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<DIV>UNA SETTIMANA A MILANO: 7-14 NOVEMBRE 2009<BR>SOPRUSI E RIBELLIONI, CHE
GIORNALI E TV NON DICONO...<BR><BR>Sabato 7 novembre, al CIE di via Corelli, la
situazione intollerabile suscita le proteste dei detenuti. Seguono i soliti
pestaggi da parte dei guardiani. La Croce Rossa, che non vede e non sente,
distribuisce sedativi. La polizia entra, prende a caso quattro ragazzi
giovanissimi (da poco internati), li fa uscire camminando gattoni per umiliarli
e poi li porta in Commissariato in stato di arresto.<BR><BR>Domenica 8, appena
la notizia si diffonde, un gruppo di solidali si recano in via Corelli e
inscenano una protesta. Dal Centro, i reclusi rispondono: urlano, battono sulle
sbarre, tutti insieme gridano «Libertà! Libertà!».<BR><BR>Lunedì 9, il Tribunale
di Milano conferma l'arresto dei giovani prelevati in via Corelli. Sono
internati nel carcere di San Vittore con l'accusa di resistenza e
lesioni.<BR><BR>Martedì 10, un gruppo di solidali si raduna sotto il CIE via
Corelli e riprende battitura, botti e fuochi d'artificio. Da dentro, la risposta
è forte come sempre. Dopo solo 15 minuti, esce la polizia in assetto
antisommossa e si schiera a fianco alla jeep militare che presidia l'ingresso.
<BR><BR>Venerdì 13, alla sei del mattino, un forte spiegamento di forze
dell'ordine (circa 90 agenti tra carabinieri e polizia di Stato, guidati da
Digos e nucleo informativo) circonda lo stabile di Ripa di Porta Ticinese 83.
Gli agenti irrompono nell'edificio e arrestano tre giovani (altri due sono
prelevati in abitazioni diverse), con l'accusa di rapina e lesioni. Sono
sospettati di aver stampato senza pagare qualche centinaio di volantini presso
la libreria universitaria CUSL, gestita da Comunione e Liberazione. Uno di loro
viene portato a San Vittore, gli altri sono sottoposti agli arresti domiciliari.
In base all'accusa, rischiano da 4 a 10 anni di galera.<BR>La sera, un centinaio
di persone si ritrova presso le case popolari occupate (e non), in cui abitavano
due degli arrestati. Nasce un'assemblea a cielo aperto. Spontaneamente si forma
un corteo, che si muove verso San Vittore, spigando uno striscione fresco di
pittura con la scritta: «Sid, Paolino, Celo, Tia liberi subito! Sbirri infami!».
Il corteo passa per porta Genova, viale Papiniano e poi raggiunge le mura del
carcere. Qui scritte, slogan, saluti, botti.... I detenuti rispondono con
battiture e urla di saluto. Poi il corteo prosegue: imbocca via Coni Zugna,
arriva in piazza 24 Maggio, devia in corso San Gottardo. Alcuni cassonetti
vengono rovesciati... Slogan contro la polizia, contro i secondini, contro i CIE
e in solidarietà con tutti gli arrestati accompagnano il corteo fino alla
circonvallazione di viale Liguria, per poi proseguire verso la casa occupata
alla Ripa, dove si scioglie.<BR><BR>Sabato 14: dalle 14 il presidio sotto il
carcere di San Vittore raduna circa 200 persone per manifestare solidarietà agli
arrestati di via Corelli, nonché agli studenti, e in adesione alla giornata
europea contro i campi di espulsione per immigrati. Musica, interventi e saluti
in più lingue attraversano le mura del carcere. Il presidio invade la
carreggiata e blocca il traffico. Alle 17, si forma spontaneamente un corteo,
che decide il percorso di incrocio in incrocio, senza trattare con le forze di
polizia presenti (in maniera massiccia ma sempre a distanza). Lungo il percorso:
scritte, slogan, canti. Il raggiunge le case occupate di via Ripa Ticinese, dove
si ferma per un aperitivo di autofinanziamento a favore di un gruppo di donne
che si batte contro i CIE.<BR>La manifestazione percorre le vie decidendo il
percorso di incrocio in incrocio senza trattare con forze di polizia presenti
(in maniera massiccia ma sempre a distanza). Seminata la celere in due o tre
occasioni il corteo ha poi raggiunto le case occupate di via ripa ticinese. Qui
aperitivo di autofinanziamento di un gruppo di donne che si batte contro i
CIE.<BR>Più tardi, una carovana di macchine fa un giro di saluti sotto le case
degli studenti agli arresti domiciliari, per poi recarsi sotto il CIE di via
Corelli, dove inizia uno sciopero della fame in tutte le cinque
sezioni.<BR><BR>Di tutti questi episodi, giornali e televisione non hanno
parlato, se non per calunniare e criminalizzare persone, luoghi occupati,
iniziative di lotta. A Milano, il silenzio deve avvolgere ogni nota stonata.
