[Redditolavoro] SUL GOVERNO SYRIZA
Partito Comunista dei Lavoratori
pclavoratoribologna at gmail.com
Wed Jan 28 23:26:42 CET 2015
BERTINOTTISMO GRECO26 Gennaio 2015
Lo diciamo da ora a futura memoria. Lo diciamo a tutti coloro che in queste
ore e nei prossimi giorni saranno fatalmente attratti dal successo di
Tsipras, a fronte delle miserie della sinistra italiana.
Le elezioni greche vedranno il grande successo annunciato di Syriza. Grandi
masse di lavoratori e di giovani in rivolta da anni contro le politiche di
austerità cercano in Syriza una svolta radicale. E' comprensibile. Ma
saranno deluse. Tutto lo sforzo di Tsipras è oggi proteso a rassicurare il
capitale finanziario europeo sulla affidabilità di Syriza come partito di
governo. Ma non si potranno rassicurare i creditori strozzini e al tempo
stesso aumentare salari, pensioni, sussidi. Non si potranno ottenere i
complimenti del Financial Times e al tempo stesso rispondere all'esigenza
di svolta che il dramma greco richiede. Non si potrà sposare il capitale
con il lavoro. Ogni concessione alla pressione di massa sarà polverizzata
dalla continuità della crisi capitalista. Il funambolismo dei comizi
lascerà presto il posto alla realtà.
*La vittoria annunciata di Tsipras è tanto certa quanto la delusione. C'è
da augurarsi che non sia Alba Dorata in futuro a capitalizzarla. *
I dirigenti della sinistra italiana accorrono a incoronare Syriza come
corsero a suo tempo a incoronare Bertinotti. Ma l'emozione dei sogni è
sempre effimera, e il risveglio è sempre traumatico. Solo un programma di
rottura col capitalismo potrà aprire una pagina nuova, in Italia come in
Grecia. Il Partito Operaio Rivoluzionario (EEK), gemellato col PCL, è
l'unico partito che in Grecia si batte per questo programma. E sarà
all'opposizione del governo Syriza.
PARTITO COMUNISTA DEI LAVORATORI
GOVERNO SYRIZA
di
MARCO FERRANDO
La vittoria elettorale di Syriza, da tempo annunciata, registra
proporzioni superiori alle previsioni.
La maggioranza dei lavoratori, dei giovani, della popolazione povera ,
colpiti dalla crisi capitalistica e dalle politiche usuraie del capitale
finanziario, cercano in Syriza la propria rappresentanza.
L'ascesa delle lotte di massa che ha investito la Grecia negli anni della
grande crisi ha concentrato su Syriza la domanda di svolta. La
partecipazione oceanica al comizio conclusivo di Tsipras in Atene , e il
clima di piazza che lo accompagnava, anticipava il risultato delle urne.
La grande avanzata di Syriza di questi anni, non è il frutto di magiche
alchimie “unitarie” o ideologiche, come vogliono far credere gli invidiosi
dirigenti della sinistra italiana, che cercano riparo e nuove emozioni in
terra greca. E' il prodotto di tre fattori obiettivi: il crollo del PASOK,
travolto dal peso congiunto di una insostenibile austerità e della
drammatica crisi sociale; una prolungata mobilitazione di massa di
lavoratori e di giovani che ,sia pure con una dinamica irregolare , ha
conosciuto livelli di partecipazione e radicalità senza punti di paragone
in Europa; la politica grottesca e settaria del KKE stalinista, unicamente
preoccupato di difendere il proprio fortino burocratico, e per questo
proteso a dividere il movimento di massa, o addirittura a contrapporsi ad
esso, a tutto vantaggio della socialdemocratica Syriza. Tsipras sa chi deve
ringraziare.
*Ma tutti i nodi vengono al pettine ora, e a partire da ora. La
straordinaria domanda di svolta si confronterà con la politica di Syriza. E
non tarderà a manifestarsi una contraddizione di fondo. La classe operaia e
la popolazione povera hanno votato contro gli strozzini del capitale
finanziario. Ma Tsipras cerca l'accordo col capitale finanziario. Tutta la
sua politica di corteggiamento delle diplomazie europee, degli ambienti
della City, delle tecnocrazie di Bruxelles, mira ad accreditare il profilo
di una affidabile forza di governo, disponibile all'intesa, ed anzi protesa
all'intesa. *
Il “programma di Salonicco” che Tsipras ha usato per la campagna
elettorale, annuncia misure di redistribuzione: ritorno della tredicesima,
aumento delle pensioni e del salario minimo, elettricità ed assistenza
sanitaria gratuita per gli strati sociali più poveri, ripristino dei
contratti collettivi. Il nuovo governo dovrà dare segnali immediati di
riscontro degli impegni elettorali assunti, se vuole evitare un precoce
suicidio. Ma parallelamente lo stesso Tsipras ha garantito al capitale
finanziario europeo il “pareggio di bilancio”, al punto da ottenere i
complimenti del Financial Times. Ed ha assicurato che non intende
realizzare alcun annullamento unilaterale dell'enorme debito pubblico,
riscuotendo apprezzamenti per il suo “realismo”.
Potranno conciliarsi le promesse al popolo con le promesse agli oppressori
del popolo?
Syriza punta le proprie carte sulla negoziazione del debito pubblico col
capitale finanziario europeo e con gli stati imperialisti del vecchio
continente. Tsipras vuole convincere gli strozzini della popolazione greca
che una riduzione concordata dell'enorme debito è nel loro stesso
interesse:“ se ci riducete il debito saremo in grado di pagarvelo”. Il
calcolo si basa sul fatto che il grosso del debito greco non è più oggi
come sei anni fa nella pancia delle banche private tedesche e francesi, ma
è nelle mani di BCE, FMI, Stati europei. La ristrutturazione del debito che
Tsipras chiede conta su margini negoziali più “politici” e dunque più ampi
che in passato.
