[Redditolavoro] "Comunismo" capitalista... o capitalismo "comunista"?
Partito Comunista dei Lavoratori
pclavoratoribologna at gmail.com
Wed Jun 24 14:56:19 CEST 2015
"Comunismo" capitalista... o capitalismo "comunista"?
Sulle pagine de Il Manifesto si è annunciata l'ennesima variante di
“Costituente Comunista”. Promotori dell'operazione il PDCI, ora PCdI,
guidato da Fausto Sorini, e una componente interna all'area grassiana del
PRC guidata da Steri.
“Questo progetto gode della fiducia, della simpatia e del sostegno della
più parte delle forze che oggi compongono il movimento comunista e
rivoluzionario nel mondo, a partire dai partiti comunisti dei BRICS”: così
assicura, con squillo di fanfare, il testo annuncio della “costituente”.
Qual'è il principale paese dei BRICS? Naturalmente la Cina, guidata dal
“PCC”.
Non è la prima volta che l'”unità dei comunisti” viene sbandierata come
mozione di richiamo. Ogni volta mascherando dietro questa enunciazione
accattivante tutto ciò che non ha niente a che spartire col comunismo.
Basti pensare alla auto celebrazione di Rifondazione come tempio
dell'”unità comunista” combinata con la ciclica corsa ai ministeri dei suoi
gruppi dirigenti e col loro sostegno alle politiche di rapina contro il
lavoro a vantaggio del capitale finanziario.
Tuttavia qui siamo davvero in presenza di una novità reale. E' infatti la
prima volta che si propone di fondare “l'unità dei comunisti”... sul
richiamo al Partito Comunista Cinese. Non sul richiamo al partito
stalinista di Mao, come potrebbe pensare qualcuno. Ma sul richiamo
all'attuale partito al potere (totalitario) della grande potenza
capitalista cinese. Espressione e scudo di una nuova borghesia di papaveri
miliardari. Garante dello sfruttamento brutale di centinaia di milioni di
operai nel proprio paese. Protagonista di una gigantesca proiezione
imperialistica dei propri interessi su scala planetaria, a partire
dall'Africa. Promotrice di una grande corsa militarista in Asia, in
contrasto con gli imperialismi rivali a partire dal Giappone.
La domanda è semplice: cosa ha a che vedere il comunismo con tutto questo?
Naturalmente nulla. Eppure è proprio su questa filiazione internazionale
con Pechino che si fonda l'operazione in questione. “La collocazione
internazionalista affine” contro ogni “debolezza ideologica” è infatti
indicata esplicitamente come l'architrave della costituente. Non come una
posizione tra le altre, per quanto abnorme, ma proprio come suo fondamento.
Peraltro non da oggi Fausto Sorini ha assunto il PCC come proprio partito
guida.
Che dire. Siamo alla fase della malattia senile dello stalinismo. Quella
del capitalismo.. “comunista” o del “comunismo”.. capitalista. Forze che in
passato assunsero a riferimento la burocrazia stalinista di Mosca, quando
alla testa di uno Stato operaio tradiva la Rivoluzione d'Ottobre e la
rivoluzione internazionale, plaudono oggi al partito erede dello stalinismo
cinese quando si pone alla testa di un grande capitalismo restaurato contro
i propri operai e i popoli oppressi del mondo. C'è una logica: ieri come
oggi la rimozione di ogni principio di classe, di ogni internazionalismo
classista, di ogni programma comunista.
Sarebbe questa la “costituente comunista”? Non le mancherà - non dubitiamo
- “la fiducia, la simpatia, il sostegno” del PCC e dei suoi miliardari,
come assicurano i suoi promotori. Di certo non avrà il sostegno dei
comunisti.
*PARTITO COMUNISTA DEI LAVORATORI*
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