[Redditolavoro] Stoltenberg capo di guerra, Gentiloni ministro vile

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Wed Oct 19 13:04:55 CEST 2016


Stoltenberg capo di guerra, Gentiloni ministro vile
Il governo invia soldati in Lettonia

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Stoltenberg, segretario generale della NATO, a Roma è venuto a dare la
linea e ad annunciare l’invio di soldati dell’Esercito Italiano nei Paesi
baltici ai confini con la Federazione Russa.
Nella conferenza stampa il segretario generale ha fatto il punto sul
dispiegamento militare NATO dal Baltico all’Europa centro-orientale:
«Abbiamo triplicato la dimensione della forza di risposta rapida, con otto
quartieri generali nell’Europa centro-orientale. Ci sono i quattro
battaglioni nelle repubbliche baltiche. Sono difensivi e proporzionati.
Però dicono che la NATO c’è e che la risposta, certo limitata rispetto alle
divisioni russe, è multinazionale».

Il governo di Renzi è stato colto di sorpresa, e per bocca del ministro
degli esteri, Paolo Gentiloni, ha cercato di banalizzare la questione:
“un’iniziativa già prevista dal vertice NATO di Varsavia del luglio
scorso”.

Il vertice di Varsavia ha posto l’ultimatum: «Le azioni e le politiche
destabilizzanti della Russia includono: l’illegale e illegittima annessione
senza interruzione della Crimea, che non riconosciamo e non riconosceremo,
sulla quale ci appelliamo alla Russia affinché faccia marcia indietro; la
violazione dei confini sovrani attraverso la forza; la deliberata
destabilizzazione dell’Ucraina dell’Est; le esercitazioni militari su larga
scala contrarie allo spirito del Documento di Vienna e le azioni militari
provocatorie nelle vicinanze dei confini della NATO, tra cui quelle nelle
regioni del Mar Baltico e del Mar Nero e nel Mediterraneo Orientale; la sua
retorica nucleare, la sua concezione militare e il suo atteggiamento di
base aggressivi e irresponsabili; le sue continue violazioni dello spazio
aereo dei paesi Alleati. Inoltre, l’intervento militare, la presenza
militare consistente, il supporto al regime siriano da parte della Russia,
e il suo utilizzo di forze militari nel Mar Nero, mirati ad estendere il
suo potere nell’est del Mediterraneo, hanno posto ulteriori rischi e sfide
per la sicurezza degli Alleati e delle altre parti. La NATO ha reagito a
questa contesto modificato nel campo della sicurezza rinforzando le sue
strutture di deterrenza e di difesa, compreso lo stanziamento di forze
nell’area orientale dell’Alleanza e la sospensione di ogni cooperazione
civile e militare funzionale tra NATO e Russia, rimanendo pur sempre aperta
al dialogo politico con la Russia. Riconfermiamo queste decisioni”
(comunicato NATO).

Qualche mese prima del vertice di Varsavia, la NATO lanciò in Polonia
l’operazione Anaconda: 31.000 soldati, 3000 veicoli, 105 aerei e 12 navi da
guerra. I contingenti maggiori sono USA (14.000), Polonia (12.000) e
Inghilterra (800). L’annuncio di Stoltenberg è stato preceduto dalla
conferenza stampa del capo di stato maggiore dell’esercito USA (4 ottobre),
in cui ha avvertito che il prossimo grande conflitto sarebbe «altamente
letale, diverso da tutto ciò che l’esercito USA ha sperimentato almeno
dalla seconda guerra mondiale», e i combattimenti avverranno in «aree
urbane densamente popolate.»
Nell’Ucraina orientale si combatte, già dalla metà del 2014, i prossimi
fronti militari saranno il Baltico e la Georgia.

Le masse in Europa non vogliono la guerra. La quasi totalità delle forze
antiguerra che si mobilitarono nel 2003 contro l’aggressione imperialista
in Iraq sono passive, avvelenate dall’imperialismo democratico del premio
Nobel della pace Obama, che in otto anni di presidenza non ha fatto che
guerre d’aggressione iniziate da Bush figlio, aggiungendovi di suo il colpo
di stato nazionalista di Kiev; un progressivo e massiccio dispiegamento
offensivo di truppe e di mezzi ai confini della Russia; l’appoggio
incondizionato a Lettonia, Lituania ed Estonia; l’aggressione alla Libia e
la guerra in Siria, in cui è possibile ogni momento uno scontro tra soldati
russi e americani.
Solo la lotta della classe operaia e delle masse, dall’Atlantico alla
Siberia, può fermare la guerra. In Europa e nella Federazione Russa i
comunisti lavoreranno per rovesciare i governi che vogliono la guerra.
Dobbiamo far consapevoli le masse che dovranno affrontare la borghesia e i
suoi apparati polizieschi militari in condizioni molto differenti da quanto
è stato dal secondo dopoguerra, ma per questo ci siamo preparati.
Partito Comunista dei Lavoratori

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