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<p class="RassegnaStampa-Articolo-Titolo">«Vogliono un sindacato subordinato a imprese e politica»</p>
<p class="RassegnaStampa-Articolo-Autore">di Davide Varì</p>
<p class="RassegnaStampa-Articolo-Testata">su Liberazione  del 17/09/2008</p>
<p class="RassegnaStampa-Articolo-Abstract">Intervista a Gianni Rinaldini leader metalmeccanici Fiom-Cgil</p>
<p class="RassegnaStampa-Articolo-Testo">Il nodo Alitalia, la riforma
del modello contrattuale ed uno scontro sindacale - anzi, uno scontro
anti-sindacale - che assume sempre più i contorni di un pretesto per
scagliarsi contro chi, secondo Silvio Berlusconi, sta facendo saltare
la trattativa sul futuro della compagnia di bandiera. Il sindacato
ovviamente. Ed è proprio all'interno di questo quadro drammatico, con
in più l'aggravante di una crisi economica che sta assumendo i tratti
inconfondibili della recessione, che Gianni Rinaldini, segretario della
Fiom Cgil, è netto e deciso: «Siamo in una situazione di ritardo
rispetto all'attacco che il sindacato sta subendo. Nessuno, dunque,
pensi di tirarsi fuori o di fare il grillo parlante basandosi su i
soliti quattro slogan. Bisogna tornare tra i lavoratori e offrire
un'alternativa credibile all'operazione antisindacale che stanno
portando avanti governo e Confindustria».<br><br>Partiamo
dall'argomento del giorno, partiamo da Alitalia dunque: il presidente
del Consiglio minaccia esuberi e addossa le colpe al sindacato. Che
cosa ha in mente secondo te? La polemica sembra essere scivolata su un
piano esclusivamente politico...<br>E' evidente che l'operazione
Alitalia è stata trasformata in un'operazione che nulla ha a che vedere
con il piano industriale. Un'operazione, è bene ricordare, che è stata
costruita sull'asse di un rapporto diretto, e che in questi mesi si è
consolidato, tra governo e Confindustria. E' difficile pensare ad altre
ipotesi di fronte ad una cordata capeggiata da Colaninno e composta da
soggetti industriali che presentano evidenti problemi di conflitto di
interesse. Basti pensare alla presenza di Emma Marcegaglia. Una
presenza che mette il timbro, in termini simbolici, della Confindustria.<br><br>E
in tutto questo la Cgil sembra essere l'obiettivo principale del
premier. Vuol tirarla per la giacchetta e costringerla a firmare oppure
è l'ennesimo tentativo di addossarle le responsabilità di un eventuale
fallimento della trattativa?<br>E' evidente che l'attacco di Berlusconi
è diretto contro la Cgil. E tutto questo rivela il segno evidente di
una qualche difficoltà nel portare a termine la sua ipotesi. Ma nello
stesso tempo questo attacco rappresenta un segnale più generale
rispetto alla situazione dei rapporti con il sindacato. Una situazione
aperta su diversi fronti.<br><br>Dunque Alitalia potrebbe rappresentare
una prima forzatura che prende le mosse da quella riforma del modello
contrattuale così cara a governo e Confindustria?<br>Per quanto mi
riguarda, il documento presentato da Confindustria sulla riforma del
contratto ha un'unica lettura possibile: la volontà di ridurre il
sindacato a soggetto subordinato. Quel documento, presentato
addirittura come ipotesi di accordo per quanto riguarda i nuovi
contratti, è un documento dall'impianto autoritario, fondato
sull'annullamento del ruolo autonomo del sindacato e prefigura la
cancellazione di un ruolo reale della contrattazione a tutti i livelli.
