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<DIV><FONT face=Arial size=2>
<P class=MsoBodyText style="TEXT-ALIGN: center" align=center><SPAN
style="FONT-SIZE: 12pt">Operai, lavoratori, questo è un contributo di SLAI Cobas
per il sindacato di classe delle province di Venezia e Padova, <?xml:namespace
prefix = o ns = "urn:schemas-microsoft-com:office:office"
/><o:p></o:p></SPAN></P>
<P class=MsoBodyText style="TEXT-ALIGN: center" align=center><SPAN
style="FONT-SIZE: 36pt; mso-bidi-font-size: 12.0pt">14 e 17 gennaio</SPAN><SPAN
style="FONT-SIZE: 26pt; mso-bidi-font-size: 12.0pt"> PORTO
MARGHERA<o:p></o:p></SPAN></P>
<P class=MsoBodyText style="TEXT-ALIGN: center" align=center><I><SPAN
style="FONT-SIZE: 26pt; mso-bidi-font-size: 12.0pt">CENTRO INTERMODALE ADRIATICO
QUALE SVILUPPO QUALE SICUREZZA </SPAN></I><I><SPAN
style="FONT-SIZE: 36pt; mso-bidi-font-size: 12.0pt">?</SPAN></I><I><SPAN
style="FONT-SIZE: 26pt; mso-bidi-font-size: 12.0pt"><o:p></o:p></SPAN></I></P>
<P class=MsoBodyText style="TEXT-INDENT: 27pt; TEXT-ALIGN: justify"><SPAN
style="FONT-SIZE: 12pt">In pochi giorni si sono avuti due gravissimi incidenti
al CIA di Marghera, ove lavorano sia dipendenti del CIA, sia della Nuova
Compagnia di Lavoratori Portuali (NCLP), sia di alcune imprese d’appalto che di
agenzie interinali (lavoro “in affitto”, spesso a
giornata).<o:p></o:p></SPAN></P>
<P class=MsoBodyText style="TEXT-INDENT: 27pt; TEXT-ALIGN: justify"><SPAN
style="FONT-SIZE: 12pt">In poco più di un decennio le migliaia di lavoratori
della CLP si sono visti “trasformare” la condizione lavorativa nel Porto in una
miriade di aziende ed aziendine, dove si fanno lavorare gli operai anche su due
turni consecutivi, ed anche con buste paga quotidiane … nella insicurezza più
totale del posto di lavoro, nella impossibilità di far sentire le proprie
ragioni ai padroni, nella mancanza di una condizione di difesa sindacale
autentica e “dal basso” ossia dalle ragioni e condizioni materiali ed effettive
dei lavoratori stessi.<o:p></o:p></SPAN></P>
<P class=MsoBodyText style="TEXT-INDENT: 27pt; TEXT-ALIGN: justify"><SPAN
style="FONT-SIZE: 12pt">Il 14 gennaio Claudio Favaretto di Mira ha rischiato di
perdere la vita, ed ha subito una pericolosissima operazione di riattaccamento
della gamba sinistra, a causa di un incidente che è stato imputato a delle buche
sulla piazzola dell’area ferrosi, di carico e scarico, ma che in realtà secondo
noi è dipeso dal criterio della massima velocità per il massimo profitto. In
quel caso ben 7 lamiere di 12 metri di lunghezza cadauna, molto pesanti, erano
in fase di carico-scarico. Cosa impediva di alzarne e spostarne una alla volta
?<SPAN style="mso-spacerun: yes"> </SPAN>Tra l’altro con due muletti in
parallelo,<SPAN style="mso-spacerun: yes"> </SPAN>operazione di per sé
pericolosissima poiché ad operare contemporaneamente sono due diversi lavoratori
? I giornali locali hanno subito iniziato la “lotteria” delle cause presunte
dell’incidente, che secondo noi invece non ha molto bisogno di spiegazioni. La
portata teorica dei muletti non significa che si debba sempre strafare, per
