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<DIV style="FONT: 10pt arial">----- Original Message -----
<DIV style="BACKGROUND: #e4e4e4; font-color: black"><B>From:</B> <A
title=agernova@libero.it href="mailto:agernova@libero.it">Altieri</A> </DIV>
<DIV><B>To:</B> <A title="Destinatari nascosti:"
href="mailto:Destinatari%20nascosti:">Destinatari nascosti:</A> </DIV>
<DIV><B>Sent:</B> Thursday, October 01, 2009 6:13 PM</DIV>
<DIV><B>Subject:</B> Fwd: Fermare Il trattato di Lisbona - articolo di Paolo
Barnard </DIV></DIV>
<DIV><SPAN class=Apple-style-span
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size=3>lunedì 28 settembre 2009</FONT></DIV>
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<DIV class="post hentry"><A name=4971452218345636720></A>
<H3 class="post-title entry-title"><A
href="http://www.duffysblog.com/2009/09/il-trattato-di-lisbona-articolo-di.html"><FONT
size=3>Il trattato di Lisbona - articolo di Paolo Barnard</FONT></A><FONT
size=3></FONT></H3>
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<P
style="MARGIN-TOP: 10px; MARGIN-BOTTOM: 0pt; PADDING-BOTTOM: 0pt; LINE-HEIGHT: 0pt; TEXT-ALIGN: center"><A
href="http://feeds.feedburner.com/~r/Duffysgreader/~6/2" target=_blank></A></P>
<P
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href="http://feedburner.google.com/fb/a/headlineanimator/install?id=prdd64nspciam3f5l1qquiq2go&w=2"
target=_blank><FONT size=3></FONT></A> </P><BR><A
href="http://www.paolobarnard.info/intervento_mostra_go.php?id=139">Il trattato
di Lisbona - articolo di paolo Barnard</A><BR><BR>DI PAOLO
BARNARD<BR>paolobarnard.info<BR><BR>
<DIV align=justify>E così, mentre tutti guardano da quella parte, da quell’altra
accade il nostro destino, ma non c’è nessuno a osservare. Accade per esempio il
Trattato di Lisbona, il quale, come tutte le cose che ridisegnano la Storia, che
decidono della nostra esistenza, che consegnano a poteri immensi immense fette
del nostro futuro, non è al centro di nulla, passa nel silenzio, non trova prime
pagine o clamori di alcun tipo, nel Sistema come
nell’Antisistema.<BR><STRONG><FONT color=#0000ff>Pensate: stiamo tutti per
diventare cittadini di un enorme Paese che non è l’Italia, governati da gente
non direttamente eletta da noi, sotto leggi pensate da misteriosi burocrati a
noi sconosciuti, secondo principi sociali, politici ed economici che non abbiamo
scelto, e veniamo privati nella sostanza di tutto ciò che conoscevamo come
patria, parlamento, nazionalità, autodeterminazione, e molto altro ancora.E’ il
Trattato di Lisbona, vi sta accadendo sotto al naso, qualcuno vi ha detto
nulla?</FONT></STRONG></DIV>
<DIV align=justify> </DIV>
<DIV align=justify><STRONG>Ribadisco: fra poco Montecitorio potrebbe essere un
palazzo dove qualche centinaio di burocrati dimenticati si aggirano fingendo di
contare ancora qualcosina; fra poco la Costituzione italiana potrebbe essere un
poemetto che viene ricordato agli alunni delle scuole come un pezzo di una
vecchia storia; fra poco una maggioranza politica che non sa neppure cosa
significa la parola calzino potrebbe trovarsi a decidere come noi italiani ci
curiamo, se avremo le pensioni, cosa insegneremo a scuola, come invecchieremo, o
se dobbiamo entrare in guerra, e così per tutto il resto della nostra vita.
Altro che Cavaliere, altro che Brunetta o Emilio Fede.<BR>Bene, vado per gradi.
Nel primo, vi fornisco un breve riassunto delle puntate precedenti; nel secondo
vi spiego il Trattato di Lisbona in sintesi; nel terzo l’approfondimento per chi
lo desidera.</STRONG><BR></DIV><STRONG></STRONG>
<DIV align=justify><STRONG><BR>LE PUNTATE PRECEDENTI</STRONG><BR>L’Italia è
parte dell’Unione Europea (UE), che è la versione moderna di un vecchio accordo
fra Stati europei iniziato nel 1957 col Trattato di Roma, il quale partorì la
Comunità Economica Europea (CEE), divenuta nel 1967 la Comunità Europea (CE). Si
trattava di una unione prettamente commerciale, non politica, ma presto lo
divenne: nel 1979 eleggemmo infatti il primo Parlamento Europeo, e fu lì che
prese piede l’idea che questa vecchia Europa poteva dopo tutto diventare
qualcosa di simile agli Stati Uniti (sempre per fini soprattutto
economici).</DIV>
<DIV align=justify>Nel 1993 nacque l’Unione Europea col Trattato di Maastricht,
che sancì una serie di riforme eclatanti, fra cui dal 1 gennaio 2002 quella
dell’Euro come moneta comune ai suoi membri. Nel 1957 erano sei le nazioni
disposte a legarsi fra loro, oggi siamo in 27 membri nella UE, tutti Stati
sovrani che sempre più agiscono secondo regole e principi comuni.</DIV>
<DIV align=justify>Infatti, l’Unione Europea si è dotata già da anni di una
sorta di proprio governo sovranazionale (che sta sopra ai governi dei singoli
Stati dell’unione), chiamato Commissione Europea e Consiglio dei Ministri, di un
Parlamento come si è già detto, e di un organo giudiziario che risponde al nome
di Corte di Giustizia Europea. La UE ha persino una presidenza, che viene
assegnata a rotazione agli Stati membri, e che si chiama Consiglio Europeo.