Tutto viene subordinato all'interesse dell'impresa ed il sindacato,
come soggetto autonomo, non esiste più. Sempre in quel documento, e non
è un caso, si fa esplicito riferimento alle possibili misure di
accompagnamento da parte del governo di questo processo. Si fa inoltre
riferimento alla detassazione degli straordinari e ai premi di
risultato. Insomma, la traduzione del Libro verde presentato da
Sacconi. Mi sembra evidente che siamo di fronte ad un consolidarsi di
un legame tra un blocco sociale ed una parte politica; un consolidarsi
del rapporto tra industriali e governo. E' questa, mi pare, la ragione
vera delle incredibili accuse che il presidente del Consiglio ha mosso
nei confronti della Cgil, individuata come principale ostacolo a questo
processo.<br><br>L'impressione è proprio quella di una Cgil isolata e
stretta tra le rivendicazioni sindacali e l'accusa di "disfattismo" da
parte del Governo...<br>In Cgil la discussione è aperta e la Fiom ha
votato un documento comune che dice cose precise e chiare: il documento
presentato da Confindustria è sostanzialmente inaccettabile. Di qui la
consapevolezza che vada considerato concluso il confronto con
Confindustria e che si debba ripartire dalle piattaforme sindacali. La
piattaforma della struttura sindacale sui contratti non è scindibile da
quella presentata su fisco e welfare, per esempio. Mi permetto di
ricordare che su questa questione, a suo tempo, fu dichiarata una
giornata di mobilitazione. Sulle piattaforme sindacali va aperto il
confronto con tutti i soggetti e con il governo perchè le due
piattaforme non sono scindibili. Ma "temo" che questo voglia
significare che il governo debba cambiare finanziaria.<br><br>Nel
frattempo i sondaggi danno un altissimo "indice di gradimento" di
questo governo. Ce la farà il sindacato a rendersi comprensibile ai
cittadini? <br>A parte il fatto che non credo nei sondaggi - sono
infatti convinto che rappresentino una protesi della politica - credo
che sia sufficiente guardarsi attorno, parlare con la gente, e non
intendo solo con gli operai, per capire che c'è un clima di certo non
favorevole. Ma a mio avviso questa è una ragione in più per darsi una
"mossa". Di fronte a questo disagio sociale - aggravato da una fase
economica che ormai possiamo definire recessiva - è evidente che vi è
la necessità di ricostruire con la gente un'ipotesi credibile e
alternativa a quella di Berlusconi. Sul piano fiscale, tanto per fare
un esempio, non c'è alcun accenno di una ricostruzione di iniziativa
sindacale. E di fronte a questo vuoto l'atteggiamento dei cittadini nei
confronti delle misure proposte dal governo Belusconi, misure che vanno
in una direzione precisa, è di rassegnazione. Come dire: se non c'è
altro prendiamo questo qui.<br><br>Pensi dunque che il sindacato sia in ritardo rispetto alle manovre di questo governo?<br>La
situazione è esattamente quella di un ritardo. E nessuno può tirarsi
fuori o sentirsi escluso. E nessuno può inoltre permettersi di fare il
grillo parlante o pensare che con quattro slogan si recupera il
rapporto con la gente. Del resto, storicamente non è mai stato così.
Quando i cittadini stanno peggio lo spostamento a sinistra non è un
fatto automatico. Anzi, spesso accade il contrario. Oggi il sindacato e
la Cgil si trovano di fronte ad un bivio perchè quello che propongono
governo e Confindustria si traduce in un ruolo di totale subalternità
del sindacato rispetto ai processi sociali in atto, processi sia
nazionali che internazionali. Costruire un'ipotesi diversa significa
rifiutare quel terreno e rimettere al centro gli obiettivi che siano in
grado di parlare alla gente e che siano unificanti tra la gente. Perchè
le operazioni in atto sono tutte tese a dividere i lavoratori sia a
livello di singola realtà, sia a livello di divisione tra lavoratori
pubblici e lavoratori privati.</p><br /><hr />Scopri i nuovi giochi per il tuo Messenger. <a href='http://www.messenger.it/giochi_e_attivita.html' target='_new'>Mettiti in gioco!</a></body>
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