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<DIV><FONT face=Arial>Bene: la passo io sperando in maggiore fortuna, visto che
è fallito il primo invio!</FONT></DIV>
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<DIV><BR> </DIV></DIV>
<DIV><FONT face=Arial></FONT> </DIV>
<DIV style="FONT: 10pt arial">----- Original Message -----
<DIV style="BACKGROUND: #e4e4e4; font-color: black"><B>From:</B> <A
title=dorianagoracci@hotmail.it href="mailto:dorianagoracci@hotmail.it">Doriana
Goracci</A> </DIV>
<DIV><B>To:</B> <A title=olivavittoria@virgilio.it
href="mailto:olivavittoria@virgilio.it">olivavittoria@virgilio.it</A> ; <A
title=spartacok@alice.it href="mailto:spartacok@alice.it">clochard</A> ; <A
title=redditolavoro@ecn.org
href="mailto:redditolavoro@ecn.org">redditolavoro@ecn.org</A> </DIV>
<DIV><B>Cc:</B> <A title=gmagius@gmail.com
href="mailto:gmagius@gmail.com">gmagius@gmail.com</A> </DIV>
<DIV><B>Sent:</B> Sunday, November 30, 2008 3:27 PM</DIV>
<DIV><B>Subject:</B> RE: [Redditolavoro] quello che solo io dico sulla
crisi</DIV></DIV>
<DIV><BR></DIV>sulla lista reddito non posso intervenire, quindi se credete
passate voi. <BR><BR>Vittoria ad un certo punto scrive: "Ciò che spinge un
comunista, un anarchico, un rivoluzionario cosciente a ribellarsi al sintema
dello sfruttamento è l'indignazione per l'immoralità, per l'ingiustizia che
vuole gli esseri umani divisi in classi, divisi, cioè in base al fatto di chi ha
il potere, il denaro e di chi ha solo le sue braccia da vendere a chi il potere
e il denaro: i padroni". Non sono strettamente niente delle tre opzoni sopra ma
le parole spero che almeno quelle, in questi spazi e altrove, siano in
libertà...L'indignazione ci porta con stili diversi a denunciare, tentare di
accendere le luci su un fatto locale o internazionale, una volta si chiamava
controinformazione. Di fatto non c'è da cercare molto, basta guardarsi e farlo
con tutto quello che si ha vicino, anche con le notizie che "passano" , come
stamattina con l'Angelus del papa e quello che "passerà" sugli schermi a sedare
e santificare stasera e domani su rai tv. Allora cerchiamo potere e denaro?Prima
domanda, anche se non è così scontata la risposta.<BR>Vittoria entra poi nel
merito della " decadenza etica e morale c'è la coaptazione" da cui illusioni a
catena di sentirsi parte di...e affonda "Questo è il punto nessuno di noi può
dire di trovare piacere totale nella vita che ci prestabiliscono, e l'atto
rivoluzionario è quello di riappropriarsi del piacere di vivere, cioè di esser
padroni, noi, delle nostre vite. Conclude, dopo un'attenta analisi finanziaria:
" Una cosa è chiara, per me, che qui si è arrivati al punto nodale:o una vita da
subumani, gli uni contro gli altri,a scannarsi per un lavoro di merda e sui
posti di lavoro di merda, a scannarsi per un tozzo di pane a non sopravvivere
nemmeno più.."<BR>A me è sempre più chiara l'impotenza collettiva, almeno per
quello che riguarda l'Italia. Non si tratta neanche dell'utopico vivere a caccia
e raccolta, sulle orme del neolitico o di Zerzan, buono nell'intento
intellettuale, si tratta di accettare il cambiamento a partire da sè, dal
proprio stile di vita, adulti e maggiorenni in prima fila. <BR>Non so fino a che
punto siete coscienti di quanti poveri reali e assai poco visibili, ci
sono...pochi e sono abituati ad esserlo, sono forti, fortissimi a cercare di
sopravvivere nelle pieghe e piaghe del sistema. Tutti questi scricchiolii,
questi annunci di Termpesta e Bufere, che sono stati annunciati anche a San
Lorenzo come Fiction alla rai, stasera e domani, sono in effetti la paura sempre
più radicata e profonda di perdere quello che si ha: macchina abitudini
alimentari piaceri da consumare abbigliamento casa viaggi vacanze riviste cene
fuori pasti al bar e la lista diventa infinita...panico...un paese che campa e
ha campato per decenni sulle eredità famigliari le pensioni dei vecchi le mamme
che non mancano mai i "sacrifici" degli altri e gli stessi che hanno
consentito a questo scempio della Famiglia, svuotando ogni signifiacato di
piacere e libera scelta nella relazione umana , nella conoscenza, nel
"movimento"dei corpi e delle menti, diventano vittime per prime, spesso sono
stati carnefici, magari in buona fede, in nome dell'amore e della solidarietà .