Eppure qualcosa si muove. Sta a te saperlo ascoltare, sta a te iniziare a
muoverti.<BR><BR>Martedì: ore 9, appuntamento in Tribunale prima udienza
del processo agli arrestati di via Corelli.</DIV>
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<DIV>Inizia domani l'ennesimo processo al Palazzo di "Giustizia" di Milano
<BR>contro gli immigrati in lotta all'interno della struttura di via
<BR>Corelli. In realtà, nota di cronaca giudiziaria, i quattro nuovi
<BR>imputati per i quali lunedì scorso, in sede di convalida, è stata
<BR>confermata la misura cautelare, non hanno preso parte a nessuna
<BR>protesta. I fatti in questione riguardano la sera del 7 novembre quando
<BR>un'intera sezione (la "C", si sollevò contro la chiusura anticipata
<BR>dello spazio serale d'aria comune. Come al solito la polizia diede ampia
<BR>prova della sua attitudine, prima con un'irruzione nella sezione B visto
<BR>che la "C" era baricata, poi scegliendo i primi quattro malcapitati (non
<BR>a caso tutti giovanissimi, addirittura un minorenne) per sottoporli
<BR>prima alla tortura e all'umiliazione (picchiati e costretti a camminare
<BR>a quattro zampe per i corridoi) e poi arrestandoli<BR><BR>Anche stavolta la
presenza antirazzista non ha mancato di farsi sentire <BR>più volte i giorni
successivi<BR>sia sotto Corelli che davanti a S.Vittore (quasi duecento
partecipanti <BR>al presidio di sabato in concomitanza con le iniziative a
fianco degli <BR>studenti di Ripa arrestati venerdì mattina).<BR>Ma soprattutto
non si è fatta attendere la risposta di via Corelli, dove <BR>i prigionieri si
sono mostrati completamente solidali con gli arrestati <BR>tanto che,
attualmente tutte e cionque le sezioni sono in sciopero della <BR>fame. E la
lotta non è solo a Milano. Le notizie terribili che giungono <BR>da Ponte
Galeria, dove c'è satato l'ennesimo morto per incuria medica <BR>(leggi
assassinio di stato) parlano anche là, di uno uno sciopero
esteso.<BR><BR>Insomma questi CIE non sembrano per nulla controllabili. Cresce
al loro <BR>interno la percezione di non essere semplicemente vittime di un
<BR>meccanismo di espulsione ma, piuttosto, di progetti repressivo e di
<BR>annichilimento, pienamente funzionali al comnpleto controllo
<BR>dell'immemsa forza lavoro proveniente da varie aree del pianeta. Questa
<BR>crecentre consapevolezza, testimoniata dal moltiplicarsi delle rivolte e
<BR>dalla crescita della loro capacità di comunicazione e organizzazione
<BR>interna rappresenta la critica più concreta ai vari Pacchetti Sicurezza
<BR>che i governi nostrani hanno varato negli ultimi anni<BR>Speriamo che,
all'esterno, vi sia altrettanta convinzione che queste <BR>leggi razziste e
securitarie si combattono solo a partire da lotte <BR>concrete dando loro
un sotegno che non è nè è un lusso nè tantomeno <BR>questione di
parrocchie.<BR>E quindi deve essere il massimo possibile<BR>Confidiamo nella
presenza in aula di tutti i sinceri antirazzisti<BR><BR>Appuntamento dalle ore
9<BR>Aula I, direttissime<BR>Ing. da via S.Barnaba<BR><BR>COMITATO ANTIRAZZISTA
MILANESE<BR></DIV>
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