[Redditolavoro] Fw: SICUREZZA SUL LAVORO! KNOW YOUR RIGHTS "LETTERE DAL FRONTE" DEL 05/06/15
Rete Nazionale Sicurezza sui luoghi di lavoro e territori
bastamortesullavoro at gmail.com
Wed Jun 10 05:46:25 CEST 2015
selezione
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INDICE
Basta morte sul lavoro bastamortesullavoro a domeus.it
POLO CHIMICO SPINETTA MARENGO: PER LA DIFESA NESSUN DIRITTO AI RISARCIMENTI
Basta morte sul lavoro bastamortesullavoro a domeus.it
I PM DEL PROCESSO MICHELIN: NOSTRO DOVERE FARE CHIAREZZA SULLE CAUSE DEI TUMORI
Associazione Italiana Esposti Amianto aiea.mi a tiscali.it
AIEA: COMUNICATO STAMPA SENTENZA ENEL
Medicina Democratica segreteria a medicinademocratica.org
SENTENZA THYSSENKRUPP : BASTA MORTI SUL LAVORO
Maria Nanni mariananni1 a gmail.com
COMUNICATO COMITATO REINTEGRO SANDRO GIULIANI
Cobas Pisa confcobaspisa a alice.it
INFORTUNIO IN AGRICOLTURA IN PROVINCIA DI PISA
Medicina Democratica segreteria a medicinademocratica.org
CONFERENZA NAZIONALE DECRESCITA, SOSTENIBILITA E SALUTE
Carlo Soricelli soricarlo49 a gmail.com
REPORT MORTI SUI LUOGHI DI LAVORO NEI PRIMI 5 MESI DEL 2015
Marco Crociati marcocrociati a fastwebnet.it
COMUNICATO UDIENZA DI APPELLO PER SANDRO GIULIANI E BRUNO BELLOMONTE
Cobas Pisa confcobaspisa a alice.it
GRAVISSIME RESPONSABILITA PER LA MORTE DELLAUTISTA DELLA NAVETTA ALLOSPEDALE DI CISANELLO
Assemblea 29 Giugno assemblea29giugno a gmail.com
4 GIUGNO: A DUE ANNI DALLA SENTENZA-REATO DEL GIUDICE DEL LAVORO DI LUCCA LUIGI NANNIPIERI
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From: Basta morte sul lavoro bastamortesullavoro a domeus.it
To:
Sent: Wednesday, May 27, 2015 8:02 AM
Subject: POLO CHIMICO SPINETTA MARENGO: PER LA DIFESA NESSUN DIRITTO AI RISARCIMENTI
Da Alessandria News
http://alessandrianews.it
Continuano le arringhe finali dei difensori. Per lavvocato Ponzanelli, difensore responsabile civile Solvay, nessun risarcimento può essere concesso in quanto inammissibile e infondato, contrario alla normativa europea e italiana. Presupporrebbe un danno ambientale che non è stato provato. L8 giugno si concluderanno le repliche. A settembre annunciata la sentenza.
Ultime battute al processo contro otto dirigenti delle aziende che si sono succedute alla guida del polo chimico di Spinetta Marengo: Ausimont / Montedison / Solvay.
Ieri, davanti alla Corte dAssise del Tribunale di Alessandria hanno concluso le arringe finali gli avvocati difensori Giulio Ponzanelli per il responsabile civile Solvay e gli avvocati di due uomini Ausimont, Giulio Tommasi e Carlo Cogliati.
Nessun reato dimostrato, ovviamente, secondo le difese. Se non cè reato, non ci deve essere neppure nessun risarcimento. Cento milioni di euro è quanto lavvocatura di Stato ha chiesto per riparare il danno ambientale causato dallinquinamento delle acque da parte delle aziende. Una richiesta senza precedenti, afferma lavvocato Ponzanelli.
Anzi, un procedente ci fu: il caso Seveso ma cera un reato consumato. Invece, sempre secondo lavvocato, ad Alessandria non ci sarebbe reato. Non è stata dimostrata una responsabilità penale degli imputati da parte del Pubblico Ministero. Responsabilità che è personale e parziale e non può essere generica.
Nessun risarcimento è dovuto - insiste lavvocato per qualsiasi voce, neppure per lasserito danno ambientale, potrà essere concesso, o anche solo ipotizzato in favore delle parti civili.
La richiesta di risarcimento per il danno ambientale chiesto dal Ministero dellAmbiente, in particolare, è inammissibile ancor prima che infondata, in quanto contraria alla normativa europea e italiana, che ormai ha escluso i risarcimenti pecuniari in favore di misure di riparazione del danno.
Secondo lavvocato, quindi, lo Stato avrebbe dovuto limitarsi a chiedere una bonifica e il ripristino delle condizioni iniziali del sito, e non un risalcimento.
