[Redditolavoro] Morti sul lavoro nel 2015
Rete Nazionale Sicurezza sui luoghi di lavoro e territori
bastamortesullavoro at gmail.com
Wed Oct 7 06:41:13 CEST 2015
Dall’inizio dell’anno sono morti sui luoghi di lavoro 516 lavoratori, con le morti sulle strade e in itinere si superano i 1080 morti complessivi (stima minima). Erano 462 lo stesso giorno del 2008 +10.2%, lo stesso giorno del 2014 erano 501 morti +2,5%. Occorre tener presente che nelle statistiche delle morti sul lavoro lo Stato considera morti sul lavoro anche i lavoratori che muoiono sulle strade e in itinere e che tantissime categorie come per esempio le Partite Iva Individuali, Vigili del Fuoco, Poliziotti, Carabinieri, lavoratori in nero, pensionati in agricoltura e tanti altri non rientrano nelle statistiche ufficiali. All'INAIL nel 2015 le denunce per infortuni sul lavoro tra i suoi assicurati dall'inizio dell'anno al 31 agosto sono state complessivamente 752 (cliccare su Facebook Uffucio Stampa Inail). Queste morti comprendono anche i morti sulle strade e in itinere. Di queste 752 vittime 437 sono morte senza mezzo di trasporto. Come negli anni precedenti solo una parte di queste morti verranno riconosciute come infortunio su lavoro. Nelle statistiche dell'Osservatorio Indipendente di Bologna Il 30,7% dei morti sui luoghi di lavoro ha un'età superiore a 60 anni. Il 32,5% sono in agricoltura, di questi 106 sono stati schiacciati dal trattore, 20,6% sul totale di tutte le morti per infortuni. Praticamente un morto su 5 di tutte le morti sui luoghi di lavoro sono state provocate dal trattore (è così tutti gli anni). L’edilizia 22,5%. Oltre il 50% di tutte le morti per infortuni sono in queste due categorie. Gli stranieri sono stati il 10,3% sul totale. I romeni sono come tutti gli anni la comunità con più vittime.
Morti per infortuni sui luoghi di lavoro per regione e provincia per ordine decrescente delle morti. Tra parentesi tutte le vittime comprese quelle in itinere e sulle strade. In blu i morti sui luoghi di lavoro nelle regioni. Consigliamo a tutti quelli che si occupano di queste tragedie di separare chi muore per infortuni sui luoghi di lavoro, da chi muore sulle strade e in itinere con un mezzo di trasporto. I secondi sono morti per infortunio sul lavoro che richiedono interventi completamente diversi.
Lombardia 68 (140) Milano (9), Bergamo (10), Brescia (22), Como (3), Cremona (3), Lecco (1), Lodi (1), Mantova (1), Monza (2) , Brianza, Pavia (5), Sondrio (6), Varese (5) . Toscana 54 (110) Firenze (6) , Arezzo (5) , Grosseto (9) , Livorno (4), Lucca (3), Massa Carrara (8) , Pisa (7), Pistoia (5) , Siena (2) Prato (5). Campania 41 (84) Napoli (12), Avellino (3), Benevento (6), Caserta (4), Salerno (16). Veneto 40 (83) Venezia (4), Belluno (2) , Padova (5), Rovigo (4), Treviso (4) , Verona (6), Vicenza (15). Sicilia 38 (80) Palermo (12), Agrigento (4), Caltanissetta (4), Catania (3) , Enna , Messina (3), Ragusa (3) , Siracusa (4) , Trapani (5). Lazio 32 (67) Roma (13) Frosinone (6) , Latina (2) , Rieti (2), Viterbo (9). Piemonte 32 (64) Torino (14), Alessandria (5), Asti (2), Biella (2), Cuneo (7), Novara (1) , Verbano-Cusio-Ossola (1) , Vercelli. Emilia-Romagna 27 (59) Bologna (6) . Forlì-Cesena (2) , Ferrara (2) , Modena (5) , Parma (1), Piacenza (3) , Ravenna (4), Reggio Emilia (3), Rimini (2). Puglia 26 (54) Bari (16), BAT (2), Brindisi (2) , Foggia (1), Lecce (3), Taranto (2) Trentino-Alto Adige 17 (35) Trento (9), Bolzano (8). Abruzzo 15 (32) L'Aquila (4), Chieti (6), Pescara, Teramo(5). Marche 14 (30) Ancona (4), Macerata (1), Fermo (3) , Pesaro-Urbino (3), Ascoli Piceno (3). Liguria 12 (25) Genova (3) , Imperia (2) , La Spezia (4) , Savona (3). Umbria 12 (25) Perugia (9) Terni (3). Molise 11 (23) Campobasso (10), Isernia (1). Calabria 10 (22) Catanzaro (4) , Cosenza (4), Crotone , Reggio Calabria (1) , Vibo Valentia (1). Sardegna 9 (20) Cagliari (4), Carbonia-Iglesias (1) , Medio Campisano (2), Nuoro , Ogliastra , Olbia-Tempio, Oristano (2), Sassari. Friuli-Venezia Giulia 7 (15) Trieste , Gorizia , Pordenone (5) , Udine (2). Basilicata 6 (14) Potenza (4) Matera (2) Valle D’Aosta 1 (3) I lavoratori morti sulle autostrade, all’estero e in mare non sono segnalati a carico delle province.
