[Redditolavoro] convegno roveto: sotto il vestito niente
Rete Nazionale Sicurezza sui luoghi di lavoro e territori
bastamortesullavoro at gmail.com
Mon Sep 21 07:29:11 CEST 2015
invece che lotte fumisterie autoreferenziali da ceto politico-sindacale
rilanciamo l’appello per il sostegno al 20 ottobre di taranto
From: sindacatodiclasse
Sent: Sunday, September 20, 2015 12:52 PM
To: cobasta
Subject: sul dopo convegno roveto: riunione 2 ottobre
inoltro sul dopo convegno a rovato su sicurezza le proposte di cremaschi e soci non prevedono ne rilanciano il 20 ottobre a taranto....ma chiaramente utilizzano strumentalmente anche la questione sicurezza per marciare su un'altra linea sintetizzata da questo passaggio: "Insomma un passo concreto nella ricerca di un soggetto, e di un legame concreto nelle lotte, per la costruzione del “nuovo sindacalismo” sociale, territoriale, metropolitano, del lavoro e non lavoro su cui ragioniamo da tempo e sulla cui costruzione anche il Forum ha in parte lanciato la propria scommessa di senso."
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L’iniziativa copromossa dal Forum con il Centro Sociale 28maggio a Rovato sabato scorso è stata un successo oltre le aspettative. Ed infatti il confronto tra le esperienza di resistenza alla devastazione ambientale e di rifiuto integrale di ogni ricatto occupazionale (“o la borsa o la vita”) ha saputo mescolare
1. le nuove forme di valorizzazione del capitale (le grandi opere, i sistemi di guerra elettronica, le eco mafie) con quelle tradizionali (l’Ilva, l’Eternit, l’industria chimica a Brescia, le stragi ferroviarie ecc),
2. il nord (Val di Susa, Brescia) con il centro (Viareggio, Fiumicino) e con il sud (la terra dei fuochi, Taranto, la Niscemi del movimento no Muos).
3. i generi (con una forte prevalenza di relatrici donne che corrisponde, per altro, alla grande mobilitazione femminile su questi temi).
4. i punti di vista (da dentro sindacalisti, da fuori: attivisti, giornalisti, “mamme”, parenti delle vittime),
5. le competenze (sono intervenuti uno storico, un giurista ed un medico)
Insomma un passo concreto nella ricerca di un soggetto, e di un legame concreto nelle lotte, per la costruzione del “nuovo sindacalismo” sociale, territoriale, metropolitano, del lavoro e non lavoro su cui ragioniamo da tempo e sulla cui costruzione anche il Forum ha in parte lanciato la propria scommessa di senso.
Detto questo riteniamo occorra vedersi a brevissimo per affrontare le sfide dell’autunno ed in particolare i seguenti temi:
1. come è noto l’unica delega del job’s ac lasciata cadere dal Governo è quella (scardinante) del salario legale, ma con l’espresso ricatto che il lavoro sporco lo facciano Confindustria Cgil, Cisl e Uil (che infatti si stanno incontrando giorno e notte sulla definizione di una nuova regolazione di sistema che cancelli completamente ogni contrattazione sul salario a livello nazionale). Ci eravamo lasciati all’ultima riunione con la proposta di fare un grande convegno sul punto (preferibilmente a Milano) e ci pare sia divenuta quanto mai opportuna ed urgente.
2. Altresì è assolutamente all’ordine del giorno che il Governo termini la propria stagione di cancellazione del diritto del lavoro con l’unico diritto non toccato sin qui, quello di sciopero. Crediamo, infatti, che non si lasceranno sfuggire l’occasione del Giubileo. E’ quindi un altro tema che va affrontato con urgenza (magari insieme a quello sulla contrattazione);
3. Stanno progressivamente entrando in vigore tutti i decreti sul jobs act che riscrivono integralmente le regole ed i “diritti” nel rapporto di lavoro. Una delle principali “mission” del forum è proprio quella di fare formazione e controinformazione e quindi proponiamo di valutare la percorribilità di un pacchetto di iniziative di formazione rivolte eminentemente a quadri sindacali e ai lavoratori più attivi ed avvertiti (magari dislocate territorialmente e da filmare per consentirne a tutti gli interessati la successiva fruizione via internet);
4. va poi non lasciata cadere l’iniziativa di sabato scorso provando a dare seguito alla richiesta che è stata avanzata da molti in quella sede di promuovere un coordinamento stabile delle lotte per la salute e l’ambiente; ed al riguardo la prima tappa potrebbe essere quella di creare una nostra delegazione che vada al congresso di Medicina Democratica che si terrà dal19 al 21 di Novembre a Firenze.