obbedire a norme o convenzioni dettate dai capi. Ben sette lamiere significa una
possibilità di scivolamento molto alta, ben superiore a quella che si avrebbe
movimentando una, due o tre lamiere al massimo di volta in
volta.<o:p></o:p></SPAN></P>
<P class=MsoBodyText style="TEXT-INDENT: 27pt; TEXT-ALIGN: justify"><SPAN
style="FONT-SIZE: 12pt">I sindacati confederali hanno fatto appello a maggior
formazione dei lavoratori ed a mezzi adeguati, questi sono sicuramente discorsi
necessari, ma ciò che conta è rilevare che lo “sviluppo” capitalistico è
arrivato ad un punto di non-ritorno, oltre il quale c’è solo la giungla, e
questo lo vediamo tutti i giorni, e non solo nel merito degli incidenti sul
lavoro. In questo incidente, ciò che salta agli occhi è soprattutto come è
avvenuto l’incidente, ossia per quali motivi. Secondo noi appunto i motivi sono
da ricercare nelle cause, ossia nelle condizioni in cui i lavoratori devono
correre letteralmente e fare le cose per rispettare le “esigenze” delle aziende
e non quelle del lavoro nella dignità e nella sicurezza. La cosa ridicola è che
alcuni dei maggiori responsabili della SITUAZIONE, ossia l’amministratore
delegato di “Interporto Venezia Spa” e il direttore del CIA, in collaborazione
con il “responsabile della sicurezza” hanno subito istituito una “commissione di
inchiesta”. Con la “Direzione sicurezza” chiusa dal 2004 (come denunciato da un
consigliere comunale il 21 scorso), su che cosa volevano “indagare”
?<o:p></o:p></SPAN></P>
<P class=MsoBodyText style="TEXT-INDENT: 27pt; TEXT-ALIGN: justify"><SPAN
style="FONT-SIZE: 12pt">Il 17 gennaio poi, tutti i Porti d’Italia sono scesi in
sciopero immediatamente dopo<SPAN style="mso-spacerun: yes"> </SPAN>la
notizia del duplice omicidio bianco, che per poco non è stato una strage,
avvenuto nella stiva della nave panamense World Trader. In quella stiva, come si
è poi ampiamente risaputo, non si erano immesse sonde per verificare la presenza
di sostanze nocive nell’aria, non si era preventivamente verificato che la metà
dei portelloni della stiva non erano apribili. In un secondo momento, dopo la
discesa e lo svenimento a terra per asfissia di Denis Zanon di Mestre della NCLP
e Paolo Ferrara di Brugine<SPAN style="mso-spacerun: yes"> </SPAN>(di una
impresa), un lavoratore rumeno dotato di maschera di respirazione e bombola ,
scendeva nella stiva per verificare la situazione, ma non poteva far nulla per
salvare i due lavoratori in quanto si accorgeva che la bombola era praticamente
senza ossigeno, e doveva risalire.<SPAN style="mso-spacerun: yes">
</SPAN>All’operazione in stiva partecipavano all’esterno altri 9 lavoratori,
come ha testimoniato uno di loro, sei lavoratori a bordo della nave e cinque in
banchina. Successivamente sono stati indagati ben 7 tra lavoratori e dirigenti.
Nel caso del RLS indagato, ci sembra che la mancanza di una sicurezza in azienda
non possa certo essere imputata ad un RLS quando si sa bene che sono in numero
insufficiente, e che sono in genere nominati dall’azienda stessa e quindi non
sempre e non comunque nelle condizioni di presiedere ad ogni attività a rischio.
