<div class="gmail_quote"><div class="gmail_quote">Inoltriamo la seguente proposta avanzata dai compagni del SLAI COBAS per un
confronto allargato.<br>
Riteniamo che sia giunto il tempo che tutte le realtà politiche, sindacali e sociali debbano mettersi in gioco realmente e inviatiamo a
partecipare alla riunione a Milano <b>martedì 16 giugno alle ore 21,30</b> presso la sede dello Slai Cobas di
via Liguria 49.
<p style="margin-bottom: 0.0001pt; text-align: justify; line-height: normal;">
</p>________________________________________________________________<br><h1></h1><h1><font size="2"><i><span style="color: rgb(204, 0, 0);">Sindacato
dei Lavoratori Autorganizzati Intercategoriale
</span></i></font></h1>
<h2><font size="6"><i style="color: rgb(204, 0, 0);">S.L.A.I.</i><i style="color: rgb(204, 0, 0);"><span style="font-size: 30pt;"> </span></i><span style="font-size: 24pt; color: rgb(204, 0, 0);">cobas</span></font><i><span style="font-size: 8pt;"></span></i></h2>
<p></p><p style="margin-bottom: 0.0001pt; text-align: justify; line-height: normal;"><br></p><p style="margin-bottom: 0.0001pt; text-align: justify; line-height: normal;">Ormai è evidente a
tutti che il capitalismo attraversa una crisi strutturale di sovrapproduzione
di capitale e plusvalore. In ottobre quando è scoppiata la balla dei mutui
Subprime, tutti gli economisti e politici borghesi invocavano , in maniera
confusa e spaventata, l’intervento della politica per circoscrivere la crisi e
per definire le “regole” sulle quali indirizzare, sotto controllo, la finanza.</p>
<p style="margin-bottom: 0.0001pt; text-align: justify; line-height: normal;"><span> </span>La realtà ha la testa dura e ha dimostrato che
la crisi è di sistema ed è totalmente in malafede chi cerca di separare la
banca e la borsa dall’industria.</p>
<p style="margin-bottom: 0.0001pt; text-align: justify; line-height: normal;">L’intervento dello
Stato sull’economia, lo sviluppo delle politiche Keynesiane hanno avuto una
funzione negli anni di sviluppo del capitalismo per procrastinare la crisi, ma
oggi sono fallimentari.</p>
<p style="margin-bottom: 0.0001pt; text-align: justify; line-height: normal;">Anche nelle altre
gravi crisi ( vedi anni ’30),<span> </span>politiche
d’intervento statale a difesa dell’economia hanno preparato il<span> </span>macello della<span>
</span>guerra .</p>
<p style="margin-bottom: 0.0001pt; text-align: justify; line-height: normal;">Dall’inizio della
recessione ad oggi, negli USA sono stati bruciati 6 milioni di posti di lavoro,
nella zona euro secondo la Banca Centrale Europea i disoccupati sono arrivati
al 9,2% della popolazione attiva: è una vera e propria dichiarazione di <b>guerra ai lavoratori</b>.</p>
<p style="margin-bottom: 0.0001pt; text-align: justify; line-height: normal;">I migranti sono quelli
che pagano per primi ( per loro il licenziamento significa l’espulsione dal
Paese in cui lavorano ), i più colpiti dalla chiusura delle aziende sono i
lavoratori delle piccole aziende, i precari poiché non hanno nemmeno gli
ammortizzatori sociali.</p>
<p style="margin-bottom: 0.0001pt; text-align: justify; line-height: normal;">Alla FIAT o all’ATM,
mentre<span> </span>si fanno in certi siti gli
straordinari, in altri si ricorre alla C.Integrazione ( per adesso ).</p>
<p style="margin-bottom: 0.0001pt; text-align: justify; line-height: normal;">Tutto quello che
avviene viene fatto passare come fattore congiunturale, ma le stime fatte dagli
istituti più importanti degli Stati, dicono che nel 2009 nell’area europea il
Pil ( prodotto interno lordo ) avrà una contrazione tra il 4,1% ed il 5,1% (
stima della Banca Centrale Europea ) e la ripresa si posticipa addirittura nei
termini di<span> </span>anni.</p>
<p style="margin-bottom: 0.0001pt; text-align: justify; line-height: normal;">Le rassicurazioni dei
governi servono solo a dare l’illusione che, i sacrifici di oggi saranno subito
superati, e che bisogna avere ottimismo. Si tenta di instillare nelle coscienze
dei lavoratori, che il peggio è passato e che se si accettano passivamente le
politiche governative tutto si sistemerà.</p>
<p style="margin-bottom: 0.0001pt; text-align: justify; line-height: normal;">Se è vero che la crisi