E, in ogni caso, Ponzanelli evidenzia come allepoca dellacquisizione di Ausimont, Montedison aveva offerto una rappresentazione completamente inesatta e inveritiera sulla situazione ambientale dei sito di Spinetta Marengo.
Nessun reato dimostrato è il concetto filo conduttore delle requisitorie degli avvocati della difesa di Tommasi e Cogliati, ripetuto ormai dalle prime battute del procedimento.
Non è stata dimostrata linsufficienza nella manutenzione degli impianti (avvocato De Luca per Tommasi), fatto che invece avrebbe determinato, secondo quanto sosteneva il Pubblico Ministero, le ingenti perdite dacqua, causa dellalto piezometrico e del dilavamento dei terreni inquinati.
Basata su ipotesi, secondo lavvocato Accini (per Cogliati) lo perizia dellaccusa, sostituendo un dato reale con un dato ipotetico, ossia la potenzialità dellutilizzo a scopi potabili di acque che, allepoca dei fatti contestati, non lo erano.
Si torna in aula l8 giugno per le ultime arringhe. Poi la Corte di ritirerà per la sentenza, subito dopo lestate.
26/05/2015
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From: Basta morte sul lavoro bastamortesullavoro a domeus.it
To:
Sent: Wednesday, May 27, 2015 8:05 AM
Subject: I PM DEL PROCESSO MICHELIN: NOSTRO DOVERE FARE CHIAREZZA SULLE CAUSE DEI TUMORI
Da Alessandria News
http://alessandrianews.it
Il Pubblico Ministero al processo per lesioni e omicidio colposo contro cinque dirigenti e direttori dello stabilimento Michelin di Spinetta chiede un supplemento di indagini per accertare la presenza di amianto e per appurare lutilizzo di una sostanza, la ortotolidina, nelle lavorazioni: potrebbe essere stata una concausa delle malattie professionali.
Cera amianto nello stabilimento Michelin di Spinetta Marengo. Il Pubblico Ministero Marcella Bosco, nelludienza in cui avrebbe dovuto iniziare la sua requisitoria finale, chiede di aprire nuove indagini per accertare le cause di morte e malattie degli operai che sono parte lesa o parte civile al processo per omicidio colposo e lesioni personali contro cinque imputati, ex dirigenti della società o direttori dello stabilimento.
Lamianto, ha detto, sarebbe stato utilizzato anche come isolante per le presse. Un nuovo elemento che, però, il giudice non ha voluto introdurre in un dibattimento che sta già volgendo verso il termine e che presenta già i suoi problemi.
Per alcune delle posizioni, infatti, è intervenuta la prescrizione, per altre sta per arrivare. Se per le malattie cè la prescrizione, per le morti no, ha detto il Pubblico Ministero.
E stata invece accettata la possibilità di ascoltare tre nuovi testimoni. Nellambito di indagini effettuate su altri stabilimenti che lavorano gomma in Piemonte, è infatti emerso come venisse usata una sostanza, la ortotolidina, considerata cancerogena.
La sostanza non era stata presa in considerazione nella perizia effettuata dagli esperti chiamati dallaccusa a esprimere una valutazione. Ne escluderebbe luso, invece, il perito della difesa. Se il fumo di sigaretta è da considerarsi una concausa allinsorgenza delle malattie tumorali, perchè non potrebbe esserlo anche lortotolidina? Il Pubblico Ministero chiamerà quindi sul banco dei testimoni tre tecnici di Arpa Piemonte che, in una loro relazione, avrebbero dichiarato di aver trovato tale sostanza. Nuovi elementi che fanno quindi ripartire la fase dibattimentale e che potrebbero ribaltare lesito del processo.
E nostro dovere ha detto il Pubblico Ministro in aula fare chiarezza. Occorre superare questa ambiguità. E ben vero che lammina considerata cancerogena non venne più utilizzata a partire dal 1984, ma se fu sostituita con altre sostanze la cui combustione potrebbe essere dannosa, o essere stata dannosa, è nostro dovere capirlo.
La prossima udienza è stata fissata per lunedì 8 giugno.
26/05/15
Irene Navaro
irene.navaro a alessandrianews.it
From: Associazione Italiana Esposti Amianto aiea.mi a tiscali.it
To:
Sent: Wednesday, May 27, 2015 11:23 AM
Subject: AIEA: COMUNICATO STAMPA SENTENZA ENEL
COMUNICATO STAMPA: MOTIVAZIONI DELLA SENTENZA ENEL DI TURBIGO
Sono uscite ieri, 25 maggio, le motivazioni della sentenza relativa al processo dellENEL di Turbino, secondo cui il Tribunale di Milano in primo grado ha mandando assolti gli imputati perché il fatto non sussiste.
