[Redditolavoro] Terremoto: ancora sul crimine del capitale
Partito Comunista dei Lavoratori
pclavoratoribologna at gmail.com
Tue Aug 30 14:40:33 CEST 2016
*Terremoto: ancora sul crimine del capitale*
Lo riconoscono persino la stampa borghese e la Protezione civile: è stato
stanziato per la prevenzione antisismica meno dell'1% di quanto sarebbe
necessario (e solo dopo il terremoto dell'Aquila). 950 milioni (ma spesi
solo 180) invece di 100 miliardi (ma secondo altre stime sarebbero
necessari 360 miliardi). Ciò che la stampa borghese non dice è il perché.
Non si tratta affatto di “disattenzione”, “incuria”, “ negligenza”, come
vorrebbe un banale senso comune. O magari della eccessiva “instabilità dei
governi”, come ha detto spudoratamente qualcuno, cercando di speculare
cinicamente sui morti per portare acqua al mulino del Sì nel referendum
istituzionale di Renzi. Si tratta di altro. Si tratta delle regole del
gioco della società capitalista. Quelle che tutti i governi hanno
“stabilmente” rispettato. Quelle che prevedono l'infusione mensile di 80
miliardi nel portafoglio delle banche per mano della BCE; o il pagamento
annuo di 80 miliardi di interessi sul debito pubblico alle banche che hanno
comprato i titoli di Stato; o la decontribuzione di 13 miliardi a favore
dei capitalisti come “premio” di assunzione di lavoratori licenziabili
(Jobs Act); o la continua immancabile riduzione delle tasse per i profitti
di impresa (Ires) in ogni legge di stabilità (anche la prossima).
Altro che mancanza di risorse! Le risorse scorrono a fiumi se si tratta del
profitto dei capitalisti. Per questo “mancano” se si tratta di risanare un
territorio, mettere in sicurezza edifici pubblici e privati, salvare
migliaia di vite.
Non è tutto. La lobby nazionale dei costruttori e delle associazioni della
proprietà immobiliare ha preteso e ottenuto da tempo la rinuncia
all'anagrafe documentale di ogni edificio (fascicolo di fabbricato) in
ordine al suo livello di sicurezza. La ragione è semplice: potrebbe
significare una svalutazione del capitale immobiliare investito. In altri
termini: siccome un edificio è insicuro e può ammazzare chi lo abita o chi
intende comprarlo, è bene non rivelarlo a tutela del suo valore di mercato
e dunque dell'interesse del proprietario. Può esserci una confessione più
spietata dell'incompatibilità del mercato con i valori della vita? Nel
frattempo cresce la pressione delle grandi compagnie di assicurazione a
favore della assicurazione obbligatoria contro eventi sismici. Di fatto un
nuovo lucroso affare privato che scarica sui “cittadini”, in gran parte
lavoratori, l'onere dei futuri disastri, a beneficio delle casse pubbliche
che potranno così continuare a ingrassare i capitalisti. Una partita di
giro perfetta, un banchetto allestito sui morti. Altro che “unità
nazionale” di fronte alla tragedia, come ciancia il governo!
Se così stanno le cose - e così stanno - c'è un solo modo di segnare una
svolta vera e definitiva rispetto a questa pratica criminale. Rifiutare
ogni subordinazione dei bisogni alla dittatura del profitto. Il riassetto
idrogeologico del territorio e la messa in sicurezza degli edifici sono la
vera “grande opera” necessaria e urgente. Deve pagarla chi non ha mai
pagato. Tre sono le misure generali che si impongono:
*1) Ogni edificio, pubblico e privato, sull'intero territorio nazionale, va
radiografato dal punto di vista della sicurezza antisismica, e dunque
pubblicamente catalogato, senza alcun riguardo per le pretese omertose di
costruttori e proprietà immobiliare. 2) Vanno stanziate le centinaia di
miliardi necessari per la messa in sicurezza dell'intero patrimonio
edilizio, non solo pubblico (scuole, ospedali, patrimonio artistico) ma
anche privato. Si può finanziare tale misura con l'abolizione del debito
pubblico verso le banche, accompagnata dalla loro nazionalizzazione, e con
la cancellazione delle regalie fiscali ai capitalisti. 3) Va nazionalizzata
la grande industria edilizia e le industrie ad essa collegate (cemento),
senza indennizzo e sotto il controllo dei lavoratori, per ottenere
l'effettivo controllo pubblico sul risanamento edilizio. Ed anche per
evitare nuove speculazioni affaristiche sulla stessa ricostruzione delle
zone terremotate; o che i “nuovi” edifici con garanzia antisismica crollino
alla prima scossa (come è accaduto) perché costruiti al massimo risparmio
per il profitto dei costruttori. *
Nessuna di queste misure è sacrificabile. Ma non potranno essere
realisticamente varate dai comitati d'affari della classe capitalistica, a
partire dal governo Renzi. Solo un governo dei lavoratori, capace di
rompere con gli interessi dei capitalisti, può risanare il territorio,
mettere in sicurezza le case, proteggere le vite, dentro la
riorganizzazione radicale dell'intera società in base al primato dei
bisogni.
Ricondurre la necessaria mobilitazione immediata per la messa in sicurezza
degli edifici alla prospettiva di alternativa di società è l'unico modo di
andare concretamente alla radice delle cose. Rinunciare a questa
prospettiva significa prenotare la prossima tragedia.
Partito Comunista di Lavoratori
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