Tanto per non dilungarmi e non andare lontana, detesto la teoria disgiunta dalla
pratica, dopo aver cercato, strade che Vittoria ha descritto, anche in partiti
movimenti politici ed averne tratto solo amarezza consapevole per la conduzione
menzognera e sfruttatrice sopratutto di chi è giovane e sa che può procrastinare
l'entrata nel mondo del lavoro per rendersi autonomo da Casa e cominciare a
sbattersi nella Grande Catena di Montaggio... quì dove vivo stiamo tentando di
vivere con lo scambio, delle capacità di ognuno, con certi apripista che per una
vita hanno scelto di vivere usando le mani e la testa, con relazioni di
"piacere" e non cercando i dispiaceri, perchè quelli veri e drammatici, arrivano
sempre e ci siamo dentro al Dispiacere globale.Ma io vivo in un paese di 6.000
persone , che non è neanche una decima parte di un municipio o di una città di
provincia ma l'Italia è anche questa , oltre i mostri metropoli, non sarò io a
cambiarla ma è già passata la tempesta che ha cambiato tutte e tutti fino a
ridurre una come Vittoria a dire che solo lei dice certe cose sulla Crisi. Sono
stanca di sentire notizie di fiction e botte fasciste e violenze, ce ne sono a
decine denunciate ogni giorno, migliaia sono le violenze in nero e in bianco e
in tutti i colori, le "analisi", le documentazioni...<BR>Perchè nessuno entra
nel merito del proprio privato o irrita farlo e chi lo fa? E il privato
fino a che punto è politico? Grazie di avermi coinvolta anche se una volta
ancora è molto difficile esprimersi solo con i tasti e non guardandosi negli
occhi e magari mangiando insieme qualcosa, possibilmente della terra coltivata
insieme.<BR>Doriana <BR><BR>> From: olivavittoria@virgilio.it<BR>> To:
spartacok@alice.it; redditolavoro@ecn.org<BR>> CC: dorianagoracci@hotmail.it;
gmagius@gmail.com<BR>> Subject: Re: [Redditolavoro] quello che solo io dico
sulla crisi<BR>> Date: Sun, 30 Nov 2008 13:35:18 +0100<BR>> <BR>> no i
totonniani lasciamoli sta per favore Enrico!!!<BR>> E' vero magius anche lui
ha affrontato questi temi, magari più che altro <BR>> parlando della moneta
alternativa mi pare, per me non è quella la strada.<BR>> Mi sa che Doriana
che è un tipo più pratico di ne, mi ha capito meglio;-).<BR>> Io voglio
ribadire alcuni punti fondamentali:<BR>> 1) uscire dal ricatto del lavoro
salariato, tutti mi hanno risposto hai <BR>> ragione vitto' come magnamo?
sotanzialmente.,<BR>> come cazzo campiamo i figli?<BR>> Beh organizzandosi
per far vedere che ci può essere un modo di produzione <BR>> alternativa,
autogestita, non basta dirlo bisogna pure fa vede' che si può!<BR>> perché
qui due so le cose o annamo tutti a rubà (cosa che si fa del <BR>> resto!)o
tutti vediamo come fotterci l'uno con l'altro.Sia l'una che l'altra <BR>>
cosa sono pure loro forme di coaptazione, cioè forme di sfangarsela senza
<BR>> fare un salto, io penso che i salti si fanno autoganizzandosi. E' vero
pure <BR>> quello che dici tu sulle cooperative,mica mi illudo che sono isole
felici o <BR>> strumenti rivoluzionari, ti ho detto sono forme di resistenza,
tutto qui. Si <BR>> possono pure fare in maniera autogestita, rompendo certi
meccanismi e <BR>> intanto uno fa vedere pure che in questo modo non si
risolvono i problemi <BR>> alla radice, perché le contraddizioni sussistono,
ma intanto metti in <BR>> esercizio certe competenze che stanno a dormire,
non so se mi sono spiegata. <BR>> Del resto se non si fa questo che si
fa?<BR>> I giovani si piglieranno qualche risultato sindacale sulla scuola i
<BR>> lavoratori continueranno a crepà sempre di più, carte annonarie
elemosina <BR>> ogni tanto, allora è ora di passare al boicottaggio in tutti
i sensi di <BR>> questo Sistema che ci porta alla rovina per me. Qui tra un
po' veramente ci <BR>> troveremo sotto i ponti con una marea di persone che
vengono dall'Africa a <BR>> scannarci per morire Enrico, questo lo dobbiamo
avere ben chiaro.<BR>> Mettiamoci in testa che questi i modi di coaptare li
trovano sempre, mo te <BR>> ne dico uno.<BR>> Hai sentito che vogliono
riciclare i prodotti in scadenza a prezzo scontato? <BR>> A parte che li
danno già ad ospedali e mense ma lo sai che significa questo? <BR>> no dico,
cazzo, ci hanno una crisi di sovrapproduzione pure sull'alimentare, <BR>>
mandano tanta roba al macero e poi mi volete rifià la roba che sta a <BR>>
scadere?! perché le banche e le aziende si fottono i soldi?! ma sti <BR>>
cazzi!!!!<BR>> Mo' ce producemo noi le cose che ci servono quello che ci
serve e i prodotti <BR>> vostri nun ce li cachiamo più!!! e manco venimo a
lavorà per voi per tutte <BR>> ste cazzo di merci del cazzo, per lo più ,che
fate.<BR>> Ora io lo so che è un discorso difficile, cazzo sempre quello
facile si deve <BR>> fare? so pure che forse è pure tardi!<BR>> perché sta
guerra sentendo le notizie che arrivano fa India e Thailandia e <BR>> altri
pizzi, mi pare che sta ad avere una accelerazioni. Del resto io avevo <BR>>
detto (mi scoccia dire sempre io avevo detto, ma è cosiì!) mettono a sto