Tanto più che spesso e volentieri gli RLS subiscono in varie realtà minacce di
licenziamento od anche sospensioni e licenziamenti veri e propri. Per esempio in
un recente convegno organzizato anche con la partecipazione del nostro
sindacato, dell’Associazione 12 giugno, e della Provincia di Brindisi, tenutosi
a Mesagne (Brindisi), al quale abbiamo partecipato in delegazione, un lavoratore
RLS, iscritto alla FIOM, ha dichiarato di essere stato licenziato e riassunto
per decisione del giudice, per ben 14 volte. Evidentemente l’ILVA che è una
grande azienda, non ha la mano meno pesante di molti altri padroni ! E’ questa
la situazione che i giornali non dicono. Perché hanno anche loro dei proprietari
!<o:p></o:p></SPAN></P>
<P class=MsoBodyText style="TEXT-INDENT: 27pt; TEXT-ALIGN: justify"><SPAN
style="FONT-SIZE: 12pt">In ogni caso la situazione al Porto è da molto tempo che
viene denunciata per la enorme parcellizzazione del lavoro, per i turni
lunghissimi cui sono obbligati molti lavoratori a giornata.<SPAN
style="mso-spacerun: yes"> </SPAN>Ci sono stati anche dei giusti scioperi,
però secondo noi paziali, allo scopo di contenere il numero di imprese d’appalto
dentro il porto. <o:p></o:p></SPAN></P>
<P class=MsoBodyText style="TEXT-INDENT: 27pt; TEXT-ALIGN: justify"><SPAN
style="FONT-SIZE: 12pt">Ci sono state anche le mancate riassunzioni di chi non
sta “a garbo” alle imprese. È il caso per esempio di un giovanissimo operaio di
Marghera, nostro iscritto, che si è visto rifiutare la riassunzione dopo un
periodo di lavoro a chiamata e 6 mesi di contratto a termine con una agenzia
interinale, avendo la sola “colpa” di essere caduto con il motorino alle 6 di
mattina nel recarsi al lavoro sulla strada bagnata ed umida di nebbia. Anche
questa è una dimostrazione del fatto che il “ritmo” che le agenzie interinali e
le ditte di appalto hanno permesso agli sfruttatori non genera altro che
peggiori condizioni di lavoro e maggior rischio per la vita dei
lavoratori.<o:p></o:p></SPAN></P>
<P class=MsoBodyText style="TEXT-INDENT: 27pt; TEXT-ALIGN: justify"><SPAN
style="FONT-SIZE: 12pt">NON E’ QUINDI SOLO UNA QUESTIONE DI LEGGI DA RISPETTARE,
MA DI SOSTANZA, DI COME SI LAVORA E DEI LIMITI CHE VANNO POSTI AGLI SFRUTTATORI.
E NELLA QUESTIONE DELLA SOSTANZA VI E’ CHE E’ SBAGLIATO VIVERE SUGLI
STRAORDINARI, perché gli straordinari creano maggiori rischi per i lavoratori, e
tolgono energie alla lotta per migliori retribuzioni e maggiori condizioni di
sicurezza.<o:p></o:p></SPAN></P>
<P class=MsoBodyText style="TEXT-ALIGN: center" align=center><I><SPAN
style="FONT-SIZE: 26pt; mso-bidi-font-size: 12.0pt">P</SPAN>ER LA DIFESA DI
MARGHERA DAI PROGETTI ISTITUZIONALI DI RIDUZIONE DELL’AREA ALLA SOLA
COMMERCIALIZZAZIONE<o:p></o:p></I></P>
<P class=MsoBodyText style="TEXT-INDENT: 27pt; TEXT-ALIGN: justify"><SPAN
style="FONT-SIZE: 12pt">Sin dagli anni ’70, tra i politici veneziani, di cui
alcuni poi furono processati nella Tangentopoli veneta, era corrente il proporre
un allargamento del Porto di Venezia a discapito della produzione Petrolchimica
e anche di altre aziende, economicamente sane, ma non ben “integrate”<SPAN
style="mso-spacerun: yes"> </SPAN>nel “sistema” (alcune delle quali poi
furono chiuse, per esempio Galileo, Feltrificio Veneto, Cokeria, ecc.).
