[Redditolavoro] Vaticano S.p.A.: populismo papalino e capitalismo ecclesiastico

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Wed Nov 4 15:21:22 CET 2015


Vaticano S.p.A.: populismo papalino e capitalismo ecclesiastico

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L'arresto dell'”economo del Papa” Vallejo Balda da parte della Gendarmeria
vaticana con l'accusa di “divulgazione di notizie riservate” rivela la
lotta interna ai sacri palazzi di Oltretevere. L'intero commentario della
stampa borghese parla dell'eroica lotta di “Santo Padre Francesco” per
“ripulire il Vaticano” e della sorda resistenza degli ambienti vaticani a
questa operazione di pulizia. Ma i conti non tornano, e anche la logica ha
i suoi diritti.

Balda viene arrestato, su diretto mandato del Papa, per aver reso pubbliche
informazioni riservate sulle sterminate proprietà vaticane, sulla
continuità dei traffici IOR, sulla amministrazione truffaldina dei fondi
pubblici e degli oboli privati da parte della macchina statale pontificia.
L'arresto è scattato solo dopo la notizia della uscita imminente di due
libri dedicati alle rivelazioni. Domanda: perché il Vaticano pretende che
le informazioni sul suo stato patrimoniale e sulla sua gestione debbano
restare “riservate”? Non era stata annunciata l'operazione trasparenza?
Perché si ricorre addirittura all'arresto (con la minaccia di 8 anni di
carcere) del responsabile, reale o presunto, delle rivelazioni? Perché si
minaccia, come già in passato, di chiedere il blocco delle pubblicazioni
editoriali annunciate?

La stampa borghese tace su questi interrogativi elementari. Ha paura anche
solo a formularli. Si diffonde in pagine e pagine di retroscena, più o meno
scandalistici, sulla figura di Balda e della sua collaboratrice, e sulle
motivazioni interessate delle rivelazioni fatte (vendetta per una nomina
mancata). Ma sul contenuto delle rivelazioni, e soprattutto sulla ragione
delle pretese censorie del Vaticano, nessun commento. Anzi, là dove si
balbetta qualcosa, si ripete a pappagallo, per paura di sbagliare, la
velina ufficiale vaticana: «Un tentativo di infangare l'azione di
rinnovamento condotta da Papa», ecc ecc. Amen. Ma come? Un'azione di
“pulizia” e “rinnovamento morale” non dovrebbe denunciare i mercimoni
affaristici della macchina vaticana anziché arrestare chi li rivela?


*UN PAPA PERONISTA A CACCIA DI CONSENSO. IL POPULISMO ECCLESIASTICO COME
LEVA DI POTERE *

La verità è più semplice, in una cornice più complicata e generale.

Papa Francesco, come ogni Papa, è il monarca assoluto di uno Stato
teocratico che in tutto il mondo è parte organica del capitalismo, con
possedimenti finanziari e immobiliari giganteschi. Come ogni stato
capitalista, ma con una presenza mondiale ineguagliabile, lo Stato Vaticano
è attraversato da guerre per bande e cordate in lotta per il potere. La
novità dell'attuale Papa Bergoglio - non a caso di estrazione peronista - è
che egli tenta di coprire la realtà dello Stato Vaticano con la promozione
di un'immagine pubblica misericordiosa, attenta alla condizione dei poveri,
meno dottrinaria, più comunicativa nei confronti del senso comune popolare.
Siamo in presenza di un Papa “populista”, mirato alla conquista del
consenso pubblico, che fa leva sul consenso pubblico per accrescere il
proprio potere assoluto nella Chiesa: modificando a proprio vantaggio i
rapporti di forza con la Curia romana, con la Conferenza Episcopale, con la
Segreteria di Stato vaticana, e più in generale con l'insieme delle
strutture tradizionali dirette e indirette dell'istituzione ecclesiastica.
Il braccio di ferro sotterraneo nel recente Sinodo è la cartina di
tornasole della lotta in corso.

