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href="http://controappunto.splinder.com/post/21711987/quer+pasticciaccio+brutto+de+v">quer
pasticciaccio brutto de via merulana</A></H2>
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<DIV>Un giallo all'apparena, all'apparenza soltanto.</DIV>
<DIV>In realtà è descritta la realtà d'Italia, meno male che ci sono gli
artisti e l'arte a dire la verità.</DIV>
<DIV>Un giallo, apparentemente ,che descrive una situazione sociale. E'
ambientato nel 27, ma ci trovate i "tipi" tipici della società
capitalista.Potrebbero essere pure "tipi" di oggi, in finale, con le peculiarità
solo di scorza dell'attuale.</DIV>
<DIV> </DIV>
<DIV>Borghesi cinici ed apatici, che pensano solo ad arricchirsi; un
sottoproletariato ignorante e misero.I delitti si incastrano come le loro
miserie da un lato e i loro segreti dall'altro.</DIV>
<DIV>Il commissario è un commissario anomalo, un commissario filosofo, che pensa
che lo "gnommero" uno gnommero è ...vai a trovare il bandolo! non esiste una
causa sola "ma una molteplicità di cause convergenti" che finiscono per
"strizzare nel vortice del delitto la debilitata ragione del mondo".</DIV>
<DIV>E' certo il concetto filosofico del scrittore stesso che divaga dalla
narrazione centrale, si perde, pare, in particolari che magari si dilatano in
maniera imprevedibile: divaga, sembra Gadda, sembra che divaga come un pittore
che fa un affresco scordandosi il tema centrale: il delitto; si
incaponisce su particolari; in realtà va cercando le motivazioni reali dello
gnommero.</DIV>
<DIV>Alla fine non si sa chi è l'assassino, perché ognuno è assassino di
qualcosa, primo di se stesso e poi di altri,</DIV>
<DIV>si trova però il movente che ha scatenato il tutto: il gioielli della
vecchia signora.</DIV>
<DIV>E certo questa indagine sullo gnommero tutto italiano si riflette pure nel
linguaggio che èmagistralmente...aggnommerato.</DIV>
<DIV>Bene, mettiamolo in cultura anche se potrebbe andare in pagina
antifascismo o documenti politici</DIV>
<DIV>vittoria<BR><BR>L'avamposto degli incompatibili</DIV>
<DIV> </DIV>
<DIV>"<STRONG>Le poche macchine a disposizione della polizia vagavano raminghe
pel septimonzio, o impegnate a foro o a terrazza, o ar Pincio o ar giannicolo,
così: magari pe portacce a spasso queli signori, dell’era dell'egira, l’arti
papaveri della fezzeria: o se facevano una pennichella, ar Colleggio Romano,
come tanti strucchioni de piazza, però pronte pe daje er giro puro a loro, nun
se sa mai. C’era di gran visite di plenipotenziari dell’Irak e di capi di stato
maggiore del Venezuela, in quei giorni, un andirivieni de gente piena de
patacche: riversati a branchi sul molo Beverello dagli scalandroni d’ogni più
roco piroscafo.<BR>Ereno i primi boati, i primi sussulti, a palazzo, dopo un
anno e mezzo de novizzio, del Testa di Morto in stiffelius, o in tight: ereno
già l’occhiatacce, er vomito de li gnocchi: l’epoca de la bombetta, de le ghette
color tortora stava se po dì pe conclude: co quele braccette corte corte de
rospo, e queli dieci detoni che je cascaveno su li fianchi come du rampazzi de
banane, come un negro co li guanti. I radiosi destini non avevano avuto campo a
manifestarsi, come di poi accadde, in tutto il loro splendore. La Margherita, di
ninfa Egeria scaduta a Didone abbandonata, varava ancora il Novecento, el
noeufcént, l’incùbo dei milanesi di allora. Vacava alle mostre, ai lanci, agli
oli, agli acquerelli, agli schizzi, quanto può vacarci una gentile margherita.
Lui s’era provato in capo la feluca, cinque feluche. Gli andavano a pennello.
Gli occhi spiritati dell’eredoluetico oltreché luetico in proprio, le mandibole
da sterratore analfabeta del rachitoide acromegàlico riempivano di già l’Italia
illustrata; già principiavano invaghirsene, appena untate de cresima, tutte le
Marie Barbise d’Italia, già principiavano invulvarselo, appena discese d’altare,
tutte le Magde, le Milene, le Filomene d’Italia: in vel bianco, redimite di
zagare, fotografarte dal fotografo all’uscire del narcete, sognando fasti e
roteanti prodezze del manganello
educatore."</STRONG></DIV></DIV></DIV></BODY></HTML>