Quindi: questo agglomerato di nazioni che da secoli forma l’Europa, si è
lentamente trasformato in una unione che ha già un suo presidente, un suo
governo, un suo parlamento e un suo sistema giudiziario. Cioè, quasi uno Stato
in tutta regola. Fin qui tutto fila, poiché comunque ogni singolo Paese come
l’Italia o la Germania o l’Olanda ecc. ha finora mantenuto la piena sovranità, e
i suoi cittadini sono rimasti italiani, tedeschi, olandesi, gente cioè del tutto
propria ma che ha accettato sempre più una serie di regole comuni nel nome
dell’essere europei uniti e moderni.<BR>Ma a qualcuno non bastava. Nelle elite
politiche del Vecchio Continente sobbolliva sempre quell’idea secondo cui questa
Europa degli Stati sovrani poteva, anzi, doveva diventare gli Stati Uniti
d’Europa, ovvero un blocco cementato di popoli sotto un’unica bandiera, leggi
comuni, governo comune e soprattutto un’economia comune. Una potenza mondiale.
Ma la litigiosità che ci ha sempre caratterizzato come singoli Paesi,
l’individualismo nazionalista, e l’attaccamento ciascuno alle proprie regole e
tradizioni, erano l’ostacolo fra gli ostacoli. Infatti l’evidenza dell’andamento
dell’Unione suggeriva che pur essendoci adeguati a una ridda di leggi europee,
regolamenti e sentenze, ancora ciascuna nazione era ben salda negli interessi di
casa propria, e in quel modo gli Stati Uniti d’Europa erano impossibili da
realizzare. Occorreva qualcosa di unificante, di potente, più potente degli
Stati e dei loro capricci. Cosa? Una Costituzione europea in piena regola, con
tutto il potere proprio di una Costituzione.<BR><STRONG>Ed ecco che quei signori
importanti che fanno politica fra Strasburgo, Bruxelles e il Lussemburgo si
riunirono nel 2001 nell’anonima cittadina belga di Laeken, e decisero:
scriveremo una Costituzione per tutte le genti d’Europa. Fu fatto, sotto la
supervisione dell’ex presidente francese Valéry Giscard D’Estaing e con la
figura in evidenza del nostro Giuliano Amato. Ma quei burocrati in doppiopetto
fecero un ‘errore’: furono aperti e democratici, cioè permisero alle genti
d’Europa di conoscere i contenuti della nuova Carta. Nel 2005, mentre noi
italiani attivi giustamente perdevamo il sonno per le Tv del Cavaliere, i
francesi e gli olandesi bocciarono la Costituzione in due referendum,<SPAN
class=Apple-converted-space> </SPAN><FONT color=#0000ff>accusando i
burocrati europei di aver redatto un testo scandalosamente ignorante dei temi
sociali e altrettanto parziale a favore dei grandi interessi economici. In altre
parole: con quella Costituzione, gli Stati Uniti d’Europa sarebbero diventati il
parco giochi dei falchi miliardari e terra dolente per le persone comuni, per me
e per voi e per i vostri figli.</FONT></STRONG><BR>Fu uno shock per i
doppiopetti blu, e soprattutto per i loro sponsor nelle corporate rooms
d’Europa. Ricacciati nelle loro Mercedes blindate a suon di voti
franco-olandesi, essi decisero la momentanea ritirata, ma non la resa.</DIV>
<DIV align=justify><STRONG><FONT color=#0000ff>Infatti, la mattina del 13
dicembre 2007, mentre noi italiani attivi giustamente perdevamo il sonno per la
scelta fra PD o Beppe Grillo, ventisette capi di governo europei si riunirono a
Lisbona e decisero: ci si riprova, ma stavolta col cavolo che permetteremo ai
cittadini di esprimere un parere.</FONT></STRONG></DIV>
<DIV align=justify><STRONG>Nacque così il Trattato di Lisbona, scritto in
segreto, firmato in segreto, segreto nei contenuti che sono praticamente
impossibili da leggere, e segretamente persino peggiore della defunta
Costituzione. Nel Trattato è sancito il nostro futuro con mutamenti così
sconvolgenti da lasciare a bocca spalancata. La mia e la vostra vita, quella dei
vostri figli, viene destinata lungo corsie d’acciaio che se definitivamente
ratificate saranno quasi impossibili da mutare. Ma quelle corsie dove portano?
