<STRONG><FONT size=4>Lo strano modo di affrontare la questione salariale</FONT></STRONG>
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<P style="MARGIN-TOP: 0px; MARGIN-BOTTOM: 0px" align=justify><FONT face=Tahoma>Ormai non esiste nessuno sulla terra che non chieda che i salari vengano aumentati. </FONT></P>
<P style="MARGIN-TOP: 0px; MARGIN-BOTTOM: 0px" align=justify><FONT face=Tahoma>Lo chiede il Governo che (dopo aver tagliato le pensioni) dichiara ora la questione salariale prioritaria. </FONT></P>
<P style="MARGIN-TOP: 0px; MARGIN-BOTTOM: 0px" align=justify><FONT face=Tahoma>Lo chiede Bankitalia, preoccupata per una riduzione dei consumi che fa tanto male all'economia.</FONT></P>
<P style="MARGIN-TOP: 0px; MARGIN-BOTTOM: 0px" align=justify><FONT face=Tahoma>Lo chiedono i padroni (Confindustria) che mentre si lamentano per ogni euro richiesto in piattaforma sindacale pretendendo contropartite sempre più pesanti per ogni cent che concedono, invitano il Governo ad aumentare il reddito netto ai "poveri lavoratori" e, già che c'è, a tagliare ancora altre tasse alle imprese.</FONT></P>
<P style="MARGIN-TOP: 0px; MARGIN-BOTTOM: 0px" align=justify><FONT face=Tahoma>Ovviamente lo chiedono pure i Sindacati che dopo anni di moderazione salariale e celebrazione del modello concertativo scoprono ora di non aver saputo difendere i salari dall'inflazione nè tanto meno a garantire equità nella distribuzione della ricchezza prodotta. ... un vero e proprio flop della tanto decantata linea concertativa. Ovviamente Cgil Cisl Uil non la dicono così ... ma così è in realtà.</FONT></P>
<P style="MARGIN-TOP: 0px; MARGIN-BOTTOM: 0px" align=justify><FONT face=Tahoma>C'è da riconoscere che Cgil Cisl Uil si sono trovati un pò spiazzate da questo coro unanime su materie che dovrebbero essere di loro principale preoccupazione e per distinguersi e farsi sentire alzano parecchio la voce sopra il coro, arrivando addirittura a minacciare uno sciopero generale.</FONT></P>
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<P style="MARGIN-TOP: 0px; MARGIN-BOTTOM: 0px" align=justify><FONT face=Tahoma>A guardare le cose così come appaiono tutto dovrebbe essere semplice.</FONT></P>
<P style="MARGIN-TOP: 0px; MARGIN-BOTTOM: 0px" align=justify><FONT face=Tahoma>Tutti dicono che i salari sono bassi e che bisogna aumentarli. Cosa c'è di meglio allora che chiedere un aumento dei salari ? </FONT></P>
<P style="MARGIN-TOP: 0px; MARGIN-BOTTOM: 0px" align=justify><FONT face=Tahoma>Più semplice di così si muore ... ma non è così.</FONT></P>
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<P style="MARGIN-TOP: 0px; MARGIN-BOTTOM: 0px" align=justify><FONT face=Tahoma>La strategia a cui tutti affidano l'aumento dei salari è ben sintetizzabile nelle parole d'ordine .... </FONT></P>
<P style="MARGIN-TOP: 0px; MARGIN-BOTTOM: 0px" align=justify><FONT face=Tahoma>- Manutenzione del modello contrattuale</FONT></P>
<P style="MARGIN-TOP: 0px; MARGIN-BOTTOM: 0px" align=justify><FONT face=Tahoma>- Riduzione delle trattenute sulle retribuzioni.</FONT></P>
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<P style="MARGIN-TOP: 0px; MARGIN-BOTTOM: 0px" align=justify><B><FONT face=Tahoma>Che vuol dire "Manutenzione del modello contrattuale" ?</FONT></B></P>
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<P style="MARGIN-TOP: 0px; MARGIN-BOTTOM: 0px" align=justify><FONT face=Tahoma>I più benevoli dicono che serve una manutenzione del protocollo del 1993 perchè così com'è non funziona più. Contratti rinnovati in ritardo, inflazione programmata troppo bassa, troppa frantumazione contrattuale ecc. A sentire loro se i salari non sono aumentati quanto serviva è colpa di un modello che se prima (a sentir loro) funzionava a meraviglia, si è ora inceppato. In realtà il problema è che il modello del 93 era sbagliato in sè perchè obbliga la contrattazione dentro ad un quadro di compatibilità che non c'entra nulla con la tutela dei salari, e perchè fa affidamento ad una politica dei redditi che in realtà pesa come una mannaia solo sui salari. Aggiungiamo pure l'incapacità (spesso anche la non volontà) di rispondere alle forzature padronali con una efficace risposta sindacale.</FONT>
