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href="http://roma.indymedia.org/node/13844">http://roma.indymedia.org/node/13844</A></DIV>
<DIV><BR><BR>Ci sono tante cose che incombono e tante incombenze.<BR>E non
parlo di carcere perché l'argomento ultimamente è d'attualità. e
meno che mai per unirmi al coro di chi sulla pelle di tutti coloro che
sono sottoposti alla relegazione giocano i loro rapporti di potere,
figuratevi! l'ultima dichiarazione dei radicali" ma cosa aspettate che scoppino
le rivolte nelle carceri? bisogna provvedere"<BR><BR>Ne parlo perché nei Cie
nelle Galere c'è la PERSONA deprivata, la stessa che sta nel carcere
sociale.<BR><BR>Subito mi ha colpito in questo scritto di Musumeci
l'incipit<BR>"L'amore in carcere è misterioso per necessità".<BR><BR>In effetti
l'amore è misterioso per sua natura, nel senso che l'alchimia che porta due
corpi due anime all'incontro non si sa mai perché e per come avvenga, ma quando
è misterioso PER NECESSITA' non per sua natura, quello è il punto
drammatico.<BR>Poi continuando a leggere mi colpiva come la situazione intima ,
interiore, di chi sta rinchiuso e di chi sta provvisoriamente e precariamente
fuori sia la stessa.<BR>Si parla di tanti privilegi che alcuni hanno ed altri
no, e si nasconde che anche l'amore è un privilegio, in una società che poi
apparentemente è tutta basata sul..libero amore.<BR>Se no si è liberi totalmente
compiutamente ogni rapporto in finale è una masturbazione.<BR>Ma come si fa a
chiamare amore un sentimento che porta in sé il rancore profondo di non essere
realizzati?<BR>e questo dentro e fuori.<BR>L'amore resta solo per i poeti.
noi non amiamo, tutti noi sogniamo solo l'amore, pure il mistero tolto: rimane
la spoglia necessità.<BR>E quando un sogno è costrizione diventa incubo,
ossessione.<BR>Ma quale amore quale amore? annodato nel sacco di plastica ,
cacciato a forza nel carrello del supermercato ogni sabato,rituale... d'amore
fondamentale!<BR>Ma quel amore? quale amore? fra corse dietro a questa a quella
incombenza? scandito dai turni del ritmo di lavoro, fuori dentro il lavoro,
dentro fuori il lavoro, è resta solo un fuori e dentro poi in altro, nei momenti
di ritaglio, un fuori e dentro e basta.<BR>E fuori e dentro come fuori dentro il
lavoro, fuori e dentro la galera.<BR>Paradossalmente nel suo isolamente ha più
la cognizione dell'amore vero il detenuto di chi ancora non dentro: a lui la
cognizione del desiderio è rimasta!<BR><BR>O soli o accoppiati uguali siamo al
carcerato che <BR><BR>"Molti detenuti usano il palliativo della masturbazione.
Questa diventa uno sfogo fisico, un'abitudine senza nessun desiderio, senza arte
né parte. Ci si masturba per aiutare il sonno, per noia".<BR><BR>Ci sono delle
parole che dicono il malessere profondo più di tante analisi, di tanti
scritti filosofici od economici o politici e perché li è la
PERSONA che parla, grida la sua sofferenza; i più sono chiusi nell'apatia, nel
mutismo autoimposto, per il terrore che la valanga dei desideri mandi tutte le
certezze in rovina.<BR>I più sono, siamo come la protagonista che si impone il
silenzio nel l film PERSONA di Bergman, un film dai più, Moravia in testa,
considerato disturbante, perché metteva in evidenza l'assenza del rifiuto al
rapporto totale, e l'alienazione totale che da cioè ne deriva: particolare
importante la protagonista è una attrice, una che sa l'arte della parola e della
finzione anche, e che ha un certo punto rifiuta questo meccanismo come il
regista che all'inizio dice questa...pellicola dovrebbe saltare, bruciare.<BR>E
chi era stata messo accanto alla sofferente per "curarla"....si accorge che
soffre dello stesso male.<BR>Ognuna delle due protagoniste riprende la propria
strada, la strada di :<BR>""amore è misterioso per necessità", la strada della
necessità.<BR>vittoria<BR><BR>Guido, i' vorrei che tu e Lapo ed io<BR>fossimo
presi per incantamento,<BR>e messi in un vasel ch'ad ogni vento<BR>per mare
andasse al voler vostro e mio.<BR>sì che fortuna od altro tempo rio<BR><BR>non
ci potesse dare impedimento,<BR>anzi, vivendo sempre in un talento,<BR>di stare
insieme crescesse 'l disio.<BR>E monna Vanna e monna Lagia poi<BR>con quella
ch'è sul numer de le trenta<BR>con noi ponesse il buono incantatore:<BR>e quivi
ragionar sempre d'amore,<BR>e ciascuna di lor fosse contenta,<BR>sì come i'
credo che saremmo noi.<BR><BR><BR>L'Avamposto egli Incompatibili</DIV>
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