<BR>> giro un democratico nero perchè si va alla terza guerra mondiale, e non
lo <BR>> accoppano sta volta!<BR>> Mi fa piacere che il dibattito si sta a
sviluppare, mi piacerebbe che si <BR>> sviluppasse però, veramente, sulle
necessità reali e sull'autonomia di <BR>> pensiero e di azione, lasciando
Totonno tizio e caio e tutto sto ceto <BR>> politico del cazzo!<BR>> vedè
veramente colla testa e colla panza cazzo ci serve a noi?Come cazzo <BR>>
potemo campà per continuare a fare i rivoluzionari, perchè se continua così
<BR>> tutti a casa tutti fottuti.<BR>> quello volevo di' Enrico.<BR>>
vittoria<BR>> <BR>> <BR>> <BR>> <BR>> ----- Original Message
----- <BR>> From: "clochard" <spartacok@alice.it><BR>> To:
"redditolavoro" <redditolavoro@ecn.org><BR>> Cc: "Olivavittoria"
<olivavittoria@virgilio.it>; "Doriana" <BR>>
<dorianagoracci@hotmail.it>; "magius" <gmagius@gmail.com><BR>>
Sent: Sunday, November 30, 2008 12:33 PM<BR>> Subject: Re: [Redditolavoro]
quello che solo io dico sulla crisi<BR>> <BR>> <BR>> > Lascia
perdere gli errori!!! :)) Mi sembra un ottimo intervento, lucido <BR>> > e
appassionato, come del resto quello del compagno Francesco.<BR>> > Mettete
giustamente a tema la necessità/volontà del proletariato di <BR>> >
costruire proprie istituzioni (ho però dubbi sulla forma "cooperativa", <BR>>
> che è un altro modo di diventare pseudopadroncini... comunque il problema
<BR>> > non è il nome ma la capacità di uscire dalla sfera dell'economico
<BR>> > capitalista, un vero rompicapo, per risolverlo non bastano le
buone <BR>> > intenzioni né l'onestà intellettuale).<BR>> >
Naturalmente la soluzione non ce l'ho. Penso soltanto che si tratti di di
<BR>> > estendere e rafforzare esperienze già in corso o realizzate nella
storia <BR>> > del movimento operaio, soprattutto quello Altro, dalle
esperienze dei <BR>> > socialisti utopisti ai gruppi di acquisto solidale
alle monete <BR>> > alternative. Negli anni '70 c'era a Napoli una mensa
per i bambini <BR>> > proletari, che rispondeva a un bisogno primario e al
contempo praticava <BR>> > una pedagogia sovversiva, affrontando, come
dice giustamente Vittoria, <BR>> > l'impresa di costruire una reale
autonomia dal capitale anche sul terreno <BR>> > del pensiero, dell'etica,
della cultura.<BR>> > Devo poi ricordare come Magius, spesso purtroppo non
compreso, batta da <BR>> > anni su questo punto, e non sarebbe male,
magari con la sua <BR>> > collaborazione, riprendere le sue
elaborazioni.<BR>> > La cornice teorica dovrebbe essere affinata, ma
esistono già dei <BR>> > riferimenti. Penso alle Zone Temporaneamente
Autonome di Hakim Bey e alla <BR>> > Sfera pubblica extraistituzionale dei
totonniani.<BR>> > Ciao e grazie degli stimoli!!! :))<BR>> ><BR>>
> enrico<BR>> ><BR>> ><BR>> ><BR>> ><BR>>
><BR>> > ----- Original Message ----- <BR>> > From: "vittoria
oliva" <huambos@virgilio.it><BR>> > To: "fra"
<frengo@anche.no>; <redditolavoro@ecn.org><BR>> > Sent:
Sunday, November 30, 2008 9:30 AM<BR>> > Subject: Re: [Redditolavoro]
quello che solo io dico sulla crisi<BR>> ><BR>> ><BR>>
><BR>> ><BR>> >> Innanzitutto mi scuso per gli errori ce ne
sono tanti, quando lo <BR>> >> metteranno<BR>> > sul sito
correggerò.<BR>> > Poi fra sono contenta che hai ricordato Malatesta, qui
si sono scordati<BR>> > tutti, mica solo Marx! se lo sono scordati pure
gli anarchici.Qui tutti si<BR>> > sono scordati di tutto e tutti!<BR>>
> Che voglio? che bisognerebbe ricordare la lezione del passato, dove
si<BR>> > praticava l'autoorganizzazione, non solo a livello sindacale, ma
anche a<BR>> > livello di solidarietà fattiva e sussistenza.<BR>> >
Io è un sacco di tempo che dico ai compagni fuori dal lavoro e avere il<BR>>
> coraggio di mettersi in cooperative in proprio, prima di Genova 2001
io<BR>> > insieme a Cirillo dicemmo persino dare i paesi abbandonati ai
migranti e <BR>> > io<BR>> > e Huambo ancora di più! fare
cooperative miste di migranti e autoctone,<BR>> > pensi che ci sarebbe
tutta sta xenofobia se qualcuno ci avesse dato retta?<BR>> > No, qui per
farsi dare retta devi essere Bifo o Totonno;-))))).<BR>> > Allora io ho
fatto questa cosa per lanciare un allarme, perché sono sicura<BR>> > che
la situazione peggiorerà e che se non ci autorganizziamo siamo <BR>> >
fottuti.<BR>> > A ci tocca lanciare questo messaggio se non ai
rivoluzionari?<BR>> > Bisogna lottare su due fronti uno strategico di
attacco, dicendo chiaro <BR>> > che<BR>> > finché capitale nessuna
soluzione, solo rovina, l'altro tattico di<BR>> > resistenza, perché
resistere bisogna.<BR>> > Mentre si dice finché c'è capitale nessuna
soluzione, organizzarsi per<BR>> > l'autoproduzione dei beni primari che è
pure un modo di mandare a fare in<BR>> > culo le merci superflue.<BR>>
> Dei beni primari solo? anche sul piano della cultura e di altri bisogni
<BR>> > che<BR>> > definiamo col termine di rose.<BR>> >
L'insegnamento? praticare la nostra pedagogia ci abbiamo fior di <BR>> >
pedagogisti<BR>> > rivoluzionari!<BR>> > il cavoli a merenda?