<P style="MARGIN-TOP: 0px; MARGIN-BOTTOM: 0px" align=justify><FONT face=Tahoma>Per questi, tutto si risolverebbe appunto con un nuovo quadro di regole tra gentiluomini che renda più esigibile la contrattazione. Ovviamente ciò non garantisce l'aumento dei salari.</FONT>
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<P style="MARGIN-TOP: 0px; MARGIN-BOTTOM: 0px" align=justify><FONT face=Tahoma>I più malevoli aggiungono anche che, visto che il modello del 93 non è riuscito ad intercettare la produttività, la nuova contrattazione dovrà puntare solo sull'aumento e sulla redistribuzione della produttività. Lasciamo al contratt5o nazionale solo il ruolo di garantire un "minimo".</FONT>
<P style="MARGIN-TOP: 0px; MARGIN-BOTTOM: 0px" align=justify><FONT face=Tahoma>Un concetto ben sintetizzato da Bonanni (Cisl) .... "<I>Basta col salario a prescindere</I>".</FONT>
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<P style="MARGIN-TOP: 0px; MARGIN-BOTTOM: 0px" align=justify><FONT face=Tahoma>Benevoli e malevoli concordano comunque su un fatto e cioè che bisogna aumentare la quota di salario variabile (legato al raggiungimento di obiettivi di produttività e redditività di impresa) e che quindi va spostato (chi dice di più e chi dice di meno) il baricentro della contrattazione sul livello decentrato.</FONT>
<P style="MARGIN-TOP: 0px; MARGIN-BOTTOM: 0px" align=justify><FONT face=Tahoma>Rimane aperta una discussione su quel che deve rimanere del contratto nazionale. Per Cisl, Uil e Confindustria dovrebbe ridursi al lumicino e magari anche passando dall'attuale biennio al triennio contrattuale, la Cgil (più tiepida) spera in un contratto nazionale che rimanga ancora riferimento centrale della contrattazione. Una discussione in realtà del tutto filologica visto che su uno spostamento di peso sul salario variabile sono d'accordo tutti e tanto basta per condannare la contrattazione nazionale ad un lento ed inesorabile svuotamento.</FONT>
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<P style="MARGIN-TOP: 0px; MARGIN-BOTTOM: 0px" align=justify><FONT face=Tahoma>Ora ci si domanda. </FONT>
<P style="MARGIN-TOP: 0px; MARGIN-BOTTOM: 0px" align=justify><FONT face=Tahoma>Se il problema da cui partono tutti è quello di aumentare i salari, perchè allora non si comincia a chiedere maggiori aumenti salariali facendo piazza pulita di tutti quei vincoli e quelle predeterminazioni che hanno di fatto condannato i salari, in tutti questi anni, ad una sorta di riduzione programmata ?</FONT>
<P style="MARGIN-TOP: 0px; MARGIN-BOTTOM: 0px" align=justify><FONT face=Tahoma>Se i problema da risolvere è quello di tutelare i salari almeno dall'inflazione reale, perchè allora non puntare a ripristinare una sorta di adeguamento automatico, lasciando cos' la contrattazione libera di concentrarsi sulla redistribuzione sui salari di una quota della maggiore ricchezza prodotta ?</FONT>
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<P style="MARGIN-TOP: 0px; MARGIN-BOTTOM: 0px" align=justify><FONT face=Tahoma>Ma a quanto pare il problema, così come è posto da Cgil Cisl Uil nel rapporto con le parti padronali, non è quello di aumentare le retribuzioni ma di fare "manutenzione" al modello contrattuale del 93 proponendone una rivisitazione che ha tutta l'aria di portarci in alto mare secondo l'assunto che "per guadagnare di più bisogna lavorare di più" ... cosa altro è il legare maggiori quote di retribuzione agli obiettivi di produttività ???</FONT>
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<P style="MARGIN-TOP: 0px; MARGIN-BOTTOM: 0px" align=justify><FONT face=Tahoma><B>Che vuol dire "Riduzione delle trattenute sulle retribuzioni"</B>.</FONT>