Successivamente ci fu l’andirivieni di acquisti e cessioni delle parti del
Petrolchimico, che dalle partecipazioni statali andarono a ditte nazionali e poi
multinazionali passando per Eni. Ora che i politici stanno sotto sotto
scagliando l’attacco secondo loro “finale” alla classe operaia del
Petrolchimico, salta fuori che gli incidenti sul lavoro e la nocività
conseguente vengono proprio invece da quei settori (cantieristica, edilizia,
portualità) che la loro “lungimirante” politica identifica come “settori del
futuro” (logistica in primis): proprio gli stessi discorsi degli anni ’70
!!!<o:p></o:p></SPAN></P>
<P class=MsoBodyText style="TEXT-INDENT: 27pt; TEXT-ALIGN: justify"><SPAN
style="FONT-SIZE: 12pt">È importante quindi che la solidarietà di tutti i
lavoratori di Marghera, Petrolchimico in primis, ai lavoratori della portualità
per la ignobile condizione generale di dipendenza dalla precarietà in cui versa
il Porto, abbia un significato reciproco: nessuna “grande trasformazione”,
nessun “gigantismo”,ma solo il ripristino dei diritti e delle regole che gli
stessi padroni, sulla carta, hanno sottoscritto. E se ha da essere una nuova
legge sulla sicurezza sul lavoro dopo la 626 e le norme di questa estate, molto
particolarmente sbilanciate a favore del padronato,<SPAN
style="mso-spacerun: yes"> </SPAN>che sia frutto dell’analisi e
dell’esperienza dei lavoratori, e non dei pateracchi con i
padroni.<o:p></o:p></SPAN></P>
<P class=MsoBodyText style="TEXT-INDENT: 27pt; TEXT-ALIGN: justify"><SPAN
style="FONT-SIZE: 12pt">Su questo terreno è sorta la rete BASTAMORTESULLAVORO, a
cui aderiamo, composta da lavoratori, delegati, RLS, di tutta
Italia.<o:p></o:p></SPAN></P>
<P class=MsoBodyText style="TEXT-ALIGN: center" align=center><SPAN
style="FONT-SIZE: 26pt; mso-bidi-font-size: 12.0pt">L</SPAN>AVORATORI SOLO
AUTO-ORGANIZZANDOCI POSSIAMO OTTENERE SICUREZZA E DIGNITA’ SUL LAVORO</P>
<P class=MsoBodyText style="TEXT-INDENT: 27pt; TEXT-ALIGN: justify"><SPAN
style="FONT-SIZE: 12pt">Lavoratori portuali,<SPAN
style="mso-spacerun: yes"> </SPAN>la vostra esperienza di lotta e di
sindacalizzazione e di realtà di base, dalle lotte degli anni passati è rimasta
ancora, non è stata uccisa. Lo hanno dimostrato anche i “camalli” di Genova
appena dopo la morte di Denis e di Paolo.<o:p></o:p></SPAN></P>
<P class=MsoBodyText style="TEXT-INDENT: 27pt; TEXT-ALIGN: justify"><SPAN
style="FONT-SIZE: 12pt">Ciò che conta è comprendere che nella logica della
“concertazione” e dell’accordo a tutti i costi, passano anche in secondo piano
moltissimi elementi fondanti ed imprescindibili di ogni seria attuazione delle
norme di sicurezza, tali e tanti elementi che, venendo trascurati, portano alla
morte o anche a malattie invalidanti o letali.<o:p></o:p></SPAN></P>
<P class=MsoBodyText style="TEXT-INDENT: 27pt; TEXT-ALIGN: justify"><SPAN
style="FONT-SIZE: 12pt">Su questo terreno NOI, COMITATI DI BASE DEL SINDACATO
LAVORATORI AUTORGANIZZATI INTERCATEGORIALE PER IL SINDACATO DI CLASSE, attivo in
questa provincia e in quella di Padova, come a Taranto, Palermo, Ravenna,
Dalmine, Melfi, Milano, sindacato sorto nel 1992 anche con realtà di altre
importanti fabbriche e città, NOI siamo organizzati dal problema alla soluzione,
e non dalla burocrazia alle chiacchiere od alla delega. Noi siamo nei limiti del
possibile, contro ogni delega, e siamo per la partecipazione diretta dei
lavoratori alle lotte, alle vertenze, ai processi, insomma per un protagonismo
dal basso che abbia chiaro che TUTTA LA RICCHEZZA VIENE DAL NOSTRO LAVORO e che
non è giusto NE’ MORIRE PER I SOLDI CHE FINISCONO NELLE TASCHE DEI PADRONI, NE’
VEDERSI SCIPPARE TUTTO IL FRUTTO DEL PROPRIO LAVORO.<o:p></o:p></SPAN></P>
<P class=MsoBodyText style="TEXT-INDENT: 27pt; TEXT-ALIGN: justify"><SPAN
style="FONT-SIZE: 12pt">In realtà non abbiamo grande bisogno di capi e ordini
scritti, dato che poi arrivano sempre ordini improvvisi che scombinano tutto,
per “necessità di mercato”.<o:p></o:p></SPAN></P>