farseli per cazzi propri, e così via.<BR>> > Ci riuscivano nell'ottocento
che erano quasi tutti analfabeti non ci<BR>> > riusciamo ora?<BR>> >
Non ci riusciamo per il problema dell'omologazione di cui parlava <BR>> >
Pasolini.<BR>> > Riappropriarsi del nostro sapere e della nostra
volontà.<BR>> > Perché il lavoro del padrone sarà praticamente non
pagato!!!! questo è il<BR>> > punto, pagato solo con la morte, sempre di
più.Più tutto il resto, le<BR>> > guerre comprese.<BR>> ><BR>>
> Allora intanto si potrebbe mandare un segnale forte dicendo, la cazzo
di<BR>> > tessera di povertà non la vogliamo,l'elemosina non la vogliamo,
cazzo uno<BR>> > scatto di dignità!<BR>> > Poi per esempio fare lo
sciopero di Natale e le cazzo di feste: NON <BR>> > COMPRARE<BR>> >
UN CAZZO DI UN CAZZO, come tutti gli altri giorni, chiaro?<BR>> > e poi
incominciare ad organizzarsi su come resistere.<BR>> > Qui vedo ancora si
parla di salario di cittadinanza, beh, quello pure <BR>> > entra<BR>>
> nel meccanismo della coaptazione!<BR>> > O si ha il coraggio di
uscire da questa logica, e mi pare che questo è il<BR>> > tempo o siamo
fottuti.<BR>> > vittoria<BR>> ><BR>> ><BR>> ><BR>>
><BR>> ><BR>> ><BR>> ><BR>> ><BR>> ><BR>>
><BR>> ><BR>> ><BR>> ><BR>> > ----- Original Message
----- <BR>> > From: "fra" <frengo@anche.no><BR>> > To:
<redditolavoro@ecn.org><BR>> > Sent: Saturday, November 29, 2008
9:54 PM<BR>> > Subject: Re: [Redditolavoro] quello che solo io dico sulla
crisi<BR>> ><BR>> ><BR>> >> Ciao Vittoria,<BR>> >>
bellissima questa mail, hai messo in ordine tutti i pensieri che avevo<BR>>
>> confusi in testa. ;-)))<BR>> >> Però voglio prenderne solo un
pezzo per dire quello che penso su un<BR>> >> problema preciso
che<BR>> >> mi attanaglia e che avrei comunque tirato fuori prima o
poi; cioè sul <BR>> >> come<BR>> >> fare ad ottenere tutto
quello che ci proponiamo.<BR>> >> Ovviamente non voglio focalizzare
tutta una discussione su questa cosa,<BR>> >> perchè da questa mail
così ampia si possono prendere<BR>> >> tantissimi spunti di
riflessione, come spero che avvenga.<BR>> >><BR>> >> vittoria
oliva ha scritto:<BR>> >>> E perché la crisi non proceda verso il
suo epilogo più tragico dobbiamo<BR>> >>> realmente e veramente
respingere tutti i tentativi di coaptazione con la<BR>> >>> lotta,
con il rifiuto totale di questo Sistema, con il boicottaggio<BR>>
>>> radicale.respingere tutte le coaptazione dalla xenofobia, al
lavoro<BR>> >>> schiavistico, alla parodia di istruzione che
ammanniscono ai giovani.<BR>> >>> Una cosa è chiara, per me, che qui
si è arrivati al punto nodale:o una<BR>> >>> vita da subumani, gli
uni contro gli altri,<BR>> >>> a scannarsi per un lavoro di merda e
sui posti di lavoro di merda, a<BR>> >>> scannarsi per un tozzo di
pane a non sopravvivere nemmeno più..<BR>> >>> BENE E' ORA DI
PRETENDERE DI VIVERE FELICI!<BR>> >>> E' ORA DI PRETENDERE DI
GODERE!<BR>> >>><BR>> >> Sono totalmente daccordo sul fatto
che la forma più efficace per far<BR>> >> fallire il sistema sia il
boicottaggio ed il rifiuto del salario; quel<BR>> >> salario
che,<BR>> >> in realtà non è altro che una forma di ricatto, un modo
abbruttente con<BR>> >> cui ci viene restituito un po' alla volta una
piccola parte di tutto<BR>> >> quello che<BR>> >> ci viene
tolto dalla nascita.<BR>> >> Ma mentre leggevo queste tue parole mi
sono venute in mente delle altre<BR>> >> parole di Malatesta dal
programma anarchico del 1919, e te le cito:<BR>> >><BR>> >>
"Gli operai vivono alla giornata e, se non lavorano, presto mancano di<BR>>
>> pane;<BR>> >> mentre i padroni dispongono, mediante il denaro,
di tutti i prodotti già<BR>> >> accumulati,<BR>> >> e quindi
possono tranquillamente aspettare che la fame abbia ridotti a<BR>> >>
discrezione i loro salariati."<BR>> >><BR>> >> Quindi il
problema che pongo è abbastanza banale. Il capitalismo al<BR>> >>
momento ha il "monopolio della vita", nel senso<BR>> >> che, al momento
attuale, non c'è alcuna alternativa. Tutti ne facciamo<BR>> >>
maledettamente parte, chi più chi meno, tutti abbiamo<BR>> >> un ruolo
in questo sistema, chi più sfruttato, chi meno sfruttato.<BR>> >> In
noi c'è la volontà di rifiutare tutto questo, rispettando la nostra<BR>>
>> incompatibilità con i valori capitalistici, ma veniamo sconfitti
ogni<BR>> >> volta.<BR>> >> La motivazione per me è da
ricercare nel fatto che, come ho detto prima,<BR>> >> non c'è
un'alternativa di vita valida.<BR>> >> E' come se ci avessero messo,
sin dalla nascita, su un'unica strada,<BR>> >> dritta, senza
perpendicolari nè curve nè incroci,<BR>> >> e tu puoi sì muoverti