In sostanza la sezione V ha ritenuto di accogliere le motivazioni delle difese ENEL e dei suoi consulenti che hanno cercato di dimostrare come gli imputati non centravano.
Secondo le loro tesi non si poteva dire con certezza che la malattia (il mesotelioma pleurico) che ha portato alla morte di 8 lavoratori della Centrale Termica, sia iniziata nel periodo in cui erano presenti nel Consiglio di Amministrazione, detenendo quindi la posizione di garanzia.
I responsabili potevano essere altri. E ciò pur essendo vero che gli 8 lavoratori sono morti per mesotelioma, che sono morti a causa dellesposizione allamianto, che tale esposizione lhanno subita in costanza del rapporto di lavoro allENEL.
Il tribunale ha ammesso che lincidenza del mesotelioma aumenta con la dose cumulativa, ma che al contrario la maggiore esposizione non porta a ridurre il periodo di latenza quindi a peggiorare la salute e ad abbreviare il periodo di vita (la speranza di vita per una persona colpita da mesotelioma non supera i 10 mesi, in media, dalla diagnosi).
E interessante e significativo notare come la Corte di Cassazione nel processo intentato contro i responsabili della Fincantieri di Palermo, nelle loro motivazioni, uscite poco tempo prima di quelle dellENEL (16 marzo), con sentenza definitiva di condanna, abbiano detto esattamente il contrario.
Si considerino i seguenti passaggi:
- il mesotelioma contratto da un soggetto professionalmente esposto può essere causato senzaltro dalla relativa esposizione cumulativa, non frazionabile proprio per la sua complessiva e unitaria valenza patogenetica;
- in conseguenza della condivisa teoria eziologica della malattia tumorale della dose dipendenza, sicché tutte le esposizioni hanno rilevanza causale rispetto alla lesione patita sia sotto il profilo del rischio di insorgenza del carcinoma la cui crescita è direttamente proporzionale allesposizione cumulativa allamianto, sia delleffetto acceleratore degli eventi lesivi e della riduzione del periodo di latenza, della persistenza della esposizione dopo linsorgenza della malattia;
- la giurisprudenza che ha ritenuto corretta anche per il mesotelioma, la teoria scientifica di un processo patologico che mette in crisi la teoria della dose killer o dose trigger (teoria della dose trigger), che viene squalificata come frutto di artificio.
Quindi secondo la Cassazione si è trattato di uninvenzione, aggiungiamo noi, ad usum delphini.
CERTAMENTE LE ASSOCIAZIONI FIRMATARIE RICORRERANNO IN APPELLO CONTRO LA SENTENZA ENEL.
Per Associazione Italiana Esposti Amianto e per Medicina Democratica
Fulvio Aurora
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From: Medicina Democratica segreteria a medicinademocratica.org
To:
Sent: Friday, May 29, 2015 5:52 PM
Subject: SENTENZA THYSSENKRUPP : BASTA MORTI SUL LAVORO
Alle ore 15 del 29 maggio il giudice della corte dAssise dAppello del tribunale di Torino ha letto il dispositivo della sentenza contro Arald Hespenhan e gli altri imputati della Thyssen-Krupp di Torino al seguito del rinvio da parte della Corte di Cassazione per la rideterminazione della pena nei loro confronti.
Con questa sentenza le pene già stabilite dalla Cassazione sono state sostanzialmente confermate con qualche sconto di pochi mesi. Ciò significa che i condannati dovranno essere tradotti per gli anni e i mesi stabiliti in prigione.
Per quanto ciò sia nulla di fronte alla morte atroce di 7 operai (come in aula hanno manifestato a fine udienza i famigliari delle vittime), è la pena più alta mai comminata per un infortunio plurimo sul lavoro.
Medicina Democratica unica parte civile nel processo ritiene inaccettabili le morti sul lavoro e auspica che si arrivi a considerarle quali omicidi dolosi, come proposto agli inizi nel processo Thyssen-Krupp ed ora anche nel nuovo processo contro Eternit.
Chiede al governo che le strutture e il personale della prevenzione vengano rafforzati (che non vi sia in assoluto alcun taglio nei finanziamenti).
Basta morti sul lavoro!
MEDICINA DEMOCRATICA ONLUS
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From: Maria Nanni mariananni1 a gmail.com
To:
Sent: Friday, May 29, 2015 8:07 PM
Subject: COMUNICATO COMITATO REINTEGRO SANDRO GIULIANI
INGIUSTIZIA E FATTA: NEGATO IL REINTEGRO A SANDRO GIULIANI
La corte dappello di Roma sezione lavoro e previdenza, composta dai magistrati Cannella Conti e Cocchia, nelludienza di appello del 27 maggio, ha respinto il reintegro per Sandro Giuliani, il capotreno di Trenitalia ingiustamente licenziato oltre 4 anni fa, perché applicava scrupolosamente i regolamenti che garantiscono la sicurezza ferroviaria, e con incredibile accanimento lo ha pure condannato al pagamento delle spese processuali (3.850 euro) che si sommano a quelle già pagate per il primo grado di giudizio.
