[Redditolavoro] Della scuola non importa nulla a nessuno

Laboratorio Eudemonia eulab at sapo.pt
Thu Nov 5 09:14:45 CET 2015





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  Della scuola non importa nulla a nessuno
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A vedere in quanti oggi sgomitano, mostrando di avere a cuore la scuola, mentre il loro reale interesse è solo personale, poiché verte tutto su denaro e potere, su posto fisso e carriera finto-pubblica, non si può che provare un gran raccapriccio, ben sapendo che quest'egoismo e falsità partono da una società male organizzata. E vediamo allora come dovrebbe essere strutturata una società, parlando proprio della scuola perché è proprio lì che tutto ha inizio. Una SCUOLA BEN FATTA dovrebbe raccontare e spiegare, non inculcare i fanciulli, gli adolescenti, i giovani, addomesticandoli a vivere passivamente un mondo ereditato dal passato remoto, lasciandolo così com'è.
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Ad esempio ed innanzitutto dovrebbe raccontare che le prime assise, che affiancavano il sovrano nella gestione dello Stato un migliaio di anni fa, erano composte da notabili delle varie caste. L'entrata in carica dei membri era dovuto agli eventi, alle situazioni contingenti, mancando sia un preciso metodo selettivo sia una scadenza del mandato che di tanto in tanto permettesse un ricambio. L'evoluzione culturale, politica e sociale, ci ha condotto alle moderne sedi del POTERE LEGISLATIVO, in cui, trascorso un certo tempo, i membri, qualsiasi cosa stiano facendo, s'alzano in piedi e se ne tornano alle loro case, venendo sostituiti da altri con elezioni popolari.

Oggi, se ad uno o più membri in carica nel POTERE LEGISLATIVO, venisse in mente di rimanervi interrompendo la successione, può darsi pure che molti (rimasti sudditi) lascerebbero correre, non rendendosi conto di cosa ciò significherebbe, ma i più (evolutisi a cittadini) non rimarrebbero in silenzio, esigendo immediate dimissioni.
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Ecco, fermiamoci un momento e chiediamoci:
ai fanciulli, agli adolescenti, ai giovani,
viene mai presentato il mondo come vedendolo da lontano,
ripulito da interessi privati e preconvincimenti?
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E dopo che ci abbiamo pensato almeno un po', gradiamo considerare il fatto che oggi tanto il POTERE ESECUTIVO quanto il POTERE GIUDIZIARIO sono ancora quasi del tutto al di fuori della civile, democratica e pacifica regola del mandato temporaneo. Chi vi entra vi rimane come un sovrano e come un sovrano regna per l'intera sua vita, come un sovrano dispone dei suoi sudditi, come un sovrano la passa liscia qualsiasi atrocità faccia e pur quando arriva alla pensione non torna ad essere una persona comune, pari ad ogni altra, bensì diviene un sovrano a riposo, con emolumenti e riconoscimenti da sovrano ben diversi da ciò di cui godono i sudditi. E' indegno dei nostri tempi, di tempi in cui per altro tutti paiono adorare la democrazia e per giunta abbiamo finalmente tutti gli strumenti necessari per informarci e riflettere autonomamente.

I pubblici impieghi non sono semplici posti di lavoro. I pubblici impieghi costituiscono niente meno che il POTERE ESECUTIVO ed il POTERE GIUDIZIARIO. Non possono essere assegnati a vita. Il potere non può rimanere in mano sempre alle stesse persone. Se in tutti questi secoli il POTERE LEGISLATIVO ci ha deluso ed ancor più ci ha affranto negli ultimi decenni, nei quali l'intenzione democratica è stata affermata fino alla nausea, lo si deve esattamente al fatto che tanto il POTERE ESECUTIVO quanto il POTERE GIUDIZIARIO sono rimasti come mille anni fa erano le prime assise agli albori della civiltà: in mano a sempre gli stessi per l'intera loro vita ed a volte dinastia.
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Allora continuiamo ad interrogarci: com'è che a nessuno emerito docente, insegnante, professore, ricercatore e scienziato (onorati, titolati e pagati appunto per analizzare, capire e divulgare) è mai venuto in mente di effettuare un adeguato studio storico, politico, filosofico sul legame esistente e fondamentale tra il MANDATO TEMPORANEO e ciò che, trattata sempre con così tanta superficialità, viene chiamata DEMOCRAZIA? Affranta verità è che di un BUON INSEGNAMENTO, di una scuola e società ben fatte, non importa nulla a nessuno. Sono denaro e potere, posto fisso e carriera, a comandare. Allora, se vogliamo cambiare lo stato ignobile delle cose, cominciamo con l'introdurre il tempo determinato in ogni pubblico impiego, impostando le basi di una società in cui ciò che è chiamato pubblico lo sia realmente e pertanto condiviso.

Si smetta di addomesticare ed inculcare fanciulli, adolescenti, giovani ed adulti e si accresca la dignità della nostra specie, oggi così sovrastata dalla buffoneria.
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Danilo D'Antonio
339 5014947

prima d'ogni altro passo, d'ogni altra perorazione,
si renda democratico l'intero pubblico apparato:

http://hyperlinker.com/ars/index_it.htm




























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