è partita nel Paese più importante del sistema capitalistico, gli USA, e che la
condizione interna negli States è disastrosa, tant’è che hanno pompato cospicue
somme di denaro a sostegno dell’economia, in Europa le condizioni sono
altrettanto disastrose,<span> </span>i conti saranno
più salati perché si ritardano gli interventi di risanamento . I governi<span> </span>cercano di nascondere la reale situazione che
è destinata a presentare i conti nei prossimi mesi.</p>
<p style="margin-bottom: 0.0001pt; text-align: justify; line-height: normal;">Le tante <b>illusioni distribuite a piene mani</b> ( il
sistema del vecchio continente –secondo loro-sarebbe più trasparente e basato
su una rete di maggior regole<span> </span>) si
dimostreranno delle balle spaziali. Appena si avranno degli inadempimenti e
fallimenti, sui lavoratori si abbatteranno delle mazzate colossali e sarà più
dura spargere illusioni su chi soffre la fame.</p>
<p style="margin-bottom: 0.0001pt; text-align: justify; line-height: normal;">Già oggi, nel
dibattito e nell’agenda di Berlusconi entrano in discussione temi legati alla <b>spesa pensionistica</b> <b>e sanitaria</b> e la necessità di istituire
un reddito minimo per il sostegno dei lavoratori ( un reddito-carità per
placare possibili intemperanze di chi fa la fame ).</p>
<p style="margin-bottom: 0.0001pt; text-align: justify; line-height: normal;">Questa crisi che è
arrivata anche nelle metropoli , proviene dai lontani anni ’70, ed è stata per
questi anni contenuta, grazie al fatto che i paesi imperialisti<span> </span>l’hanno scaricata nelle aree periferiche, con
guerre di rapina e martoriato intere popolazioni in quelle parti del pianeta.</p>
<p style="margin-bottom: 0.0001pt; text-align: justify; line-height: normal;">E’ una guerra di
classe che si approfondisce e si allarga nelle metropoli , ma che non ha mai cessato
di esistere ed avere effetti in varie parti del “terzo e quarto” mondo.</p>
<p style="margin-bottom: 0.0001pt; text-align: justify; line-height: normal;">Di fronte a questo
scenario i lavoratori si trovano soli, inebetiti senza organizzazione.</p>
<p style="margin-bottom: 0.0001pt; text-align: justify; line-height: normal;">La caduta delle
illusioni, la storia insegna, non porta necessariamente ad una ripresa delle
lotte su un terreno classista: la lotta e le risposte dei licenziati e chi
soffre la fame, alle volte possono essere dirette verso<span> </span>i<span>
</span>“nemici” più vicini, ad esempio gli immigrati, disponibili ad accettare
condizioni più sfavorevoli sul piano salariale e dei diritti.</p>
<p style="margin-bottom: 0.0001pt; text-align: justify; line-height: normal;">E’ uno scenario
possibile tenendo conto la debolezza della lotta di classe, delle avanguardie
politiche e sindacali, della repressione che la borghesia sta già mettendo in
atto.</p>
<p style="margin-bottom: 0.0001pt; text-align: justify; line-height: normal;">In una situazione di
corsa verso il baratro i lavoratori possono<span>
</span>difendersi<span> </span>e contrapporsi solo se
si uniscono: solo da questo processo può svilupparsi la loro forza.</p>
<p style="margin-bottom: 0.0001pt; text-align: justify; line-height: normal;">Un’unità che va
perseguita sul piano dell’iniziativa a livello di base articolata nei vari
settori e mansioni del lavoro.</p>
<p style="margin-bottom: 0.0001pt; text-align: justify; line-height: normal;">La <b>ricomposizione di classe deve avvenire sul
piano politico</b>, ma la funzione sindacale diventa, come storicamente è stata
e sarà nel capitalismo, la palestra nella quale i lavoratori si esercitano per
affrontare lotte impegnative e unificanti.</p>
<p style="margin-bottom: 0.0001pt; text-align: justify; line-height: normal;">Non esistono
scorciatoie,<span> </span>“moderni” marchingegni o
bislacche teorie alla moda, per sfuggire a questa realtà: l’organizzazione
capitalistica scompone il processo produttivo, commerciale ecc., e rende più
difficile la ricomposizione di classe, che non è la sommatoria aritmetica di
varie esperienze, ma può avvenire ,solo, su base politica e attraverso<span> </span>un lavoro territoriale. Con sindacati capaci