Aspettiamo con curiosità le motivazioni della sentenza, ma già oggi possiamo dirci indignati per una decisione che ha ignorato una quantità enorme di prove e fatti prodotti dal professor Alleva, avvocato di Sandro, che confidiamo verranno considerati in Cassazione, tra i quali segnaliamo:
- non esiste alcun danno grave ne alcuna insubordinazione dimostrata, ne si sono prodotte prove o testimoni;
- non si sono considerate le comunicazioni prodotte da Sandro sul suo modo di operare molto tempo prima della contestazione;
- non si è tenuto conto che Sandro per questi stessi fatti risulta persona offesa nel procedimento penale in cui alcuni dirigenti di Trenitalia hanno ammesso il torto e pagato multe di oltre 8 mila euro;
- che quella è stata lunica contestazione prima del licenziamento e quindi linverosimile sproporzione della sanzione disciplinare applicata.
Il Comitato per il reintegro di Sandro Giuliani si impegnerà nei prossimi giorni a promuovere iniziative, incontri e tutto ciò che sarà utile per sensibilizzare lopinione pubblica sulla vicenda di Sandro e sullimportanza di garantire la sicurezza per lavoratori e viaggiatori. Una questione sempre più importante che ha visto per la prima volta la proclamazione di scioperi nei quali il reintegro dei ferrovieri ingiustamente licenziati è parte integrante della piattaforma rivendicativa.
Per coordinare meglio tutte le iniziative è convocata una riunione del Comitato per giovedì 11 giugno alle ore 17 a Roma presso la Sala della Solidarietà Sociale, in via Giolitti a Roma, davanti alluscita delle ferrovie laziali. Seguirà a giorni locandina e ordine del giorno.
Ringraziamo i tantissimi che in queste ore ci hanno voluto esprimere la loro indignazione e solidarietà e rassicuriamo tutti che non lasceremo mai Sandro da solo, perché difendendo lui difendiamo il lavoro, la dignità, la libertà e la sicurezza di tutti.
COMITATO PER IL REINTEGRO DI SANDRO GIULIANI
Giuseppe Carroccia
335 74 00 252
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From: Cobas Pisa confcobaspisa a alice.it
To:
Sent: Friday, May 29, 2015 8:13 PM
Subject: INFORTUNIO IN AGRICOLTURA IN PROVINCIA DI PISA
COMUNICATO STAMPA
Ancora un gravissimo infortunio in agricoltura nella provincia di Pisa, questa volta alla guida di un trattore.
Il settore agricolo è tra i più interessati a infortuni gravi.
Spesso sono sconosciute le normative in materia di sicurezza alla guida di mezzi meccanici che vede coinvolti anche agricoltori per hobby.
Questi i principali problemi riscontrati:
- ribaltamento: dovrebbe essere presente telaio o cabina o arco di sicurezza omologati per trattori a ruote;
- sedile: deve garantire al conducente una comoda posizione di guida e di manovra della trattrice e attenuare efficacemente le vibrazioni; deve essere installato un sistema di ritenzione (cintura di sicurezza);
- laccesso al posto di guida deve essere assicurato mediante una scala di accesso in grado di evitare pericoli di scivolamento e caduta delloperatore con maniglie e/o corrimano per garantire punti di contatto;
- presa di forza: deve essere presente una cuffia o schermo fissato alla trattrice, contornante il terminale dellalbero scanalato, di forma e dimensione idonea a proteggere la forcella esterna del cardano e che si sovrapponga di almeno 5 cm alla protezione dello stesso;
- ventilatore e cinghie di trasmissione: la ventola di raffreddamento e le cinghie di azionamento devono essere sempre protette (e non lo sono nei mezzi più vecchi);
- contatto ed ustioni con le superfici calde: le parti della macchina che, in fase di lavoro, raggiungono temperature elevate devono essere protette con adeguati ripari posti a debita distanza in modo che non si surriscaldino.
