[Redditolavoro] Almaviva, migranti, Trump: le recenti prese di posizione del M5S

Partito Comunista dei Lavoratori pclavoratoribologna at gmail.com
Tue Jan 24 09:47:45 CET 2017


Almaviva, migranti, Trump: le recenti prese di posizione del M5S

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Il commentario politico si è occupato in questi mesi delle disavventure di
Virginia Raggi e della guerra per bande che attraversa il M5S. Tema
sicuramente interessante, su cui siamo già intervenuti. Ma l'aspetto più
clamoroso, passato invece in sordina, riguarda le posizioni pubblicamente
assunte dal M5S in relazione a temi dirimenti della lotta di classe.
Nazionali e internazionali. Ne ricordiamo tre.

La prima concerne Almaviva. Di fronte all'infame licenziamento di 1600
lavoratori e lavoratrici romane, Luigi di Maio assolve l'azienda e mette
sul banco degli imputati la CGIL. Non per criticare, come qualche ingenuo
potrebbe pensare, la gestione sindacale nazionale della vicenda o la linea
sindacale in generale, ciò che dal nostro punto di vista sarebbe ed è
doveroso. Ma per mettere in discussione ancora una volta il sindacato in
quanto tale. «La vicenda Almaviva dimostra che la rappresentanza collettiva
dei lavoratori non ha alcun senso. È ora che ogni lavoratore inizi a
rappresentarsi da solo». Testuale. Invece di rivendicare un sindacato che
faccia con coerenza il proprio mestiere, Di Maio vuole proprio abolire il
mestiere del sindacato. Ai 1600 lavoratori licenziati il futuro candidato
premier dei 5 Stelle offre la solitudine individuale della disperazione.
Cioè la condizione cui l'ha costretti l'azienda. Magari, forse, un domani
ammortizzata da un miserabile... reddito di cittadinanza. Non è un caso che
il Grillo natalizio, in lussuosa vacanza a Malindi, abbia sentito il
bisogno di elogiare pubblicamente «la povertà» come nuovo stile di vita. Un
vero profumo di francescanesimo.

La seconda riguarda l'immigrazione. Subito dopo gli atroci attentati
terroristici di Berlino, Beppe Grillo ha sentenziato: «Ora basta. Tutti i
migranti che non hanno diritto all'asilo devono essere rimpatriati. Domani
stesso, senza perdere un'ora». Neppure Salvini era giunto a tanto. Grillo
rivendica la deportazione immediata di massa di uomini, donne, bambini, in
fuga dalla fame, dall'oppressione, dalla morte. Altro che “migranti
economici”!. La linea di marcia è quella stessa del governo Gentiloni e del
suo ministro degli interni Minniti, che ha inaugurato una vera e propria
campagna di retate in tutta Italia alla caccia di migranti irregolari senza
permesso di soggiorno per compilare la lista dei rimpatri forzati. Invece
di punire chi li sfrutta in nero e di regolarizzare le condizioni degli
sfruttati, Minniti compila la lista degli sfruttati da cacciare (e da
ammassare nel frattempo nei nuovi lager dei CIE). Appaltando intanto al
governo di Tripoli e ai governi africani il lavoro sporco di blocco e
segregazione dei disperati alla partenza, in cambio della regalia di
miliardi... pagati dai lavoratori italiani. Lo stesso lavoro sporco
prezzolato già appaltato a Erdogan nei Balcani, a spese dei lavoratori
europei. Il M5S, sulla scia di Minniti e Salvini, gioca semplicemente allo
scavalco della peggiore xenofobia.

La terza concerne il pubblico posizionamento di Beppe Grillo e del M5S
verso Trump. Il peggior arnese reazionario della storia americana è
giudicato da Grillo «un uomo di pace» e «un grande uomo di Stato» «al pari
di Putin». Portatore di «distensione» nel mondo. Incredibile.
Trump vuole costruire un muro invalicabile contro i migranti messicani, a
tutto vantaggio delle mafie criminali di frontiera. Annuncia la
cancellazione dei pochi vantaggi sociali dell'Obamacare, a beneficio delle
compagnie di assicurazione. Rivendica la guerra commerciale alla Cina e una
svolta protezionista della politica economica USA, col prevedibile rincaro
delle importazioni a spese dei salari americani, e le inevitabili
ritorsioni speculari dei paesi colpiti a danno dei posti di lavoro
americani. Rivendica l'appoggio incondizionato al corso coloniale dello
Stato sionista d'Israele, cioè alla guerra contro i palestinesi. Annuncia
la possibile revoca dell'accordo sul nucleare con l'Iran. La possibile
distensione con la Russia di Putin è in funzione di questa politica
reazionaria. “Rifare grande l'America” è il nuovo inno sciovinista
dell'imperialismo americano, su cui cercano di montare tutti i peggiori
populismi reazionari d'Europa, alla ricerca di benefici elettorali e di
legittimazione politica internazionale. Poteva mancare il M5S?

A tutti coloro che a sinistra continuano a beatificare il grillismo, o a
caratterizzarlo a “luci e ombre”, o addirittura ad assumerlo a propria
sponda politica, risponde ancora una volta la realtà dei fatti: quella di
una forza reazionaria di massa, nemica dei lavoratori e degli oppressi. Una
verità che solo il PCL, a sinistra, ha sin dall'inizio denunciato
controcorrente.
Partito Comunista dei Lavoratori

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