[Redditolavoro] 25 aprile 2016: una rivoluzione per vendicare la resistenza tradita

Partito Comunista dei Lavoratori pclavoratoribologna at gmail.com
Tue Apr 26 11:16:43 CEST 2016


25 aprile 2016: una rivoluzione per vendicare la resistenza tradita
Nel 1943/'45, la resistenza partigiana e la rivolta operaia presentarono il
conto alla dittatura fascista. In quella rivolta, di cui fu prima
protagonista la giovane generazione di allora, non viveva però solamente
un'aspirazione democratica. Viveva la volontà di farla finita con la
borghesia italiana che si era servita del fascismo. Viveva la volontà di
rovesciare il capitalismo e di imporre il potere dei lavoratori. Era la
speranza della “rossa primavera” delle canzoni partigiane.

1943/'45, la resistenza partigiana e la rivolta operaia presentarono il
conto alla dittatura fascista. In quella rivolta, di cui fu prima
protagonista la giovane generazione di allora, non viveva però solamente
un'aspirazione democratica. Viveva la volontà di farla finita con la
borghesia italiana che si era servita del fascismo. Viveva la volontà di
rovesciare il capitalismo e di imporre il potere dei lavoratori. Era la
speranza della “rossa primavera” delle canzoni partigiane.


*UNA RESISTENZA TRADITA DA STALIN E TOGLIATTI *

Quella volontà fu tradita. Stalin aveva pattuito con gli imperialismi
vincitori una spartizione in zone d'influenza. L'Italia doveva restare nel
campo capitalista, in Occidente, per il quieto vivere della burocrazia del
Cremlino. Il PCI di Togliatti fu fedele esecutore della volontà di Mosca.
La Resistenza partigiana fu dunque subordinata alla collaborazione con la
DC e coi partiti borghesi dando a questi poteri di veto (CLN). I governi di
unità nazionale tra DC e PCI nell'immediato dopoguerra furono lo sbocco di
questa linea e la proseguirono: disarmarono i partigiani, restituirono le
fabbriche ai capitalisti (Valletta), reinsediarono i vecchi prefetti,
amnistiarono persino gli sgherri fascisti (amnistia del ministro di grazia
e giustizia Palmiro Togliatti del 1947). Fu il tradimento della Resistenza.
La Costituzione del 1948, pattuita tra DC e PCI, declamando principi
progressisti, serviva a mascherare questo tradimento. Come disse Piero
Calamandrei: una rivoluzione promessa in cambio di una rivoluzione mancata.
Intanto le classi capitaliste, restaurato il proprio potere, cacciarono il
PCI all'opposizione (perché non ne avevano più bisogno) e passarono
all'offensiva contro i lavoratori, le lavoratrici, i comunisti: reparti
confino nelle fabbriche, repressione sanguinosa di manifestazioni
sindacali, la lunga reazione degli anni '50.


*L'AUTUNNO CALDO SVENDUTO AL COMPROMESSO STORICO *

Quando vent'anni dopo la Resistenza una nuova generazione operaia rialzò la
testa, con la grande ascesa dell'autunno caldo e le sue conquiste sociali e
democratiche ('69/'76), fu nuovamente il PCI a sbarrarle la via con una
seconda edizione del compromesso storico governativo con la DC ('76/'78):
svolta sindacale di austerità e sacrifici (congresso dell'Eur della CGIL di
Lama), subordinazione delle richieste operaie alle compatibilità del
capitalismo, identificazione con lo Stato borghese. Il risultato fu una
demoralizzazione di massa, un lungo ripiegamento, una diffusa
passivizzazione. Cui seguì l'offensiva frontale della Fiat e del padronato
contro il movimento operaio sul piano sociale (ottobre 1980) e l'ascesa del
craxismo sul piano politico. La seconda Repubblica nata dal crollo del Muro
di Berlino e dalle ceneri di Tangentopoli sarà lo sbocco di questa deriva
reazionaria. Nel segno della progressiva cancellazione delle conquiste
operaie.



*IL TRASFORMISMO A SINISTRA NELLA SECONDA REPUBBLICA *
Molta acqua è passata sotto i ponti dalla Resistenza ad oggi, anche e
soprattutto a sinistra. Ma in continuità, purtroppo, con l'opportunismo di
allora.

Il gruppo dirigente del PCI, che aveva tradito prima la Resistenza e poi
l'autunno caldo, sciolse il proprio partito a ridosso del crollo dell'URSS
per coronare in forma compiuta il proprio sogno proibito: entrare a pieno
titolo nel governo del capitalismo italiano e gestirne le misure
antioperaie. Fu ciò che avvenne, lungo una interminabile stagione
trasformista - dal PCI al PDS ai DS sino al PD - che oggi ha conosciuto il
suo epilogo: quel renzismo che apertamente persegue un disegno reazionario
bonapartista di uomo solo al comando al servizio di Marchionne, nel segno
della rottura più clamorosa dello stesso patto costituzionale.

Parallelamente, Rifondazione Comunista, nata nei primi anni '90 in reazione
allo scioglimento del PCI come “il cuore dell'opposizione”, è stata
condotta dai propri gruppi dirigenti nel compromesso di governo con DS/PD,
sia nelle giunte locali, sia, ripetutamente, nei governi nazionali (governi
Prodi), finendo col votare la precarizzazione del lavoro, le missioni di
guerra, i tagli sociali. Tutto ciò contro cui formalmente era nata. Col
conseguente suicidio.

La risultante di tutto questo è molto semplice: la classe lavoratrice si
trova priva di una propria rappresentanza politica proprio nel momento
della più grande crisi capitalistica degli ultimi ottanta anni. Proprio nel
momento della peggiore offensiva padronale nei luoghi di lavoro, e della
peggiore aggressione reazionaria sul piano politico e istituzionale. Il
dilagare, anche tra i lavoratori, delle forme più deteriori di populismo
reazionario (Salvini, Grillo) è un effetto di questa deriva generale.


*L'UNICO MODO DI ONORARE LA RESISTENZA: COSTRUIRE LA SINISTRA CHE NON
TRADISCE *

Se tutto questo è vero, la conclusione è una sola. Va ricostruito,
controcorrente, un partito indipendente della classe lavoratrice. Ma può
essere costruito solo attorno a un programma anticapitalista, fuori e
contro quel trasformismo governista che ha corrotto la lunga storia della
sinistra italiana. I lavoratori non hanno bisogno dell'ennesimo partito che
chiede i voti operai per poi tradirli. Non hanno bisogno dell'ennesimo
partito “riformista”, la cui unica ambizione sia governare il capitalismo,
salvo poi una volta al governo gestire regolarmente le controriforme
sociali che la crisi capitalista dispensa (Tsipras). Hanno bisogno
finalmente di una sinistra che non tradisca: che riconduca ogni lotta di
resistenza ad una prospettiva alternativa di società e di potere. L'unica
reale alternativa al fallimento del capitalismo: una alternativa
rivoluzionaria e socialista, in Italia e nel mondo.

Per questo, costruire il Partito Comunista dei Lavoratori è il modo
migliore di onorare la memoria delle domande rivoluzionarie della
Resistenza.
Partito Comunista dei Lavoratori


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