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<P style="MARGIN-TOP: 0px; MARGIN-BOTTOM: 0px" align=justify><FONT face=Tahoma>Quanto poco c'entri la discussione sul nuovo modello contrattuale con l'obiettivo di aumentare i salari lo abbiamo appena visto. Non sarà infatti alle imprese che si chiederà di redistribuire un po di quella redditività aumentata in almeno 10 anni a causa del contenimento dei costi salariali ed occupazionali.</FONT>
<P style="MARGIN-TOP: 0px; MARGIN-BOTTOM: 0px" align=justify><FONT face=Tahoma>L'aumento delle retribuzioni viene rivendicato in primis ed essenzialmente al Governo. L'assunto è semplice. Se si riduce la tassazione la retribuzione netta aumenta.</FONT>
<P style="MARGIN-TOP: 0px; MARGIN-BOTTOM: 0px" align=justify><FONT face=Tahoma>Plaude Confindustria che così vede ridursi la pressione salariale sulle sue tasche. Ammicca il Governo (diviso tra gli entusiasti ed i iper-perplessi) che in qualche modo vede in questo una possibilità di recuperare un po di consenso. Plaudono ovviamente Cgil Cisl Uil che intravvedono un facile risultato ma che vorrebbero intascare presto anzi subito.</FONT>
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<P style="MARGIN-TOP: 0px; MARGIN-BOTTOM: 0px" align=justify><FONT face=Tahoma>A noi rimangono non poche perplessità.</FONT>
<P style="MARGIN-TOP: 0px; MARGIN-BOTTOM: 0px" align=justify><FONT face=Tahoma>E' chiaro che riducendo le tasse sulle retribuzioni aumenta il netto in busta paga. ma questo non è un aumento salariale, è semplicemente l'anticipazione in busta paga di quello che lo stato dovrebbe restituirci in termini di salario sociale (servizi, istruzione, sanità ecc).</FONT>
<P style="MARGIN-TOP: 0px; MARGIN-BOTTOM: 0px" align=justify><FONT face=Tahoma>Infatti cosa sono le tasse se non un contributo che tutti i redditi devono fornire per il funzionamento dello Stato, del suo apparato e dei servizi che questo deve erogare in conformità al dettato costituzionale che a quei servizi hanno diritto tutti indipendentemente dalla loro condizione sociale.</FONT>
<P style="MARGIN-TOP: 0px; MARGIN-BOTTOM: 0px" align=justify><FONT face=Tahoma>Il fatto è che la richiesta di detassare i salari indirettamente da manforte a quella filosofia di punta che da anni Capitale e rendita sostengono, e cioè che vanno ridotte drasticamente le tasse in quanto lacci e lacciuoli allo sviluppo (dei loro redditi).</FONT>
<P style="MARGIN-TOP: 0px; MARGIN-BOTTOM: 0px" align=justify><FONT face=Tahoma>Ora è chiaro che se dovesse passare la logica di ridurre le tasse come volano dello sviluppo (teoria sostenuta proprio oggi da Bankitalia) la conseguenza immediata sarà un peggioramento delle disponibilità di spesa pubblica a sostegno di quei servizi che dovrebbero essere garantiti a tutti. Una strada che apre al peggioramento delle condizioni di vita di milioni di lavoratori (e quindi delle loro condizioni salariali) ed alle privatizzazioni selvagge (quelle per capirci all'americana dove vieni curato in ospedale solo se hai i soldi).</FONT>
<P style="MARGIN-TOP: 0px; MARGIN-BOTTOM: 0px" align=justify><FONT face=Tahoma>Cgil Cisl Uil si sono messi su una strada facile per ottenere nell'immediato qualche lira in più sulle retribuzioni ma è una strada piena di pericoli e dalle conseguenza imprevedibili e non buone.</FONT>
<P style="MARGIN-TOP: 0px; MARGIN-BOTTOM: 0px" align=justify><FONT face=Tahoma>Molto pià difficile ed impegnativo sarebbe stato semplicemente cambiare linea rivendicativa e pensare a richieste contrattuali più serie o alla reintroduzione di un sistema automatico di adeguamento delle retribuzioni all'inflazione reale. Ma questo, si sa, porta dritto a litigare con Confindustria ... cosa che Cgil Cisl Uil vogliono evitare. Non ne hanno la forza e non ne hanno la voglia. </FONT>