Al nostro interesse di persone? Al nostro benessere? Alla nostra pacifica
convivenza? Ce l’hanno chiesto? Abbiamo voce in capitolo? No, nessuno ce lo ha
chiesto e voi non ne sapete nulla.</STRONG></DIV>
<DIV align=justify><BR></DIV>
<DIV align=justify></DIV>
<DIV align=justify><STRONG>IL TRATTATO DI LISBONA IN
SINTESI</STRONG><BR><STRONG>E’ un impianto di regole europee raccolte in un
Trattato che non è così come ce lo immagineremmo (un unico testo), ma è formato
da migliaia di emendamenti a centinaia di regole già in essere per un totale di
2800 pagine. E’ stato fatto in quel modo con intento truffaldino e anti
democratico, come spiego fra poco.</STRONG></DIV>
<DIV align=justify>Se ratificato da tutti gli Stati, esso diventerà di fatto una
Costituzione che formerà la struttura per la nascita di un super Stato d’Europa,
come gli Stati Uniti d’America, con una Presidenza, con un governo centrale, un
Parlamento, un sistema giudiziario. Questo super Stato diventerà più forte e
vincolante di qualsiasi odierna nazione europea.</DIV>
<DIV align=justify><STRONG><FONT color=#0000ff>Tutti noi europei diverremo
cittadini di quello Stato e soggetti più alle sue leggi che a quelle dei
Parlamenti nazionali, pur mantenendo la cittadinanza presente (italiana, tedesca
ecc.). Infatti le leggi fatte da questo super Stato d’Europa saranno vincolanti
sulle nostre leggi nazionali, e saranno persino più forti della nostra
Costituzione. Ma al contrario degli Stati Uniti, tali leggi verranno scritte da
burocrati che noi non eleggiamo (es. Commissione Europea), mentre l’attuale
Parlamento Europeo, dove risiedono i nostri veri rappresentanti da noi votati,
non potrà proporre le leggi, né adottarle o bocciarle da solo. Potrà solo
contestarle ma con procedure talmente complesse da renderlo di fatto
secondario.</FONT></STRONG></DIV>
<DIV align=justify>Il Trattato di Lisbona infatti offrirà poteri enormi a
istituzioni che nessun cittadino elegge direttamente (Consiglio Europeo che sarà
la presidenza - Commissione Europea e Consiglio dei Ministri che sarà
l’esecutivo - Corte di Giustizia Europea, che sarà il sistema giudiziario), le
quali avranno persino la facoltà di far entrare in guerra l’Europa senza il voto
dell’ONU.</DIV>
<DIV align=justify><STRONG><FONT color=#0000ff>I poteri di cui si parla avranno
principi ispiratori pericolosamente sbilanciati a favore del business, con poca
attenzione per i bisogni sociali dei cittadini. Tutto il cosiddetto Capitolo
Sociale del Trattato di Lisbona (lavoro, salute, scioperi, tutele, leggi
sociali, impiego…) è miserrimo, con gravi limitazioni e omissioni, mentre sono
sanciti con forza i principi del Libero Mercato pro mondo degli
affari.</FONT></STRONG></DIV>
<DIV align=justify>Dovete ricordare mentre leggete queste righe, che stiamo
parlando di un Trattato che potrebbe molto presto ribaltare la vostra vita come
nulla da 60 anni a questa parte: nuovo Stato, nuova cittadinanza, nuove leggi,
nuovi indirizzi di vita nella quotidianità anche più banale, sicuramente meno
democrazia, e nessuno che ci abbia interpellati. Come sarà questa nuova
esistenza? Migliore, o un salto indietro nella qualità di vita? Saremo più
liberi o più schiavi degli interessi delle elite di potere? Anche nel Capitolo
Giustizia il Trattato pone seri problemi. Ci sarà un organo superpotente, la
Corte di Giustizia Europea, che emetterà sentenze vincolanti sui nostri diritti
fondamentali e sulle leggi che ci regolano; la Corte sarà superiore in potere
alla nostra Cassazione, al nostro Ministero di Giustizia, ma di nuovo sarà
condotta da giudici nominati da burocrati che nessuno di noi ha scelto. Come
interpreteranno i nostri diritti di uomini e di donne? Ci hanno
interpellati?<BR><STRONG>Ed è qui il punto. Un Trattato col potere di ribaltare
tutta la nostra vita di comunità di cittadini, viene scritto in modo da essere
illeggibile ed è stato già ratificato (manca solo la firma dell’Irlanda, che
terrà un referendum il 2 ottobre) dai nostri governi completamente di nascosto
da noi, e volutamente di nascosto. Questo poiché una versione simile di questo
Trattato (la Costituzione Europea) e con simili scopi fu bocciato da Francia e
Olanda nel 2005, proprio perché scandalosamente sbilanciato a favore delle lobby
di potere europee e negligente verso i cittadini. Scottati da quell’umiliante
esperienza, i pochi politici europei che contano (il 90% non ne sa nulla e firma
senza capirci nulla) hanno architettato una riedizione di quelle Costituzione
bocciata chiamandola Trattato di Lisbona, e la stanno facendo passare in segreto
dietro le nostre spalle.</STRONG><BR>Il Trattato di Lisbona contiene anche
clausole di valore, che come ogni altra sua regola sarebbero vincolanti su tutti
gli Stati, dunque anche su questa arretrata e cialtrona Italia, e limitatamente
a ciò per noi non sarebbe un male. Tuttavia, la mole dei cambiamenti cruciali
che porterebbe è tale e di tale potenza per la nostra vita di tutti i giorni e
per i nostri diritti vitali, da obbligare chi vi scrive a lanciare un allarme:
il Trattato di Lisbona va divulgato alle persone d’Europa e da queste giudicato
con i referendum. Pena la possibilità di un futuro molto, ma molto più gramo di
quello che qualsiasi Cavaliere potrà mai regalarci.</DIV>
<DIV align=justify><BR></DIV>
<DIV align=justify></DIV>
<DIV align=justify><STRONG>L’APPROFONDIMENTO<SPAN
class=Apple-converted-space> </SPAN></STRONG><BR><BR></DIV>
<DIV align=justify><STRONG>Cosa è</STRONG>.<BR><STRONG><FONT color=#0000ff>Il
Trattato di Lisbona (di seguito chiamato il Trattato) non è una Costituzione