liberamente su questa strada, puoi andare avanti e<BR>> >> indietro, a
destra o sinistra, ma appena<BR>> >> cominci a toccare la carreggiata
per tentare la fuga, c'è qualcosa di<BR>> >> sconosciuto, una specie di
guard rail che ti respinge verso il centro<BR>> >> e ti rimette in
riga.<BR>> >><BR>> >> Quello che credo che sia cruciale per
sfruttare appieno questa crisi, è <BR>> >> il<BR>> >> fatto
che noi dobbiamo cominciare a pensare<BR>> >> a come potremmo vivere,
senza autorità, senza Stato, senza Imprese, senza<BR>> >> fabbriche,
senza tutto questo che vediamo.<BR>> >> Credo che dovremmo creare un
sistema dentro il sistema (capitalista) che<BR>> >> sta fallendo, con
l'obiettivo di crearlo giusto e umano,<BR>> >> e che sia capace di
coinvolgere e attirare a sè tutta la categoria di<BR>> >> oppressi, un
po' alla volta.<BR>> >> Quando parlo di sistema, intendo una
collettività autogestita che è <BR>> >> capace<BR>> >> di
condividere i prodotti insieme ai costi, eliminando<BR>> >> qualsiasi
tipo di profitto o guadagno irreale, e che sia capace di <BR>> >>
gestire<BR>> >> le risorse secondo la propria volontà,<BR>> >>
senza mai cadere nella trappola che le proprie scelte siano giuste e<BR>>
>> sovrane, alimentando sempre il dubbio e la discussione costruttiva
aperta<BR>> >> a tutti.<BR>> >><BR>> >> Purtroppo,
quello che fa più male è constatare che anche nelle categorie<BR>> >>
più basse c'è una totale mancanza<BR>> >> di consapevolezza sulle
proprie condizioni precarie, a tutto vantaggio <BR>> >> dei<BR>>
>> falsi ideali propinati dall'alto<BR>> >> (scivinismo,
conformismo, familismo, ottimismo ecc.). Questi valori<BR>> >>
aderiscono ad un problema ancora più<BR>> >> profondo, cioè
l'isolamento degli individui.<BR>> >> Anche se gli uomini si incontrano
praticando le solite abitudini, in<BR>> >> realtà vivono assolutamente
dissociati, rassegnati, senza capire<BR>> >> che un problema personale
può essere comune a tutti e diventare un<BR>> >> problema
collettivo.<BR>> >> A volte mi guardo attorno e non vedo uomini, vedo
degli automi, e quando<BR>> >> c'è il tg di sottofondo vi assicuro che
è davvero impressionante!<BR>> >> Ma anche io stesso adesso vivo
completamente dissociato da voi, non vi ho<BR>> >> mai visti, non so
neanche dove siete, non so manco come mi<BR>> >> sono ritrovato in
questa lista.<BR>> >><BR>> >> Premesso che sono libero di
tutti i vizi, tv, giochi e stronzatelle di <BR>> >> cui<BR>>
>> tutti quelli della mia età (23 anni) sono infatuati,<BR>> >> e
per cui per vivere mi basterebbe davvero poco, quando tra un po' di <BR>>
>> mesi<BR>> >> uscirò dall'università,<BR>> >> che cosa
posso fare a parte andare in qualche azienda a perdere i capelli<BR>>
>> seduto dietro un monitor?<BR>> >> Devo continuare a campare
con i miei genitori?<BR>> >> Oppure lavoro con mio padre che va in
campagna anche la domenica talmente<BR>> >> è alienato?<BR>>
>> Qual è l'alternativa? Siamo capaci di creare una comunità
totalmente<BR>> >> anarchica e felice?<BR>> >> Oppure ne
esiste già una e non ne sono a conoscenza?<BR>> >> Come posso
continuare a vivere rifiutando il capitalismo TOTALMENTE?<BR>>
>><BR>> >> Ricapitolando, sì al boicottaggio e al rifiuto, ma
parallelamente <BR>> >> dobbiamo<BR>> >> cominciare a
costruire<BR>> >> qualcosa dal basso per cercare di ricostruire quella
felicità che non è<BR>> >> detto che dobbiamo provare<BR>> >>
subito nella nostra esistenza, egoisticamente. Possiamo lavorare per<BR>>
>> quell'infinitesimo che magari<BR>> >> tra anni o secoli può
realizzare l'utopia.<BR>> >> Dobbiamo costruire un'alternativa di vita
ma lungimirante, contrariamente<BR>> >> al capitalismo che<BR>>
>> distrugge e sfrutta all'istante, portandoci tutti verso la
rovina.<BR>> >><BR>> >> Francesco<BR>> ><BR>>
><BR>> ><BR>> ><BR>> ><BR>> > ----- Original Message
----- <BR>> > From: vittoria oliva<BR>> > To: clochard ; Doriana
Goracci<BR>> > Sent: Saturday, November 29, 2008 5:16 PM<BR>> >
Subject: quello che solo io dico sulla crisi<BR>> ><BR>> ><BR>>
> Ovvero crisi virtuale e crisi reale.<BR>> > Parole in libertà di una
compagna libertaria.<BR>> ><BR>> > Questa crisi che ora è palese, da
tempo c'era e noi la vivevamo e la <BR>> > pagavamo.<BR>> > Quando è
diventa "Mondiale", "Storica" "Epocale".....?<BR>> > Quando nel suo
perdurare, fatalmente ha colpito chi ha provocato la crisi: <BR>> >
banche, finanziarie, imprese, ossia il Sistema Capitale nella sua
essenza.<BR>> > L'essenza del capitale è il profitto sia della merce umana
che di beni <BR>> > che dalla merce umana sono prodotti, questo profitto
si sostanzia in <BR>> > Capitale Finanziario, là dove pecunia non olet più
