[Redditolavoro] All'Ilva di taranto serve un'assemblea generale!
Rete Nazionale Sicurezza
bastamortesullavoro at gmail.com
Thu Jun 16 09:14:20 CEST 2016
Ora i sindacati confederali all'Ilva si ricordano che forse qualche
informazione agli operai di quello che sta avvenendo sulla svendita
della fabbrica, nuovo gravissimo decreto,e loro effetti pesantissimi su
salute, sicurezza, garanzia dei salari, ambiente, la devono dare. E
stanno programmando per i prossimi giorni delle assemblee per reparto o
aree.
MA NON E' QUELLO CHE SERVE.
Occorre, e gli operai più coscienti lo vogliono, un'ASSEMBLEA GENERALE,
perchè gli operai possano, non solo stare a sentire, ma imporre la loro
visione della situazione e decidere loro cosa bisogna fare.
I sindacati confederali non vogliono chiaramente questa assemblea
generale che inevitabilmente si trasformerebbe in una loro forte
contestazione da parte degli operai.
Vogliono assemblee ristrette in cui poter tenere sotto controllo e
divisi gli operai, far pesare i legami e conoscenze tra
delegati/funzionari sindacali e operai, e quindi lasciar tutto in
attesa...; mentre governo, commissari e cordate padronali stanno
svendendo il futuro degli operai e della popolazione di Taranto.
La situazione in fabbrica va sempre più peggiorando. Gli operai dicono
che "siamo alle pezze", "pezzi di ricambio zero", e da un momento
all'altro l'infortunio o l'incidente può succedere.
Anche sul fronte salari siamo a rischio. I 300 milioni dati dal governo
coprivano fino a fine giugno. Nè il governo, a parte alchimie
dell'ultimo momento, può dare altri soldi per l'andamento della
fabbrica, e non per le bonifiche, senza incorrere nelle sanzioni della
Comunità europea.
Il 10° decreto è, se fosse possibile, il peggiore e più illegale fatto
finora: concede l'immunità e quindi il via libera a violazioni sulla
sicurezza, sull'ambiente, ai nuovi padroni, dopo averla già data ai
commissari; rinvia nuovamente, e questa volta fino addirittura al 2019
le prescrizioni Aia (tra cui la copertura dei micidiali parchi minerali)
- di fatto vuol dire non farle mai; permette, infatti, ai nuovi padroni
di modificare il piano ambientale (cioè di peggiorarlo); toglie ai nuovi
acquirenti l'obbligo di restituire i 300 milioni e altri debiti (che
quindi pagherà lo Stato, cioè i cittadini); ripresenta la strada della
newco - in cui sarà salvata solo una parte della fabbrica e gli operai
passeranno con una novazione di contratto all'insegna del jobs act - e
della badcompany - in cui saranno messi debiti, risarcimenti, spese
ambientali "improduttive" e migliaia di esuberi operai.
Senza la mobilitazione degli operai, gli ulteriori passaggi non possono
che essere sempre più di attacco alle condizioni di lavoro, di salario,
alla salute dentro e fuori la fabbrica.
Gli operai devono "liberarsi" dall'annebbiamento mentale e di coscienza
che i sindacati confederali hanno attuato.
Nessun lavoratore può sentirsi al riparo. Anche sul fronte dell'attacco
alla salute, per esempio, i dati emersi dal registro tumori stanno a
dimostrare che tutti gli operai e masse popolari possono essere colpiti,
sia quelli residenti a Taranto che in provincia (anzi, paradossalmente
(?) i dati dei tumori nella provincia risultano essere più alti di
quelli in città).
Poi in fabbrica tutti, dal più lontano paese della provincia o della
regione, si sta comunque 8 ore e tutti i giorni, e gli operai continuano
a respirare emissioni nocive sempre e di più.
Anche ieri vi è stato uno slopping in acciaieria 1.
*Per questo, ora per uscire in fabbrica da questo empasse, serve
un'assemblea generale in cui gli operai possano trovare la forza dei
loro numeri, dell'unità per ribellarsi e imporre una mobilitazione
autorganizzata, fuori dai binari dei sindacati confederali.
SLAI COBAS per il sindacato di classe
Taranto
*
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