Per saperne di più:
http://www.puntosicuro.it/sicurezza-sul-lavoro-C-1/settori-C-4/agricoltura-C-9/aggiornate-le-schede-antiribaltamento-dei-trattori-AR-9811
Sportello Sicurezza Cobas Pisa
www.cobaspisa.it
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From: Medicina Democratica segreteria a medicinademocratica.org
To:
Sent: Sunday, May 31, 2015 10:01 AM
Subject: CONFERENZA NAZIONALE DECRESCITA, SOSTENIBILITA E SALUTE
SECONDA CONFERENZA NAZIONALE DECRESCITA, SOSTENIBILITA E SALUTE
DALLA CARTA DI BOLOGNA AL TTIP: LA PAROLA AI CITTADINI
SABATO 13 GIUGNO DALLE ORE 10:00 ALLE ORE 18:30 PRESSO LA CAVALLERIZZA REALE IN VIA GIUSEPPE VERDI 9 A TORINO
La Rete Sostenibilità e Salute, insieme al Circolo per la Decrescita Felice di Torino e in collaborazione con lAssemblea Cavallerizza, il Comitato Stop TTIP di Torino, il Segretariato Italiano degli Studenti di Medicina (Torino) e il Collettivo Medici senza Bandiere organizza a Torino per il 13 Giugno 2015 alla Cavallerizza Reale (Via Giuseppe Verdi 9) dalle ore 10:00 alle ore 18:30 la Seconda Conferenza Nazionale Decrescita, Sostenibilità e Salute: dalla Carta di Bologna al TTIP, la parola ai cittadini.
Liniziativa fa parte del Festival della Complessità.
E passato più di un anno dalla Conferenza alla Camera dei Deputati, da cui è partita la costruzione della Rete Sostenibilità e Salute che conta ben 22 associazioni attive nellambito di un fare critico nella salute. La Rete in questo tempo ha continuato a lavorare operosamente.
Ora, per la prima volta, si presenta in pubblico per presentare il suo manifesto (La Carta di Bologna per la Sostenibilità e la Salute) e alcune riflessioni sul TTIP, il trattato di libero commercio bilaterale attualmente in discussione tra UE e USA che potrebbe cambiare drasticamente le basi da cui dipende la nostra salute.
La salute è per noi non solo un diritto da tutelare, ma anche un bene comune, di cui prendersi cura in modo attivo, attraverso la partecipazione responsabile e diretta delle persone e delle comunità nella definizione e nellattuazione delle politiche, così come nella costruzione di una società alternativa sostenibile sia dal punto di vista ambientale che sociale.
Noi crediamo che ciò sia possibile e sia ora di agire - afferma Jean-Louis Aillon, portavoce della Rete - per questo ne parleremo alla Cavallerizza Reale, bene comune in svendita e liberato dalla cittadinanza, ora laboratorio per una progettazione partecipata e sostenibile della città di Torino.
Lingresso è libero e gratuito. La prenotazione è fortemente consigliata compilando il form di iscrizione al link http://www.sostenibilitaesalute.org/?page_id=710.
Verrà data priorità alle persone con prenotazione che si presentano 10 minuti prima dellinizio della conferenza.
15 maggio 2015
Rete Sostenibilità e Salute
Circolo per la Decrescita Felice
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From: Carlo Soricelli soricarlo49 a gmail.com
To:
Sent: Monday, June 01, 2015 8:57 AM
Subject: REPORT MORTI SUI LUOGHI DI LAVORO NEI PRIMI 5 MESI DEL 2015
PREMESSA
Dal primo Maggio Festa dei Lavoratori e inaugurazione dellEXPO sono morti schiacciati dal trattore ventitre persone e sono già cinquantatre dallinizio dellanno.
Mai tanti morti complessivi nelle varie categorie da quando il primo gennaio 2008 ho aperto lOsservatorio.
Erano morti complessivamente sui luoghi di lavoro 242 lavoratori il 31 maggio del 2014 (+7,2% rispetto ai 234 del 31 maggio del 2008) e questo nonostante in questi anni si siano persi milioni di posti di lavoro.
Il lavoro nero, grigio, il precariato, la legge Fornero che ha costretto lavoratori anziani a rimanere a lavorare nonostante svolgano lavori pericolosi che richiedono buono stato di salute e riflessi pronti.
Il Jobs Act farà aumentare ulteriormente le morti sul lavoro. Il Jobs Act istituzionalizza il precariato e costringe chi lavora, pena il licenziamento, a svolgere anche lavori pericolosi.
REPORT MORTI SUL LAVORO IN ITALIA 1 GENNAIO - 31 MAGGIO 2015
MORTI SUI LUOGHI DI LAVORO NELLE PROVINCE ITALIANE (VANNO ALMENO RADDOPPIATI SE SI AGGIUNGO I MORTI SULLE STRADE E IN ITINERE)
Sono 252 i morti sui luoghi di lavoro in questi primi cinque mesi del 2015.
Lultimo mese ha visto morire sui luoghi di lavoro 56 lavoratori di cui 23 agricoltori schiacciati dal trattore e tre morti con una motozappa. Dallinizio dellanno i morti schiacciati dal trattore sono stati 54. Se si aggiungono i morti sulle strade e in itinere si superano i 500 morti complessivi nelle diverse categorie.
Nonostante la nostra mail spedita come nel febbraio 2014, si continua a non far niente per gli agricoltori schiacciati dal trattore.
