<!DOCTYPE HTML PUBLIC "-//W3C//DTD HTML 4.0 Transitional//EN">
<HTML><HEAD>
<META http-equiv=Content-Type content="text/html; charset=iso-8859-1">
<META content="MSHTML 6.00.6000.16809" name=GENERATOR>
<STYLE></STYLE>
</HEAD>
<BODY bgColor=#ffffff>
<DIV>
<DIV class=content>
<P>Anche lui voleva vivere, ma in un altro modo.<BR>Per questo e’ stato
assassinato.<BR>Dai fascisti, usati e coperti dallo stato.<BR>Anche noi vogliamo
vivere, in un altro modo.<BR>Lo stesso di Valerio.<BR>Per questo non lo
dimentichiamo.<BR>Per questo continuiamo la sua lotta,<BR>contro i fascisti e lo
stato che li usa e li copre.<BR>Con tutti i mezzi necessari.</P>
<P>Valerio Verbano<BR>ne’ strade da intitolare - ne’ boia con cui
trattare<BR>solo la stessa lotta da continuare!</P>
<P>I nostri compagni assassinati non debbono trasformarsi in icone inoffensive
buone per ogni stanca commemorazione, ne’ possono diventare motivo di
trasversale rivendicazione bipartisan, o peggio luogo di sperimentazione
dell’oblio pacificatore.<BR>I nostri compagni sono stati assassinati perche’
davano fastidio, lottavano contro questa societa’, per un altro futuro, diverso
da quello di allora, e ancora piu’ diverso da quello di oggi.<BR>Ricordare senza
retorica i nostri compagni morti significa assimilarne lezioni e pensiero,
continuarne l’opera e la lotta, aggiornata alle battaglie di oggi, ma legata al
filo rosso che ci unisce nella linea di condotta generale della lotta di classe.
</P>
<P>Oggi, l’approfondimento della crisi capitalistica sta producendo, insieme
alla tendenziale neoschiavizzazione del proletariato, l’accelerazione della
tendenza al bipartito di stato, come confermano la trasversale riforma
federalista e lo sbarramento antiframmentazione partitica.<BR>La crisi, alla
faccia di slogan e “onde” durati quanto una stagione metereologica, la stanno
facendo pagare proprio a noi, alle nostre condizioni di vita, di lavoro, di
a-socialita’.<BR>Avanza parallelamente a disoccupazione, precarieta’ e cassa
integrazione, la visione generale razzista-securitaria della societa’, novella
faccia della moderna democrazia borghese, che garantisce “libera circolazione”
alle braccia degli schiavi di ogni colore ma ne brucia vite e diritti.<BR>Siamo
al si salvi chi puo’, dove unitamente alla diffusione di un esasperato
individualismo, all’abbandono di ogni radicamento territoriale, la defunta
sinistra di stato non trova di meglio che elemosinare un posto al sole di
Montecitorio, riproponendo ancora confusi assemblaggi e rifondazioni di “nuove”
sinistre piu’ o meno unite.</P>
<P>Sembrano non esserci sbocchi, eppure, a fronte di tanto sgomento e confusione
cresce la necessita’ di fare chiarezza.<BR>Non tutto e’ perduto!<BR>Noi non
possiamo impedire, allo stato delle nostre forze e dei rapporti di forza tra le
classi, il procedere della crisi e dei suoi effetti; possiamo pero cogliere, nei
meandri profondi della crisi, gli elementi strategicamente favorevoli al
proletariato, primo fra tutti l’oggettiva spinta alla ritirata ordinata, che
coltivi gli elementi della ripresa di classe per il futuro.<BR>Bisogna dare
forza ed organizzazione a questa spinta, facendo passi pratici in questa
direzione, riunendo e concentrando riflessioni e militanti, strutture ed
individualita’.<BR>Lontani da ogni commemorazione, questo e’ il nostro modo di
non dimenticare, di far vivere Valerio, la sua e la nostra rivoluzione! </P>
<P>COMBAT</P></DIV></DIV></BODY></HTML>