[Redditolavoro] 12 marzo: Il PCL aderisce alle manifestazioni contro la guerra e promuove la mobilitazione
Partito Comunista dei Lavoratori
pclavoratoribologna at gmail.com
Wed Mar 9 23:45:32 CET 2016
*12 marzo: Il PCL aderisce alle manifestazioni contro la guerra e promuove
la mobilitazione**Il PCL aderisce e partecipa alle manifestazioni contro
la guerra promosse per il 12 marzo, in continuità con le iniziative del 16
gennaio. *
Abbiamo lavorato sull'appello, chiedendo e ottenendo la rimozione di ogni
passaggio che potesse sottintendere, fosse pure implicitamente, una
posizione di tipo “campista” (di sostegno alla Russia di Putin, all'Iran e
ad Assad). Perché una simile posizione avrebbe subordinato il movimento
contro la guerra ad uno schieramento di potenze in guerra. Laddove è per
noi fondamentale che il movimento contro la guerra si ponga in
contrapposizione a tutti gli interessi imperialisti e a tutte le politiche
di potenza, anche tra loro confliggenti, assumendo come unico riferimento
le ragioni sociali e democratiche dei lavoratori e delle masse oppresse di
ogni paese.
L'impostazione ottenuta ha favorito l'allargamento del fronte promotore a
soggetti che non avevano partecipato alle manifestazioni del 16 gennaio
(come Sinistra Anticapitalista). Un allargamento unitario che consideriamo
positivo.
L'appello presenta ugualmente genericismi, e alcuni richiami da cui
dissentiamo: come il riferimento ad un'Italia “neutrale” quale fattore di
“pace”. L'Italia è un paese imperialista, tra paesi e potenze imperialiste.
Nessun imperialismo può essere fattore di pace, quale che sia la sua
collocazione diplomatica, perché si fonda sull'oppressione diretta o
indiretta di altri popoli. Solo il rovesciamento dell'imperialismo, e
dunque del capitalismo su cui si fonda, può liberare uno scenario di vera
pace. Che è inseparabile dall'emancipazione e liberazione da ogni
oppressione.
Tuttavia, il limite pacifista dell'appello non cancella la sua valenza
positiva e progressiva. Tanto più a fronte dei possibili preparativi di
guerra in Libia, e della tragica continuità della macelleria siriana.
*Poniamo semmai l'esigenza di allargare il fronte della mobilitazione
contro la guerra, fuori da ogni logica minoritaria, per trasformarlo in un
fattore politico capace di incidere sullo scenario italiano.* Per questo
abbiamo proposto e proponiamo la ricerca attiva di una convergenza unitaria
nella mobilitazione anche con forze e associazioni dell'"integralismo
pacifista" (Zanotelli), così come con forze del movimento operaio e della
sinistra, politica e sindacale. Per questo proponiamo comitati unitari
contro la guerra che, nel rispetto delle diversità di posizioni e del loro
confronto, siano capaci di aggregare in ogni territorio il fronte di
mobilitazione più vasto.
*In ogni mobilitazione il PCL porterà il profilo complessivo della propria
proposta indipendente: classista, internazionalista, socialista*.
*Di seguito, il testo dell'appello per il 12 marzo*
*Mobilitiamoci il 12 marzo in tutto il paese*
Il nostro paese è in guerra. Questo è il primo fatto chiaro che va
denunciato e su cui vogliamo chiamare alla mobilitazione per rompere il
muro di bugie della propaganda del circo mediatico di regime.
Siamo in guerra, assieme alla NATO e a tutto il cosiddetto Occidente, da 25
anni. Nonostante i milioni di morti, le devastazioni e le migrazioni
bibliche provocate da questi interventi, il nostro come gli altri governi
progettano e organizzano nuove imprese militari. Queste nuove imprese sono
però inserite in un quadro diverso, nella Grande Crisi che attraversa il
mondo da quasi dieci anni, nelle crescenti frizioni che questa crisi sta
determinando tra poli e blocchi mondiali. Non sono più semplicemente guerre
neocoloniali di espansione e stabilizzazione, ma si stanno trasformando in
guerre di egemonia e sopravvivenza. In questo contesto, in questa
competizione tra potenze, si determinano le guerre per procura successive
alle primavere arabe: il massacro siriano, l’espansione dell’IS, la
frammentazione della Libia, con i suoi fronti confusi e sempre in
cambiamento.
La loro guerra, come dimostrano i fatti di Parigi, torna anche nelle nostre
città, nella nostre strade, nei nostri luoghi di ritrovo. Le loro guerre
non solo producono miseria, morte e sconvolgimenti sociali che sono la
causa dell’esodo migratorio, ma stanno rendendo l’Europa e il nostro paese
una caserma autoritaria, dove gli spazi di libertà e di agibilità
democratica vengono drasticamente ridotti. La Francia ha
costituzionalizzato uno stato d’emergenza che colpisce libertà
fondamentali, nate in quel paese. Paese ove ora per legge si toglie la
cittadinanza a chi è accusato di terrorismo e ha origini etniche e
religione diverse da quelle dei cittadini “puri”. Torna in Europa così il
razzismo di stato, mentre in Danimarca per legge si rapinano i profughi
scesi dai barconi e la Svezia si prepara ad espellere, cioè a deportare
verso fame e morte, 80000 migranti.
L’Unione Europea in guerra produce orrore e lo usa per giustificare sia la
distruzione della democrazia sia le politiche di austerità. Si possono
sforare i criminali vincoli del fiscal compact per comprare armi, ma non
per costruire ospedali o scuole. UE e NATO, austerità e guerra sono oramai
la stessa cosa.
