[Redditolavoro] del post operaismo dalla A alla Z
marku at inventati.org
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Fri Dec 16 09:26:30 CET 2016
tutto iniziò con l'Autonomia operaia
e fu la luce
che accese la lotta di classe
ed i fuochi della ribellione
solidissima analisi teorica
pratica ribellistica e rivoluzionaria
senza padroni
senza partiti
senza sindacati
leggo contributi dei novelli populisti
sulla necessità di un populismo di sinistra utile ad imbarcare
nella lotta (di classe?) quei milioni di agnostici ideologici che si
barcamenano elettoralmente tra il m5s arancioni e la lega delle
spazzature.
Ora i nuovi populisti accusano i vecchi postoperaisti di non fornire
alcuna metodologia sul proseguio della lotta, che partendo dall'analisi
sociale, politica ed economica pervada di pratica
il fine rivoluzionario.
Partiamo quindi dalla parola magica
RIVOLUZIONE
Appunto mi chiedo qual'è in realtà il fine ultimo dei popular
sinistrati?
A me pare proprio che di rivoluzione non ve ne sia traccia alcuna
si può cogliere però l'orizzonte di un cambio della classe dirigente.
Allora sì che il populismo è stato è e sarà funzionale all'obiettivo
preposto.
Poca ideologia, l'appoggio gattopardeco delle elites e dei poteri marci
loro espressione (finanza e massmerda) molto folklore nell'azione ed un
riuscito passaggio elettorale possono dare una scossa al paesetto allo
sfascio e si potrebbe ottenere il risultato di governare lo stato
nazione.
Quest'ultimo è il faro di ogni populista che si rispetti, il centro
nevralgico del sistema che se ben governato (populista dixit) porterà
benessere generalizzato e integrazione delle diverse istanze
socio-economiche.
Poi ci si risveglia e ci si accorge che i populisti erano divisi su
tutto, dalle priorità economiche, dall'indirizzo industriale, dalle
politiche sociali, a quelle energetiche ed ambientali, dalle alleanze di
chi e con chi a quelle internazionali, tra l'accoglienza e il costruire
muri, tra la pace e la guerra ed infine ma non meno importante sul
colore della maglietta della nazionale di calcio.
Un marasma completo governato da dilettanti allo sbaraglio.
Solitamente a questo punto i poteri marci e forti puntano sull'uomo
forte e sull'esercito, specie se al di fuori della nazione le acque
(proprio come oggi) non siano particolarmente calme ed anzi si
prospettano uragani di guerra.
Quindi se va bene alle masse, si cambiano solo i pastori che conducono
al pascolo le greggi, se invece va male alle genti si prospetta il
ritorno della dittatura della minoranza assoluta.
Se il fine invece è la RIVOLUZIONE
La rivoluzione si sa non è un pranzo di gala
il rivoluzionario non s'inventa il giorno prima
perchè due giorni fà era impegnato a fare altro
o stava guardando la partita della nazionale
Se il combattente si può trovare anche occasionalmente perchè
il giusto sa sempre da che parte stare ed è ben accetto
il rivoluzionario sapeva cosa c'è da fare gia da diversi anni fa.
Ora però occorre indicare la via maestra per il proseguio nella pratica
della lotta di classe.
Come quasi sempre a domanda difficile la risposta è ovvia, facile e
sotto gli occhi di tutti, basta chinarsi a raccoglierla.
E la risposta siore e siori è ......................
Zapatismo
https://it.wikipedia.org/wiki/Esercito_Zapatista_di_Liberazione_Nazionale
Apriti cielo diranno i populisti sinistri
un ideologia dal basso e addirittura di ispirazione terzomondista
Vade retro internazionalista!
Chiaramente non essendoci nel nostro paese zone rurali vastissime e
abitate da genti poverissime e abbondonate dallo stato centrale
l'esperienza va rapportata alla nostra realtà perlopiù urbana e delle
periferie economiche e sociali, vera "fabbrica" dell'antagonismo.
Quindi solo la crazione di zone libere (penso ai centri sociali però non
solo come luogo di spaccio di hashish e marjuana, alle occupazioni
abitative, alle scuole ed alle università, a tutti quei centri insomma
dove vivono e convivono i giovani, dove la società incivile ha
difficile accesso dove i massmerda incidono per quello che sono, etere
impalpabile e carta igienica.
Prima quindi vivere, analizzare ed implementare l'ideologia del
controllo dal basso, della riappropiazione delle vite, dell'abbandono
della merce e del lavoro salariato, del blocco alle dogane libertarie
del globalismo e della guerra.
Verrà da se, se deve venire, il trasformare le zone liberate in zone
libere.
Per iniziare ci vuogliono genti di buona volontà
e quelle fortunatamente non mancano mai
alcuni paletti imprescindibili
il rifiuto del sistema
il rifiuto della merce
il rifiuto degli specialismo
appurato che il sistema è marcio ed irriformabile
e che lo stato nazione è il coacervo di tutti i mali delle genti
che la merce è il veleno della vita e che la droga è la merce per
eccellenza simbolo esemplare della globalizzazione visto che oggi la
coltivano i militari
che lo specialista è il contrario del comunista e che anche fosse che
fosse il presidente della repubblica degli zapatisti
i suoi sei mesi all'anno al campo di produzione per la comunità se li fà
dal primo all'ultimo giorno
la base è pronta
ora basterebbe ripartire
da dove erano partiti gli altri
mostriamo al mondo di non
essere mai scomparsi
riappropriamoci delle vie e delle piazze
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