5. riteniamo altresì occorra una valutazione in ordine all’evoluzione della politica comunitaria sul fenomeno migratorio: ed infatti pare – anche a seguito dell’incontro di lunedì 14 settembre – prospettarsi nei prossimi mesi un meccanismo di deportazione di massa in una misura che non avevamo mai finora conosciuto e su cui varrebbe la pena interrogarci sul se e come intervenire;
6. ed infine occorre riprendere i fili dei molti temi che avevamo lasciato in sospeso: la costruzione di un nuovo sito e di una nuova “linea” di comunicazione e di archivio storico, l’allargamento ad altre forze del forum e le forme del suo autofinanziamento.
Avanziamo allora una prima proposta di incontro a Roma, Via Giolitti 231, il 2 0ttobre alle ore11-15.30
APPELLO PER UN PRESIDIO-MANIFESTAZIONE ALL'AVVIO IL 20 OTTOBRE DEL PROCESSO ILVA DI TARANTO.
Il 20 ottobre comincia dopo una lunghissima e combattuta udienza preliminare il vero e proprio processo alla famiglia di padron Riva e a tutti i suoi complici che hanno reso tristemente famosa l'Ilva come 'fabbrica della morte' e Taranto come 'capitale del popolo inquinato'.
Il processo Ilva mostra esemplarmente il sistema del capitale ed è la “madre” di tutti i processi di questo tipo. Gli imputati sono tutte le espressioni del sistema economico, politico, istituzionale, dai grandi capitalisti ai loro agenti, dai rappresentanti delle Istituzioni, parlamentali, regionali e locali, ad esponenti della Digos e delle Forze dell'Ordine, dai dirigenti degli Enti che dovevano controllare, fino a preti vicino ai vertici della chiesa.
Mancano, ed è una grave lacuna del processo, i vertici e i rappresentanti in fabbrica dei sindacati confederali. E il quadro del sistema borghese sarebbe completo.
L'Ilva è al centro oggi della contraddizione epocale tra gli interessi del capitale e gli interessi degli operai e delle masse popolari, tra la logica del profitto e la salute, la vita degli operai e delle masse popolari.
Ma il processo Ilva è oggi soprattutto espressione dell'azione dei governi, e oggi in particolare del governo Renzi, che in nome di salvare gli interessi dei padroni e gli interessi dell'economia nazionale dei padroni legati alla produzione dell'Ilva, non hanno esitato e non esitano ad agire contro il processo con decreti e azioni ad hoc che ne vogliono impedire lo svolgimento, mettere al riparo gli imputati e negare giustizia e risarcimento a operai e masse popolari.
L'Ilva mostra in maniera esemplare come lo Stato sia sempre e solo al servizio del capitale. La gestione attuale di Stato e di governo dell'Ilva mostra che l'intervento dello Stato borghese serve solo per socializzare le perdite e in futuro, nuovamente, privatizzare i profitti.
Per questo il processo Ilva è una grande scadenza nazionale.
E' a questa scadenza nazionale che chiamiamo come operai dell'Ilva, lavoratori del cimitero luogo di massima concentrazione di inquinamento ai Tamburi, proletari e famiglie dei quartieri Tamburi e Paolo VI, costituitisi parte civile autorganizzati al processo con l'appoggio dello Slai cobas per il sindacato di classe e la Rete nazionale per la sicurezza e la salute sui posti di lavoro e territori, a un
presidio-manifestazione nazionale al Tribunale, alla fabbrica e al quartiere Tamburi per il 20 ottobre.
Chiamiamo tutte le realtà collettive ed individuali, impegnate nella lotta anticapitalista e contro le devastazioni ambientali e territoriali, a mandare l'adesione, a propagandare la scadenza in tutte le forme e in tutti i luoghi di lavoro, territori, scuole, università, ecc. e a partecipare con delegazione all'iniziativa.
Info: bastamortesullavoro a gmail.com – tel 3471102638
Carlo Guglielmi, Giorgio Cremaschi e Franco Russo
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