europea, ma ne mantiene esattamente tutti i poteri. Esso non è neppure un
trattato in sé, visto che nella realtà si tratta di una colossale mole di
modifiche apportate ai due trattati fondamentali della UE, che sono: il Trattato
dell’Unione Europea (TEU) e il Trattato sul Funzionamento dell’Unione Europea
(TFEU). Ad essi viene aggiunto il Trattato di Nizza del 2003. Ogni singolo
articolo del Trattato, inclusi gli annessi e i protocolli, assume una forza
enorme, spessissimo sovranazionale, cioè più potente di qualsiasi legge
nazionale degli Stati membri della UE.</FONT></STRONG><BR><BR></DIV>
<DIV align=justify><STRONG>L’astuzia e l’inganno.<SPAN
class=Apple-converted-space> </SPAN></STRONG><BR><STRONG>L’intera opera è
stata architettata in modo da essere incomprensibile e letteralmente illeggibile
dagli esseri umani ordinari, inclusi i nostri politici. In totale si sta
parlando di 329 pagine di diversi e disconnessi emendamenti apportati a 17
concordati e che vanno inseriti nel posto giusto all’interno di 2800 pagine di
leggi europee.</STRONG></DIV>
<DIV align=justify>Questo labirinto non è accidentale. Come spiega il
parlamentare europeo danese Jens-Peter Bonde “i primi ministri erano pienamente
consapevoli che il Trattato non sarebbe mai stato approvato se fosse stato
letto, capito e sottoposto a referendum. La loro intenzione era di farlo
approvare senza sporcarsi le mani con i loro elettori”.</DIV>
<DIV align=justify><STRONG><FONT color=#0000ff>Il nostro Giuliano Amato ribadì
il concetto appieno, in una dichiarazione rilasciata durante un discorso al
Centro per la Riforma Europea a Londra il 12 luglio del 2007: “Fu deciso che il
documento fosse illeggibile, poiché così non sarebbe stato costituzionale
(evitando in tal modo i referendum, nda)… Fosse invece stato comprensibile, vi
sarebbero state ragioni per sottoporlo a referendum, perché avrebbe significato
che c’era qualcosa di nuovo (rispetto alla Costituzione bocciata nel 2005,
nda)”.</FONT></STRONG><SPAN class=Apple-converted-space> </SPAN>(fonte:
EuObserver.com).</DIV>
<DIV align=justify><STRONG><FONT color=#0000ff>Il sigillo a questo tradimento
dei principi democratici fu messo dallo stesso Valéry Giscard D’Estaing in una
dichiarazione del 27 ottobre 2007, raccolta dalla stampa europea: “Il Trattato è
uguale alla Costituzione bocciata. Solo il formato è differente, per evitare i
referendum”. I capi di Stato erano concordi questa volta: no al parere degli
elettori, no ai referendum.</FONT></STRONG><BR><STRONG>In Italia, il Parlamento
ha ratificato il Trattato l’8 agosto del 2008 (già la data la dice lunga), senza
alcun pubblico dibattito, senza prime serate televisive, e senza che fosse letto
dai parlamentari votanti. Nel resto d’Europa le cose non sono andate meglio,
data la natura semi clandestina del Trattato e la specificata intenzione di
nasconderlo agli elettori. Ma in Irlanda è successo qualcosa di particolare. Lo
scomparso politico Raymond Crotty denunciò la procedura presso la Corte Suprema
del Paese, ed ottenne modifiche tali da imporre all’odierno premier Brian Cowen
un referendum popolare finale sul Trattato (uno già ci fu nel 2008), che si
terrà il 2 ottobre di quest’anno. Si tenga presente che un no irlandese
affonderebbe anche questa impresa.</STRONG></DIV>
<DIV align=justify><BR><STRONG>Preciso, ma poi continuo.<BR></STRONG>Una
precisazione è di dovere a questo punto. Ciò che è sotto accusa non è il
processo di armonizzazione dei popoli europei, né la possibilità di fonderci in
un grande Paese federale europeo alla stregua degli Stati Uniti, né il fatto di
avere una Costituzione e leggi comuni in sé. Anzi, per una nazione di cittadini
cialtroni e incivilizzabili come l’Italia, il ‘bastone e la carota’ dell’Unione
potrebbero essere l’unica speranza di rimanere all’interno del circolo dei Paesi
evoluti, e di non sprofondare del tutto nei Bantustan del mondo cui oggi
apparteniamo (non per colpa di Berlusconi, ma nostra).</DIV>
<DIV align=justify><STRONG>Ciò che invece è gravissimo, è rappresentato dal
fatto che un cambiamento di portata storica come sarebbe la nascita degli Stati
Uniti d’Europa e la perdita del 90% della nostra autodeterminazione come popoli
singoli, sta avvenendo secondo principi politici, economici e sociali che
nessuno di noi conosce, che nessuno di noi ha discusso o votato. E un’analisi
attenta del Trattato ci dice che quei principi sono pericolosamente contrari ai
nostri interessi di persone comuni. Ci stanno riscrivendo la vita, nientemeno, e
ci potremmo svegliare fra pochi mesi in un mondo che non abbiamo scelto e che ci
potrebbe costare lacrime e sangue. Senza ritorno. Altro che “regime dello
psiconano”.</STRONG></DIV>
<DIV align=justify><BR><STRONG>Il potere al super Stato, e gli Stati odierni
esautorati.</STRONG><BR>Il Trattato crea le basi legali per la nascita di un
grande Stato unico europeo con poteri sovranazionali a tutto campo, cioè con
leggi che saranno superiori a qualsiasi legge degli Stati membri (dichiarazioni
17 & 27).<SPAN class=Apple-converted-space> </SPAN><STRONG>Questi
poteri del nuovo super Stato d’Europa saranno estesi a 68 nuovi settori dove
oggi gli Stati singoli hanno la possibilità di veto, che sarà
perduta.</STRONG></DIV>
<DIV align=justify>Il Trattato sottolinea il ruolo subordinato dei Parlamenti
nazionali nella nuova Europa, dove essi dovranno fare gli interessi dell’Unione
prima che i propri (Art. 8c, TEU). Nel Consiglio Europeo, che sarà la sede della
presidenza del nuovo super Stato, i partecipanti di ciascuna nazione dovranno
rappresentare l’Unione presso gli Stati membri, piuttosto che rappresentare gli
