[Redditolavoro] Morire da marxisti oggi

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Fri Feb 5 16:16:06 CET 2016


Morire da marxisti oggi

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Ancora una volta un compagno viene brutalmente ucciso. Compagno è un
termine legato alla coscienza, alla lotta di classe e alla militanza
diventato per molti inusuale in questa ultima fase storica. Giulio Regeni
aveva scelto il suo modo per essere un compagno e di esprimere la sua
vicinanza alla lotta di classe e ai lavoratori. La sua vita di studente
prima e di ricercatore marxista dopo è stata tutta protesa verso l’analisi
e l’evoluzione dei movimenti operai. La sua ricerca l’ha portata
direttamente sul campo, in uno dei luoghi dove la lotta di classe è più
dura e difficile, l’Egitto.
Collaborava con il giornale il Manifesto e puntualmente arrivavano le sue
analisi e i suoi reportage che venivano pubblicati sotto uno pseudonimo.
L’hanno ucciso gli apparati di sicurezza egiziani del regime del generale
Al Sisi che hanno cercato di camuffare poi quella che è stata un’esecuzione
al termine di brutali torture lo scorso 25 gennaio anniversario della
rivolta di piazza Tahrir.
Non è la prima volta. Si parla di 600 oppositori fatti sparire dagli
“squadroni della morte”. Un anno fa veniva uccisa per la strada Shaimaa el
Saabbagh giovane giornalista e militante del partito egiziano "Alleanza
popolare socialista”.
Giulio aveva appena inviato un articolo pubblicato dal manifesto sulla
riorganizzazione dei sindacati indipendenti oggi in Egitto sotto il regime
di Al Sisi. Un'analisi lucida e precisa che metteva in luce come la lotta
di classe da parte dei lavoratori organizzati in quel paese sia ancora
attiva e come covi sotto le ceneri di una repressione brutale. Con queste
parole terminava il suo pezzo:

“*sfidare lo stato di emergenza e gli appelli alla stabilità e alla pace
sociale giustificati -dalla guerra al terrorismo- significa oggi pur se
indirettamente mettere in discussione alla base la retorica su cui il
regime giustifica la sua stessa esistenza e la repressione della società
civile."*

Il regime di Al Sisi oggi è un alleato del Governo italiano e al
capitalismo occidentale. Basterebbe ricordare l’accordo commerciale sugli
enormi giacimenti di gas egiziano da parte di ENI o gli otto miliardi di
euro in interscambi commerciali con gli imprenditori italiani. Non solo ma
Al Sisi sarà la colonna portante del prossimo intervento occidentale
militare in Libia.
La morte brutale di Giulio è un bastone tra le ruote per il governo Renzi
che deve essere rimosso al più presto. Non deve essere messa assolutamente
in discussione l’immagine di questa alleanza strategica.
Noi sappiamo che il mandante di questo omicidio non ha altro nome che
quello del capitalismo. La classe operaia egiziana sarà sempre di più
organizzata come Giulio ha messo in luce nella sua analisi. La lotta di
classe in Egitto e nei paesi arabi del Mediterraneo non può essere fermata
come hanno dimostrato le mobilitazioni delle ultime settimane dei giovani
tunisini.
*Non dimenticheremo Giulio Regeni che ancora una volta ci ha mostrato che
la lotta di classe è fatta di coscienza, passione e organizzazione e che la
vittoria del movimento operaio è sempre possibile.*
Ruggero Rognoni
*PARTITO COMUNISTA DEI LAVORATORI*



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