[Redditolavoro] Grecia: LA “VITTORIA” DI CHI?

Partito Comunista dei Lavoratori pclavoratoribologna at gmail.com
Mon Sep 21 12:59:14 CEST 2015


LA “VITTORIA” DI CHI?


Alexis Tsipras ha vinto clamorosamente la propria scommessa. Ha voluto
precipitare le elezioni per capitalizzare la popolarità della propria
figura e salvarsi dal fallimento della propria politica. Prima che le masse
potessero verificare sulla propria pelle i costi sociali del Memorandum
siglato. L'operazione è riuscita. Oltre ogni previsione. Syriza ha
conservato quasi immutata la propria percentuale di voto. Unità popolare ha
fallito l'approdo in Parlamento. Tsipras può rifare un governo fotocopia a
braccetto col partito reazionario di Anel ( con un abbraccio a Kammenos
esibito subito sul podio) disponendo di un gruppo parlamentare più
disciplinato. Più disciplinato.. a cosa? Naturalmente al rispetto del
terribile piano di austerità e sacrifici dettato dai creditori e
sottoscritto da Tsipras.

I Vendola, i Ferrero, gli Iglesias, che oggi plaudono entusiasti all'amico
Alexis, sperando di racimolare qualche voto in casa, si trovano in curiosa
compagnia. “ La vittoria di Syriza rassicura le Borse” recita La
Repubblica, guardando i listini festanti. Non è un caso. I circoli
capitalistici europei, senza eccezione, salutano positivamente la vittoria
di Tsipras. Junker si congratula col vincitore. Hollande brinda al successo
di Syriza, nel nome della “sinistra europea” e della “stabilità europea”.
Persino il Presidente della commissione esteri del Bundestag ( Norbert
Roettgen) , protesi di Merkel, giudica “molto positivo” il risultato greco:
“ Tsipras primo, Nea Demokratia secondo, hanno creato un saldo bipolarismo”
dichiara compiaciuto. Il Corriere della Sera (di Banca Intesa) saluta la
nuova stagione di “continuità e stabilità” che il voto greco propone “alla
Grecia e all'Europa”.

Proprio così. “Continuità e stabilità”: questo cercava e cerca il capitale
finanziario in Grecia. Il trionfo di Syriza del 25 Gennaio, sottoprodotto
di una lunga stagione di lotte sociali, lo inquietava. I circoli dominanti
conoscevano naturalmente la volontà compromissoria di Tsipras, già esibita
e promessa in mille conciliaboli, ma temevano la sua difficoltà di
subordinare al compromesso le grandi masse e di disciplinare un partito
riottoso. La vittoria di Tsipras il 20 Settembre, dopo la certificazione
del Memorandum , ha una valenza del tutto diversa. E' il miglior risultato
che il capitale finanziario potesse attendersi. Paradossalmente un successo
di “Nuova Democrazia”ai danni di Syriza, avrebbe potuto introdurre- quello
sì- una nuova stagione di convulsioni politiche: con una Syriza costretta
all'opposizione, un nuovo spazio di ripresa dell'opposizione di massa, un
quadro politico basato nuovamente sulla fragilità di vecchi partiti
screditati. Invece l'attuale successo di Tsipras, con una percentuale
piena, un gruppo parlamentare omogeneo, la eliminazione dal Parlamento
stesso dei suoi contestatori a sinistra, configura un baricentro politico e
istituzionale stabile. La risicata maggioranza parlamentare non preoccupa,
perchè tutti i partiti borghesi di “opposizione” si sono impegnati a
continuare a votare a fianco di Tsipras le misure lacrime e sangue contro i
lavoratori greci. E del resto chi meglio di Alexis, col suo comprovato
carisma, potrebbe fare da calmiere della rabbia sociale che l'applicazione
pratica di quelle misure innescherà presso i settori di massa colpiti?

Ma coloro che parlano di “partita finita”in Grecia, confondono la realtà
coi propri desideri.
Certo, Tsipras ha oggi capitalizzato elettoralmente la popolarità della
propria immagine e la stanchezza di un popolo stremato. Ha perso mezzo
milione di voti verso sinistra o verso un'astensione sfiduciata, ma ha
raccolto l'essenziale. “Ho capito che non ci sarà da attendersi molto per
il futuro, ma è meglio mettere alla prova questo giovane onesto che
affidarsi nuovamente alle vecchie cariatidi corrotte del passato”: così ha
ragionato grosso modo il lavoratore greco che ha votato per Tsipras. “Unità
popolare”, col suo messaggio riformista nazionalista pro dracma, gli è
apparsa un'improvvisazione poco credibile. La sinistra rivoluzionaria era
ai suoi occhi troppo debole. Una massa stanca dopo otto anni di lotte, si è
dunque affidata a Tsipras più che al suo partito e alla sua politica. E
Tsipras investirà questo affidamento popolare in una stabilizzazione del
proprio governo, con un probabile successo immediato, a beneficio dei
creditori. Ma la ruota della storia non cessa mai di girare. Già i prossimi
mesi scandiranno, uno dopo l'altro, tutte le voci del memorandum: a ottobre
sarà varato l'aumento dell'età pensionabile, poi scatterà la eliminazione
dei sussidi per le pensioni più povere, poi verrà l'aumento di prezzo dei
beni alimentari, poi inizierà il grande rilancio delle privatizzazioni a
vantaggio dei creditori strozzini che compreranno la Grecia a prezzi di
saldo, poi..Quattro anni di austerità sono lunghi. Tanto più lunghi per un
popolo ridotto all'indigenza e per una economia già collassata ( quasi -
30% di PIL in otto anni). Le resistenze sociali riprenderanno. L'immagine
di Tsipras scolorerà, in un lungo inevitabile logoramento. Nuovi varchi si
allargheranno, prima o poi, per il rilancio dell'opposizione di massa. Ogni
fatto o esperienza, piccola o grande, proverà che l'unica soluzione vera,
l'unica vera alternativa per i lavoratori greci, o è anticapitalista o non
è. Mentre il consolidamento di Alba Dorata a destra ricorda che una mancata
alternativa anticapitalista, può aprire varchi alla peggiore reazione.
Il problema di fondo si ripresenterà dunque immutato: come costruire un
partito rivoluzionario all'altezza di questa verità. I nostri compagni
greci di EEK ( Partito operaio rivoluzionario) saranno in prima fila nella
costruzione di questa impresa. L'unica che può dare un futuro ai lavoratori.
PARTITO COMUNISTA DEI LAVORATORI

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