Stati membri presso l’Unione come accade ora. Essi poi, dovranno “interpretare e
applicare le loro leggi nazionali in conformità con quelle dell’Unione”. La
Commissione Europea assieme al Consiglio dei Ministri sarà l’esecutivo del super
Stato d’Europa. Vi sarà come oggi un Parlamento e la Corte di Giustizia Europea
sarà il sistema giudiziario.<BR><STRONG><FONT color=#0000ff>Nel capitolo
immigrazione le cose staranno così: la nuova Unione avrà frontiere esterne
comuni, e deciderà a maggioranza chi potrà entrare e risiedere nei nostri
territori, mentre i singoli governi perderanno il potere di decidere su ciò. Di
nuovo, nessuno di noi cittadini potrà influenzare i criteri di quelle politiche,
che potranno essere troppo permissive oppure disumane.</FONT></STRONG><BR>Si
comprende già da questi primi aspetti del Trattato in quale misura drastica i
poteri che oggi appartengono ai governi e ai Parlamenti che eleggiamo saranno
trasferiti al nuovo super Stato europeo. Non è eccessivo dichiarare che siamo
sulla strada per rendere Montecitorio e Palazzo Madama delle marginali
rappresentanze di facciata. Le uniche aree dove ancora i Paesi europei
manterrebbero autonomia decisionale sono la politica estera comune e la
sicurezza. L’europarlamentare danese Jens-Peter Bonde ha dichiarato: “Non
ricordo un singolo esempio di legge nazionale che non potrà essere influenzato
dal Trattato di Lisbona”.<BR><BR></DIV>
<DIV align=justify><STRONG>Dunque, super leggi vincolanti. Ma chi le
farà?<BR>Sarebbe naturale pensare che nei nuovi Stati Uniti d’Europa, verso i
quali il Trattato ci spinge, saranno i rappresentanti eletti dal popolo a fare
le leggi, come ovvio. Invece no.</STRONG></DIV>
<DIV align=justify><STRONG>Il potere legislativo del nuovo super Stato, come
accade già oggi nella meno vincolante UE, sarà ad esclusivo appannaggio
di</STRONG></DIV>
<DIV align=justify><STRONG><FONT color=#0000ff>1) La Commissione Europea che
proporrà le leggi, ma che non è direttamente eletta da
noi,</FONT></STRONG></DIV>
<DIV align=justify><STRONG><FONT color=#0000ff>2) Il Consiglio dei Ministri che
voterà le leggi, neppure esso direttamente eletto dai
cittadini.</FONT></STRONG></DIV>
<DIV align=justify><STRONG></STRONG> </DIV>
<DIV align=justify><STRONG>Tenete presente che il ruolo del Consiglio è quasi un
proforma, poiché funge praticamente da timbro alle leggi proposte dalla
Commissione, visto che solo il 15% di esse viene discusso dai Ministri, e questo
non cambierà col Trattato.</STRONG></DIV>
<DIV align=justify><STRONG>Insomma, la Commissione Europea non direttamente
eletta diverrà potentissima.</STRONG></DIV>
<DIV align=justify><STRONG>Tutto ciò è grave.</STRONG></DIV>
<DIV align=justify><STRONG><FONT color=#0000ff>Il Trattato, inoltre, darà alla
Commissione un elevato potere di legiferare per decreto, e le sue decisioni
saranno persino vincolanti sulle Costituzioni dei Paesi membri. E così le leggi
che potrebbero condizionale tutta la nostra vita futura saranno pensate da circa
3000 gruppi di lavoro della Commissione composti da oscuri burocrati che,
ribadisco, nessuno ha eletto.</FONT></STRONG></DIV>
<DIV align=justify><STRONG><FONT color=#0000ff>Inoltre, questa istituzione non
avrà più un Commissario per ogni Stato membro, ma solo due terzi dei Paesi
saranno rappresentati a ogni mandato, per cui potrà accadere che una legge
sovranazionale e vincolante cancellerà di fatto una legge italiana senza che
neppure un italiano l’abbia discussa o pensata.</FONT></STRONG></DIV>
<DIV align=justify><BR>E allora il Parlamento Europeo? Il Parlamento Europeo non
ha e non avrà alcun potere di proporre le leggi né di adottarle o di bocciarle
da solo, non potrà votare sul PIL dell’Unione né sulle tasse, e sarà escluso del
tutto dal deliberare su 21 settori essenziali su un totale di 90, anche se la
sua sfera di competenza è stata estesa ad un numero maggiore di aree.</DIV>
<DIV align=justify>Ciò che ho appena affermato sembra una contraddizione, ma non
lo è.</DIV>
<DIV align=justify>Infatti, il Trattato da una parte taglia le gambe al
Parlamento (i 21 settori da cui viene escluso), e dall’altra gli dà un
contentino (ampliamento aree di competenza), che contentino è visto che nel
secondo caso i parlamentari potranno solo decidere ‘assieme’ al Consiglio dei
Ministri, dunque non da soli come accade in tutte le democrazie del mondo.</DIV>
<DIV align=justify><STRONG><FONT color=#0000ff>Oltre tutto, se anche i nostri
eletti rappresentanti in Europa si impuntassero per contestare le leggi della
Commissione, avrebbero una vita durissima.</FONT></STRONG></DIV>
<DIV align=justify><STRONG><FONT color=#0000ff>Il Trattato stabilisce in quel
caso che: se i parlamentari vogliono contestare una legge proposta dalla
Commissione dovranno ottenere una maggioranza qualificata nel Consiglio dei
Ministri (cioè il 55% degli Stati) o una maggioranza assoluta di tutti i
deputati europei.</FONT></STRONG></DIV>
<DIV align=justify><STRONG><FONT color=#0000ff>Si avrebbe così il paradosso di
politici regolarmente eletti che devono sgobbare per contestare le decisioni di
un ‘governo’ che nessuno ha eletto.</FONT></STRONG></DIV>
<DIV align=justify><STRONG>Già oggi la Commissione si può permettere di snobbare
persino i parlamenti nazionali degli Stati membri, come dimostra il fatto che
fra il settembre 2006 e il settembre 2007 questi ultimi avevano spedito a
Bruxelles ben 152 bocciature di leggi proposte dalla Commissione, col risultato
di essere ignorati nel 100% di casi.<BR></STRONG>Un’ultima stortura insita
nell’impianto legislativo europeo si chiama Principio di Sussidiarietà.