Chiedevamo a Renzi, Poletti e soprattutto Martina di fare una campagna informativa sulla pericolosità del mezzo. Decine di apparizione televisive sullEXPO di questo pessimo Ministro, ma mai un attimo di solidarietà e un intervento a favore di questa categoria di lavoratori.
Ricordiamo ancora una volta che dal 28 febbraio del 2014 alla fine dellanno ne sono morti così atrocemente 142 e 152 in tutto il 2014.
Chi ha sensibilità e cuore faccia qualcosa, avverta almeno lamico, il parente, il conoscente che guida il trattore, che questo mostro uccide per tantissime cause.
Di non far salire sul mezzo persone anziane o non in perfetto stato di salute, oltre che ragazzi e bambini.
Chi lo guida ogni volta che lo usa corre un pericolo mortale.
I morti in agricoltura nei primi 5 mesi sono il 34% sul totale. Anche questa è uneccellenza italiana da evidenziare allEXPO.
La carneficina continua anche in edilizia che vede il 21,8% delle morti per infortuni sui luoghi di lavoro sul totale. Le cadute dallalto sono sempre la prima causa di morte in questo comparto.
Nellindustria i morti sono l8,3% sul totale. Nellautotrasporto 5,5% sul totale.
Le altre vittime degli infortuni mortali sono da distribuirsi nei vari servizi artigianali e giardinaggio.
Voglio ricordare a chi legge questo report, che per il 2014 sono circolate in rete dei numeri veramente stravaganti sulle morti sul lavoro nelle varie province; che non hanno nessuna corrispondenza con la realtà.
Aspettiamo che lINAIL diffonda i suoi dati definitivi sulle morti per infortuni sul lavoro per il 2014 poi li confronteremo, ben sapendo che questo istituto monitora solo i propri assicurati.
Ma noi dellOsservatorio Indipendente di Bologna siamo sicuri di quello che scriviamo: i morti sui luoghi di lavoro sono tutti registrati e li monitoriamo anche se dispongono di assicurazioni diverse da quelle dellINAIL o che ne sono privi.
E sono in tanti. Chi ne è privo spesso lavora in nero per un amico, fa lagricoltore e ledile senza averne la preparazione e così via anche negli altri lavori.
Carlo Soricelli
Curatore dellOsservatorio Indipendente di Bologna morti sul lavoro
http://cadutisullavoro.blogspot.it
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From: Marco Crociati marcocrociati a fastwebnet.it
To:
Sent: Monday, June 01, 2015 1:03 PM
Subject: COMUNICATO UDIENZA DI APPELLO PER SANDRO GIULIANI E BRUNO BELLOMONTE
A seguire vi invio il comunicato della Cassa di Solidarietà tra Ferrovieri, invitandovi a diffondere e affiggere nei luoghi di lavoro.
Grazie a tutti, Marco Crociati.
COMUNICATO UDIENZA DI APPELLO PER SANDRO GIULIANI E BRUNO BELLOMONTE
Il 27 maggio si è tenuta ludienza di appello contro il licenziamento di Sandro Giuliani, capotreno di Roma, che si è conclusa con la conferma del licenziamento del nostro collega da parte del collegio composto dai Giudici Cannella, Conti e Cocchia.
Oltre il danno, la beffa: le spese legali gli sono state addebitate per intero, per una cifra di 3.850 euro, che si sommano ai 3.000 euro della sentenza di primo grado.
Sandro era stato licenziato nel 2011 da Trenitalia per aver preteso di applicare le normative di sicurezza, in particolare contro lagente solo alla guida dei treni.
Unaltra sentenza-vergogna come quella di Riccardo Antonini: anche in questo caso sono stati ignorati fatti e prove prodotte dal lavoratore e dal suo legale per avallare la tesi padronale.
Come Cassa di solidarietà ci impegniamo a intervenire, come per quelle di primo grado, per le pesanti spese legali dellappello e a partecipare e contribuire alle iniziative promosse dal Comitato per il reintegro di Sandro.
Il 28 maggio si è tenuta ludienza per il nostro collega capostazione Bruno Bellomonte, sospeso a tempo indeterminato in attesa della conclusione di un processo: la giudice Trementozzi ha proposto a Rete Ferrovie Italia la corresponsione di 6 mensilità, lazienda si è riservata di valutare se accettare o meno. Al momento resta pendente la questione centrale, ovvero quella della legittimità di una sospensione senza fine.
Questa giustizia dà esecuzione alle sentenze quando un dipendente viene licenziato e permette di disattenderle quando, e nonostante, venga disposto il reintegro immediato.
Continueremo a sostenere la battaglia di Sandro, Bruno, Riccardo e chiediamo a tutti i ferrovieri di continuare a sottoscrivere per la Cassa, per permetterci di continuare a sostenere le spese legali e contrastare situazioni come queste e non lasciare soli quanti si battono contro atti di vera e propria repressione.
