[Redditolavoro] Fw: sindacati e padroni d'accordi sulla newco ilva

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Tue May 26 08:23:44 CEST 2015



From: SlaiCobas per ilSindacato doi classe 
Sent: Tuesday, May 26, 2015 8:14 AM
To: bastamortesullavoro a domeus.it 
Subject: sindacati e padroni d'accordi sulla newco ilva

Giudizio unanime positivo di sindacati e padroni sulla newco dell'Ilva - ma nessuna chiarezza sugli interventi di risanamento, sulla fine della solidarietà e salvaguardia di tutti i posti di lavoro 
Dopo l'incontro sul bilancio del lavoro presentato il 22 maggio dai nuovi Direttori dell'Ilva, i commenti sono tutti di sostegno alle linee del piano.

«Diamo credito a questo piano e alla volontà di realizzarlo e ora attendiamo i fatti. Le voci, anche di questi giorni, tese a ingigantire le difficoltà vanno respinte al mittente» commenta Cosimo Panarelli della Fim Cisl, parlando a proposito della newco di "conseguente scelte di risorse umane adeguate (?) - quindi se per renderle "adeguate" bisogna tagliare, la Fim Cisl accetterà i tagli?. «E' stato un incontro positivo. Auspichiamo che la nuova Ilva si trasformi in un’azienda normale» dice Mauro Faticanti della Fiom Cgil, che apprezza il "radicale processo di cambiamento culturale che sottende a questa operazione". Mentre Rocco Palombella della Uil afferma: «Crediamo nell’efficacia del piano e lo sosteniamo, perchè può contare su risorse e mezzi efficaci messi a disposizione del governo ederivanti anche dai proventi sequestrati alla precedente proprietà» - Quali proventi già a disposizione?

Infine, Antonio Gozzi, presidente di Federacciai, facendo una giravolta di 360° rispetto alle dichiarazioni fatte qualche ora prima nell'asemblea nazionale della Federacciaio (vedi altro articolo in questo blog) fa un’apertura al governo: «Mi rammarico del fatto - dice che il tema Ilva abbia fatto passare un pò in secondo piano l’apprezzamento del nostro comparto per le molte iniziative positive intraprese dal governo Renzi in materia economica, fiscale e istituzionale».
I nuovi direttori parlano di "nuovo corso":  a fine anno - hanno detto - "l’Ilva conta di tagliare le perdite del 20-30% per poi non averne nel 2016 o chiudere anche in utile. Per il 2017, invece, l’Ilva stima 100 milioni di utile, e 300 l’anno successivo. La produzione dovrebbe rivedere nel 2018 i numeri prebufera giudiziaria (nel 2013 si è passati a 6,7 milioni di tonnellate dagli 8,2 del2012)... Si parla di arrivare a 9 mln di tonnellate annue. Tra fine luglio e primi di agosto ripartiranno l’acciaieria 1 e l’altoforno 1, su cui sono al lavoro 500 persone. A luglio si partirà col rifacimento dell’altoforno 5 , fermato a marzo per l’adeguamento alle prescrizioni Aia: 12 mesi di lavori e 800 unità impegnate nel cantiere... 
Per la solidarietà si prevede un picco di 4mila utilizzazioni tra maggio e luglio per poi ridursi col riavvio di alcuni impianti. 
Infine la newco nascerà in autunno, probabilmente ad ottobre, e utilizzerà il fondo di turnaround varato nei giorni scorsi dal ministro dello Sviluppo economico, Federica Guidi, e vedrà una partecipazione finanziaria dei privati che l’Ilva stima dai 300 ai 500 milioni"