Noi esprimiamo solidarietà e sostegno a tutti i popoli oppressi in lotta, a
partire da quello curdo e palestinese, ma rifiutiamo la guerra e il
coinvolgimento del nostro paese in essa.
Invece la decisione del governo Renzi di preparare e prima o poi fare la
guerra in Libia ci espone a tutti i rischi terribili che abbiamo visto
realizzarsi in altri paesi. Sempre più pesanti e costose sono le nostre
missioni militari all’estero, da ultima quella di 1000 militari in Iraq,
anche a protezione di affari privati. Intanto il nostro territorio viene
militarizzato e avvelenato dagli strumenti di guerra. Si installano nuove
terribili bombe termonucleari, si installano radar nocivi, si inquinano
intere aree, si organizzano esercitazioni che mettono in prima linea intere
città. Si comprano bombardieri e altre armi di distruzioni di massa mentre
le si commercia in tutto il mondo.
Tutto il nostro paese è sempre più coinvolto nei danni, nei costi e nei
nuovi crescenti rischi della guerra. Per questo bisogna mobilitarsi prima
che si troppo tardi, per fermare la guerra e le politiche di distruzione
della democrazia e dei diritti sociali che l’accompagnano. Bisogna farlo
con tutta la forza e la determinazione possibili nel caso in cui l’Italia
fosse per la quinta volta nella sua storia trascinata in una sciagurata
guerra in Libia. Ma in ogni caso bisogna costruire una resistenza che
risponda all’assuefazione alla guerra che ci stanno somministrando.
È necessaria una mobilitazione diffusa e permanente contro la guerra
esterna e contro la guerra sociale interna che banche, multinazionali,
interessi industrial militari vogliono imporci. Bisogna che l’Italia esca
dalla NATO, alleanza che oggi non ha più alcuna giustificazione politica e
morale.
Manifestiamo per :
- La fine immediata di ogni partecipazione italiana alle guerre in corso,
con il ritiro delle truppe da esse e il ripristino dell’articolo 11 della
Costituzione.
- Lo smantellamento delle basi e delle servitù militari, il rispetto del
trattato di non proliferazione nucleare, la fine del commercio delle armi.
- L’uscita dell’Italia dalla Nato e da ogni alleanza di guerra. L’Italia
deve diventare un paese neutrale per contribuire alla pace.
- La fine delle politiche persecutorie e xenofobe contro i migranti.
- La fine delle politiche di austerità e del sistema di potere UE che le
impone.
- La cancellazione delle leggi sicuritarie che in tutta Europa nel nome
della guerra al terrorismo stanno costruendo uno stato di polizia.
*IL 12 MARZO IN TUTTA ITALIA MANIFESTIAMO CONTRO LA GUERRA DI FRONTE ALLE
BASI E ALLE SEDI DELLA GUERRA *
*COORDINAMENTO CONTRO LA GUERRA, LE LEGGI DI GUERRA, LA NATO*
PROMOTORI:
Aldo Silvano Giai, Nicoletta Dosio, Fulvio Perini, Alberto Perino, Bianca
Riva, Cellerina Cometto, Mira Mondo, Eugenio Cantore, Eleonora Cane,
Claudio Cancelli, Valentina Cancelli, Domenico Bruno, Franco Olivero
Fugera, Italo Di Sabato, Valentina Colletta, Emanuele D’Amico, Danilo
Ruggieri, Manuela Palermi, Ernesto Screpanti, Nella Ginatempo, Fabio Frati,
Fabrizio Tomaselli, Stefano Zai, Giorgio Cremaschi, Gianpietro Simonetto,
Emiddia Papi, Mauro Casadio, Aldo Romaro, Paola Palmieri, Francesco Olivo,
Michele Franco, Sergio Cararo, luigi Marinelli, Franco Russo, Ugo Boghetta,
Sandro Targetti, Bruno Steri, Leonardo Mazzei, Francesco Piccioni, Marco
Santopadre, Selena Difrancescoantonio, Marco Tangocci, Giovanni Bacciardi,
Vasapollo Luciano, Valter Lorenzi, Antonio Allegra, Dino Greco, Beppe
Corioni, Moreno Pasquinelli, Guido Lutrario, Loretta Napoleoni, Gualtiero
Alunni, Anastasi Dafne, Nico Vox, Carlo Formenti, Dario Filippini,
Antonella Stirati, Maria Pia Zanni, Lorenzo Giustolisi, Sabino Derazza,
Enzo Miccoli, Loredana Signorile, Mara Manzari, Roberto Vallocchia, Monica
Natali, Luca Massimo Climati, Laura Scappaticci, Patrick Boylan, Sergio
Bellavita, Ezio Gallori
Movimento NO TAV, Piattaforma Sociale Eurostop, Unione sindacale di Base,
Centro Sociale 28 Maggio Brescia, Ross@, Campagna Noi Restiamo, Fronte
Popolare, Noi Saremo Tutto, City Strike Genova NST, Collettivo Putilov
Firenze, Rete NoWar, Economia per i Cittadini, Contropiano, Partito
Comunista d’Italia, Rifondazione comunista Molfetta, Programma 101, Rete
dei Comunisti, Associazione per la ricostruzione del Partito Comunista,
Partito della Rifondazione Comunista, Partito Comunista dei Lavoratori, NO
MUOS Milano, Comitato Difesa Sociale Cesena, Circolo agorà di Pisa,
Comitato NO GUERRA NO NATO Brescia, Area Opposizione Cgil, Sinistra
Anticapitalista, Carc
A Bologna:
Corteo regionale con concentramento alle ore 15 in Piazza S.Francesco
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