Stabilisce che nel caso di non chiarezza su chi deve fare che cosa fra l’UE e
gli Stati membri, il diritto di agire ricade su chi garantisce la maggiore
efficienza. Ma che significa? E chi stabilisce che cosa sia efficiente per noi
persone? Ve l’hanno mai chiesto? Ce lo chiederanno?<BR><STRONG>Il quadro che
emerge dal progetto del Trattato vede in primo piano il macroscopico e
sproporzionato potere della Commissione Europea, che, bisogna ricordarlo ancora,
nessuno di noi elegge. Pensate che occorrerà un terzo dei Parlamenti nazionali
europei per, non dico bloccare le proposte della Commissione, ma per ottenere
che essa le riconsideri, senza alcun obbligo di altro. Nel frattempo, i
Parlamenti nazionali perderanno ben 68 poteri di veto in Europa. Una
esautorazione immensa, che, a prescindere dai meriti, nessuno di noi cittadini
ha votato e approvato.</STRONG></DIV>
<DIV align=justify><FONT face=Arial size=2></FONT><BR><STRONG>Cittadini… di
che?</STRONG><BR>Siamo italiani, tedeschi, olandesi o spagnoli, ma col Trattato
diventeremo “in aggiunta” cittadini del super Stato d’Europa (Art. 17b.1
TEC/TFU). Attenzione qui: finora, le regole della UE stabilivano che noi eravamo
cittadini europei “come corredo” alla nostra cittadinanza nazionale. Il termine
“aggiunta” è usato nel Trattato per esprimere una doppia nazionalità a tutti gli
effetti, con però un gigantesco ma: dovete sapere che i diritti e i doveri di
questa nostra nuova nazionalità saranno superiori a quelli stabiliti dalle
nostre leggi nazionali in ogni caso dove vi sia un conflitto fra di essi, e
questo per la sancita superiorità delle leggi dell’Unione rispetto a quelle
nazionali e persino rispetto alle nostre Costituzioni. Al di là del merito, è
inquietante sapere che potremmo essere obbligati a fare cose non previste dalle
nostre leggi, senza aver avuto alcuna voce in capitolo, come al solito.</DIV>
<DIV align=justify><BR><STRONG>In campo internazionale.</STRONG><BR>Il Trattato
creerà uno Stato superiore agli Stati membri esattamente come gli Stati Uniti
sono superiori ai singoli Stati americani. Esso avrà il potere di firmare
accordi internazionali con altri Paesi del mondo, e questi accordi saranno
vincolanti su ogni Paese membro anche se i suoi parlamentari sono contrari, e
avranno precedenza sulle sue leggi. Avrà il potere di entrare in guerra come
Europa e senza l’autorizzazione dell’ONU, lasciando ai singoli Stati il solo
potere di “astenersi costruttivamente” (che significa poi collaborazionismo), e
imporrà inoltre agli Stati membri un aumento delle spese militari.<STRONG><SPAN
class=Apple-converted-space> </SPAN>Il Presidente della nuova Unione non
sarà eletto dal popolo come negli USA, ma potrà rappresentarci nei rapporti con
Paesi cruciali come l’America, la Russia o la Cina, che non dialogheranno più
con i nostri attuali governi su una serie di importanti affari
internazionali.<BR></STRONG></DIV><STRONG></STRONG><STRONG></STRONG>
<DIV align=justify><STRONG><BR>I padroni del vapore.<BR></STRONG>Uno dei motivi
per cui i francesi e gli olandesi bocciarono la Costituzione europea nel 2005,
fu che essa magnificava i diritti del business lasciando le briciole ai diritti
dei cittadini. Quella Carta fu infatti definita “socialmente frigida”.</DIV>
<DIV align=justify>Il Trattato di Lisbona non altera in alcun modo questo stato
di cose, ed è grave.</DIV>
<DIV align=justify><STRONG>Il problema, gridarono allora i detrattori della
Costituzione, era che essa sanciva con forza il principio economico della
“libera concorrenza senza distorsioni”, un principi che all’orecchio del profano
può anche suonare giusto, ma che nel gergo delle stanza dei bottoni di tutto il
mondo significa: privatizzazioni piratesche (ovvero svendite a poche lire ai
privati) di tutto ciò che fu edificato con le nostre tasse, speculazioni
selvagge nel commercio, precarizzazione galoppante del lavoro e dei diritti di
chi lavora, tagli elefantiaci alle nostre tutele sociali e poi… ipocrisia
sfacciata, con la notoria regola del ‘capitalismo per i poveri e socialismo per
i ricchi’.</STRONG></DIV>
<DIV align=justify><STRONG>Cioè: meno salvagenti sociali alla popolazione, ma
poi ampi salvataggi di Stato quando è il business a finire nei
guai.</STRONG></DIV>
<DIV align=justify><STRONG>Infine, la ‘libera concorrenza senza distorsioni’
applicata al commercio europeo significa nessuna tutela di Stato nei Paesi
svantaggiati ma sovvenzioni statali miliardarie per le economie opulente dei