del sangue di cui <BR>> > gronda questo profitto, ma dove impera solo
l'odore della merda.<BR>> > Che di merda si tratta lo sapete perché
articoli ed analisi su come è <BR>> > avvenuta questa crisi ce ne sono a
bizzeffe.<BR>> > Ora io non mi stupisco del fatto che si ricorra
all'intervento dello Stato <BR>> > per mettere dei ripari a questa crisi,
non mi stupisco che dopo tanto <BR>> > osannare a "niente lacci e
lacciuoli"<BR>> > per il libero mercato, si cerchi la protezione dello
Stato: questo è <BR>> > nell'ordine del Sistema, si è ultraliberisti o
statalisti secondo le <BR>> > condizioni che permettono di accumulare
maggiori profitti o di recuperare <BR>> > qualche profitto perso per una
economia troppo osé!<BR>> > E' chiaramente una crisi economica, come
marxista libertaria ne sono <BR>> > cosciente, ma appunto per questo sono
cosciente anche è una crisi più <BR>> > complessiva, etica e
morale.<BR>> > Ciò che spinge un comunista, un anarchico, un
rivoluzionario cosciente a <BR>> > ribellarsi al sintema dello
sfruttamento è l'indignazione per <BR>> > l'immoralità, per l'ingiustizia
che vuole gli esseri umani divisi in <BR>> > classi, divisi, cioè in base
al fatto di chi ha il potere, il denaro e di <BR>> > chi ha solo le sue
braccia da vendere a chi il potere e il denaro: i <BR>> > padroni.<BR>>
><BR>> > Questa divisione produce una serie di soprusi a catena, una
immoralità <BR>> > diffusa ed esponenziale, secondo le epoche e le bisogna
di chi ha il <BR>> > potere, tanto più accentuate nei periodi in cui la
classe subisce <BR>> > sconfitte ed è divisa e sulla ritirata.<BR>>
> Immoralità che sono le DEVASTAZIONI che viviamo: morti di lavoro, <BR>>
> persecuzioni contro i diversi, i migranti, o le etnie ,violenza sulle
<BR>> > donne, sfruttamento dei bambini, nessuna possibilità di essere e
di <BR>> > esprimersi come essere umano totale e libero: vite negate, vite
rimosse, <BR>> > vite non vite che hanno solo valore di merce, un valore
sempre più <BR>> > scadente e che sempre più scadrà coll'incalzare della
crisi.<BR>> ><BR>> > Alla base di questa decadenza etica e morale
c'è la coaptazione (servili <BR>> > formae se ipse Dominus coaptavit), che
passa attraverso diversi meccanismi <BR>> > istituzionali o
paraistituzionali : la scuola, il posto di lavoro, gli <BR>> > eserciti,
le religioni, le etnie e le nazioni, il partito, il sindacato, <BR>> > la
consorteria o le consorterie di ogni "genere", la coaptazione, ossia la <BR>>
> sudditanza per la necessità di sopravvivere non di vivere: il potere
<BR>> > stabilisce le sue categorie sociali e le norme da osservare per
rientrare <BR>> > nelle categorie e così con una serie di strumenti passa
la coaptazione; <BR>> > l'illusone fasulla, cioè, che sei parte di un
qualcosa che ha un valore, <BR>> > chi ti fa avere un valore quando in
vece il valore tuo reale è solo quello <BR>> > dello schiavo del Regime al
potere in quel momento. Da qui nasce <BR>> > l'infelicità diffusa e totale
da cui si può uscire solo con la rivolta, <BR>> > la rivoluzione, il
boicottaggio.<BR>> ><BR>> > O coapatati ed infelici a vita, o
coaptati e senza vita, o sfuggire alla <BR>> > coaptazione e liberi di
godere e vivere.<BR>> ><BR>> > Giacché al contrario di quello che
dicono papi, preti e capitalisti <BR>> > l'essere umano non nasce alla
servitù, al dolore, ma l'essere umano nasce <BR>> > al piacere<BR>>
><BR>> > "Io provo presentemente un piacere, io vorrei che la
condizione di tutta <BR>> > la mia vita, di tutta l'eternità, fosse uguale
a quella in cui mi trovo in <BR>> > questo momento. Questo è ciò che
nessun uomo dice mai né può dire di buona <BR>> > fede, neppur per un solo
momento, neppure nell'atto del maggior piacere <BR>> > possibile. Ora se
egli in quel momento provasse in verità un piacer <BR>> > presente e
perfetto (e se non è perfetto, non è piacere), egli dovrebbe <BR>> >
naturalmente desiderare di provarlo sempre, perché il fine dell'uomo è il
<BR>> > piacere; e quindi desiderare che tutta la sua vita fosse tale qual
è per <BR>> > lui quel momento, e di più desiderare di viver sempre, per
sempre godere."<BR>> > Zibaldone di Giacomo Leopardi<BR>> ><BR>>
> Questo è il punto nessuno di noi può dire di trovare piacere totale nella
<BR>> > vita che ci prestabiliscono, e l'atto rivoluzionario è quello di
<BR>> > riappropriarsi del piacere di vivere, cioè di esser padroni, noi,
delle <BR>> > nostre vite.<BR>> > LE RIVOLUZIONI SONO STATE FATTE
TUTTE NEL SPERANZA DI APPROPRIARSI DEL <BR>> > PIACERE DI VIVERE CHE IL
POTERE NEGA.<BR>> ><BR>> > Cosa fa il Capitale che impara più di
