[Redditolavoro] NO alla Costituzione di Renzi

Partito Comunista dei Lavoratori pclavoratoribologna at gmail.com
Tue Oct 4 10:13:07 CEST 2016


NO alla Costituzione di Renzi
Per un No di classe e anticapitalista al progetto bonapartista del renzismo
30 Settembre 2016

La nostra adesione alla manifestazione del 22 ottobre


​

Il PCL aderisce al "Coordinamento per il No sociale alla riforma
costituzionale" del governo Renzi. E dunque partecipa alla manifestazione
nazionale promossa dal Coordinamento per il 22 ottobre a Roma. Un
appuntamento importante che impegna da subito tutte le strutture del nostro
partito.


*UNA RIFORMA ISTITUZIONALE CONTRO IL LAVORO *

Il renzismo investe nel referendum istituzionale tutte le proprie forze. Il
referendum istituzionale è un passaggio decisivo del progetto bonapartista
del renzismo. Un progetto mirato all'"uomo solo al comando" dentro un netto
rafforzamento dei poteri del governo e del suo Capo rispetto ad ogni altro
potere istituzionale. Ma anche un progetto nitidamente di classe, che mira
a tradurre sul piano istituzionale la vittoria sociale del capitale sul
lavoro e a determinare un netto rafforzamento delle leve di aggressione
sociale ai lavoratori e alle protezioni sociali. Questa è la ragione della
convergenza attorno al Sì di tutti i poteri forti del grande capitale, ad
ogni livello: italiano, europeo, internazionale.

La Confindustria in particolare sta sviluppando un livello inedito di
proiezione attiva attorno al Sì con una campagna squisitamente classista e
una pubblicizzazione delle proprie ragioni di classe: maggiore velocità
d'attuazione delle misure governative a favore dei profitti, minori
intralci parlamentari grazie alla corsia privilegiata per le misure
filopadronali dell'esecutivo, eliminazione delle possibili resistenze
regionali a vantaggio di grandi opere sventra-Italia. Da qui una
mobilitazione straordinaria delle associazioni territoriali di
Confindustria.

Il referendum del 4 dicembre è dunque, sotto ogni profilo, un appuntamento
dello scontro di classe in Italia.


*PASSIVITÀ E DEBOLEZZE NEL FRONTE DEL NO *

Alla massima determinazione del fronte padronale non corrisponde una
mobilitazione speculare del movimento operaio. Al contrario.

La CGIL ha impiegato mesi di imbarazzato silenzio per approdare finalmente
alla indicazione del No. Ma un No in punta di piedi, senza partecipazione
ai comitati, senza campagna di reale mobilitazione. Gli accordi con
Confindustria attorno alla partita degli ammortizzatori, la ritrovata
relazione negoziale col governo sul pessimo terreno delle pensioni (con
copertura di fatto alla truffa dell'Ape), i rapporti unitari con la CISL
salita sul carro di Renzi e del Sì, rafforzano la passività dell'apparato
CGIL proprio nel momento del massimo affondo istituzionale del renzismo.
Mentre la burocrazia dirigente della FIOM, impegnata a perseguire un
pessimo accordo contrattuale con Federmeccanica, copre Susanna Camusso su
tutta la linea. Il risultato è l'assenza di una mobilitazione sociale e di
massa contro il governo nei mesi decisivi dello scontro referendario: che
significa oltretutto lasciare campo libero a Renzi sul terreno delle mance
e delle regalie avvelenate in fatto di Legge di stabilità, con tanto di
televendita a reti unificate.

Ma non è tutto. Le sinistre riformiste impegnate sul No si affidano a una
gestione del confronto referendario egemonizzata da professori
liberalprogressisti, che resta tutta interna ad una dimensione
esclusivamente accademico-istituzionale, senza riferimenti sociali e di
classe, senza neppure una chiara e netta contrapposizione politica al
governo, nel nome di un "confronto esclusivo sul merito": come se fosse
possibile separare il merito reazionario della riforma istituzionale dalla
natura reazionaria del governo che la promuove. La conseguenza è quella di
un confronto tecnico-giuridico da addetti ai lavori, incapace di parlare ai
lavoratori e alle grandi masse, proprio nel momento in cui il governo
moltiplica annunci di regalie sociali e sventola i quesiti populisti della
scheda referendaria sul “taglio di politici e poltrone”.
Dunque una campagna del No estremamente debole nella sua impostazione,
spesso ridotta sulla difensiva, impacciata e contorta nei suoi argomenti,
esposta al fuoco concentrato della demagogia reazionaria del renzismo.