Ma per capire meglio che quando si parla di fondi non è previsto il loro uso per risanamento effettivo e difesa dei posti di lavoro, basta leggere le cifre dichiarate dal presidente Gozzi delle Federacciaio: 
"Sono necessari 3-400 milioni di investimenti sugli impianti. Per far ripartire l'altoforno 5 servono altri 250-300 milioni e per finanziare il circolante per la produzione serve un altro 1-1,5 miliardo"  
Pubblicato da tarantocontro a 13:15 Nessun commento: 
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Ilva: "Salviamo il diritto di proprietà" - Ma effettivamente nessuno si può fare illusioni sull'intervento dello Stato. 
L'articolo che riproduciamo sotto de Il Sole 24 ore, intitolato "Il nodo della proprietà", intervenendo sul dibattito recente tra padroni e governo sull'Ilva prendendo ad occasione l'assemblea annuale della Federacciaio, conferma che ciò su cui tutti sono concordi è il "nodo della proprietà privata", cioè la difesa del capitale che fa profitti grazie solo al lavoro degli operai e quindi allo sfruttamento degli operai, compreso lo sfruttamento della loro salute e sicurezza.
Certo, nel nome di questo diritto alla proprietà privata, il giornalista evidenzia una contraddizione tra l'intervento dello Stato che avrebbe, secondo lui, già estromesso i Riva e il processo Ilva che ancora non ha emesso condanne verso i Riva, certo padroni, governo, istituzioni statali possono anche entrare momentaneamente in contraddizione; ma ciò che li unisce in questo sistema è che su tutti i diritti, quello assoluto, che non può mai essere messo in discussione è il diritto di proprietà. Invece il diritto alla salute, al lavoro, al salario, fino al diritto alla vita, pur se "garantiti" dalla Costituzione possono essere distrutti all'altare di questa proprietà privata.

Ma l'articolo dice anche altro, che senza volerlo dovrebbe suonare come avviso a tutti coloro, singoli o associazioni, che a Taranto continuano ad illudersi e ad illudere sull'intervento dello Stato nell'Ilva come panacea di tutti i mali.
Lo Stato, lo ripetiamo per l'ennesima volta, ha salvato l'Ilva per altri padroni (e i Riva non sono tutti morti...) e sta mettendo solo le briciole che, comunque, anche per gli interessi dei padroni sono troppo poche; ma non sta salvando assolutamente nè la salute, nè l'ambiente, nè tantomeno i posti di lavoro.
Facciamocene una ragione e agiamo di conseguenza...

Scrive il giornalista de Il Sole 24 ore, Paolo Bricco: 
"A Taranto, mentre è in corso un processo per la determinazione delle responsabilità individuali e societarie sull’impatto ambientale dell’Ilva, si respira da alcuni mesi un’aria stranamente contraddittoria: la rabbia, prossima a diventare furia, dei piccoli fornitori fa il paio con una atmosfera artificialmente serena, sintetizzata dal refrain «tanto ormai l’azienda è di nuovo dello Stato».

Due cose non funzionano in questa tranquillità artefatta. La prima è la trasmutazione della natura giuridica dell’Ilva, con gli effetti che la trafila azione giudiziaria-commissariamento-limitazione dei diritti di proprietà-estromissione dei soci privati provoca sull’immagine internazionale. L’altra cosa che non funziona è la convinzione che tutto sia a posto, con lo Stato ormai nel ruolo inedito di prestatore di ultima istanza...
Partiamo dal primo punto. Il meccanismo di costruzione giuridica, che ha portato al controllo pubblico di una impresa privata, è stato concepito e attuato dal potere legislativo mentre il potere giudiziario – impegnato a vagliare tutte le responsabilità della famiglia Riva – non ha ancora completato il suo iter. La scelta del potere politico di estromettere da ogni soluzione i titolari dei diritti di proprietà ha colpito non solo i Riva, ma anche gli Amenduni, azionisti di minoranza peraltro in nessun modo coinvolti nella amministrazione diretta dell’Ilva dal 1995 e mai sfiorati dall’azione giudiziaria. Sarà invece il tempo a decretare la correttezza della convinzione che tutto sia a posto, dato che ormai lo Stato è “proprietario” dell’Ilva. L’ok del Gip di Milano all’utilizzo degli 1,2 miliardi di euro come base per un bond con cui finanziare i lavori di Taranto non comporta alcun automatismo: non tutti i soldi sono di semplice rientro. Quanti soldi servirebbero per ripartire? I concorrenti stranieri da tempo prendono quote di mercato. Va ricostituito il circolante. L’impresa va ripatrimonializzata. Ci sono poi gli investimenti, ambientali e industriali. Va tutto bene a Taranto?".

NO, NON VA AFFATTO BENE! 
-------------- parte successiva --------------
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