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<P
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class=MsoNormal align=center><B><SPAN style="FONT-SIZE: 16pt">Le lotte non si
processano! Criminali e assassini siete voi! <SPAN
style="mso-spacerun: yes"> </SPAN>Libertà! Horria!<?xml:namespace prefix =
o ns = "urn:schemas-microsoft-com:office:office" /><o:p></o:p></SPAN></B></P>
<P
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class=MsoNormal><B><o:p> </o:p></B></P>
<P
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class=MsoNormal>Queste<SPAN style="mso-spacerun: yes"> </SPAN>parole
d’ordine, tanto ripetute da generazioni di proletarie e proletari, hanno
ritrovato entusiasmo oggi, venerdì<SPAN style="mso-spacerun: yes">
</SPAN>21 agosto 2009, in un’aula del tribunale di Milano. </P>
<P
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class=MsoNormal>All’appuntamento, provenienti da diverse città, un centinaio di
compagne e compagni, oltre ad amici e parenti dei prigionieri. Entriamo in
un’aula dove le persone sono chiuse in gabbie distinte: da una parte 9 uomini,
dall’altra 5 donne. Sono state scelte fra gli oltre cento prigionieri del CIE di
Corelli, che fra il 7 e il 13 agosto, hanno osato ribellarsi al “pacchetto
sicurezza”, in particolare all’aumento – retroattivo - della detenzione da 2 a 6
mesi per gli scioperanti. </P>
<P
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class=MsoNormal>La protesta, nelle settimane precedenti, si era estesa in
diversi CIE (Roma, Gradisca, Bari, Torino, Modena…); ma in Corelli la
mobilitazione ha finito con l’assumere un carattere più deciso e chiaro. </P>
<P
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class=MsoNormal>Per questo lo stato ha scelto di colpirla direttamente in modo
esemplare e ammonitorio, con pestaggi, arresti, trasferimenti ed espulsioni. I
“capi di imputazione” (danneggiamento seguito da incendio, resistenza e lesioni
in concorso tra loro) non lasciano dubbi sul significato dell’intera messa in
scena: mettere in atto i dettami del pacchetto sicurezza e cercare quindi di
intimidire, terrorizzare, quindi ammutolire e ricattare centinaia di migliaia di
immigrate, per poterle sfruttare nel migliore dei modi: badanti e colf nelle
case degli italiani, braccianti nelle campagne del sud, operai carne da macello
nei cantieri edili, nelle grandi catene di distribuzione e nelle fabbriche del
nord. Finalmente il meccanismo si<SPAN style="mso-spacerun: yes">
</SPAN>inceppa e gli immigrati, in barba ai soliti tentativi di divisione,
decidono, tutti uniti, di affrontare il processo, rifiutando la trappola dei
riti alternativi che, in cambio di una riduzione della pena, eliminano
praticamente le possibilità di dargli il carattere politico che merita.</P>
<P
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class=MsoNormal>I prigionieri si dimostrano quindi determinati a rivendicare la
scelta collettiva della protesta e rendere pubbliche le violenze adoperate da
polizia e carabinieri tanto nella repressione della rivolta che nella
quotidianità. </P>
<P
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class=MsoNormal>La giudice tenta invano di eliminare ogni riferimento politico
affermato con forza dagli avvocati della difesa; la formalità del rito
processuale svanisce non appena in aula viene convocato l’ispettore capo
direttore di Corelli. Le donne e gli uomini nelle gabbie e noi con loro, gli
siamo addosso all’unisono, con lo sguardo, con l’urlo: vergogna, libertà, horria
(libertà in arabo), assassini... compare anche un piccolo striscione “A Corelli
si tortura”.<SPAN style="mso-spacerun: yes"> </SPAN></P>
<P
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class=MsoNormal>La comunanza-sintonia costruita fra compagne/i fuori e
arrestati, già espressa a distanza nei momenti della rivolta, ora anche
fisicamente unita, si esprime stupendamente. Nel clamore la giudicessa, lo si
capisce con gli occhi, prima licenzia il boia, poi dichiara sospesa l’udienza,
ordina lo sgombero dell’aula e infine se ne va. </P>
<P
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class=MsoNormal>Niente e nessuno riesce più ad impedire l’incrociarsi dei
saluti, delle parole d’ordine scandite assieme, riusciamo a scambiare qualche
breve impressione con le prigioniere e i prigionieri prima che vengano portate/i
fuori.<SPAN style="mso-spacerun: yes"> </SPAN>C’è la certezza comune di
aver conseguito qualche cosa di importante: sotto processo, per la prima volta,
e a differenza del 2005, non ci sono solo gli immigrati ma anche i CIE, lo
stato.</P>
<P
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class=MsoNormal>Il primo segnale del mutamento della situazione lo si coglie
alla ripresa dell’udienza “a porte chiuse” senza pubblico ma con le persone
arrestate. Noi siamo nel corridoio antistante l’aula presidiata da sbirri con
scudi ecc., salutiamo i passaggi delle prigioniere e dei prigionieri, insomma
siamo lì in contropresidio. </P>
<P
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class=MsoNormal>Intanto il tribunale prende alcune decisioni importanti.
Innanzitutto, il boia di Corelli potrà essere interrogato dalla difesa anche in
relazione alle particolarità della repressione della rivolta e della gestione
della quotidianità, assieme alle violenze conosciute da Preziosa (trans
brasiliana, che esattamente un anno fa in Corelli fu sottoposta a sevizie);
inoltre, le tre udienze concentrate nell’ultima settimana di agosto sono state
ridotte a due, spostando la successiva dopo il 16 settembre. </P>
<P
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class=MsoNormal>Il proposito del governo di portare un colpo intimidatorio
rapido e duro ha perso grinta e euforia.</P>
<P
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class=MsoNormal>Compagni/e<SPAN style="mso-spacerun: yes"> </SPAN>alla
fine di questa prima udienza si uniscono in assemblea su un prato adiacente. La
giornata è stata buona, lo sappiamo, non ce lo ripetiamo. Ci dividiamo i compiti
per tenere i contatti con le persone arrestate e nei CIE, per estendere la
mobilitazione nei quartieri; si decide di concentrare l’attenzione sulle
prossime udienze, di preparare una mobilitazione generale alla ripresa del
processo in settembre con un relativo manifesto. </P>
<P
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class=MsoNormal>Prevalente è la modestia che, si sa, non è mai troppa e infine
ci salutiamo.<SPAN style="FONT-SIZE: 4pt"><o:p></o:p></SPAN></P>
<P
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class=MsoNormal><SPAN style="FONT-SIZE: 4pt"><o:p> </o:p></SPAN></P>
<P
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class=MsoNormal><B style="mso-bidi-font-weight: normal">I prossimi
appuntamenti</B>:<SPAN style="FONT-SIZE: 8pt"><o:p></o:p></SPAN></P>
<P
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class=MsoNormal><SPAN style="FONT-SIZE: 8pt"><o:p> </o:p></SPAN></P>
<P
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class=MsoNormal align=center><B><SPAN
style="COLOR: red; FONT-SIZE: 22pt">MARTEDI’ 25 e GIOVEDI’ 27 AGOSTO
<o:p></o:p></SPAN></B></P>
<P
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class=MsoNormal align=center><B><SPAN style="COLOR: red; FONT-SIZE: 22pt">ore
9.30 tribunale di Milano - 3° PIANO, Aula
8<o:p></o:p></SPAN></B></P></DIV></BODY></HTML>