<P style="MARGIN-TOP: 0px; MARGIN-BOTTOM: 0px" align=justify><FONT face=Tahoma>La strada quindi delle riduzioni del peso fiscale sulle retribuzioni è una strada piena di pericoli, facile da sdoganare per i suoi risultati immediati ma condannata a finire in un vicolo cieco.</FONT>
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<P style="MARGIN-TOP: 0px; MARGIN-BOTTOM: 0px" align=justify><B><FONT face=Tahoma>La confusione regna</FONT></B>
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<P style="MARGIN-TOP: 0px; MARGIN-BOTTOM: 0px" align=justify><FONT face=Tahoma>Il prossimo 8 gennaio Cgil Cisl Uil avranno un incontro col Governo per discutere appunto di detassazione dei redditi.</FONT>
<P style="MARGIN-TOP: 0px; MARGIN-BOTTOM: 0px" align=justify><FONT face=Tahoma>L'unica cosa certa che è stata messa nelle disponibilità del governo è la detassazione del salario ottenuto in cambio di maggiore produttività. Praticamente quel che ne esce è una incentivazione a sostenere lo sviluppo del salario ad incentivo (forma moderna del cottimo), ma anche su questo è tutto da vedere. C'è già nel Governo chi propone di far valere questa detassazione solo per i primi due anni. </FONT>
<P style="MARGIN-TOP: 0px; MARGIN-BOTTOM: 0px" align=justify><FONT face=Tahoma>Ciò che emerge è che ci sono porte aperte e sfondate per sostenere anche finanziariamente tutto ciò che va nella direzione di rivedere il modello contrattuale a favore del salario ad incentivo (quello legato alla produttività), ma molta cautela sul resto.</FONT>
<P style="MARGIN-TOP: 0px; MARGIN-BOTTOM: 0px" align=justify><FONT face=Tahoma>Riguardo alla revisione delle aliquote ed alle detassazioni in generale si sa poco. Si sa intanto che fino ad aprile non se ne potrà parlare (si aspetta infatti il quadro sull'andamento delle entrate fiscali). Si dice che se detassazione deve essere questa va rivolta a sostegno dei redditi bassi, dei non abbienti e delle famiglie numerose. Tanti paletti che vogliono dire solo una cosa. Poche idee chiare ed una disponibilità tutta da verificare.</FONT>
<P style="MARGIN-TOP: 0px; MARGIN-BOTTOM: 0px" align=justify><FONT face=Tahoma>Certo Cgil Cisl Uil vanno all'incontro con la minaccia di uno sciopero generale in tasca e non è detto che per un motivo o per un'altro si arriverà a proclamarlo veramente.</FONT>
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<P style="MARGIN-TOP: 0px; MARGIN-BOTTOM: 0px" align=justify><FONT face=Tahoma>Ma qui sorge un problema. Su cosa esattamente saremo chiamati a fare uno sciopero ? Non certo solo per lamentarci e non certo sulla base di quel generico documento presentato da Cgil Cisl Uil all'assemblea nazionale tenutasi a Milano il 24 novembre 2007.</FONT>
<P style="MARGIN-TOP: 0px; MARGIN-BOTTOM: 0px" align=justify><FONT face=Tahoma>Quello che manca è ancora una volta una piattaforma ed un sindacato che abbia la capacità di andare ad ascoltare i lavoratori prima di avanzare delle proposte. Una carenza che denunciamo sia riguardo al confronto col Governo che con Confindustria sul modello contrattuale.</FONT>
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<P style="MARGIN-TOP: 0px; MARGIN-BOTTOM: 0px" align=justify><FONT face=Tahoma>Vogliamo veramente conquistare un nuovo modello che garantisca ai salari di aumentare veramente? ... allora bisogna litigare con Confindustria per liberare i contratti dagli attuali vincoli e ripristinare un sistema di adeguamento dei salari all'inflazione reale ... altro che concertazione .. altro che chiacchere.</FONT>
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<P style="MARGIN-TOP: 0px; MARGIN-BOTTOM: 0px" align=justify><FONT face=Tahoma>7 gennaio 2008</FONT>
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<P style="MARGIN-TOP: 0px; MARGIN-BOTTOM: 0px" align=justify><FONT face=Tahoma>COORDINAMENTO RSU</FONT>
<P style="MARGIN-TOP: 0px; MARGIN-BOTTOM: 0px" align=justify> </P><br><p><font face=Verdana,Arial size=2>----<br>
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