Vedremo se il calcolo è fondato. Vedremo se, e in che misura, gli Stati
imperialisti che detengono il debito greco ( Germania, Francia, Italia)
saranno disponibili a un sacrificio di cassa. Vedremo se, e in che misura,
la BCE, già terreno di difficile composizione di interessi nazionali
contrastanti, troverà margini negoziali significativi col governo Syriza.
La preoccupazione di aprire la diga, tanto più alla vigilia delle elezioni
spagnole, sarà in qualche modo presente. Una possibile soluzione negoziale
potrebbe riguardare i tempi di pagamento degli interessi sul debito, più
che la sua riduzione. Ma è presto per fare previsioni .
Il punto è un altro. Qualsiasi negoziato con gli strozzini del capitale
finanziario, prevede per definizione contropartite. La Grecia ha già
ottenuto una ristrutturazione del proprio debito cinque anni fa. Ma il
contraccambio del “favore” ottenuto è stata la politica di austerità cui i
lavoratori greci si sono ribellati. Si può pensare oggi a una nuova
ristrutturazione, o a una qualsivoglia concessione dei creditori, senza che
questi chiedano contropartite? Tsipras vuole la comprensione degli
strozzini. Ma gli strozzini chiedono dazio. Più i creditori faranno
concessioni, più chiederanno garanzie ai debitori. Ma la classe operaia e i
giovani di Grecia non hanno già pagato abbastanza?
Tsipras ha garantito che non romperà con la Unione europea degli Stati
capitalisti. Non romperà con la Nato. Non toccherà la proprietà privata,
neppure quella dei potentissimi armatori. Non toccherà lo Stato, nelle sue
strutture decisive, a partire dall'esercito. Per questo ha ottenuto patenti
e credenziali insospettabili, persino dal FMI e dai banchieri del Merril
Linch. Ma non sarà semplice continuare a riscuotere il plauso dei
capitalisti, e al tempo stesso il plauso dei lavoratori e disoccupati
greci.
Di fronte alle contraddizioni annunciate, come si svilupperà la dinamica
della lotta di classe e di massa in Grecia? Subentrerà un effetto delusione
e di ripiegamento, o una reazione di lotta e di scavalcamento? L'evoluzione
della situazione greca dipenderà in larga misura da questo snodo.
L'esperienza storica ci dice che a fronte di un governo borghese
“riformista” sono possibili entrambe le dinamiche. Nel primo caso, il
rischio sarebbe una capitalizzazione a destra del disincanto, in presenza
oltretutto della destra nazista ( Alba Dorata) più minacciosa d'Europa e
con significative entrature nell'apparato militare dello Stato. Nel secondo
caso si porrebbe ancor più nettamente l'esigenza di una direzione autonoma
e alternativa del movimento.
*In ogni caso la politica rivoluzionaria è chiamata alla prova dalla
vicenda greca. *
*L'autonomia e l'opposizione al governo Syriza è la prima necessità.
Nessuna tregua andrà data al nuovo governo. Una politica di accomodamento
col capitale finanziario non può dare risposta alla domanda di svolta dei
lavoratori greci. Tutte le più elementari rivendicazioni del movimento di
massa che in questi anni ha attraversato la Grecia pongono di fatto la
necessità della rottura col capitalismo greco, con la Unione Europea degli
Stati capitalisti, con gli strozzini del capitale finanziario. *
Annullamento unilaterale del debito pubblico della Grecia!
Nazionalizzazione delle banche, senza indennizzo per i grandi azionisti, e
loro unificazione in una unica banca di Stato, sotto controllo sociale!
Esproprio degli armatori, della grande industria alimentare, dell'industria
farmaceutica, e di tutti i grandi gruppi capitalistici, sotto controllo dei
lavoratori!
Sviluppo della autorganizzazione operaia e popolare, e suo coordinamento
nazionale
Solo un governo operaio e popolare, basato sulla forza e l'organizzazione
dei lavoratori e della mobilitazione di massa potrà realizzare queste
misure di svolta.
Questo programma anticapitalista è l'unica reale soluzione del dramma
sociale della Grecia. L'esperienza di ogni giorno proverà che nella camicia
di forza del capitalismo greco ed europeo nessuna svolta reale sarà
possibile. Solo una rottura anticapitalista potrà aprire una nuova via.
Occorrerà portare questa proposta rivoluzionaria fra le masse, a partire da
quelle che hanno visto in Syriza, illusoriamente, la risposta alla propria
domanda di svolta. Ogni politica settaria verso la base di massa di Syriza
va bandita. Il settarismo burocratico del KKE è stato il miglio regalo a
Tsipras. Si tratta di far fronte comune col sentimento di massa che chiede
la svolta volgendolo progressivamente contro la politica del governo.
La politica dei bolscevichi verso il governo Kerensky è una buona scuola
per la politica dei rivoluzionari greci.
*I nostri compagni del Partito operaio rivoluzionario greco ( EEK) sono e
saranno come sempre al loro posto di combattimento. La grande domanda di
svolta che si è indirizzata su Syriza, non poteva premiare elettoralmente
il nostro piccolo partito. Ma ora il nuovo scenario del governo Syriza apre
alla sua sinistra uno spazio nuovo di costruzione. Tanto più ora la
costruzione del partito rivoluzionario leninista resta il punto decisivo,
quale che sarà la piega degli avvenimenti. Ai compagni del EEK va il nostro
augurio e il nostro sostegno.*
*www.pclavoraori.it <http://www.pclavoraori.it> - info a pclavoratori.it
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