<P class=MsoBodyText style="TEXT-INDENT: 27pt; TEXT-ALIGN: justify"><SPAN
style="FONT-SIZE: 12pt">La nostra proposta è di lottare insieme per la sicurezza
sul lavoro.<o:p></o:p></SPAN></P>
<P class=MsoBodyText style="TEXT-INDENT: 27pt; TEXT-ALIGN: justify"><SPAN
style="FONT-SIZE: 12pt">Noi siamo disponibili a supportare ogni vertenza legale
senza gravare nemmeno dell’1 per cento, le tasche dei lavoratori
!<o:p></o:p></SPAN></P>
<P class=MsoBodyText style="TEXT-INDENT: 27pt; TEXT-ALIGN: justify"><SPAN
style="FONT-SIZE: 12pt">La nostra proposta è che i lavoratori, i delegati, gli
RLS, partecipino alla rete BASTAMORTESULLAVORO ed estendano alla quotidianità la
lotta.<o:p></o:p></SPAN></P>
<P class=MsoBodyText style="TEXT-ALIGN: center" align=center><SPAN
style="FONT-SIZE: 26pt; mso-bidi-font-size: 12.0pt">U</SPAN>NA ANALISI OLTRE I
CERIMONIALI E I LUOGHI COMUNI, DA LAVORATORI A LAVORATORI</P>
<P class=MsoBodyText style="TEXT-INDENT: 27pt; TEXT-ALIGN: justify"><SPAN
style="FONT-SIZE: 12pt">Oltre alla grande attenzione, al voler evidenziare la
“eccezionalità” dell’accaduto del 17 gennaio, i giornali locali ci hanno
mostrato più fotografie della barba del sindaco di Venezia che dei lavoratori
deceduti. La presenza delle istituzioni sul luogo del duplice omicidio bianco
(perché tale è) fin dalle prime ore successive ai fatti, non ci devono più di
tanto stupire.<o:p></o:p></SPAN></P>
<P class=MsoBodyText style="TEXT-INDENT: 27pt; TEXT-ALIGN: justify"><SPAN
style="FONT-SIZE: 12pt">Pochi giorni prima di questi gravi incidenti, il 21
dicembre, il sindaco si era recato presso la Nuova Compagnia dei Lavoratori
Portuali, in assemblea. A lui la presidenza, ed i lavoratori in piedi, tutto
intorno. Il messaggio dell’articolo di un giornale locale era evidenziato nel
titolo “Porto= fattore strategico”. Ossia si cerca il coinvolgimento dei
lavoratori in presunte promesse di benessere, il tutto in realtà a favore di chi
incassa i dividendi delle attività.<o:p></o:p></SPAN></P>
<P class=MsoBodyText style="TEXT-INDENT: 27pt; TEXT-ALIGN: justify"><SPAN
style="FONT-SIZE: 12pt">Sindaco, Presidente della Provincia, presidente
dell’Autorità Portuale, sottosegretario ai trasporti, tutti insieme a recitare
ciò che i giornali ci ripetono da qualche tempo: logistica, portualità, ecc. Non
una parola sul Porto di Trieste, o di Ancona, al solito la promessa che “noi
contiamo di più”, che “Venezia” è “strategica”, ecc. <o:p></o:p></SPAN></P>
<P class=MsoBodyText style="TEXT-INDENT: 27pt; TEXT-ALIGN: justify"><SPAN
style="FONT-SIZE: 12pt">Dicendo anche “a patto che si rispettino le norme sulla
sicurezza”. Ma non una parola sul fatto che la situazione di gravità assoluta
attuale nel campo della sicurezza sul lavoro dipende principalmente dalle leggi
sulla mobilità e la compravendita di forza-lavoro che dalla legge Treu in poi,
sono state sottoscritte DAGLI STESSI PARTITI DELLE PERSONE CHE OGGI FANNO QUESTE
AFFERMAZIONI !!!<o:p></o:p></SPAN></P>
<P class=MsoBodyText style="TEXT-INDENT: 27pt; TEXT-ALIGN: justify"><SPAN
style="FONT-SIZE: 12pt">Tanto più che fare appello alla “crescita del Paese” in
presenza di una grande crisi che permane e che il grande padronato risolve a
modo suo con guerre di conquista e di depredazione del petrolio, ci sembra
addirittura pericolosamente anti-Costituzionale.<o:p></o:p></SPAN></P>
<P class=MsoBodyText style="TEXT-INDENT: 27pt; TEXT-ALIGN: justify"><SPAN
style="FONT-SIZE: 12pt">Senza quindi un ritorno alla norma dello Statuto dei
lavoratori, alla estensione dello Statuto senza eccezioni, per tutte le imprese,
senza la assunzione di tutto il personale operante in ogni sito, senza la
chiusura di tutte le agenzie interinali e la regolarizzazione di tutti i
lavoratori alle loro dipendenze, senza la fine dei trattamenti economici
diversificati tra lavoratori che fanno le stesse cose negli stessi siti, senza
insomma equità e giustizia, non sarà possibile alcuna sicurezza sul lavoro.