noi, magari, dalla storia delle <BR>> > rivolte, delle ribellioni, delle
rivoluzioni?<BR>> > Coapta le masse subalterne con dei piaceri fittizi,
non reali, coapta, <BR>> > nella sua evoluzione, non solo per motivi
meramente economici, ma anche <BR>> > per motivi ideologici per tenerti
aggiogato, non solo economicamente con <BR>> > una abboffata di piaceri
fasulli perché non si trovi il piacere reale <BR>> > nella
libertà.<BR>> > E quale maggiore piacere se non quello massimo di
diventare padroni tutti? <BR>> > magari non grossi padroni ma padroncini
di piccola o media taglia. Il <BR>> > GRANDE SOGNO AMERICANO che è
diventato sogno mondiale.<BR>> > TUTTI POSSIAMO DIVENTARE PADRONI, O
PADRONCINI, TUTTI IMPRENDITORI DI SE <BR>> > STESSI, dalle stalle alle
stelle; a stelle e strisce magari!<BR>> ><BR>> > Questa per me è la
sostanza reale di questa crisi, che ha prodotto una <BR>> > serie di
disperati che si illudevano di diventare padroni di una casa o <BR>> > una
misera aziendola, mettendo il loro destino nelle mani delle banche e <BR>>
> delle finanziarie.<BR>> > A me non interessa la bolla, o i bolloni, o
se la crisi è sistemica o se è <BR>> > la crisi finale, a me interessa
questo passaggio qui.<BR>> > Il passaggio cioè che un povero negro, uno
col lavoro precario e magari <BR>> > senza reddito sicuro si illudeva di
diventare padrone per la grande <BR>> > liberalità dei padroni, per la
loro magnanimità, perché il padrone è tanto <BR>> > buono che ti regala
casa o la tua botteguccia di merda.<BR>> > Questo significa che è stata
fatta tabula rasa di tutta la storia della <BR>> > lotta di classe in
tutto il mondo. Perché non capire che<BR>> > il Capitalisti si
arricchivano con questo inganno vuol dire avere <BR>> > dimenticato
tutto.<BR>> > Quando ci si è incominciato a destare da questo sogno
fasullo?<BR>> > Quando si è visto che i conti non tornavano, che non ce la
facevi a pagare <BR>> > il muto, che il pane saliva alle stelle, che non
arrivavi alla seconda <BR>> > settimana, finché arrivavi alla terza ancora
ci si illudeva! quando si è <BR>> > visto che ti cacciano di casa, quando
si è visto che ti licenziano, ti <BR>> > mettono in cassa integrazione,
quando si è visto che "ragazzi è dura, <BR>> > tocca tamponare la crisi:
fiumi di soldi per le banche, la carta di <BR>> > povertà per voi e
qualche euro una tantum , non fate i pessimisti e andate <BR>> > a
comprare il panettone che è Natale eh!".<BR>> ><BR>> > Io sento i
giovani che urlano la crisi non la paghiamo noi. E' un urlo <BR>> > che
corre per tutto il mondo ormai, non solo dei giovani.<BR>> > Ed io mi
chiedo, come faremo a non pagarla noi?<BR>> > Come faremo se non si esce
da questo meccanismo di coaptazione?<BR>> > Che è una crisi epocale ormai
lo hanno ammesso tutti, anche quelli che su <BR>> > questa crisi con il
gioco di borsa ora vai su ora vai giù , altro che <BR>> > cucu'!si sono
fatto ancora più miliardari, però mettiamoci in testa che <BR>> > sarà una
crisi epocale solo per noi., a noi il compito di farla divenire <BR>> >
una crisi epocale per il padrone, stando ben attenti a non entrare in <BR>>
> altri modi di coaptazione.<BR>> > Intendo cioè: non 'accettare le
carte di povertà e i miseri euro con cui <BR>> > vogliono
rassicuraci.<BR>> ><BR>> > Una cosa è chiara che questo è un
passaggio di nuova ridefinizione del <BR>> > sistema capitale che vedrà
sconvolgimenti, epocali di certo, siamo giunti <BR>> > alla fase suprema
del capitale come dice Marx che coincide col suo <BR>> > possibile crollo,
alla fase in cui: meno banche ma più forti, meno <BR>> > Compagnie Aeree
ma più forti, meno Industrie automobilistiche ma più <BR>> > forti. e così
via.,questo significherà più disoccupati, più miseria per <BR>> > tutti
noi, più lavoro schiavistico per noi, più infelicità per noi, più <BR>> >
non vita per tutti noi.<BR>> > E come se non bastasse la possibilità di
una probabile terza guerra <BR>> > mondiale, non solo perché dalle crisi
di questa natura, storicamente, si <BR>> > cerca prima di uscire con i
provvedimenti statalisti, già è successo; e <BR>> > con il rilancio di
grandi opere, già è successo, ma quando questo non <BR>> > basta, poi si
arriva alle guerre mondiali.<BR>> ><BR>> > I fatti, credo, sono
sotto gli occhi di tutti: Gli USA stanno perdendo il <BR>> > loro ruolo di
paese guida del Sistema Capitale, è toccato primo al <BR>> > Capitale di
Stato, più debole di crollare l'URSS, pensavano di risolvere <BR>> > la
crisi di sovrapproduzione allargando il mercato ad est e per questo: <BR>>
> guerre;le guerre regionali , malgrado l'unica industria che tiri sia
<BR>> > quella delle armi, non bastano a rimettere in moto il meccanismo,