31 maggio 2015
Il Direttivo della Cassa di Solidarietà tra Ferrovieri
Conto Corrente postale n.71092852 intestato a Crociati Marco
via dellAcqua Acetosa 2/A
00043 Ciampino (RM)
e-mail: marcocrociati a fastwebnet.it
web: http://www.casofs.org
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From: Franco Mugliari fmuglia a tin.it
To:
Sent: Tuesday, June 02, 2015 4:57 PM
Subject: LA FESTA DELLA REPUBBLICA, il 2087 E IL BACIO DELLA VITA
From: Cobas Pisa confcobaspisa a alice.it
To:
Sent: Wednesday, June 03, 2015 10:08 PM
Subject: GRAVISSIME RESPONSABILITA PER LA MORTE DELLAUTISTA DELLA NAVETTA ALLOSPEDALE DI CISANELLO
Se quanto riportato dal quotidiano La Nazione on line
http://www.lanazione.it/pisa/testimonianza-choc-cisanello-bus-1.1018289
venisse confermato dalle indagini, ci ritroveremo di fronte a gravissime responsabilità dellazienda Angelino di Caivano (Napoli) proprietaria del bus navetta oggetto dell infortunio mortale allinterno dellOspedale Cisanello di Pisa.
Questi i fatti. Il 1 giugno un autobus che stava effettuando servizio navetta allinterno dellOspedale Cisanello a Pisa si è ribaltato, causando la morte sul colpo dellautista Adriano Profeti e provocando numerosi feriti che solo per caso non hanno avuto ben più gravi conseguenze.
Il bus Navetta di proprietà della ditta Angelino, per la quale lavorava lautista ucciso, si è ribaltato nei pressi del pronto soccorso, mentre affrontava un rettilineo. Improvvisamente ha avuto uno scarto sulla sinistra e con il fianco ha sfondato una ringhiera precipitando in una discesa di servizio sottostante, profonda circa 6 metri.
Secondo quanto riportato da La Nazione, una passeggera che era sul bus al momento dellincidente mortale ha dichiarato:
Appena siamo ripartiti ho sentito chiaramente lautista del nostro autobus chiamare con la radio la centrale. Stava chiedendo istruzioni sul da farsi. Era chiaro che qualcosa non andava come avrebbe dovuto. Ho ascoltato la loro conversazione. Il conducente diceva che il problema al mezzo persisteva e che sarebbe stato meglio fermarsi. Ma dallaltra parte della radio è giunto lordine di continuare.
Se confermata questa lettura dei fatti, i responsabili della ditta Angelino avrebbero mandato il proprio lavoratore incontro allincidente che ne ha provocato la morte senza tenere in nessun conto il problema segnalato dallautista.
Sarebbe bastato indicare allautista di fermare immediatamente il bus e attenderne la riparazione o la sostituzione per evitare linfortunio mortale. Si tratta quindi di un reato assimilabile allomicidio volontario o comunque allomicidio con dolo cosciente.
Non è certo il primo caso in cui i lavoratori vengono mandati allo sbaraglio dalle proprie aziende, facendoli lavorare in condizioni di obiettivo e grave rischio.
Il motivo è sempre lo stesso: non perdere tempo, risparmiare sulle manutenzioni o sulla messa a norma delle attrezzature, aumentare lefficienza produttiva.
Secondo questa spietata logica del profitto fatto sulla pelle dei lavoratori, ogni anno in Italia si hanno circa un milione di infortuni, di cui circa 1.200 mortali e 50.000 casi di nuove malattie professionali.
Chiediamo alle autorità inquirenti di fare piena luce su questo ennesimo infortunio mortale e individuarne le gravissime responsabilità e chiediamo allautorità giudiziaria di avviare i dovuti procedimenti penali per reato di omicidio volontario o con dolo cosciente.
Chiediamo allAzienda Ospedaliera di Pisa, su quali basi è stato affidato il servizio di bus navetta interno allOspedale e soprattutto se sono stati fatte tutte le verifiche richieste dalla legge per accertare lidoneità della ditta appaltata e dei mezzi rispetto alladempimento degli obblighi di tutela di salute e sicurezza dei lavoratori.
Ricordiamo:
- ai lavoratori che il Testo Unico per la sicurezza (il Decreto Legislativo n.81 del 2008) impone ai lavoratori non come diritto, ma come preciso obbligo, quello di segnalare ai propri superiori e al proprio rappresentante per la sicurezza (RLS) qualunque condizioni di pericolo;
- che è diritto dei lavoratori (diritto sancito dal Testo Unico) in caso di pericolo grave, immediato e che non può essere evitato, di allontanarsi dal posto di lavoro o da una situazione di pericolo: alcune recenti sentenze di Cassazione giustificano la mancata esecuzione di ordini se viene concretamente messa in pericolo lincolumità, la salute e la sicurezza dei lavoratori e delle lavoratrici.
