[Redditolavoro] fenomenologia del liberale e il cretinismo nauseabondo socialdemocratico
marku at inventati.org
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Fri Feb 26 12:08:02 CET 2016
assistiamo in questi giorni a pacifiche contestazioni delle teorie
guerrafondaiae dei soliti noti
http://www.huffingtonpost.it/2016/02/25/panebianco-contestato-universita-bolgona_n_9313572.html
quei pennivendoli di regime che ammantandosi di culturame filosofico,
sociale e politico servono come testa di ponte dei
buosensisti verso le plebi quando devono far digerire, alle plebi,
decisioni estreme (come fare la guerra) di cui sanno che di buonsenso
non vi è neppur un minimissima traccia (nel fare e quindi per diretta
conseguenza anche subire la guerra) e di cui le plebi stesse pagheranno
praticamente per intero il costo umano, sociale e politico
andiamo però ad analizzare superficialmente chi è il liberale o
liberalista
il liberale è un occidentalocentrico compulsivo, la testa di ponte
intellettuale dello sfruttamento liberista, il servo colto di lorsignori
il divulgatore scientifico del capitalismo, il dispensatore in tempo di
pace di patriarcale bonomia delle elites, l'antitesi del comunista
Esso è solitamente un maschio di buoni studi e belle frequentazioni sin
dalla prima infanzia, infarcito di buone maniere e tesi socioeconomiche
che sin dalle scuole medie lo portano a propiziare il risparmio su un
libretto delle poste e a distanziarsi sdegnosamente dagli opposti
estremismi confidando nella saggezza infusa nella classe media,
nell'onnipotenza
dei ricchi industriali e nella difsa delle istituzioni degli eserciti e
delle polizie.
Una volta laureatosi a pieni voti frequenta stage in usa o in albionide
e seminari di confindstria dove solidifica conoscenze e amicizie, e
quindi passa ad insegnare all'università oppure a scribacchiare
buonsensismi a iosa sui giornaletti padronali, in casi disperati fà
egregimente tutte e due le cose.
Il liberale è colui che con tesi arditissime sin dalla rivoluzione
industriale contrasta lo sfruttamento schiavistico della classe operaia
a favore di uno sfruttamento scientifico (migliiamone quindi le
condizioni di lavoro, di salute ed il salario del plebeo, ma
demansioniamone le conoscenze e l'opera, condizioniamone la fruizione
del tempo, ingabbiamolo nella famiglia patriarcale e appesantiamolo da
bisogni indotti per cal ruolo ciclico produttore/consumatore.
Il liberale è colui che propizia guerre fratricide quando ad esempio
deve trasformare una nazione da agricola ad industraiale e pertanto
serve mobilitare milioni di braccia dalle campagne alla città.
Per cui si dichiara guerra allo schiavismo rurale per trasformare quelle
milioni di braccia in sottoproletari che vivono ai margini e nei margini
delle megalopoli e che soprpravvivono degli avanzi della produzione,
nell'indigenza e nell'ignoranza.
infine il liberale è colui che per scelta di vita ricorda amplificato
internazionalmente ed ogni due per tre che il comunismo ha fatto milioni
di morti.
Come sempre io però oso puntare il dito non contro il misero, ma contro
il miserabile.
Infatti iniziano subito le trombe dei buosensisti al quadrato, quelli
che non sono d'accordo ma concordo con il professore, estremizzo la sua
difesa e quindi estremizzo chiunque contesti e qualunque cosa contesti,
ma bado bene da di tacere sulle ragioni della contestazione, in quanto
contesto a contestatori la libertà di contestare un liberale.
Risulta quindi vero chè:
se anche il togliattame si rivolgeva ai fratelli fascisti
che se l'estremismo è una malattia infantile del comunismo
la socialdemocrazia ed i buonsensisti sono i fratelli scemi delle genti
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