di sviluppare vertenze e rappresentanze che sappiano unire i lavoratori sul
territorio ( la lotta sulla casa, sull’immigrazione, nella scuola, per servizi
più adeguati, sono esperienze che hanno valenze specifiche,<span> </span>che vanno ricondotte alla centralità della
classe lavoratrice sfruttata e produttrice di plusvalore ), ma questo può
avvenire sul <b>terreno anticapitalistico,</b>
favorendo l’aggregazione politica di forze che agiscono anch’esse sulla stessa
base sociale.</p>
<p style="margin-bottom: 0.0001pt; text-align: justify; line-height: normal;">Su questo terreno
scontiamo tutti un deficit politico ed organizzativo.</p>
<p style="margin-bottom: 0.0001pt; text-align: justify; line-height: normal;">Noi, nel nostro ultimo
Congresso, abbiamo espresso questa necessità e pertanto ci disponiamo a
lavorare in questa direzione.</p>
<p style="margin-bottom: 0.0001pt; text-align: justify; line-height: normal;">La “guerra di classe”,
che ci impone l’avversario, rende evidente la necessità di favorire la
formazione politica e l’aggregazione dei lavoratori su questo livello. Non
pensiamo che, sul versante sindacale, lo <b>Slai</b>
<b>Cobas</b> sia l’organizzazione che,
sviluppandosi su sé stessa a “raggera”, diventi il futuro sindacato di classe,
ma che può dare un importante contributo in questa direzione.</p>
<p style="margin-bottom: 0.0001pt; text-align: justify; line-height: normal;">L’esperienza di questi
ultimi tempi dimostra che non è possibile, però, procedere mettendo insieme
piccoli apparati, ma unendo le lotte che si determinano nei territori, su
obiettivi che vanno perseguiti con determinazione.</p>
<p style="margin-bottom: 0.0001pt; text-align: justify; line-height: normal;">Alcune lotte, fatte
anche nell’ultimo periodo, insegnano che è possibile mettere in campo una
resistenza adeguata all’attacco dei padroni, ma che in questa fase, dove i
margini per le “riforme” sono risibili, solo se si unifica la forza dei
lavoratori e si estende la lotta sul terreno politico, risultati importanti si
possono ottenere.</p>
<p style="margin-bottom: 0.0001pt; text-align: justify; line-height: normal;">Per questi e altri
motivi, proponiamo ai sindacati di base di coordinarsi su lotte che abbiano
alla base obiettivi come la <b>riduzione
dell’orario di lavoro a parità di salario</b>, per la difesa del salario, in
particolar modo battersi per un <b>salario
medio garantito ai disoccupati</b>, per diritti democratici esigibili per tutti
i lavoratori <b>immigrati</b>, per la
riduzione del costo degli affitti della <b>casa</b>,
salari e condizioni di lavoro non differenziati tra lavoratori anziani e nuovi
occupati, l’abolizione del lavoro precario e una lotta contro la chiusura delle
aziende in crisi.</p>
<p style="margin-bottom: 0.0001pt; text-align: justify; line-height: normal;">Pensiamo sia
necessario, unire i fronti delle lotte ( studenti, disoccupati, immigrati, chi
lotta per un’opposizione alle guerre imperialiste ecc. ) di tutti i movimenti,
per<span> </span>un percorso di confronto e di lotta
nei prossimi mesi. <br></p><p style="margin-bottom: 0.0001pt; text-align: justify; line-height: normal;"><br></p>
<p style="margin-bottom: 0.0001pt; text-align: justify; line-height: normal;">A partire da adesso,
proponiamo una prima riunione da tenere a Milano <b>martedì 16 giugno alle ore 21,30</b> presso la sede dello Slai Cobas di
via Liguria 49 ( mm linea verde fermata Romolo, autobus 90-91 ); una serie di
altre iniziative per preparare una manifestazione nazionale nel periodo autunnale.
In questa prospettiva siamo intenzionati a tenere a settembre a <b>Napoli un’assemblea nazionale di tutti i
lavoratori </b>( in particolar modo quelli del gruppo FIAT, precari, lavoratori
delle cooperative e tutti i lavoratori che subiscono i licenziamenti ) e<span> </span>in questa direzione, ci impegniamo nel
promuovere con altri sindacati, centri sociali, organizzazioni e movimenti
politici, iniziative per costruire comitati di lotta e assemblee in altri
settori e su temi politici che ci verranno proposti.</p>
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