Le stragi, gli infortuni e le morti nei luoghi di lavoro non hanno insegnato niente ai padroni che continuano a esercitare ogni potere e pressione per ottenere il massimo profitto da noi tutti/e anche in presenza di rischi, un ricatto a cui la miseria e la repressione ci hanno abituato per continuare a subire ogni aumento indiscriminato degli orari di servizio e dei carichi di lavoro.
Perchè la salute e la sicurezza dei lavoratori non siano solo un optional o frasi retoriche bisogna non abbassare la testa.
Sportello salute e sicurezza nei luoghi di lavoro
Cobas Pisa confcobaspisa a alice.it
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From: Assemblea 29 Giugno assemblea29giugno a gmail.com
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Sent: Thursday, June 04, 2015 8:28 AM
Subject: 4 GIUGNO: A DUE ANNI DALLA SENTENZA-REATO DEL GIUDICE DEL LAVORO DI LUCCA LUIGI NANNIPIERI
Il 20 maggio scorso avevamo invitato il giudice del lavoro Nannipieri e quelli di Firenze (Giovanni Bronzini, Gaetano Schiavone e Simonetta Liscio), alludienza per la strage ferroviaria di Viareggio, in cui è stato ascoltato come testimone Marco Piagentini. Ludienza era, ed è stata, loccasione per sentire dalla viva voce di Marco cosa accadde quella maledetta notte.
Questi giudici, partecipandovi, avrebbero capito meglio cosa avvenne la notte del 29 giugno 2009 e si sarebbero posti una elementare domanda: Ma cosa ho combinato? Cosa abbiamo fatto! per aver emesso la sentenza-reato nei confronti di Riccardo Antonini; una sentenza di inchino ai poteri forti come a quello del cavaliere Moretti e degli altri imputati-rinviati a giudizio.
La colpa di Riccardo è aver denunciato la mancanza di sicurezza in ferrovia ed essersi schierato pubblicamente e apertamente a fianco dei familiari delle 32 Vittime nella battaglia per la sicurezza, la verità, la giustizia.
Anche questi giudici del lavoro dovrebbero sapere quali immense responsabilità hanno gli imputati della strage ferroviaria. Infatti, da ogni udienza emerge chiaramente la verità: una politica di abbandono della sicurezza a danno della collettività per il profitto di pochi. Una logica criminale che ha ucciso bambini, ragazze, uomini e donne e che, se fossero esplose altre cisterne, avrebbe potuto ucciderne centinaia.
Se Moretti & Company avessero adottato misure di prevenzione e protezione necessarie ed elementari, rivendicate dai ferrovieri per anni, e oggetto pure nel dibattimento processuale, limmane tragedia di Viareggio non sarebbe accaduta.
Come possiamo pensare che giudici del lavoro non siano consapevoli di tutto ciò? Come possiamo accettare una sentenza che impedisce al cittadino, al lavoratore, al ferroviere, di esprimere giudizi su un fatto di tale gravità e che cancella limpegno per la sicurezza in ferrovia?
Lo stipendio (solo ferroviario) di 877.000 euro del cavalier Moretti, una volta promosso a Finmeccanica, è passato a un milione e 400 mila euro. Poi, con la (s)vendita della Breda ha incassato altri 700.000 euro...
Le minacce e i ricatti contro Riccardo (oramai documentati e testimoniati) sono caduti nel vuoto, come era giusto che fosse. Le minacce e i ricatti di Moretti nei confronti del governo Renzi (se mi abbassi lo stipendio me ne vado) sono state, invece, (ben) accolte.
Il cavalier Moretti santificato da tutti i poteri forti (cavalierato, nomine e rinomine, promozioni...) è stato graziato anche con le sentenze di questi, e istigato a continuare a terrorizzare ferrovieri e lavoratori impegnati sulla sicurezza. Tra laltro, Moretti ha anche preteso che a sostituirlo a capo delle Ferrovie fosse Michele Elia, il suo braccio destro, anchesso rinviato a giudizio.
Signori giudici, non avete avuto il coraggio di opporvi allo strapotere di Moretti e di sentenziare lunica verità: il licenziamento di Riccardo Antonini è di natura politica e quindi DISCRIMINATORIO. E non possiamo che ribadire una sola cosa: VER-GO-GNA!
Lunedì 29 giugno (6° anniversario) manifestazione in città.
Ore 20.30: appuntamento in via Ponchielli, luogo della strage.
Viareggio, 4 giugno 2015
Assemblea 29 giugno assemblea29giugno a gmail.com
Associazione dei familiari Il Mondo che vorrei info a ilmondochevorreiviareggio.it
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