*PER IL PIÙ AMPIO FRONTE UNICO DI CLASSE A SOSTEGNO DEL NO *

Per queste ragioni la formazione del Coordinamento per il No sociale alla
riforma Renzi è un fatto importante.

È più che mai necessario e urgente contrapporre alla campagna classista di
Confindustria a favore del Sì una campagna di classe del movimento operaio
a favore del No. Una campagna che dia una riconoscibilità sociale alle
ragioni del No agli occhi di milioni di lavoratori e lavoratrici, precari,
disoccupati che sono le vittime designate del disegno renziano. Una
campagna che punti alla ripresa della mobilitazione sociale e di massa
contro il governo e il padronato su una piattaforma indipendente dei
lavoratori.

Per questo il Coordinamento per il No sociale non può e non deve ridursi a
un cartello di nicchia di piccole forze d'avanguardia, politiche e
sindacali. Deve invece investire in un allargamento del fronte di massa,
battendosi per il fronte unico più largo di tutte le forze del movimento
operaio in contrapposizione al fronte unico governativo padronale. Una
proposta e iniziativa di massa che metta pubblicamente di fronte alle
proprie responsabilità le direzioni maggioritarie del movimento operaio
agli occhi di milioni di lavoratori e lavoratrici: CGIL e FIOM vengano
chiamate pubblicamente a mobilitarsi, con una campagna mirata
all'interlocuzione con la loro base di massa, che denunci silenzi,
ambiguità, defilamenti opportunisti della burocrazia.


*PER UN'ALTERNATIVA DI CLASSE ANTICAPITALISTA: L'UNICA CAPACE DI DARE
SOVRANITÀ AI LAVORATORI *

Parallelamente è necessaria la massima chiarezza e coerenza di merito della
campagna di classe del No. Occorre rilanciare una battaglia democratica
conseguente per una legge elettorale pienamente proporzionale, attaccando
frontalmente quella cultura della governabilità a scapito della
rappresentanza che per vent'anni ha pervaso la stessa sinistra cosiddetta
radicale (PRC) dentro la logica bipolarista del centrosinistra. Si dica una
volta per tutte che il movimento operaio non ha alcun interesse a
stabilizzare i governi del padronato! Ha il solo interesse a combatterli
con ogni mezzo in una prospettiva di alternativa vera.

Una prospettiva di alternativa vera è chiamata a liberarsi dei retaggi
tradizionali della “difesa della Costituzione del 1948” e dell'evocazione
del sovranismo nazionale, entrambi purtroppo richiamati nell'appello di
convocazione del 22 ottobre.

Il mito della Repubblica fondata sul lavoro è servito a ingannare per
sessant'anni il proletariato italiano subordinando alla democrazia borghese
tutte le lotte più generose delle masse oppresse. Se oggi la crisi della
Repubblica precipita a destra è anche per quella subordinazione
costituzionale alla Repubblica borghese che ha rimosso per sessant'anni
ogni possibile alternativa di classe a sinistra. Si riconosca finalmente la
verità: l'unica possibile repubblica fondata sul lavoro è una Repubblica
dei lavoratori, basata sulla loro forza e organizzazione! L'unica
Repubblica che rovesciando il capitalismo può liberare i salariati dallo
sfruttamento. L'unica che può dare loro la sovranità.

Il sovranismo nazionale evocato nell'appello per il 22 ottobre contro USA,
Germania e Bruxelles è mal posto. La sovranità dei lavoratori va
rivendicata contro tutti i capitalisti, a partire dai capitalisti tricolore
di casa nostra, che come dice un vecchio adagio sono sempre il “nemico
principale” da combattere e rovesciare. Tanto più in un paese imperialista
come l'Italia, seconda potenza industriale d'Europa, impegnata in prima
linea per gli interessi nazionali della propria borghesia nelle missioni di
guerra, nelle operazioni in Libia, nel sostegno al sionismo in terra araba,
nella crescente penetrazione in Africa (per bloccare le partenze dei
migranti e allargare il proprio raggio d'affari). Lasciamo ad altri la
bandiera del sovranismo nazionale, in ogni sua declinazione! La lotta
contro gli sfruttatori di casa nostra per l'alternativa di potere degli
sfruttati è il miglior sostegno alle lotte dei lavoratori degli altri paesi
e di tutti i popoli oppressi contro le proprie borghesie e i propri
imperialismi.

Con questa impostazione - classista, rivoluzionaria, internazionalista - il
PCL sarà parte della manifestazione del 22 ottobre e lavorerà ovunque per
la sua massima riuscita.
Partito Comunista dei Lavoratori

​www.pclavoratori.it  -  info a pclavoratori.it
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