Un Papa dunque più “democratico”, più rispettoso della laicità dello Stato?
Al contrario. Il Papa populista usa la propria ritrovata credibilità
pubblica per allargare oltre misura il raggio d'intervento della propria
Chiesa.
Ricerca e ottiene pubblica udienza presso le camere congiunte del
Parlamento italiano, presso il Parlamento europeo, presso lo stesso
Congresso americano, per avere su di sé i riflettori del mondo, carpire
nuovi consensi e dunque maggiore forza politica.
Si fa diretto protagonista sulla scena internazionale intervenendo come
intermediario del negoziato tra USA e Cuba per la restaurazione del
capitalismo a Cuba; e persino del negoziato tra Stato colombiano e FARC per
la loro integrazione nel capitalismo colombiano.
Promuove una politica di “pacificazione” ecumenica con le altre chiese e
autorità religiose (ebraiche, greche ortodosse, islamiche...) per allargare
la propria influenza presso le basi di massa delle altre fedi, e dunque
estendere il proprio peso politico internazionale.
Infine invade Roma con un Giubileo di venti milioni annunciati di fedeli,
pretendendo dallo Stato e dal Comune di Roma una rapida funzione di
servizio, pagata con risorse pubbliche: anche per questo scarica il sindaco
delle nozze gay, a favore di un commissario prefettizio in grado di
amministrare la grande torta del nuovo business capitolino e di lustrare a
dovere l'immagine pubblica del Papa nell'anno della Misericordia. Nel
frattempo attiva tutti i canali di interlocuzione possibili col mondo
laico, dalle telefonate con Scalfari sino all'incredibile lettera di
riconoscimento... al consigliere romano Alzetta (detto Tarzan): cercando
dal primo lo sdoganamento della cultura laica, e dal secondo forse
un'attenzione di riguardo alle proprietà vaticane nella gestione
dell'occupazione delle case a Roma.
Un Papa, dunque, “totale”, pervasivo di ogni campo a 360 gradi, proiettato
quotidianamente nella sfera temporale come mai in precedenza, determinato a
risollevare la forza della Chiesa ad ogni latitudine istituzionale, dopo
anni di crisi e decadenza della sua pubblica credibilità (corruzione,
pedofilia, crimini dello IOR...).


*LA REALTÀ DEL CAPITALISMO ECCLESIASTICO CHE BERGOGLIO VORREBBE COPRIRE*

Ecco allora il perché della reazione poliziesca del Pontefice
“misericordioso” alle rivelazioni di un prelato infedele. Perché proprio
quelle rivelazioni mostrano lo scarto abnorme tra l'immagine pauperistica
della Chiesa che il Papa populista vuole accreditare, e la intatta miseria
morale della Chiesa reale, quale parte inseparabile del capitalismo
italiano e mondiale. La Chiesa che detiene quasi 5 miliardi in sole
proprietà immobiliari, spesso facendosele valutare “un euro” per evadere il
fisco. Che fa 60 milioni ogni anno vendendo benzina, sigarette, vestiti
pregiati a basso costo, attraverso 41.000 tessere a raccomandati vip e
amici degli amici nella sola città di Roma. Che imbosca i 380 milioni annui
dell'Obolo di San Pietro, destinandoli a ben altri usi dalla “carità
evangelica”. Che truffa sull'8 per mille con la complicità dello Stato
italiano, come confessa la stessa Corte dei Conti. Che, contro la
sbandierata moralizzazione, continua a proteggere attraverso lo IOR i conti
bancari di grandi costruttori coinvolti nella ristrutturazione a prezzi
stracciati di proprietà vaticane. Per citare solamente alcune anticipazioni
pubbliche delle rivelazioni annunciate.
Qualcuno si può stupire, se il populista Papa Francesco si sente minacciato
dalla verità e preferisce arrestarla? Il solo aspetto comico è che gli
autori dei libri incriminati invece di rivendicare le proprie rivelazioni
come demistificazione del nuovo corso papalino e denunciare le minacce
ricevute, si affrettano a presentare il proprio lavoro “come un aiuto
fornito al Santo Padre” (Nuzzi). La potenza del nuovo Pontefice strappa
reverenze insospettabili.

La sinistra riformista italiana, anch'essa succube del nuovo Pontificato
(perché succube dell'ordine capitalista) si chiude non a caso in un
ermetico silenzio di fronte alle nuove rivelazioni. Vendola e Ferrero non
si sono forse sperticati per due anni nel lodare Papa Francesco come
campione della lotta al “liberismo” e nuova autorità morale di riferimento,
coprendo su tutta la linea il nuovo corso populista del papato? La “nuova
cosa rossa” in gestazione cerca la benedizione del Papa. Avallando le sue
mistificazioni tra i lavoratori.

Il PCL, in quanto partito di classe e anticapitalista, rilancerà una forte
campagna pubblica anticlericale ed antipapalina, in occasione del Giubileo
e delle elezioni comunali a Roma. E chiama tutte le organizzazioni del
movimento operaio e tutte le associazioni coerentemente laiche ad una
azione comune di controinformazione e denuncia su questo terreno elementare.
Partito Comunista dei Lavoratori


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