<o:p></o:p></SPAN></P>
<P class=MsoBodyText style="TEXT-INDENT: 27pt; TEXT-ALIGN: justify"><SPAN
style="FONT-SIZE: 12pt">Il 21 gennaio poi, si è riunito a Venezia il consiglio
comunale alla presenza sia del sindaco della città di Ferrara (Brugine in
provincia di Padova), sia del sindaco della città di Favaretto (Mira). I
giornali questa volta hanno riportato frasi AUTOCRITICHE: il sindaco di Venezia
avrebbe dichiarato “SIAMO TUTTI RESPONSABILI”; secondo noi è sbagliato, SIETE
TUTTI RESPONSABILI, noi lavoratori che contestano, con cause legali,
mobilitazioni, informazione, aiuto ad Associazioni<SPAN
style="mso-spacerun: yes"> </SPAN>impegnate in questo campo<SPAN
style="mso-spacerun: yes"> </SPAN>(come la A.E.A., seriamente impegnate a
denunciare la nocività ed a portare avanti correttamente e senza percentuali, le
cause di riconoscimento dell’esposizione amianto, o dei molti morti che per
l’amianto ci sono stati, tanto per fare un esempio), impegno volontario,
sacrifici, <U>subendo repressione e licenziamenti politici</U> per questo nostro
impegno di SLAI COBAS PER IL SINDACATO DI CLASSE E DI MOLTISSIMI LAVORATORI CHE
LA PENSANO COME NOI, NOI NON C’ENTRIAMO NIENTE CON VOI !<o:p></o:p></SPAN></P>
<P class=MsoBodyText style="TEXT-INDENT: 27pt; TEXT-ALIGN: justify"><SPAN
style="FONT-SIZE: 12pt"><SPAN style="mso-spacerun: yes"> </SPAN>Gli
interventi sono stati certo toccanti e gravati della presenza di pubblico e di
giornalisti, e della gravità dell’accaduto, come in queste
circostanze.<o:p></o:p></SPAN></P>
<P class=MsoBodyText style="TEXT-INDENT: 27pt; TEXT-ALIGN: justify"><SPAN
style="FONT-SIZE: 12pt">Però resta il fatto che le istituzioni, quando ci scappa
il morto sul lavoro, sono lì a fare discorsi retorici anche quando affermano di
non volerli fare. Non è solo il mancato rispetto delle leggi, sono le cause di
questo mancato rispetto, che non arrivano mai sui banchi dei Tribunali. C’è
ipocrisia, c’è capacità di spargere lacrime di coccodrillo, e ciò ci fa pena ed
orrore perché il loro modo di agire politico è fortemente sostenuto dalla classe
padronale (ADDIRITTURA il presidente veneziano della confindustria che ci dice
che “nuove leggi non servono”), a spingere sempre più per il massimo profitto
con maggiore flessibilità e produttività per i lavoratori. Né ciò, questo
maggior rischio, può trovare più soluzione nella sua monetizzazione salariale.