Paesi ricchi.</STRONG><BR>Quindi, la ‘libera concorrenza senza distorsioni’ sarà
di nuovo sancita nero su bianco dal Trattato, nonostante fosse stata bocciata
nella Costituzione.</DIV>
<DIV align=justify>La si trova infatti in una dichiarazione vincolante del
Protocollo 6. Come dire: ciò che fu cacciato dalla porta di casa, rientra dalla
finestra. Ma c’è molto altro.</DIV>
<DIV align=justify><BR>Il Trattato, per esempio, dà priorità all’aumento della
produzione agricola europea che già oggi è sovvenzionata dall’Unione a suon di 1
miliardo di euro al giorno, ma non spende una parola sulle condizioni di lavoro
dei braccianti né sull’impatto ambientale dell’espansione di quel settore, che è
fra i più inquinanti del mondo (idrocarburi, pesticidi, consumo acqua…).</DIV>
<DIV align=justify><STRONG>Ancor più grave è il capitolo del Trattato sul
diritto di sciopero, dove si prevede un assoluto divieto se esso ostacola “il
libero movimento dei servizi”, una clausola che sarà aperta a interpretazioni
selvagge; scioperare sarà altrettanto vietato quando colpirà un’azienda
straniera che paga salari da miseria in Paesi europei dove il salario medio per
lo stesso lavoro è del doppio; si immagini a quali sfruttamenti si andrebbe
incontro, col corredo di gravi instabilità e tensioni sociali.</STRONG></DIV>
<DIV align=justify>Infine, diventa illegale pretendere nei pubblici appalti il
rispetto di alcune contrattazioni salariali già acquisite, altra voragine.</DIV>
<DIV align=justify>In tema di salute, il Trattato ha in serbo un pericolo non
minore: il capitolo sui diritti del paziente è inserito fra le regole del
Mercato Interno, e non in quelle dedicate alla sanità. Innanzi tutto questo
significa che per decidere sui diritti di noi ammalati (perché lo saremo tutti
nella vita) sarà necessaria solo la maggioranza qualificata dei voti e non
l’unanimità, ma soprattutto spaventa trovarsi da ammalati nell’ambito del
Mercato, che con la salute non ha proprio nulla a che vedere, come già sappiamo
drammaticamente dalla nostra vita quotidiana.<BR>Verremo privati anche del
diritto di favorire certi settori della nostra economia anche se chiaramente
svantaggiati.</DIV>
<DIV align=justify><STRONG><FONT color=#0000ff>Se uno Stato membro deciderà di
offrire un trattamento di favore ai propri cittadini in certi aspetti del vivere
comune, potrà essere sanzionato.</FONT></STRONG></DIV>
<DIV align=justify><STRONG><FONT color=#0000ff>Se deciderà di aumentare
l’occupazione pubblica a spese dello Stato per superare una crisi occupazionale
(alla New Deal di Roosevelt) sarà sanzionato.</FONT></STRONG></DIV>
<DIV align=justify><STRONG><FONT color=#0000ff>La Banca Centrale Europea (BCE)
ha il potere di imporre a tutti la stabilità dei prezzi a scapito della piena
occupazione.</FONT></STRONG></DIV>
<DIV align=justify><STRONG><FONT color=#0000ff>E la BCE sarà arbitro assoluto e
incontrastabile delle politiche monetarie, che non di rado significano per noi
cittadini indebitati lacrime e sangue (mutui, tassi ecc.). Il Trattato non
prevede alcun meccanismo per ridistribuire la ricchezza fra i cittadini ricchi e
quelli in difficoltà all’interno dell’Unione; non prevede una politica comune in
tema fiscale, salariale e sociale.</FONT></STRONG></DIV>
<DIV align=justify><STRONG><FONT color=#0000ff>Non prevede infatti alcun metodo
per finanziare il già misero Capitolo Sociale del nuovo super Stato europeo,
poiché fra le migliaia di articoli pensati con oculatezza, guarda caso manca
proprio quello che armonizzi le politiche fiscali/monetarie/economiche con
quelle sociali. Guarda caso.</FONT></STRONG><BR>Scorrendo queste righe, risulta
chiarissimo il perché i bravi francesi e olandesi hanno bocciato queste stesse
regole quando furono presentate nella Costituzione europea. Qui di sociale c’è
poco più del nome. E il sociale è la rete di sicurezza nella mia e nella tua
vita di tutti i giorni.</DIV>
<DIV align=justify><BR></DIV>
<DIV align=justify><STRONG>La Giustizia. I Diritti.<SPAN
class=Apple-converted-space> </SPAN></STRONG><BR>In questo settore, il
Trattato adotta appieno la Carta dei Diritti Fondamentali, che diventa
vincolante per tutti i cittadini del nuovo super Stato d’Europa (Art.6 TEU). Chi
deciderà interpretando di volta in volta questi diritti con potere unico sarà la
Corte di Giustizia Europea con sede nel Lussemburgo. Infatti, secondo le regole
già spiegate in precedenza, anche qui le decisioni della Corte avranno potere
sovranazionale e dunque saranno più forti di qualsiasi legge degli Stati membri.
