[Redditolavoro] FISCHI A LANDINI ALLA THISSEN DI TERNI E SOLIDARIETA' OPERAIA ALLA TITAN DI CRESPELLANO

Partito Comunista dei Lavoratori pclavoratoribologna at gmail.com
Mon Nov 10 12:57:16 CET 2014


FISCHI OPERAI A LANDINI. IL SIGNIFICATO DI UN PASSAGGIO
7 Novembre 2014

La gestione dello scontro Thissen da parte dei vertici FIOM si è esposta
ieri ad una contestazione operaia.

Lo scarto fra le parole e i fatti non può essere più evidente. Landini
aveva minacciato l'”occupazione delle fabbriche” e più precisamente della
fabbrica ( la Thissen)). Invece ha effettuato un primo arretramento di
fronte al padrone e al suo ricatto ( “o sospendete lo sciopero o niente
stipendi”) sospendendo lo sciopero del personale amministrativo e del
tubificio. Senza alcuna contropartita, allo stato, sul punto centrale, la
difesa del lavoro; e soprattutto senza verifica democratica dell' opinione
degli operai in lotta, a partire dalla delegazione presente, posti di
fronte al fatto compiuto. I fischi operai a Landini davanti al Ministero
dello Sviluppo hanno rappresentato la reazione a tutto questo.

Siamo a una stretta della vicenda Thissen. Il governo Renzi cerca di
disinnescare la “mina” per il significato simbolico che ha assunto per
milioni dei lavoratori e centinaia di vertenze. Le burocrazie sindacali,
inclusa la direzione FIOM, puntano ad un accordo di “riduzione del danno”,
e aiutano di fatto il governo a trovare la via d'uscita “politica”.
L'intesa parziale di ieri fra sindacati, azienda, governo è concepita come
primo passo in questa direzione. Sia dal governo Renzi, sia dagli apparati
sindacali.

Verificheremo naturalmente il corso degli avvenimenti. Lo sciopero operaio
è ancora in piedi assieme ai presidi ai cancelli. Nulla in sè è ancora
compromesso. La lotta è ancora aperta ad ogni esito. Ma la dinamica dei
fatti ripropone una vecchia lezione generale. Solo una gestione radicale
della lotta ( occupazione della fabbrica, cassa di resistenza, comitato di
sciopero, generalizzazione dell'azione) può organizzare al meglio la forza
dei lavoratori, dispiegare le sue potenzialità, rafforzare la sua unità,
rispettare la sua democrazia. E per questo strappare, anche sul piano
sindacale, i risultati pratici migliori possibili ai fini della difesa del
lavoro. Puntare a vincere è il modo migliore per ridurre il rischio di
perdere.

E viceversa. Una gestione burocratica finalizzata non alla vittoria ma
all'accordo, sensibile alle pressioni del governo, attenta a uscirne
esclusivamente con la “minimizzazione del danno” per il proprio ruolo, non
solo disperde la forza operaia e ignora la democrazia dei lavoratori, ma
perciò stesso accresce i rischi di sconfitta e la possibile portata del
danno.

Non solo. Una gestione radicale dello scontro può valorizzare anche un
risultato parziale come sottoprodotto della lotta agli occhi dei lavoratori
stessi, senza ledere tenuta e futuro della lotta stessa

. Una gestione burocratica del conflitto trasforma un possibile risultato
parziale in fattore di arretramento , sfiducia, demotivazione dei
lavoratori. Il primo accordo di ieri alla Thissen ha assunto esattamente
questo significato.

*Una cosa è certa: la necessità di un'altra direzione del movimento operaio
e sindacale, che sia all'altezza del nuovo livello della lotta di classe, è
riproposta una volta di più dalla vicenda delle acciaierie di Terni.*
PARTITO COMUNISTA DEI LAVORATORI La classe operaia è una e internazionale:
lottare insieme, vincere insieme! 8 Novembre 2014


*Pubblichiamo un messaggio arrivato dal compagno Sungur Savran, Presidente
del DIP, nostra sezione gemella in Turchia, a sostegno della lotta degli
operai Titan di Crespellano, nel bolognese. La classe operaia è una e
internazionale: lottare insieme vincere insieme!*










*Ai lavoratori di Titan Italia SpA Cari Compagni, Tramite i nostri compagni
italiani abbiamo appreso, con grande sconcerto e rabbia, che Titan Italia
ha mandato la lettera di licenziamento a 186 lavoratori e pianificato la
chiusura dello stabilimento di Crespellano, nel bolognese, delocalizzando
l'attività ad un'altra sussidiaria di Titan International, Titan Asia A.S.,
ad Aydin, in Turchia. Siamo lieti di apprendere che l'assemblea degli
operai ha deciso di presidiare la fabbrica. Noi, il Partito Rivoluzionario
dei Lavoratori (DIP, in turco) di Turchia, rendiamo onore al coraggio dei
lavoratori della Titan, dichiariamo piena solidarietà con l'occupazione e
con le vostre rivendicazioni. Siamo convinti che l'azione intrapresa dalla
Titan non sia altro che un tentativo di dividere la classe operaia dei vari
paesi, mettendoci uno contro l'altro. Rivendichiamo la difesa dei posti di
lavoro per i lavoratori italiani e per i lavoratori turchi della Titan! Se
la proprietà dell'azienda non è in grado di gestire l'attività, allora che
se ne vadano pure! Ma i mezzi di produzione devono rimanere! Titan Italia
deve essere nazionalizzata senza indennizzo e sotto il controllo dei
lavoratori, convertendo la produzione secondo i bisogni reali della
società. Abbiamo contattato la dirigenza del sindacato presente nello
stabilimento Titan Asia di Aydin in Turchia. Ho personalmente parlato col
presidente di quel sindacato, l'Unione dei Metalmeccanici (Birlesik Metal
in turco). Fra i tre sindacati metalmeccanici in Turchia, è il più
combattivo e non è sottomesso in nessun modo al governo. Il presidente mi
ha detto chiaramente che il suo sindacato è pronto a esprimere solidarietà
ai lavoratori italiani. L'unico requisito è che la FIOM stabilisca un
contatto con loro, informandoli ufficialmente della questione. Siamo
convinti che la solidarietà del sindacato arriverà non appena si stabilità
un contatto. Per quanto ci riguarda, non dubitiamo minimamente che gli
operai di Titan Asia abbiano a cuore la sorte dei loro compagni italiani.
Viva la lotta dei lavoratori della Titan per il loro posto di lavoro e la
loro sicurezza! Viva l'unità della classe operaia internazionale!
Lavoratori di tutti i paesi, unitevi e lottate contro il comune nemico! *7
novembre 2014
Sungur Savran
Presidente del DIP (Partito Rivoluzionario dei Lavoratori di Turchia)
a nome del Comitato Centrale del partito

(il DIP fa parte come il PCL del Cooordinamento per la Rifondazione della
Quarta Internazionale)

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