<BR></DIV>
<DIV align=justify> </DIV>
<DIV align=justify>Il 6 dicembre tutto ciò è stato replicato in grande; un
imponente corteo di circa 40.000 persone si è mosso per le strade di Atene,
partendo dal rettorato dell’Università e passando per il Parlamento e il
Consolato americano, ed ha urlato slogan contro la polizia, le misure del
governo, la repressione e più in generale contro il sistema capitalistico che
non genera crisi, ma è lui stesso la crisi (“Capitalism is the crisis”, recita
una scritta nei pressi della Facoltà di Giurisprudenza di Atene, anch’essa
occupata).<BR></DIV>
<DIV align=justify>Un corteo partecipatissimo, determinato e combattivo che ha
portato, tra le varie azioni fatte prima, durante e dopo la manifestazione,
all’<STRONG>occupazione di massa del rettorato</STRONG>. [altre info <A
href="http://italy.indymedia.org/it/2009/12/88848.shtml">1</A>, <A
href="http://italy.indymedia.org/it/2009/12/88879.shtml">2</A>, <A
href="http://toscana.indymedia.org/article/6954">3</A>]<BR></DIV>
<DIV align=justify> </DIV>
<DIV align=justify>La polizia e le sue squadre speciali super specializzate
hanno diverse volte caricato il corteo spaccandolo in più punti, con
l’obbiettivo di fare il più alto numero possibile di fermi e arresti tra i
manifestanti. Ciò ha causato, oltre agli inquietanti numeri della repressione
(solo le ultime notizie parlano di 200 fermi e 80 arresti), anche diversi
feriti. <STRONG>Sono stati presi di mira in modo particolare i compagni venuti
da altre parti d’Europa a portare la loro solidarietà e il loro attivo
sostegno</STRONG>; infatti tra gli arrestati figurano anche <STRONG>cinque
compagni anarchici italiani</STRONG>. A tutto questo, si aggiungono le
condizioni dei fermati e degli arrestati in questura: oltre ad essere tenuti lì
per un tempo maggiore di quello previsto per legge, alcuni sono stati
ripetutamente picchiati (a volte mandati in ospedale) e i poliziotti impediscono
agli avvocati di entrare. </DIV>
<DIV align=justify>Tra i feriti figura una donna che nella Grecia dei
colonnelli, sempre a causa di una feroce repressione, fu picchiata con violenza
e perse il bambino di cui era incinta. </DIV>
<DIV align=justify> </DIV>
<DIV align=justify>Il nostro compito da qui è <STRONG>sostenere la rivolta che i
compagni greci hanno portato e continuano a portare avanti ad Atene</STRONG>,
Salonicco e in altre città della Grecia.<BR></DIV>
<DIV align=justify>Partecipiamo al presidio presso il Consolato Greco, domani
mattina, per manifestare il nostro dissenso nei confronti delle operazioni da
macelleria che stanno attivando nei confronti di chi in Grecia sta alzando la
testa contro le politiche portate avanti dal governo, che esso sia di destra o
si definisca di sinistra, e per portare solidarietà ai compagni italiani
arrestati.<BR></DIV><BR>
<DIV align=center><FONT size=1><SPAN><STRONG>MARTEDI’ 8 DICEMBRE - ORE
11:00</STRONG></SPAN><BR><SPAN><STRONG>PRESIDIO PRESSO IL CONSOLATO GRECO (V.le
Gramsci, 5)</STRONG></SPAN></FONT> <BR><FONT size=4><STRONG>SOLIDARIETA’ AGLI
ARRESTATI</STRONG><BR><STRONG>I VOSTRI ARRESTI NON ARRESTERANNO LA NOSTRA
LOTTA!</STRONG></FONT> <BR></DIV><BR>altre notizie su <A
href="http://athens.indymedia.org/?lang=en" target=_blank>indymedia atene</A>,
<A href="http://liguria.indymedia.org/node/4678" target=_blank>indymedia
liguria</A>, <A
href="http://www.occupiedlondon.org/blog/">occupiedlondon</A><BR><A
href="http://ch.indymedia.org/it/2009/12/72688.shtml">Comunicato dal Politecnico
occupato</A> di Atene del 5 dicembre.<BR><A
href="http://emiliaromagna.indymedia.org/node/7470">Dichiarazione dell'EEK</A>
(Partito Rivoluzionario del Lavoratori - sezione greca del CRQI).<BR
clear=all><BR>-- <BR>Collettivo Autorganizzato Universitario<BR><A
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