[Redditolavoro] Via il boia Erdogan! Per il diritto all'autodeterminazione del popolo curdo!

Partito Comunista dei Lavoratori pclavoratoribologna at gmail.com
Fri Feb 10 11:30:16 CET 2017


Via il boia Erdogan! Per il diritto all'autodeterminazione del popolo curdo!

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testo del volantino che sarà distribuito sabato 11 febbraio a Milano, in
occasione del corteo nazionale per il Kurdistan

Il popolo curdo è stato diviso un secolo fa dalle potenze coloniali ed è
oppresso in almeno quattro paesi: Siria, Iraq, Iran, Turchia. Tutti questi
paesi sono coinvolti, assieme ad Arabia Saudita, Emirati del Golfo e
Israele, nella crisi irrisolta del Medio Oriente. La contesa mediorientale
vede coinvolti per l’egemonia regionale da un lato Arabia Saudita, Qatar,
Turchia, Israele, dall’altro l’Iran, Hezbollah (Libano) e la Siria di
Assad, sostenuti rispettivamente da un lato dall’imperialismo statunitense
ed europeo e dall’altro dall’imperialismo russo (e in modo più defilato
cinese) che intervengono sia direttamente che attraverso formazioni locali.
La Siria, dopo la deviazione reazionaria e la sconfitta della rivoluzione
araba, è attualmente crocevia di fronti di guerra intrecciati e
sovrapposti, e teatro delle principali contraddizioni della situazione
internazionale.

Nessun regime locale e nessuna potenza imperialista ha reale interesse a
sostenere la liberazione e ancora meno l’unificazione del popolo curdo. La
guerra condotta dalle forze popolari curde, la partecipazione armata delle
donne a difesa del Rojava, contro il fascismo islamista dell’ISIS e di
altre organizzazioni salafite e reazionarie, rappresenta l’elemento
progressivo e di estrema importanza nell’attuale contesto di
guerre intrecciate e sovrapposte.

Il movimento curdo nella regione è politicamente diviso: il PDK di Barzani
(Iraq), conservatore, e il PKK, progressista, sono le principali
organizzazioni nazionaliste nella regione, in competizione per la direzione
del movimento nazionale curdo. Queste forze negoziano con Assad, con la
Francia, con gli USA, con la Russia per riceverne il sostegno al proprio
progetto nazionale. Una speranza mal riposta e fonte di ricorrenti
frustrazioni e sconfitte storiche.

La Turchia di Erdogan, promotrice di un proprio disegno di potenza
neo-ottomano nella regione, non ha esitato, insieme all’Arabia Saudita, a
sostenere i fascisti islamici dell’ISIS. Questo progetto non può sopportare
nessuna forma di autodeterminazione curda, sia all’interno che all’esterno
dei suoi confini. Dopo il fallimento del colpo di Stato, Recep Tayyip
Erdogan ha operato una repressione senza precedenti finalizzata a liquidare
l’opposizione democratica, in particolare della minoranza curda, imporre un
regime autoritario e ricomporre le alleanze internazionali. Quindi
ha continuato a reprimere nel sangue la rivolta dei curdi in Turchia e ha
invaso il Rojava per spezzare in Siria ogni ipotesi di autonomia curda.
Dopo l’apparente svolta di Erdogan contro l’ISIS, gli USA hanno voltato le
spalle al movimento curdo del Rojava, scegliendo la Turchia quale
sicuro bastione della NATO. È evidente che ogni attore si muove con
duttilità e spregiudicatezza al solo fine di difendere e rafforzare il
proprio peso politico in funzione dei futuri nuovi equilibri.

Nell’attuale contesto imperialista non c’è soluzione progressiva alla
questione palestinese senza la distruzione rivoluzionaria dello Stato
sionista, così come non c’è soluzione progressiva della questione curda in
un Kurdistan indipendente senza la messa in discussione degli equilibri e
dei confini statuali disegnati dalle potenze coloniali. Questa
rivendicazione democratica è realizzabile solo nel quadro di una soluzione
socialista, nella prospettiva di una federazione socialista del Medio
Oriente. Solo la classe lavoratrice, ponendosi alla testa dei popoli
oppressi della regione, può realizzare i compiti democratici della
rivoluzione (autonomia all'imperialismo, autodeterminazione nazionale,
riforma agraria radicale). Solo un partito rivoluzionario
e internazionalista, forte della teoria della rivoluzione permanente, può
dirigere questo processo. In alternativa, come i fatti dimostrano, in
presenza di una direzione borghese c’è la ridefinizione della carta
geografica del Medio Oriente per mano dell'imperialismo, dell'ISIS, del
sionismo, del progetto neo-ottomano turco.






*NESSUNA FIDUCIA NEGLI IMPERIALISMI!  PER UN KURDISTAN UNITO E
INDIPENDENTE!  PER UNA FEDERAZIONE SOCIALISTA DEL MEDIO ORIENTE!*
Partito Comunista dei Lavoratori

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