[Redditolavoro] No all'ipotesi di CCNL dei metalmeccanici

Partito Comunista dei Lavoratori pclavoratoribologna at gmail.com
Tue Dec 20 15:15:12 CET 2016


No all'ipotesi di CCNL dei metalmeccanici
20 Dicembre 2016

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https://youtu.be/zgE1COXRdro


uesto contratto dà pochi spiccioli ai lavoratori, moltissimo ai padroni e
peggiora quello precedente che la FIOM si era rifiutata di firmare. Rimane
tutta la parte normativa: orario di lavoro (flessibilità e straordinari
obbligatori), gestione ferie e Par, restrizione della malattia e vengono
introdotte norme peggiorative per la legge 104. Inoltre, i premi di
risultato diventeranno totalmente variabili (in base alla produttività).

*PERCHÉ VOTARE NO *

Il 26 novembre su “Il Sole 24 ore” si leggeva: “Contratto metalmeccanici:
92 euro fra welfare e busta paga”. Landini, Bentivoglio e Palombella
confermavano questo aumento fantasma.

*È UNA CIFRA INVENTATA *

A tutti i lavoratori verrà riconosciuta l’inflazione con gli aumenti nel
contratto nazionale. Verrà calcolata dopo che a maggio sarà stato reso noto
dall’ ISTAT il valore dell’ IPCA ( indice dei prezzi a livello europeo).

Si stima per il 2016 un’inflazione dello 0,5% (pari a 9 euro) che si
prevede arriverà all’ 1% nel 2017 e all’1,2% nel 2018. Se fossero
confermati, si arriverà a un aumento di circa 51 Euro (fra tre anni) in
busta paga. L’unica cosa sicura sono 9 Euro (al 5° livello), il resto non
si sa. Si tratterebbe sempre di un adeguamento all’inflazione, per cui il
potere di acquisto del salario rimarrà uguale.

A decorrere dal 1 gennaio 2017, gli aumenti dei minimi tabellari
riconosciuti dopo questa data, assorbiranno gli aumenti individuali, nonché
gli aumenti fissi collettivi, concordati in sede aziendale, salvo che siano
stati concessi con clausola di non assorbibilità. In pratica, se per
qualsiasi motivo la paga aumenta questo adeguamento all’inflazione non ci
sarà.


*IL GRANDE AFFARE DEI PADRONI? L’ASSISTENZA INTEGRATIVA *

Le aziende verseranno per conto di ogni lavoratore 156 Euro all’anno a
mètaSalute, “Fondo sanitario metalmeccanici” istituito da FIM, UILM,
FEDERMACCANICA e ASSISTAL, nel 2011.

Questi soldi, anziché in busta paga, andranno alle assicurazioni, che
(incassati i profitti) daranno pochissimo in rapporto ai soldi ricevuti.

Prima per aderire a questo fondo bisognava fare domanda; con questo
contratto l’adesione sarà automatica e se un lavoratore non vorrà, dovrà
presentare disdetta scritta, ma in questo caso non prenderà un centesimo.
mètaSalute opera tramite Uni-Salute (assicurazione sanitaria) che, a sua
volta, fa parte del gruppo Unipol Assicurazioni.

Così i burocrati sindacali diventano complici e soci in affari dei VAMPIRI
della sanità privata.

*PAGAMENTI IN NATURA: UN RITORNO AL MEDIOEVO *

Dal 1° giugno 2017 le aziende attiveranno per tutti i lavoratori dei piani
di “flexibel benefit”. Sono buoni spesa, pagamenti in natura, per un costo
massimo di 100 euro. Nel 2018 e 2019 l’importo sarà elevato a 150 e 200
euro. Una cosa non è chiara: se c’è un massimo ci deve essere un minimo,
quale è e chi lo decide? Nel contratto non è specificato.

Le aziende avranno due vantaggi. Primo, questi importi non saranno
sottoposti al pagamento dei contributi (come se fossero pagamenti in nero).
Secondo, una parte del salario anziché anticipata in busta paga sarà
posticipata. Cioè, l’azienda pagherà questi “buoni” dopo che il lavoratore
li avrà spesi.

*VERSO LA DEMOLIZIONE DELLA 104 *

La legge 104 prevede il diritto a tre giorni di permesso al mese, a scelta
del lavoratore e senza preavviso, per l’assistenza a un familiare invalido,
malato o non autosufficiente.

Questo contratto prevede che, per avere i permessi, “il lavoratore presenti
un piano di programmazione mensile degli stessi con un anticipo di 10
giorni rispetto al mese di fruizione, fatto salvi i casi di necessità e
urgenza”. Chi stabilisce e con quali criteri i casi di urgenza e necessità?
Nel contratto non è specificato.

*È INACCETTABILE *

Dichiarano di proteggere la salute dei lavoratori e dei loro familiari (con
l’obbligo di aderire alla sanità integrativa), ma attaccano il diritto alla
cura dei malati.

A pagarne di più le conseguenze saranno le donne, che in genere sono quelle
su cui pesa maggiormente il lavoro d’assistenza parentale.

Il *NO* a questo contratto deve diventare il *NO* a decenni di sacrifici
che sono serviti solo a ingrassare i padroni e impoverire i lavoratori.







*NON AUMENTA IL SALARIO DIMINUISCE I DIRITTI APRE LA STRADA ALLA
PRIVATIZZAZIONE DELLA SANITÀ NO A UN ALTRO CONTRATTO TRUFFA!*
Partito Comunista dei Lavoratori - Sezione Romagna "D. Maltoni"

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https://pclromagna.com/

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