L’INAIL ha registrato nel 2014 complessivamente 662 morti sul lavoro, di questi il 52% sono morti in itinere e sulle strade ma le denunce per infortuni mortali sono state 1107. Noi abbiamo registrato nel 2014 ben 661 morti sui luoghi di lavoro (tutti documentati) se si aggiungono i morti sulle strade e in itinere si sono superati l'anno scorso i 1300 morti. I morti per infortuni sui luoghi di lavoro da noi registrati non sono mai stati così tanti da quando il 1° gennaio 2008 è stato aperto l’Osservatorio. In questi otto anni di monitoraggio delle vittime i morti per infortunio si sono solo trasferiti dall’INAIL ad altre categorie, sono aumentati i morti in nero, in grigio, ma soprattutto nelle Partite Iva individuali. Ma perché questa enorme differenza? L’INAIL occorre ricordarlo ancora una volta, registra le morti solo dei propri assicurati e in tantissimi non lo sono. Sta a noi che svolgiamo un lavoro volontario, senza interesse di nessun tipo far conoscere anche questo aspetto ai cittadini italiani.
Flavio Insinna recita la poesia di Carlo Soricelli “morti bianche”
APPELLO PER UN PRESIDIO-MANIFESTAZIONE ALL'AVVIO IL 20 OTTOBRE DEL PROCESSO ILVA DI TARANTO.
Il 20 ottobre comincia dopo una lunghissima e combattuta udienza preliminare il vero e proprio processo alla famiglia di padron Riva e a tutti i suoi complici che hanno reso tristemente famosa l'Ilva come 'fabbrica della morte' e Taranto come 'capitale del popolo inquinato'.
Il processo Ilva mostra esemplarmente il sistema del capitale ed è la “madre” di tutti i processi di questo tipo. Gli imputati sono tutte le espressioni del sistema economico, politico, istituzionale, dai grandi capitalisti ai loro agenti, dai rappresentanti delle Istituzioni, parlamentali, regionali e locali, ad esponenti della Digos e delle Forze dell'Ordine, dai dirigenti degli Enti che dovevano controllare, fino a preti vicino ai vertici della chiesa.
Mancano, ed è una grave lacuna del processo, i vertici e i rappresentanti in fabbrica dei sindacati confederali. E il quadro del sistema borghese sarebbe completo.
L'Ilva è al centro oggi della contraddizione epocale tra gli interessi del capitale e gli interessi degli operai e delle masse popolari, tra la logica del profitto e la salute, la vita degli operai e delle masse popolari.
Ma il processo Ilva è oggi soprattutto espressione dell'azione dei governi, e oggi in particolare del governo Renzi, che in nome di salvare gli interessi dei padroni e gli interessi dell'economia nazionale dei padroni legati alla produzione dell'Ilva, non hanno esitato e non esitano ad agire contro il processo con decreti e azioni ad hoc che ne vogliono impedire lo svolgimento, mettere al riparo gli imputati e negare giustizia e risarcimento a operai e masse popolari.
L'Ilva mostra in maniera esemplare come lo Stato sia sempre e solo al servizio del capitale. La gestione attuale di Stato e di governo dell'Ilva mostra che l'intervento dello Stato borghese serve solo per socializzare le perdite e in futuro, nuovamente, privatizzare i profitti.
Per questo il processo Ilva è una grande scadenza nazionale.
E' a questa scadenza nazionale che chiamiamo come operai dell'Ilva, lavoratori del cimitero luogo di massima concentrazione di inquinamento ai Tamburi, proletari e famiglie dei quartieri Tamburi e Paolo VI, costituitisi parte civile autorganizzati al processo con l'appoggio dello Slai cobas per il sindacato di classe e la Rete nazionale per la sicurezza e la salute sui posti di lavoro e territori, a un
presidio-manifestazione nazionale al Tribunale, alla fabbrica e al quartiere Tamburi per il 20 ottobre.
Chiamiamo tutte le realtà collettive ed individuali, impegnate nella lotta anticapitalista e contro le devastazioni ambientali e territoriali, a mandare l'adesione, a propagandare la scadenza in tutte le forme e in tutti i luoghi di lavoro, territori, scuole, università, ecc. e a partecipare con delegazione all'iniziativa.
Info: bastamortesullavoro a gmail.com – tel 3471102638
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