<BR>> > scatenano troppe contraddizioni ingovernabili a livello regionale,
i soldi <BR>> > che si spendono per la guerra sono più di quelli che si
fanno con la <BR>> > ricostruzione, quindi si trovano impantanati senza
alcun ritorno <BR>> > sostanziale, anzi rimettendoci pure a livello di
vite perdute; alle <BR>> > contraddizioni interne per guerre che non
portano nulla, nemmeno un pò di <BR>> > prestigio agli i USA, si somma
l'insoddisfazione per la crisi economica. <BR>> > Gli USA hanno perduto
quasi del tutto il cortile di casa, l'america latina <BR>> > e centrale su
cui scaricava di storicamente la sua crisi.<BR>> > Gli USA sono a livello
globale come il negro che si è comprato la casa col <BR>> > mutuo: cioè è
il massimo debitore mondiale: Giappone, Cina e i paesi <BR>> > esportatori
di petrolio più la Gran Bretagna hanno il suo debito in mano, <BR>> >
tutti questi rischiano di trovarsi come quelli che avevano comprato Azioni
<BR>> > Parmalat o Bond Argentini. Continuare a stampare moneta per fare
<BR>> > trasfusioni a banche, finanziarie imprese.... significa far
diventare la <BR>> > moneta carta straccia.<BR>> > Come potranno
partire le grandi opere, per esempio, dei Grandi oleodotti, <BR>> > se
debbono continuare a fare trasfusioni per salvare banche? Solo se ci <BR>>
> saranno delle nuove alleanze impensabili fino a poco tempo fa, mettiamo
<BR>> > fra Cina, India paesi dell'America latina e paesi Arabi
Europa.<BR>> > Se questa crisi si aggrava ancora di più può saltare la via
della seta e <BR>> > Cina ed India non hanno alcuna intenzione di
rinunciare a questo progetto.<BR>> > Gli unici che hanno non solo il
capitale finanziario in mano ma anche le <BR>> > cose concrete, le cose
reali , non solo il petrolio,sono i paesi Arabi che <BR>> > si stanno
comprando banche in Europa, banche soltanto? La Generall Motors, <BR>> >
per esempio, è in bancarotta, ma il palazzo, la cosa sostanziale della GM
<BR>> > è di proprietà araba. C'è una lotta fra capitale vecchio e
capitale <BR>> > nascente che può sfociare in una terza guerra
mondiale.<BR>> > Qualche esempio:<BR>> > Lukoil che controlla il 20
per cento della Repsol il 28/11/2008 in spagna <BR>> > ha avviato delle
trattative con l'impresa di costruzioni e di servizi <BR>> > spagnola
Sacyr Vallehermoso;<BR>> > sempre il 28/11/2008 la Bank of China ha
annunciato la sua apertura di una <BR>> > filiale a Ginevra, specializzata
in gestione patrimoniale, è la prima <BR>> > banca cinese che si
stabilisce in Svizzera.<BR>> > Sapete Chi sono i manager più importanti
del Capitalismo Usa? il 15% dei <BR>> > top manager USA vengono dai paesi
emergenti, Medio Oriente, India.<BR>> ><BR>> > Ed ora, cosa succede
proprio ora a Mumbai?<BR>> > lo sapete quello che è successo: quello che
viene detto l'11 settembre <BR>> > Indiano a Mumbai perché.....<BR>>
>
http://temi.repubblica.it/limes/strage-mumbai-gli-attacchi-in-india/<BR>>
><BR>> > A tutto questo nodo di vipere aggiungete un continente
totalmente <BR>> > distrutto dalla rapina delle potenze coloniali e
neocoloniali: L'AFRICA.<BR>> ><BR>> > Questo che viviamo è solo
l'inizio della crisi.<BR>> ><BR>> > E perché la crisi non proceda
verso il suo epilogo più tragico dobbiamo <BR>> > realmente e veramente
respingere tutti i tentativi di coaptazione con la <BR>> > lotta, con il
rifiuto totale di questo Sistema, con il boicottaggio <BR>> >
radicale.respingere tutte le coaptazione dalla xenofobia, al lavoro <BR>>
> schiavistico, alla parodia di istruzione che ammanniscono ai
giovani.<BR>> ><BR>> > Una cosa è chiara, per me, che qui si è
arrivati al punto nodale:o una <BR>> > vita da subumani, gli uni contro
gli altri,<BR>> > a scannarsi per un lavoro di merda e sui posti di lavoro
di merda, a <BR>> > scannarsi per un tozzo di pane a non sopravvivere
nemmeno più..<BR>> ><BR>> > BENE E' ORA DI PRETENDERE DI VIVERE
FELICI!<BR>> > E' ORA DI PRETENDERE DI GODERE!<BR>> ><BR>> >
prima che sia la fine totale<BR>> ><BR>> > "L'uomo si rassegna a
soffrire passivamente, o a non godere, ma niuno si <BR>> > rassegna a
faticare invano e senza niuna speranza, o a faticar molto per <BR>> > cose
da nulla; niuno si rassegna a soffrire attivamente senz'alcun frutto. <BR>>
> Quindi è che dall'abito della rassegnazione sempre nasce noncuranza,
<BR>> > negligenza, indolenza, inattività, e finalmente pigrizia, e
torpidezza, e <BR>> > insensibilità, e quasi immobilità.<BR>> > (2.
Luglio. 1823.)<BR>> ><BR>> > O COMUNISMO O BARBARIE!<BR>>
><BR>> > vittoria<BR>> > l'Avamposto degli Incompatibili<BR>>
> www.controappunto.org <BR>> <BR><BR><BR></BODY></HTML>