Esse poi avranno potere di condizionare ogni singola legge esistente nella
UE.</DIV>
<DIV align=justify>Ma chi impedirà alla Corte di interpretare un diritto odierno
di un singolo Stato membro in senso più restrittivo?</DIV>
<DIV align=justify><STRONG>Vi do un esempio: in Svezia, una legge permette ai
burocrati di Stato di fare ‘soffiate’ ai giornalisti, per cui il governo non può
pretendere che il reporter sveli poi le fonti di uno scandalo
pubblicato.</STRONG></DIV>
<DIV align=justify><STRONG>Se la Corte decidesse che ciò è illegale, addio
avanzatissima legge svedese. E vi ricordo che quando il collega tedesco
Hans-Martin Tillack fu arrestato per aver denunciato lo scandalo Eurostat (fondi
neri dell’agenzia di statistica della UE), la Corte di Giustizia Europea approvò
l’arresto.</STRONG><BR>Ma chi nomina quei giudici? Nessuno dei cittadini
europei, è la risposta.</DIV>
<DIV align=justify>Li eleggono i governi, e questo li rende di fatto a loro
soggetti. In altre parole, le sentenze sui nostri diritti fondamentali e sulle
leggi che ci governano saranno nelle mani di magistrati del tutto fuori dal
nostro controllo e secondo leggi, non lo si dimentichi, fatte da burocrati non
eletti.</DIV>
<DIV align=justify>Questo prevede il Trattato di Lisbona, all’apice di almeno
duemila anni di giurisprudenza ‘moderna’. Inoltre, ciò che viene deliberato in
seno alla Corte di Giustizia Europea avrà precedenza su quanto deliberato dalle
nostre Corti Supreme, Cassazione, e da altre Alte Corti europee. Essa ha il
potere persino di influenzare la tassazione indiretta (IVA, catasto, bolli
ecc.).<BR>Tutto questo è improprio, irrispettoso del diritto dei cittadini di
decidere del proprio vivere, visto che siamo e ancora rimaniamo in teoria gli
arbitri finali delle democrazie. Qui siamo completamente messi da parte,
ingannati e manipolati, con rischi futuri colossali a dir poco. Ma il realismo
di cittadino italiano mi impone di aggiungere un altro distinguo. In un Paese
come il nostro dove la nostra inciviltà ha portato in Parlamento dei bifolchi
subculturati e violenti come i seguaci di Bossi e altri, il fatto che in futuro
gli articoli della Carta dei Diritti Fondamentali e del Trattato di Nizza
(diritti di prima, seconda, terza e quarta generazione; dignità umana;
minoranze; diritti umani; no pena di morte; diritti processuali ecc.) saranno
vincolanti in Italia potrebbe essere la salvezza, nonostante i pericoli che ho
delineato.</DIV>
<DIV align=justify>E queste considerazioni mi portano a dire che la critica al
Trattato di Lisbona fatta dalla prospettiva italiana è un affare ambiguo, poiché
se è vero che quel Trattato potrà da una parte travolgere in negativo le nostre
vite e drammaticamente il futuro dei nostri figli, è anche vero che certa
barbarie e mediocrità a tutto campo degli italiani rendono impossibile capire
dove sia la padella e dove la brace, ovvero se ci farà più male entrare
nell’Europa di Lisbona o rimanere l’Italia sovrana di oggi. La risposta sarebbe
né l’una né l’altra, certo, ma il rischio per noi italiani di combattere e
vincere la battaglia contro l’inganno del Trattato, è poi di ritrovarci qui a
soffocare nella melma italica senza neppure l’Europa a mitigarla. Questo va
detto per onestà.</DIV>
<DIV align=justify></DIV>
<DIV align=justify><BR><STRONG>Conclusione.</STRONG><BR>Se ripercorrete i
capitoli principali che vi ho esposto, non potrete non rendervi conto che come
sempre i grandi giochi che regoleranno ogni futuro atto della vostra vita di
cittadini si decidono altrove e in segreto, mentre nessuno nell’Italia che
protesta contro il secondario berlusconismo vi aiuta a capire cosa e chi
veramente aggredisce la democrazia, e chi veramente tira le fila della vostra
esistenza.</DIV>
<DIV align=justify><STRONG>E’ scandaloso che si sia pensato agli Stati Uniti
d’Europa come a un colosso di potere in mano a oscuri burocrati non eletti e
massicciamente sbilanciati verso il business, con le briciole lasciate a quel
fastidioso ‘intralcio’ che si chiama popolo. E il tutto di
nascosto.</STRONG></DIV>
<DIV align=justify>Questa macchina va fermata e la parola va restituita a noi, i
cittadini, attraverso i referendum, come accade in Irlanda. Il Trattato di
Lisbona pone 500 milioni di esseri umani in bilico fra due possibilità: un
dubbio progresso, o la probabile caduta in un abisso di dominio degli interessi
di pochi privilegiati su un oceano di cittadini con sempre meno diritti
essenziali. Sto parlando di te, di me, di noi persone.<BR>Ma noi italiani attivi
siamo giustamente impegnati a discutere di Tarantini, di Papi, di “farabutti” e
di 'psiconani'. Giustamente.<BR></DIV><BR><SPAN style="FONT-WEIGHT: bold">Paolo
Barnard<SPAN class=Apple-converted-space> </SPAN></SPAN><BR>Fonte:<SPAN
class=Apple-converted-space> </SPAN><A
href="http://www.paolobarnard.info">www.paolobarnard.info</A></DIV></DIV></DIV></DIV></SPAN></DIV><BR></DIV></DIV><BR></DIV></DIV><BR></BODY></HTML>