Non basta, e non aiuta ad evitare gli incidenti. E oltretutto non è nemmeno
riconosciuta ai dipendenti di imprese di appalti e di interinali, per non dire a
quelli che lavorano in nero.<o:p></o:p></SPAN></P>
<P class=MsoBodyText style="TEXT-INDENT: 27pt; TEXT-ALIGN: justify"><SPAN
style="FONT-SIZE: 12pt"> <o:p></o:p></SPAN></P>
<P class=MsoBodyText style="MARGIN-LEFT: 27pt; TEXT-ALIGN: justify"><SPAN
style="FONT-SIZE: 12pt">SOLIDARIETA’ OPERAIA
AUTO-ORGANIZZAZIONE<o:p></o:p></SPAN></P>
<P class=MsoBodyText style="MARGIN-LEFT: 27pt; TEXT-ALIGN: justify"><SPAN
style="FONT-SIZE: 12pt">SULLA SICUREZZA SUL LAVORO NESSUNO SCONTO AL PADRONE
!<o:p></o:p></SPAN></P>
<P class=MsoBodyText style="MARGIN-LEFT: 27pt; TEXT-ALIGN: justify"><SPAN
style="FONT-SIZE: 12pt"> <o:p></o:p></SPAN></P>
<P class=MsoBodyText style="MARGIN-LEFT: 27pt; TEXT-ALIGN: justify"><SPAN
style="FONT-SIZE: 12pt">MARGHERA IN LOTTA PER LA DIFESA DEI POSTI DI LAVORO IN
OGNI SUO COMPARTO PRODUTTIVO – CONTRO OGNI GIGANTISMO CHE NASCONDE MAGGIORE
INSICUREZZA E PRECARIETA’ – CONTRO LA PRECARIETA’<SPAN
style="mso-spacerun: yes"> </SPAN>IN OGNI SUA FORMA E NORMA DI LEGGE
!<o:p></o:p></SPAN></P>
<P class=MsoBodyText style="MARGIN-LEFT: 27pt; TEXT-ALIGN: justify"><SPAN
style="FONT-SIZE: 12pt"> <o:p></o:p></SPAN></P>
<P class=MsoBodyText style="MARGIN-LEFT: 27pt; TEXT-ALIGN: justify"><SPAN
style="FONT-SIZE: 12pt">PER LA PARTECIPAZIONE DEI LAVORATORI ALLA LOTTA IN
DIFESA DELLA VITA E DELLA SICUREZZA SUL LAVORO !<o:p></o:p></SPAN></P>
<P class=MsoBodyText style="MARGIN-LEFT: 27pt; TEXT-ALIGN: justify"><SPAN
style="FONT-SIZE: 12pt"> <o:p></o:p></SPAN></P>
<P class=MsoBodyText style="TEXT-ALIGN: right" align=right><SPAN
style="FONT-SIZE: 12pt">SLAI COBAS per il sindacato di classe – coordinamento
provinciale di Venezia e Padova -<SPAN style="mso-spacerun: yes">
</SPAN>Raffineria ENI (3471965188)– appalti Fincantieri – Petrolchimica –
Berengo – Bica (PD) – </SPAN><SPAN style="FONT-SIZE: 12pt">Pensionati-Invalidi
(334-1902497)<o:p></o:p></SPAN></P>
<P class=MsoBodyText style="TEXT-ALIGN: right" align=right><SPAN
style="FONT-SIZE: 12pt"> <o:p></o:p></SPAN></P>
<P class=MsoBodyText style="TEXT-ALIGN: right" align=right><SPAN
style="FONT-SIZE: 12pt; COLOR: black"><A
href="http://www.slaicobasmarghera.org/"><SPAN
style="COLOR: black">www.slaicobasmarghera.org</SPAN></A><SPAN
style="mso-spacerun: yes"> </SPAN><A
href="mailto:info@slaicobasmarghera.org"><SPAN
style="COLOR: black">info@slaicobasmarghera.org</SPAN></A> 334-3657064
<o:p></o:p></SPAN></P>
<P class=MsoBodyText style="TEXT-INDENT: 27pt; TEXT-ALIGN: justify"><SPAN
style="FONT-SIZE: 12pt"> <o:p></o:p></SPAN></P></FONT></DIV></BODY></HTML>